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Autore: BeeMe    05/04/2013    3 recensioni
Draco Malfoy sorrise quando Hermione iniziò ad indietreggiare.
L’aveva voluto lei.
Non si gioca col fuoco, ci si finisce sempre per scottare.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Draco Malfoy sorrise quando Hermione iniziò ad indietreggiare.
L’aveva voluto lei.
Non si gioca col fuoco, ci si finisce sempre per scottare.
Alla fine non rimangono che fiamme e cenere nel vento.
Ma alla Granger piaceva vedere le lingue di fuoco danzare nel vento e non se andava mai, nemmeno quando era pericoloso.
Questa volta aveva esagerato.
Era capace di rimanere a guardare una candela che si spegneva nel buio della notte per ore, con la testa appoggiata ad una mano.
A volte Draco non capiva se stesse dormendo, ma ogni tanto lei si girava per controllare che lui fosse ancora lì, che non se ne fosse andato mentre era distratta.
Nonostante tutto lei voleva che lui rimanesse.
Non aveva capito che non si può intrappolare il fuoco, che non esiste una gabbia capace di trattenere le fiamme.
Lei voleva solo custodire il suo piccolo segreto al sicuro in una stanza buia.
Baci rubati quando nessuno guardava, sguardi che si intrecciavano alla luce fioca di una torcia.
Era proibito, lo sapevano entrambi, ma ad Hermione piaceva giocare con il fuoco e sperava di riuscire a vincere.
Eppure fra le fiamme non c’è amore. C’è solo odio.
E lei non voleva ammetterlo.
Draco chiuse gli occhi, cercando di scacciare quei pensieri.
Era tardi, ma lei aveva insistito e per una volta lui si era piegato al suo volere.
Fiamme che si piegano nel vento.
Non era il giorno giusto per giocare con il fuoco, questa volta li avrebbero scoperti, Draco lo sapeva, ma era restato con lei.
Perché sapeva anche che quel gioco prima o poi sarebbe finito. 
Alla fine Hermione si sarebbe bruciata.
Malfoy doveva lasciarla prima che l’incendio divampasse, gliel’aveva detto Theodor Nott, l’unico che conosceva la storia della ragazza che giocava con il fuoco.
E quel giorno Draco non l’aveva ascoltato. Aveva ascoltato il suo cuore.
Theodor parlava di una grande battaglia in un cui sarebbe stato deciso il loro destino.
Un’unica fiammata e tutto sarebbe finito.
Gli aveva detto che la Granger non era pronta a combattere, che si sarebbe spenta subito, ma il ragazzo biondo se n’era andato lasciando che quelle parole si perdessero nel vento.
Ora la guerra finale era cominciata e la ragazza era lì al suo fianco, chiusa nella stanza in cui l’aveva portato.
Voleva andarsene, indietreggiava alla ricerca di una via di fuga, ma Hogwarts era sigillata.
Troppi incantesimi insieme. Protezione e attacco mescolati in una miscela inseparabile, invalicabile,
Nessuno poteva andarsene, non quel giorno.
Draco aveva pregato Hermione di andarsene la sera precedente, sfruttando la notte, ma lei aveva scosso la testa, troppo orgogliosa per fuggire.
A lei il fuoco non spaventava.
Eppure ora che le fiamme divampavano la piccola maga si era conto di non poter far nulla, non senza la bacchetta che Bellatrix Lestrange le aveva spezzato.
Non poteva imprigionare il fuoco, finalmente se n’era conto.
In quella piccola stanza buia sarebbe stata al sicuro, gliel’aveva assicurato Theodore.
Draco guardò Hermione un’ultima volta poi aprì la porta e uscì, pronto a combattere.
Lei se ne sarebbe andata quando tutto sarebbe finito, sarebbe stata al sicuro.
E di sicuro l’avrebbe cercato. 
Draco non sapeva se l’avrebbe mai rivista, non si può scommettere sul proprio destino.
Un urlo lo fece girare di scatto.
Hermione sarebbe dovuta essere al sicuro, non poteva nemmeno combattere.
Una sola bacchetta per due maghi.
E Draco Malfoy non voleva non combattere.
Hermione sarebbe dovuta restare nella stanza buia, al sicuro, ma qualcuno l’aveva trovata.
Malfoy si trovò davanti alla porta della camera senza nemmeno rendersene conto.
La spalancò di scatto e vide Rodulphus Lestrange sorridere mentre torturava Hermione.
Lei era per terra, con gli occhi chiusi e le mani strette a pugno.
Socchiuse lievemente le palpebre quando sentì la porta aprirsi e rivolse a Draco un piccolo sorriso.
Era troppo tardi, le fiamme l’avevano bruciata e lei non poteva scappare.
Eppure Malfoy poteva ancora salvarla.
Un incantesimo sussurrato raggiunse Rodulphus che cadde a terra, sbattendo la testa contro il tavolo di mogano nel centro della sala.
Draco corse da Hermione, senza pensare a quel che avrebbero pensato gli altri. Per una volta voleva solo spegnere le fiamme, voleva salvare la ragazza che era sul pavimento davanti a lui.
Lei aprì gli occhi, era sicura che lui l’avrebbe trovata, che Draco non l’avrebbe mai lasciata.
Traditore” sibilò improvvisamente Rodulphus alle sue spalle e, prima che Draco se ne rendesse conto, un lampo verde partì dalla bacchetta del mago oscuro.
Non lo colpì, ma Malfoy non ebbe il tempo di rallegrarsene.
Aveva mirato a lei, non a lui.
Voleva farlo soffrire, voleva ucciderlo dentro prima di dargli il colpo di grazia.
Malfoy sentì la rabbia gonfiarsi in lui e, prima di rendersene conto, aveva pronunciato quelle due parole che aveva temuto per anni.
Avada Kedavra.
E Rodulphus era caduto a terra senza un lamento.
Draco guardò Hermione con gli occhi pieni di lacrime.
Lui non piangeva mai, era uno di quei giuramenti silenziosi che aveva prestato anni prima, quando era ancora un bambino.
Ma vedere la piccola maga sul pavimento con gli occhi sbarrati e sapere che non sarebbe mai tornata era troppo.
Anche lui si era bruciato alla fine.
L’aveva predetto ad Hermione, gliel’aveva ripetuto nelle notti d’inverno, ma non aveva mai pensato che quella premonizione sarebbe diventata realtà.
Alla fine il fuoco ti consumerà.
E ora lei non era che cenere nel vento.
Il suo corpo era ancora davanti a lui, ma era troppo lontana, in un mondo dove le fiamme non ti scottano mai.
Draco si alzò quando il sole tramontò nel lago e gli ultimi echi della battaglia si spensero.
Potter sarebbe arrivato a cercare la sua amica e nessuno avrebbe mai dovuto vederlo lì.
Perché nessuno non l’aveva mai vista stare con lui, perché nessuno aveva mai visto Hermione giocare con il fuoco.
 
Non era stata l’unica ad andarsene quel giorno, ma era l’unica di cui a Draco importasse qualcosa.
Camminando per Diagon Alley spesso vedeva Astoria Greengrass seduta su una panchina, a testa bassa.
Anche lei aveva perso qualcuno, anche il suo era stato un amore che il fuoco aveva consumato.
Fred Weasley non era stato risparmiato e Astoria non riusciva a tornare a vivere.
Debole, la accusava Draco, ma la notte non riusciva più a nascondersi dietro alle bugie che raccontava a se stesso.
Anche lui era come Astoria Greengrass, vittima di un fuoco senza pietà.
E, quando ogni luce era spenta, Draco Malfoy credeva di vedere Hermione sorridergli, ma poi si ricordava di quelle fiamme che l’avevano portata via, che l’avevano resa poco più di cenere nel vento.
  
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