Anime & Manga > Vocaloid
Segui la storia  |      
Autore: Sol_    04/04/2013    3 recensioni
mmh... la stessa storia raccontata dai punti di vista di sei personaggi diversi in momenti diversi, nelle varie stagioni, cominciando con miku e kaito c:
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
WINTER
 
 
Miku sbuffò tristemente, la sveglia l’aveva svegliata ancora una volta nel bel mezzo di un sogno. E non era un sogno qualsiasi, ma si trattava di lui, il suo bel principe azzurro. Kaito.
Rabbrividì, fuori faceva davvero freddo. Ma ne era felice. Miku, a dispetto di tutte le ragazze della sua età, amava l’inverno. Quel silenzio quieto e ovattato, l’odore di cioccolata calda… non avrebbe cambiato un solo inverno per cento estati.
Preferiva restare a casa a leggere un libro, piuttosto che uscire e partecipare ad un milione di feste piene di sconosciuti; preferiva la solitudine e il silenzio a qualsiasi altra cosa. Ed in sostanza era timida con tutti.
Si alzò finalmente dal letto, e cominciò a pettinare i lunghi capelli turchesi, che tutte le compagne di classe le invidiavano spudoratamente. Li raccolse in due codine, com’era solita fare.
 Finì di vestirsi e uscì frettolosamente, non voleva arrivare di nuovo in ritardo e considerando che La lunga strada per arrivare al liceo era completamente innevata,  miku più volte dovette prestare attenzione a non scivolare sul ghiaccio e trovare una via di mezzo tra velocità ed equilibrio. Ardua impresa. Tuttavia, il rumore che i pesanti stivali producevano sulla neve la rassicurava.
<< miku! >> L’urlo di Len ruppe l’aria. Al seguito, Rin kagamine che correva cercando di tenere il passo del fratello. Miku ebbe un moto di stizza, che soffocò prontamente. Voleva bene a Len e ci teneva a non ferirlo, ma quella piccola scema non poteva proprio sopportarla. Kaito la adorava. E lei? Lei non lo notava minimamente. Lo faceva soffrire. Pensava solo a se, egocentrica e capricciosa piccola scema.
Miku prese un sospiro e assunse il solito sorriso timido. << ciao len-kun! Facciamo la strada insieme? >>
Len non se lo fece ripetere due volte, la prese sotto braccio e lei affrettò il passo. 
Rin ci rimase piuttosto male, ma poco le importava; la strada sapeva percorrerla anche da sola. Non aveva bisogno del suo sempre presente gemello. 
Miku, una volta essersi debitamente allontanata dalla biondina, abbracciò quel ragazzo a cui era così affezionata; solo con lui sapeva sciogliersi davvero, essere capita al volo anche restando in silenzio, ma contemporaneamente diventare una ragazza diversa, aperta, socievole. Beh, ovvio, si conoscevano da anni, ed avevano sempre avuto un’intesa fantastica. E poi lui era carinissimo.
 Beh, a dire la verità, forse era il ragazzo più carino e ambito della scuola. Avrebbe potuto avere tutte le ragazze che conosceva, se solo avesse voluto. 
Ma lui, da bell’idiota, si era innamorato dell’unica ragazza che non poteva avere. Ed era lei, miku, a custodire gelosamente il suo segreto. 
 Len sciolse quell’abbraccio << miku-chan, andrà tutto bene. Non essere in pensiero per kaito san! >> Lei sorrise dolcemente e gli prese la mano. Sarebbero sembrati due perfetti fidanzatini dall’esterno, ma miku non aveva mai pensato a loro due come una coppia: lui era semplicemente Len, la presenza costante nella sua vita, il ragazzo che c’era stato in qualsiasi momento. 
Percorrendo il tragitto verso il liceo, Miku raccontò il suo sogno al ragazzo.
<< stavo in un deserto. Lui si avvicinava e spariva, e delle ragazze mi aggredivano. Cioè, no, prima mi parlava, e poi le ochette mi aggredivano… >>
Len sorrise amabilmente, prendendole il viso tra le mani. << parecchio incasinata, la ragazza >> sentenziò.
Poi iniziò a giocherellare con i ciuffetti turchesi intorno al suo bel viso.
<< Oh, ma quanto sei sexy! >> disse lei tra le risate, scostandosi dalle mani del ragazzo.
<< ah! Finalmente lo ammetti! Ecco perché tutte mi cascano ai piedi! Sono così figo! >>
<< si, infatti! >> rise lei << Gumi, Neru, Teto, Haku, Luna, Prima, Cul, Ring, Aoki… devo continuare? Darebbero una gamba per te! >>
<< non immagini quanto sia difficile la mia vita>> scherzò lui << ieri la solita solfa. Neru è stressante. Mi chiama ogni tre minuti esatti. Penso che alla fine le verrà una crisi isterica! E poi ieri quasi non scopriva di gumi… >>
<< LEN! Sei stato anche con lei? Per piacere…. >>
Lui le posò l’indice sulle labbra << ammettilo che non vedi l’ora che sia il tuo turno, turchina!>>
Miku arrossì violentemente. << BRUTTO STUPIDO FARFALLONE! >> 
<< non dirai sul serio? Brutto a me? Ma se sono più sexy di…. >>
Non riuscì a finire la frase, che videro un gruppo di ragazzi radunati in un angolo del cortile scolastico. Anche i due si avvicinarono, dimenticando la conversazione precedente.
<< len-kun! >>il grido si levò nell’aria spiazzando tutti i presenti.
 Neru si avvicinava con fare minaccioso, urlando come una forsennata << dove cazzo eri ieri? Eh? Non ci credo nemmeno un po’ che stavi studiando! Bugiardo! >>
Len, colto alla sprovvista dalla furia della ragazza, rimase in silenzio e Miku, volendo difendere l’amico, sussurrò << ve-veramente stava co-con me… mi…mi aiutava a ri-ripassare…. >> talmente debolmente che a malapena si udì tra gli schiamazzi degli altri ragazzi.
Neru si tranquillizzò un po’, miku era troppo dolce per raccontare bugie, e di certo non era una potenziale minaccia per il loro rapporto. O almeno così pensava la bionda.  
<< Neru-chan, calmati adesso. Sai che sei l’unica! >> sussurrò lui dandole un bacio leggero. Miku arrossì violentemente e si voltò. Neru invece corse via, forse dall’imbarazzo. 
<< Sei l’unica >> scimmiottò Miku, che sembrava aver ripreso vitalità con lo scomparire della compagna << attento che sono gelosa, eh! >> 
Len rise, passandosi una mano tra i capelli, ma la sua attenzione si spostò sul gruppo di ragazzi radunato a pochi passi da loro << cosa stanno facendo tutti? >>
Fatto qualche passo, Len fu accerchiato da ragazzine smaniose di essere guardate dal biondino. 
Miku sbuffò, e imbarazzata, si voltò nuovamente. Timidamente si fece largo tra la folla, ricevendo spintoni a destra e sinistra per riuscire a scorgere il motivo di tanta eccitazione tra gli studenti.
Il cuore le perse un colpo. Kaito san stava tenendo tra le mani i capelli di una sconosciuta. Capelli rosa, Leggeri, brillanti, lunghissimi. Odorava di fiori. O meglio, la sua presenza dava l’impressione di profumare di fiori. Il solo guardarla dava un senso di pace. 
A Miku mancò improvvisamente l’aria; stava trattenendo il respiro senza accorgersene. Cosa stava aspettando? Che la ragazza si presentasse? Che Kaito le giurasse che non era ciò che sembrava? 
Ma le voci dei ragazzi radunati attorno presto svelarono la verità. 
<< la ragazza di kaito? >> 
<< ragazza? No, no! È sua sorella! Hanno gli stessi occhi, non vedi? >>
<< sorella? Io so solo che si chiama luka. Luka-san. Aaah, suona benissimo! >>
< hahah non penserai che una simile ragazza possa prestare attenzione a noi? >>
Miku tornò a respirare. E a fissare la ragazza.
I capelli rosa, lunghi e brillanti arrivavano fino ai fianchi. Era alta. Davvero molto alta, come suo fratello, del resto. L’uniforme scolastica le nascondeva le forme, ma si capiva benissimo che era bella. Davvero bellissima. Aveva gli occhi dello stesso azzurro intenso di kaito, ma al contrario del fratello non c’era nessuna luce d’eccitazione ad animarli. Erano spenti, seri e annoiati. 
 
Chissà se len-kun vorrà provarci anche con lei…. 
 
E la risposta non tardò ad arrivare. Len si fece largo tra la folla. Beh, in realtà la folla fece largo per farlo passare, tra le occhiatacce invidiose dei ragazzi e quelle adoranti delle ragazze; ma sia lui che Miku ci erano abituati. O meglio, lui ci era abituato, e in fondo gli faceva anche piacere. Miku invece odiava trovarsi in primo piano, e spesso quando passeggiava al fianco del ragazzo era soggetta a occhiatacce indiscrete di ragazze che cercavano di scoprire il tipo li legame che c’era tra loro. Troppa pressione per lei, che spesso aveva lasciato len solo ed era scappata a rifugiarsi in classe.
Len si avvicinò a Luka, era poco più alto di lei. Le mise una mano tra i capelli, accostò le sue labbra al suo orecchio e sussurrò qualcosa. Qualcosa che doveva essere una frase dolce, o, peggio, imbarazzante, Perché Luka diventò subito rossa in viso, gli occhi le brillarono e il volto le assunse un’espressione esterrefatta. 
 
Len, cosa le avrai detto?
Len, perché ci provi anche con lei?
 
Luka sorrise più compostamente, e tornò a farsi adorare da kaito e dalla massa di ragazzi adunatasi attorno a lei. Era proprio bellissima.
Len, imbronciato, se ne andò, cercando di trascinare con se Miku.
<< ma che hai? >> chiese sommessamente al biondino. 
Lui non rispose, ma continuava a trascinarla verso la loro classe con sguardo furente, lanciando occhiatacce a chiunque lo guardasse. Non si era mai comportato così, di solito era un ragazzo gentile con tutti, solare, simpatico, non si arrabbiava mai. In anni d’amicizia non lo aveva mai visto in quello stato, nemmeno quando da piccoli lei mangiava tutte le sue banane per dispetto e lui rimaneva a digiuno. Le scappò un sorrisino al ricordo, e len, irritato, le chiese cosa aveva da ridere. 
Miku non sapeva come reagire, il ragazzo si era seduto al proprio posto, appoggiando il mento al pugno chiuso. Non la degnava di uno sguardo.
<< st-stavo s-solo pensando a-a qu-quando g-giocavamo insie-insieme... scu-scusa len-kun… >>
Non le era mai capitato di balbettare rivolgendosi a lui. E il ragazzo se ne accorse, il suo sguardo si addolcì di colpo, evidentemente Si sentiva in colpa per la durezza delle parole che aveva usato. Si alzò frettolosamente e la abbracciò << scusa tu miku… sono solo un po’ alterato. Sai… ho sentito che a Kaito piace Rin >> 
Come se già non lo sapesse, Miku, che Kaito stravedeva per la sua sorellina... ma stranamente la cosa non la sfiorò
La turchina sembrò non curarsene, e stavolta era len a non voler credere ai suoi occhi. 
<< miku… ho detto kaito. Il bel kaito vuole-mia-sorella-rin. >> disse lui scandendo le parole con una rabbia che cercava di velare.
La ragazza continuava a non capire.
<< miku, a che cazzo stai pensando? Kaito! Al tuo sogno, al tuo principe azzurro piace la mia… Miku… Non può esserti passata la cotta per kaito in un secondo e mezzo. Io ti conosco. Non sei quel genere di persona. >>
Miku continuava a guardare il biondino come se parlasse in ostrogoto.
<< kaito sarà pure libero di scegliere chi amare, non ti pare? In fondo non dovrebbero esserci limiti all’amore. Si dovrebbe poter amare chiunque ...che siano due ragazzi, un ragazzo e una ragazza o…chessò… due ragazze... >>
<< …non dirlo a me…>> sussurrò len, guardandola negli occhi.
 
                                ***
 
 
Stava tenendo tra le mani i capelli della sua adorata sorellina, Luka, mentre la presentava al resto del liceo. Sapeva che molti avrebbero equivocato, scambiandoli per fidanzati, ma poco gli importava. Le voleva molto bene e certamente non le avrebbe dimostrato freddezza ora che si erano finalmente ritrovati.
Eh già, ritrovati, perchè per sette lunghi anni erano stati separati. Era una storia lunga da raccontare, e a chiunque glielo chiedesse Kaito rispondeva con "problemi familiari", "ragioni di lavoro" o altre scuse inventate sul momento. Ma La verità, difficile da ammettere, era che la piccola luka era figlia di un tradimento. Un amore sbagliato che aveva dato alla luce la creatura più giusta che la mente umana possa immaginare.
Gli occhi azzurri, i capelli rosa e morbidi. Luka era una bambina bellissima. Ma loro padre... lui non perdonò mai la donna che lo tradì, e, per quanto ingiustamente, l'odio celato per anni si riversò sulla piccola ragazza alla morte della madre. Fu costretta a vivere dagli zii, lontano da Kaito. La sola vista dei capelli rosa, inequivocabile prova del tradimento, era come un pugno di sabbia negli occhi, lo accecava d'odio.
Lui la ricordava come una bambina dalla gran voglia di vivere, dagli occhi gioiosi e il sorriso angelico. Aveva solo nove anni quando fu mandata via, e conservava ancora tutta la spensieratezza in uno sguardo ridente. Sorrideva per un fiore, un filo d'erba, un uccellino. E ora, dopo tanto tempo, lui non se la sarebbe fatta scappare per nulla al mondo; voleva recuperare tutto il tempo perso.
I segreti tra fratelli che non si erano mai rivelati; il legame fraterno, indissolubile. Ecco cosa gli era mancato in quei lunghi, tristi sette anni. 
E’ dura vivere separati da qualcuno che condivide il tuo stesso sangue.
Anche se adesso il suo sorriso era spento, gli occhi privi di un qualsiasi barlume di felicità, anche se ora il viso era cambiato, il corpo era cambiato, e quella donna non assomigliava più al piccolo angelo rosa che lui ricordava, non poteva fare a meno di volerle bene. 
Nonostante lei, da quando era tornata in casa, non teneva che un comportamento distaccato e quasi glaciale con lui, il ragazzo non faceva che adorarla. 
Ma come non capirla, strappata dalla famiglia a soli nove anni?
"magari col tempo si abituerà" continuava a ripetersi il giovane dai capelli blu "un giorno anche lei vorrà recuperare tutto l'affetto che le è mancato in sette anni. L'affetto fraterno"
Ma luka non dava segni d'affetto, gioia o qualsiasi emozione. mai. Era la ragazza più fredda che si potesse immaginare. Sempre composta. Mai una parola fuori posto. O meglio, mai una parola colorata di una qualsiasi emozione.
Ma kaito continuava ingenuamente a sperare.
Luka si discostò dalle sue mani, mentre il giovane Len-kun si stava avvicinando. Il ragazzo lo scrutò con attenzione. Il gemello di Rin kagamine.
Lui era follemente innamorato di quella ragazzina. I capelli biondi, le iridi azzurre, la pelle perfettamente bianca. Non trovava altre parole per descrivere quella ragazza. perfetta. Nonostante i suoi quindici anni, conservava ancora il fisico, il volto e il carattere di una bambina. Infantile, capricciosa eppure così ADORABILE. Kaito nutriva un interesse quasi morboso per la ragazza. Poco importava che non fosse popolare, bellissima, con mille spasimanti. Era perfetta.
Avrebbe dato tutto per lei. E ora il suo gemello si avvicinava a sua sorella. 
Gli scappò un sorriso, quella situazione era alquanto strana. Lui con rin... erano mesi che provava ad invitarla ad uscire, a farle un regalo, ma nulla, era troppo timido, la sola vista della ragazza lo rendeva impacciato. E gli faceva nascere un sentimento di protezione mai provato prima. Mentre Len, incurante di tutto e tutti, si avvicinava beffardo a Luka. Senza il timore di un rifiuto. Senza dubbi.
Luka arrossì e tornò al suo posto, Len, come scandalizzato, afferrò Miku e la trascinò via. Il ragazzo riprese a carezzare i capelli della sorella, quasi immerso in un sogno. I ragazzi la guardavano esterrefatti, le ragazze con invidia. Era sua sorella; era orgoglioso di lei. Orgogliosissimo.
Suonò la campanella, e la folla, seppur tentata di rimanere a contemplare quella ragazza dalle fattezze perfette, si diradò lasciando i due fratelli da soli. Luka, prontamente, sfilò via i lucenti capelli dalle mani del fratello << andiamo anche noi >> fu l'unica frase che pronunciò. La sua voce sembrava profumare di fiori. 
Kaito si diresse verso la sua aula, il pesante vocabolario d’inglese in una mano e, nell'altra, una pila enorme di quaderni e libri di testo.
Occupò un posto nella grande aula che, ancora vuota, dava una strana impressione. Il silenzio sembrava quasi irreale.
La gente cominciava ad entrare nella stanza e così, irrimediabilmente, ad entrare nei suoi pensieri per distruggerli. 
Ora di concentrarsi sulla lezione. 
 
Kaito posò il pesante vocabolario sul banco, spossato.
Da quando sua sorella era entrata a scuola, lui non era stato più in grado di reggere il confronto. Ed erano passate solo poche ore. Si passò una mano sulla fronte. La popolarità di sua sorella lo rendeva quasi invisibile agli occhi dei suoi compagni. Ormai lui era diventato "il fratello di luka-san". 
Kaito sbatté un pugno su tavolo. Le varie riflessioni su Luka gli avevano fatto sorgere un dubbio. Avrebbe forse perso anche Rin?
Doveva decidersi. Non poteva più restare in balia della propria timidezza. 
Prese d'impulso il cellulare. Compose il numero, che ormai sapeva a memoria. Quante serate aveva passato con il cellulare in mano sperando di riuscire a trovare il coraggio di chiamare? E quante nottate aveva passato in preda alla delusione per non esser riuscito nemmeno a farle uno squillo? Un rifiuto sarebbe stato davvero così terribile?
Per un attimo perse la stretta sul cellulare. No. doveva provare. Doveva trovare il coraggio. Ora o mani più. 
Partì la chiamata.
<< moshimoshi >> la vocina di rin risuonò nell'aria. Era rimasto da solo nell'aula.
<< rin-chan... sono kaito... >>
<< kaito-san! Che piacere sentirti! >>
<< scusa se te lo chiedo così, ma... ti andrebbe di andare al luna park, stasera? Ho un biglietto in più e non so con chi andare... >> 
pessimo. Pessimo inizio. Kaito si sarebbe preso volentieri a pugni 
Ma Rin sembrò non notarlo 
<< mmh... okay. A che ora? >>
<< alle 8 lì. Ci vediamo >> disse tutto d'un fiato. E attaccò. Perchè ogni tanto anche i ragazzi sono ansiosi, no?
 
Arrivato a casa, Kaito si fece una lunga doccia.
Uscì, il vapore acqueo condensato aveva appannato gli specchi. Kaito prese un asciugamano e lo passò sullo specchio all'altezza del proprio volto. Avrebbe mai accettato Rin Kagamine, la ragazza di cui era innamorato, di uscire con lui una seconda volta? In fondo non era un ragazzo sexy. Certo, era carino. Ma Rin poteva puntare molto più in alto...
No. non era quello lo spirito giusto. Doveva essere pronto per Rin. 
Si asciugò velocemente i capelli, si vestì in fretta e furia e si avvolse al collo la pesante sciarpa blu.
Il freddo fuori era terribile, arrivava fin dentro le ossa, ma kaito non riuscì in ogni caso a resistere alla tentazione di prendere un gelato. Non poteva davvero farne a meno; una folata di vento più forte delle altre lo fece rabbrividire. Affrettò il passo, non voleva assolutamente arrivare in ritardo. 
Un misto di luci, neon, canzoni e urla cominciarono a farsi notare in lontananza: Il luna park. 
Arrivò all'entrata, le luci risultavano essere addirittura fastidiose. Kaito alzò lo sguardo, cercando la biondina tra la folla.
Individuata, si avvicinò frettolosamente, i suoi occhi azzurri erano terribilmente spaesati. Forse anche a lei davano fastidio tutte quelle luci...
Rin fece un goffo inchino << konbanwa kaito-san! >> disse impacciata.
caspita. Kaito non aveva minimamente pensato alle formalità. Sulle prime non seppe cosa fare, poi accennò un piccolo inchino.
Rin era vestita da bambola. Quanto le si addiceva quell'abbigliamento…
Si avviarono verso le montagne russe, Kaito aveva cominciato a sciogliersi. Dapprima impacciato, aveva cominciato a fare battute, scherzare e giocare con rin. Salirono su tutte le attrazioni possibili, entrarono nella casa dei fantasmi, mangiarono lo zucchero filato. Kaito le comprò anche un pupazzo enorme di un arancia.
Ma con le attrazioni da visitare, presto anche gli argomenti di conversazione terminarono. E con la conversazione finì ben presto anche l'interesse.
Si sedettero su una panchina, lui stanco e lei annoiata. 
<< Ehm... allora... come va a scuola? >>
"sei un genio, Kaito. Che frase geniale potevi cacciare al luna park? Che disastro sei con le donne" pensò il ragazzo.
<< non mi lamento. E tu? Certo che tua sorella è davvero bellissima... non si fa che parlare di lei! >>
<< già >> rispose bruscamente il ragazzo.
<< mmh >> concluse rin, prendendo un morso di zucchero filato.
Quella serata era stata un fiasco. Un fallimento completo su tutta la linea.
<< forse si è fatto tardi >>  disse lui, in preda alla stizza,
<< già, io torno a casa, len mi starà aspettando. Grazie per la serata. E’ stata... piacevole...uhm >> disse lei, allontanandosi e sparendo tra la folla.
 
Kaito si lasciò cadere sulla panchina a peso morto, chiuse gli occhi e sbuffò. 
Quando li riaprì, una ragazza stava al suo fianco. 
I corti capelli castani, completamente vestita di rosso. In rosso e molto succinta, nonostante il freddo gelido che c'era quella sera. Dal cappotto si riusciva ad intravedere il reggiseno nero.
"in cerca d’attenzioni" pensò kaito.
<< non ho potuto fare a meno di notare l’espressione che avevi con quella ragazzina. Quanti anni aveva, 10? ahahah >>
<< 15 >> rispose lui, annoiato << e in ogni modo non mi sembra che siano fatti tuoi. O sbaglio? >>
<< Meiko >> sorrise lei tendendogli la mano << lavoro come ragazza immagine qui al luna park. tu ?>> 
<< kaito >> sorrise a sua volta << e per questa sera ho fatto il baby sitter di miss-comprami-quello-e-quell'-altro >>
Meiko rise. Era davvero carina. << se vuoi ti offro da bere, qui per me e amici è gratis >> disse alzandosi e tendendo la mano al ragazzo
<< dimmi, ti piace il sakè? >>
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Sol_