Scesi dalla macchina con poca convinzione, un’altra giornata odiosa stava per cominciare. Presi il mio zaino blu dal sedile posteriore e sbattei la portiera della macchina con violenza, per far capire a mia madre che prima o poi me ne sarei andata da quell’inferno.
‘Non si saluta Amber?’ i suoi occhi di ghiaccio mi fissavano duramente.
‘Ciao mamma’ alzai gli occhi, mi sembrava di essere una bambina di quattro anni che saluta la propria madre, ansiosa di rivederla: patetico.
Strisciai fino al corridoio principale, stracolmo di idioti, mentre cercavo di arrivare il prima possibile al mio armadietto verniciato di rosa da una ragazza di  quinta,  per puro divertimento. Presi i libri con noncuranza e mi incamminai verso l’aula di informatica..o almeno credo sia quella: in sei mesi di liceo, non avevo ancora imparato l’orario scolastico. Bene.
‘Ehi Amber, vieni qui!’ una voce squillante urlò il mio nome dal’altra parte della hall, correndo nella mia direzione.
‘Amber, ciao sono Lucinda, seguiamo il corso di informatica insieme’ una ragazza minuta, con i capelli biondi e il naso all’insù, mi porse la mano per stringere amicizia.
‘Ehm..ciao Lucinda’ con poca convinzione la strinsi altrettanto, farfugliando parole di benvenuto incomprensibili all’udito umano. Aveva un buon odore, di pesca misto a vaniglia, ed aveva una pelle candida come un petalo di rosa, impossibile non riconoscerla fra la folla. Arrivammo insieme nell’aula dove si tenne la prima ora di lezione, incapace di seguire il discorso della professoressa Waller sebbene fossi in primo banco.
‘Signorina Hill, ha intenzione di seguire la lezione?’ si voltò di scatto verso di me, e io urtai contro lo spigolo del banco per l’improvviso rimprovero.
‘C-certo professoressa’ quanto la odiavo. Lucinda mi sfiorò il braccio e mi passò un fogliettino con su scritto: ‘ questo è il mio numero: 394582048, vorrei essere tua amica’. Un sorriso mi si formò agli angoli della bocca per l’inaspettato incontro mattutino e scrissi sul blocnotes la risposta alla sua richiesta.
‘Mi andrebbe molto :)’
Al suonare della campanella ci dirigemmo tutti nell’aula magna per una conferenza di cui non capì l’utilità siccome ero troppo impegnata a scarabocchiare il libro di storia.
 ‘Ehi Amber, ho sentito che c’è un concorso per ospitare un ragazzo dal Canada, parteciperai?’ Il suo saltellare da un piede all’altro per l’eccitazione mi fece scappare una risata, ma fortunatamente non se la prese molto. ‘Uhm non so, però sarebbe interessante’ firmai il modulo per l’iscrizione al concorso, incapace di scrivere leggibilmente. Spero solo di vincere, almeno in qualcosa di utile.