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Autore: xmalikeyes    05/04/2013    1 recensioni
Nulla al mondo li avrebbe separati.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19 Agosto 2012. Ore 02:00.

Passeggiavamo mano nella mano, lei ogni tanto si guardava il pancione, incredula che da un giorno all’altro fosse cresciuto così tanto.
Sapete, mi ripeteva spesso di quanto le pesasse ogni giorno di più, ma le bastava qualche parola dolce per non pensarci. Ci fermammo su una panchina e mi sedetti, la feci delicatamente sedere sulle mie gambe e posai la mano sul suo pancione, era così emozionante. Si poteva benissimo sentire il nostro bambino, James, poggiare il piede sulla pancia e premercelo dolcemente. Tracciai con il pollice il contorno del tallone, chiudendo gli occhi, per immaginare che lui fosse stato lì con me.
“se mi stai per dire che non vedi l’ora che sia fuori, risparmiatela amore mio, perché lo so già.” Mise un dito sulle mie labbra, appena le schiusi. Risi sonoramente e le lasciai un bacio sulle labbra. Dio, i suoi baci erano pane per i miei denti, il pane più morbido che abbiano mai masticato.
“veramente stavo per dire che ti amo, e che darei la vita per te…” dissi serio, carezzandole la guancia morbida.
“ti amo anche io Zayn, da morire.” Sorrise appena, lasciandomi un altro bacio.
La vidi rabbrividire e la feci alzare.
“torniamo a casa? Inizia a far freddo qui..” parlò con una voce fioca, sorrisi dolcemente e annuii.
“sai che anche se tra poco diventi mamma, sarai sempre la mia piccolina?” dissi prendendole la mano e intrecciando le dita alle sue, ci dirigemmo verso la strada.
Guardammo sia a destra che a sinistra e non c’era nessuno, come biasimarli, saranno state le due di notte, eravamo usciti perché ci piaceva passeggiare sul tardi. Iniziammo a camminare, tranquillamente, poi iniziai a solleticarle il fianco, lei iniziò a scappare sulla strada ridendo, non lo sopportava.
Poi arrivarono le mie lacrime, le sue e le mie urla, i miei tentativi di raggiungerla e spingerla, ma furono totalmente inutili, un pazzo scatenato passò con la macchina e la travolse, facendole fare un salto di parecchi metri, la macchina proseguì e io corsi verso il suo corpo ormai privo di sensi, perdeva sangue dalla testa, dal petto e non so cosa fu a darmi forza, ma riuscii a chiamare l’ambulanza anche se le mie parole erano tutt’altro che chiare.
Infatti dopo qualche minuto dal vedere il suo corpo così inerme, persi i sensi e rimasi accasciato di fianco a lei.

 
12 Agosto 2012. Ore 04:00.

Mi svegliai, ma rimasi ad occhi chiusi, sperando che fosse stato tutto un brutto sogno, la mia mano iniziò a tremare e le lacrime a scendere, strizzai gli occhi e con la mano cercai disperatamente la sua, quando arrivai a sentire soltanto il pizzico della flebo che penetrò maggiormente la mia pelle, piansi forte e buttai un urlo di dolore seguito dal suo nome e da altre urla.
“SARAAA.” Urlai con le mie uniche forze, poi smisi di urlare, aprii gli occhi per cercare la sua figura e piansi più forte quando vidi la stanza di ospedale, c’era uno spazio vuoto accanto a me, non c’era più nulla.
Vidi entrare il dottore e lo presi per il colletto del camice, chiedendo di lei.
“… Sua figlia è morta, l’abbiamo trovata morta in pancia, lei è in sala operatoria, ma sta per andare anche lei, abbiamo fatto il possibile, ma il cuore ha subito gravi lesioni e non possiamo far altro che sperare, l’unica protesi disponibile arriverà tra quattro ore e le probabilità che arrivi a sopravvivere fino a quell’ora sono veramente remote. Mi dispiace, ma abbiamo fatto davvero il possibile.”
“NO CAZZO, NO! NON MI SERVONO DELLE PATETICHE FRASI DA FILM, MI SERVE LA MIA RAGAZZA, MI SERVE SARA. MI SERVE…” persi le forze, abbandonandomi al petto del dottore. “…la prego, la salvi.. è tutto quello che ho, faccia di tutto.. la prego dottore.” Dissi piangendo e singhiozzando, non mi rendevo ancora conto del fatto che l’avrei persa, non volevo rendermene conto probabilmente.
“l’unica cosa che possiamo fare è chiedere in giro chi ha il sangue compatibile al suo, e chi sarebbe disposto a donare il suo cuore, ma chi mai lo farebbe ragazzo?” piansi ancora più forte, avrei dato il mio cuore per lei, ma non erano compatibili, l’avrei dato anche mille volte, solo per vedere da lassù il suo sorriso.

 
14 Agosto 2012. Ore 08:00.
La guardai stesa su un lettino d’ospedale, eravamo tutti attorno a lei e stringeva tra le braccia il nostro bambino, ormai anche lui senza vita, probabilmente per il mio stato d’animo in quel momento mi sarei volentieri unito nel loro abbraccio, non mi muovevo, ero troppo scosso. Sconvolto, nella mia testa vagavano ancora pensieri per salvarla.
“uscite, dobbiamo chiuderla.” Dissero quattro uomini vestiti di nero, entrando nella stanza. Mi alzai, avvicinandomi al lettino. Presi la sua mano e la baciai “ti amerò per sempre.. Per sempre amore mio.” dissi con le labbra tremanti, la vidi quando la chiusero nella bara, con il suo bambino, anzi, il nostro bambino, stretto tra le braccia.
15 Maggio 2075.
Mi avvicinai alla sua bara e lasciai i fiori di fianco alla lapide, salutai alcuni vecchi amici e carezzai il nome scritto sulla lapide con le mie dita rugose e stanche, tremanti.
“Hey amore mio..” dissi piano, con la mia voce roca e anziana, accennando una risata. Immaginai una sua risposta e chiusi gli occhi per immaginare un suo bacio morbido, ma sentii solo un soffio da parte del vento, sorrisi riaprendo gli occhi.
“Sono venuto oggi, il giorno del tuo compleanno… Perché volevo farti un regalo.” Iniziai a piangere senza rendermene conto. “Tra poco il mio cancro finirà sai? È il mio ultimo giorno di vita e ho deciso di uscire dall’ospedale per venirti a trovare… amore mio, tra poco il nostro sogno si realizzerà, avremo una vita felice insieme che nessuno potrà distruggere.” Piansi forte, iniziando a singhiozzare. “ci vediamo tra poco, ti amo tanto.”

La figlia di Harry, Darcey mi porto a casa, piangendo, sapevano anche loro però, che anche se sarei mancato a loro, avrei realizzato il mio sogno, si, perché in sessant’anni, il mio obiettivo rimase sempre lei.
 
15 Maggio 2075. Ore 12:30.
“ciao amore mio, finalmente ti vedo.” Disse lei, che tenendo James in braccio si avvicinò a me, abbracciandomi. Era così bella, quanto mi era mancata.
“mi sei mancata anche tu sara, ti ho aspettata per tutto questo tempo, ma ne è valsa la pena.” Le lasciai un bacio, un bacio che avevo desiderato da tanto tempo, James si allungò verso di me chiamandomi ‘papà’
Sara rise piano. “sei mancato tanto anche a lui…” disse, lo presi in braccio, carezzandogli i folti capelli, proprio come i miei, tornammo insieme, la nostra famiglia non sarebbe stata mai più separata.

 
Fine. 


scusate eventuali errori, ma non ce la facevo a rileggere.
so che non è bellissimo ma non ce la facevo a scrivere.
spero vi piaccia, fatemi sapere:)
-sara.
  
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