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Autore: Bellatrix_Black_51    05/04/2013    1 recensioni
Sette anni erano passati, dal suo ultimo contatto con il dottor Lecter.
Era una bugia.

Piccola FF, che si svolge nel periodo tra "il silenzio degli innocenti "e "Hannibal"
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ricevette la lettera di Lecter un lunedì mattina. Ardelia Mapp l'aveva svegliata alle dieci del mattino, dopo che l'agente Starling aveva passato l'intera notte a monitorare gli spostamento di un furgoncino sospettato di contenere armi illegali, che si era rivelato un semplice quarantenne che era stato cacciato via dalla moglie assieme ai suoi effetti personali.
Alle sei del mattino l'agente Starling, ancora vestita, si era addormentata sul proprio letto. I suoi sogni, erano popolati dalla voce del dottor Lecter, da un anno a quella parte. E anche quella notte, quegli intensi occhi macchiati di rosso le fecero visita, provocandole intensi brividi e accelleramenti cardiaci come ogni notte.
Al risveglio, si era trovata attorcigliata nelle coperte e nella giacca dell'FBI, madida di sudore e con i capelli scompigliati.
Aveva guardato Mapp con un'espressione dapprima sconvolta, poi semplicemente sorpresa.
-Una lettera per me?- Domandò, incredula, prendendola e tastando il contenuto. Se ci fosse stata una bomba ad orologeria se ne sarebbe accorta. Ma non fece in tempo a riprendersi da quel sospetto che vide la grafia sulla lettera. Sussultò, ricordando quando, tempo prima, aveva letto il questionario che aveva dato al dottor Lecter durante le indagini su Buffalo Bill. 
Rimase alcuni secondi in silenzio, ad osservarla, posando poi lo sguardo sulla coinquilina afroamericana. 
-Ardelia... Puoi scusarmi?- Disse, guardandola alcuni istanti. La ragazza, che la conosceva bene, riconobbe la preoccupazione, l'ansia nel suo sguardo. E forse, ma desiderava sbagliarsi, la nostalgia.
-Clarice, sono a casa mia se ti serve qualcosa- 
Uscì dalla stanza, lasciandola solo con quella lettera.
L'agente si alzò, tenendo la busta da lettera in mano, pensierosa sul da farsi.
Non si era firmato in alcun modo, ma l'indirizzo scritto a lettere chiare, con quella grafia elegante, non lasciava dubbi. 
L'aprì, avvertendo immediatamente il profumo nella lettera.
Non sapeva riconoscerlo, eppure era qualcosa di dannatamente familiare. Poi le venne in mente, lanciando un'occhiata verso il proprio riflesso allo specchio. Era il profumo che solitamente indossava. Quello che lui aveva ben identificato, la prima volta che si erano visti, dicendo che quel giorno non l'aveva messo.
Un sorriso le solcò involontariamente il volto, per un solo istante, prima che si rendesse conto dell'espressione assunta e la mascherasse. Davanti a cosa, non lo sapeva neanche lei, dal momento che sapeva che nessuno aveva installato telecamere nella sua stanza, nè tantomeno vi erano presenti a testimoniare la nascita e immediata morte di quel sorriso sincero.
La lesse, sdraiandosi sul letto e leggendo ogni frase, ogni parola di quella lettera con attenzione, come se qualcosa potesse sfuggirle tra un carattere e un altro.
  
Il tuo vecchio amico, H.
P.S.: Aggiornami, piccola Clarice. Gli agnelli hanno smesso di gridare?
 
Socchiuse gli occhi, avvicinando a sè la lettera per sentirne di nuovo il profumo. 
Dalla busta cadde un minuscolo foglio di carta, sul quale era scritto un indirizzo del sud america.
Poi si alzò, raggiungendo una scrivania e prendendo dei fogli di carta da un cassetto. Sedette sulla sedia, e prese a scrivere una risposta, cancellandone alcune parti e riscrivendole. Le sue mani tremavano, e poco le importava di che ora fosse, in quel momento. 
Si alzò dalla sedia una volta terminato di scrivere quello che aveva in mente, e raggiunse il comodino del letto. 
Terzo cassetto.
Aprì, e si rese conto che da un anno a quella parte, non un grumo di polvere si era depositato su quelle cassette che contenevano ogni sua conversazione col dottor Lecter. Per qualche inspiegabile motivo, infilò le cuffie alle orecchie, e avviò la riproduzioni.
Tremò nel sentire di nuovo la voce di quell'uomo, mentre, tornando a sedersi, procedeva col trascrivere la bozza della lettera in bella copia.

 
Dottor Lecter,
Ho scritto l'indirizzo al quale può scrivermi in un biglietto all'interno della busta. Non è più tra i dieci criminali latitanti più ricercati perchè per ora non ha fatto alcun danno, che noi sappiamo. Quindi, è meglio per lei, e anche per me, se non lascia traccia del suo passaggio in alcun luogo. Mi capirà, se le dico che nel caso lei dovesse dare segno della sua presenza, il caso si riaprirebbe e ogni lettera che ci siamo scambiati andrebbe nelle mani dell'FBI. Lei sarebbe rintracciato, e io cacciata dall'FBI.
Non posso dire anche io lo stesso di lei, dottore. I miei sogni sono popolati dalla sua voce e dai suoi occhi, da un anno a questa parte... Dalla sua ultima chiamata, dottore, quando entrai a pieni titolo nell'FBI. Ma ora mi chiedo... Perchè tornare a contattarmi? Adesso che può avere la libertà, può sfuggire all'FBI, si permette di rischiare che io porti questa sua lettera al dipartimento di polizia, rilevi le sue impronte e venga a conoscenza della sua posizione attraverso l'indirizzo che mi ha consegnato?
Ma lei sa che io non la denuncerò, non è così? O è forse un altro il motivo che la spinge a cercare di parlare con me?
Le ultime notizie da parte dell'FBI che lei può e deve sapere sono trasmette ai notiziari, o sui giornali. Sa che da me non può sapere nulla di più.
Non le crederei, dottor Lecter, se mi dicesse ce sente la mia mancanza. Ed è perchè, lei lo sa bene, chi compie orrori come ne compie lei non è in grado di sentire la mancanza di qualcuno, o preoccuparsi seriamente per il suo bene.
Quindi la domanda è ancora una volta questa.
Perchè, dottor Lecter?

 
Sospirò, piegando la lettera senza lasciare una firma che identificasse che fosse lei ad aver scritto il tutto. Ma lui si sarebbe reso conto che era l'agente Starling, non tanto per la grafia, quanto per il contenuto. Quelle domande, così razionali e materiali che tentavano di nascondere l'agitazione dell'essere tornata in contatto con lui...





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Graziè, graziè :3 Cherolain, credo di adorare il tuo tempismo che mi impedisce di far colare a picco le fan fiction appena iniziate U.U

Spero sia piaciuto il nuovo capitolo, forse piuttosto lungo, ma sospetto che da ora in poi i capitoli assumeranno più o meno tutto questa lunghezza :DD
   
 
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