SCOPERTI
…E
se il Mondo Magico rischiasse seriamente di essere rivelato?
Capitolo I
L’Auror e la
studentessa
Inizio di Settembre.
Diagon Alley era affollata già
dalle nove e mezza del mattino.
Un paio di streghe lo precedevano giù per il viottolo che lo aveva portato
all’Ufficio Postale. Discorrevano del manico di scopa che il figlio di una
delle due aveva chiesto per il compleanno.
Mentre si affacciava sulla
via principale dei negozi, d’angolo con il "Paiolo Magico”, l’Auror si ritrovò davanti una coppia di studenti diretti ad Hogwarts.
“ Becky?
Sei tu? ” Era una domanda del tutto retorica: quella
zazzera quasi maschile, sarebbe stato impossibile non riconoscerla. Anche
perché lui era presente a casa dei gemelli, la sera in cui Rebecca era salita dalla scala interna facendo prendere a tutti loro
un colpo apoplettico.
Nonna Weasley aveva urlato
come le sirene delle ambulanze babbane, Ginny si era portata una mano alla bocca, i gemelli avevano
sgranato gli occhi. “ Le tue…le treccine! ” aveva
esclamato Fred.
“ Ti sei ammattita? ” aveva rincarato George.
Rebecca era scoppiata a ridere, ma i due genitori
adottivi erano ancora ben lontani dal riuscire a ridere.
Harry e Bill,
invece, si erano avvicinati a Rebecca, girandole intorno con un sorriso.
“ Il nostro angelo rasta! ”
aveva esclamato il primo.
“ A quanto pare non potremo
più chiamarla così! ” aveva scosso la testa il secondo.
Era successo due anni prima,
quando lei frequentava il secondo anno. Dopo quel colpo di testa, nel vero
senso della parola!,
Rebecca non aveva più alcuna intenzione di farsi ricrescere le trecce.
Ogni tanto si concedeva un accenno di ciuffo, che regolarmente si sparava in
aria con il gel, ma a parte questo il massimo che riuscisse
a combinare con la lunghezza dei suoi capelli neri erano quei creativi, piccoli
codini, fermati da elastici colorati.
Sì, non poteva essere che
lei, quella che usciva dal Paiolo Magico, fra l’altro sporca di caffelatte
sopra le labbra sorridenti.
“ Zio Ron?
”
La Corvonero
distolse lo sguardo dal ragazzo con cui stava parlando, appena uscita dal pub,
e incontrò gli occhi azzurri di Ron Weasley.
“ Zio! Sei tornato! ”
La ragazza gli saltò praticamente al collo, agile come una gazzella. “ Quando sei tornato? ”
“ Un’ora fa. Prima di andare
a casa devo comprare degli ingredienti in farmacia per la classe di Moody. Ma…non mi presenti questo
bel Tassorosso? ”
Con gli occhi scuri che le
brillavano, Rebecca annuì. “ Lui è Gwydion, è del sesto anno. Lui invece, è lo zio Ron! ”
I due si strinsero la mano.
L’adulto non poté fare a
meno di notare l’agitazione dello studente, al quale sudavano decisamente le mani. Sì, un appuntamento con Rebecca faceva quest’effetto. La sua borsa di pelle era piena di libri, e Ron riconobbe l’incarto scuro del Ghirigoro.
“ Ultime compere per l’anno
scolastico? ” le chiese, quando insieme si avviarono alla volta della Farmacia.
Rebecca aveva preso a
braccetto uno dei suoi zii preferiti, la cui sola presenza le faceva sembrare
di essere tornata alla Tana. “ Sì, per l’anno dei G.U.F.O.
” rispose allegra.
“ In ritardo…”
“ …come al
solito. Ormai è un rito portafortuna! Come va a casa? ”
“ Bene, adesso che i gemelli
sono guariti. Sarò felice di portare Padma a fare una
piccola vacanza, se riuscirò a liberarmi dal lavoro. Se la
merita tutta. ”
“ Che
lavoro fa, Signor Weasley? ” domandò incuriosito il
giovane.
Ron sussultò, sempre un po’ a disagio nel sentirsi dare
del lei. “ Sono un Auror, ricercatore. ”
“ Il migliore di tutti ”
esclamò fiera Rebecca.
“ Il più inesperto di tutti
” rettificò Ron. “ Ma non è un lavoro definitivo,
finalmente potrò cominciare a insegnare. ”
Il suo commento, però, non venne ascoltato fino in fondo, perché Gwydion
aveva spalancato la bocca e lo fissava con aria di totale ammirazione. “ E’ il
sogno della mia vita. ”
“ La carriera di Auror, davvero? Beh, fra poco
ti vedranno all’Accademia, allora. ”
“ Lo spero, Signore. I miei G.U.F.O. avrebbero potuto essere migliori. ”
Rebecca sbuffò: “ Solo
perché tu non ti accontenti mai! ”
“ Lo fa a ragione, Becky, se la responsabile della Casa è ancora la Sprite. ”
“ E’ ancora lei sì, Signore.
Eccome. ”
“ Non sottovalutate la sua
severità solo perché ha un’espressione gioviale e materna. ”
“ Zio, hai già fatto
colazione? ”
“ Sì, perché sono sveglio dalle sei di questa mattina. ”
“ Dov’è
stato? ”
“ Sono di ritorno da Durmstraag. Non è stato un viaggio molto riposante, questo.
”
Gwydion aveva un modo di fare molto socievole e rassicurante,
pur non essendo estroverso quanto Rebecca. Gli occhi
chiari, di un azzurro molto particolare, seguivano attenti
la gestualità dell’interlocutore.
“ Bene, ragazzi, sono
felicissimo di avervi incontrati. ”
“ Ci saluti già? ” Rebecca
fece un piccolo broncio.
“ Eh, sì. E
voi farete meglio a sbrigarvi, l’Espresso delle 11 non ha mai aspettato
nessuno. Non preoccuparti, ci rivedremo presto. Moody
aspetta i suoi ingredienti, devo andare. ”
Chiacchierando, erano infatti arrivati davanti alla Farmacia, e lì la ragazza e
quello che - probabilmente - era il suo fidanzato salutarono lo zio, per poi
tornare a casa di Rebecca a prendere i bagagli e dirigersi alla stazione di King’s Cross.
Ron guardò Rebecca incamminarsi scherzando con il biondo Tassorosso, e pensò che i due avrebbero ricevuto una bella
sorpresa, quella sera ad Hogwarts.
Forse Becky si aspettava che lui passasse a salutare
gli insegnanti di Hogwarts, ma non poteva immaginare
quanto sarebbe rimasto.
“ ‘Mione, vuoi stare calma? Te l’ho detto, io e Maddy staremo benissimo insieme,
finché non arriverà il papà…Vero, Tata? ”
“ Non so come ringraziarti, Maresol. Devo consegnare queste bozze a Glowen…e
se perdo il suo orario di ricevimento è la fine. ”
Hermione scattava avanti e indietro tra il lavello e la
piccola credenza. Maresol pensò che era un miracolo che non si fosse rotto ancora un piatto.
“ Adesso basta, levati quel
grembiule e vatti a cambiare! Harry sarà ben capace
di riordinare la cucina, no? ”
Hermione si voltò e finalmente cominciò a seguire i consigli
della collega.
Si sciolse il nodo del
grembiule, prese al volo il fermacapelli che aveva appoggiato sul tavolo e si
dedicò tutta alla piccola Maddy.
“ Fai a modo con Maresol, d’accordo? ” si sforzò di sorridere, nonostante
fosse preoccupata come non le capitava da tempo.
La piccola annuì
distrattamente, impegnata com’era con le sue costruzioni. Questo, però, non le
impedì di riconoscere il movimento che proveniva dall’ingresso. Una chiave che girava nella serratura.
“ Papà! ”
Hermione sorrise, voltandosi verso la porta del loro
appartamento. Per fortuna, questa volta Harry aveva
rinunciato a materializzarsi, e aveva preferito un’entrata più…babbana.
“ Scusa, ‘Mione. Non sono riuscito a chiamarti un’altra volta. La
missione è andata per le lunghe. ” La voce risuonò un po’ stanca e tesa, ma
quando vide la compagna e la figlia, Harry fece il
possibile per raddrizzarla.
Baciò Hermione
sulle labbra, sorridendo, mentre lasciava cadere ai loro piedi il borsone da
viaggio. “ Ehehi, ci siamo sentiti questa notte! ”
Hermione insistette con il bacio ancora per qualche istante,
poi prese da terra il borsone e si preparò a farsi da parte.
Come aveva previsto, qualcun’altro voleva salutarlo per bene, e questo prevedeva
molto spazio perché potesse atterrargli tra le braccia. Un bolide castano tutt’occhi
si fiondò letteralmente tra le braccia del nuovo
arrivato, che se lo strapazzò per bene di baci ancora prima di parlare.
“ Allora? Sei stata brava?
Uhm, sì? ”
Maddy annuì, baciandogli ancora il naso.
Solo mentre faceva sedere la
figlia accanto a sé sul divano, Harry si accorse che
c’era anche Maresol, e si sbracciò per salutarla,
invitandola a sedersi su qualcosa di più comodo.
“ Ciao, Harry
” ricambiò la spagnola, prendendo posto sulla poltrona.
Hermione ricomparì dal bagno. “ Ci stava per fare da
baby-sitter improvvisata. Ho bisogno di consegnare le bozze a Glowen. Mi vesto, vado e torno. ”
“ Fai pure, penso che
resterò a casa per il prossimo secolo! Maresol, posso
offrirti qualcosa? ”
“ No, grazie, sono a posto.
Visto, Hermione? Il tuo uomo sa usare la cucina! ”
“ Ah ah!
” La giovane donna si mise a tracolla una borsa piena di fogli e fece una
smorfia all’amica. Spettinò le teste di Harry e Maddy e si smaterializzò nell’edificio centrale
dell’Accademia.
“ Non te ne
andrai anche tu di corsa? ” chiese Harry,
quando l’appartamento si fece più silenzioso e Maddy
si fu rimessa a lavorare con le sue costruzioni.
Maresol scosse la testa. “ Non ho fretta. C’è qualcosa che
non va? ”
“ Non posso dire niente
prima di stasera. Credo che anche tu
sarai convocata a Hogwarts. ”
“ A Hogwarts?
” Maresol si accigliò, sorpresa. Da cinque anni, da
quando si era diplomata all’Scuola di Magia e
stregoneria di Siviglia, per poi arrivare in Inghilterra a studiare come Auror, aveva sentito nominare diverse volte Hogwarts. Non aveva mai pensato che un giorno vi sarebbe
andata.
Harry stese le gambe. “ Harriod
ha trattenuto me e Seamus almeno un paio d’ore,
quando siamo tornati da lui dopo la missione. Cominciavo a pensare che non
fosse stato contento di noi. ”
“ E
invece? ”
“ Invece
ha scoperto quello che c’era dietro all’attacco. ”
“ L’aggressione di quei
criminali, intendi? ”
Harry annuì. “ Quelli che hanno preso in ostaggio la
scolaresca in gita, a Tintagel. ” Chiuse gli occhi,
ma questo non servì a rilassarli come avrebbe voluto, perché in quel momento le
immagini tornarono a bombardarlo.
“ E
ce ne parlerà stasera? Ma perché ad Hogwarts? ”
“ Capirai presto anche
questo. ”
“ E’ stata convocata anche Hermione? Come farete con Maddy? ”
“ La porteremo con noi, i Granger sono già al castello, e non sapremmo
a chi lasciarla. ”
“ Oggi doveva tornare anche Ron dalla Bulgaria, vero? ”
“ E’ rimasto ad Hogwarts. Lo incontreremo
stasera. Sai, credo che Vitious voglia affidargli i
primi due anni del suo corso di Incantesimi. ”
“ Sul serio? Allora anche Padma e i gemelli si trasferiranno là? ”
“ Non lo so, forse. ”
Lo stomaco di Harry brontolò così forte che anche Maddy
si voltò a fissarlo. Poi ritornò ai suoi giochi.
Scoppiarono entrambi a
ridere.
“ Io mangio qualcosa. ”
“ Sì, forse è meglio ” disse
Maresol.
Quando Hermione rientrò, circa
quaranta minuti dopo, Maddy era già a letto, e Harry stava attaccando voracemente la terza fetta di torta
ai mirtilli made in Tana.
“ Tutto a posto, con quelle
bozze? ”
Hermione sbuffò, rifacendosi una coda alta e sedendosi al
tavolo con lui e Maresol. “ Sì, stavolta gli andava
bene tutto…incredibile. E pensare che sto scrivendo
solo un paio di capitoli del suo libro di testo, altrimenti immagino che mi
chiederebbe di accamparmi nel suo ufficio. ”
Harry cercò di immaginarsi Hermione
che usciva da una tenda da campeggio, per prepararsi
ad una giornata tra i libri nell’ufficio di Glowen. “
Ti verrei a salvare senza bisogno di S.o.s. ”
“ Lo spererei! Cosa faccio da cena? ”
“ Credo che dovrai
rinunciare alla cena, stasera. Abbiamo una Passaporta da prendere tra…” Harry
si guardò l’orologio. “ circa venticinque minuti. ”
Hermione si irrigidì. “ Che storia è questa? ”
Continua…
Alla vigilia della fatica
fisica del campeggio a Fano-Loreto, eccomi qui a iniziare una ff anziché fare le
valigie!
Sono davvero senza speranza!
Ditemi se vi potrebbe fare
piacere un secondo chap…
Al mio ritorno valuterò se
continuare.
Caillie vi saluta tutti tutti!