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Autore: Hely    26/10/2007    4 recensioni
Aerith, the flower girl
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Vi ricordate di me? O non mi riconoscete perchè sono più bella, più grande, insomma, splendida come una regina? Ma va là, sono io, Aeris Gainsborough, la fioraia di Midgar. La mia vita è stata breve ma intensa. Io sono un'Antica, l'ultima della specie. Chi sono gli antichi? I protettori della terra. Questa è una triste storia.
Noi Antichi vivevamo felici sul pianeta e lo preservavamo dal male, fino a quando non arrivò la calamità dal cielo... quella Jenova che pose fine alla mia vita così bruscamente. Ci usò per i suoi fini e quando non ebbe più bisogno di noi ci distrusse. Rimase solo mia madre Ifalna. Non ricordo molto di lei. So che si era sposata con un professore della ShinRa, Gast. Si nascosero a Icicle Inn, in mezzo alle nevi e ai ghiacciai, per sfuggire a Hojo. Nacqui lì, in quel villaggio sperduto. Avevo solo un anno quando la mia vita fu strappata dalla sua. Questo lo ricordo come fosse ieri. Il rumore degli spari, Hojo e Gast che lottavano, mia madre, ferita da una pallottola, fuggì da Icicle. Arrivammo a Midgar per miracolo, pensavo che finalmente sarei potuta stare con la mamma e vivere felici... ma non fu così. Dalla stanchezza e dal dolore Ifalna mi affidò alle cure di Elmira, la mia madre adottiva, poi morì. Superato lo shock iniziale, cominciai ad amare quella nuova famiglia. Elmira possedeva un giardino fiorito stupendo, tanti girasoli che ubbidienti ruotavano intorno al sole per catturarne sempre la luce, da lì nacque la mia passione per i fiori.
Non si sa come, quelli della ShinRa scoprirono la verità su di me, forse avevano trovato il cadavere della mamma. Tseng dei Turks un giorno bussò alla mia porta. Aprii. Mi rivelò il mio passato, e trovai risposta a molte delle domande che sempre mi assillavano, anche se all'inizio non volevo accettare quello che ero, mi faceva sentire diversa dagli altri, emarginata, e non volevo. A soli cinque anni cosa fareste voi al mio posto? Lo mandai al diavolo ma in cuor mio sapevo che ormai sarei stata braccata a vita. Ora ho ventidue anni, passati a guardarmi le spalle come il peggiore dei criminali. L'unica mia consolazione derivava dai fiori, quei bei fiori gialli del giardino di mia madre e che vendevo solo alle persone che mi andavano a genio. Questo finchè non incontrai Cloud nella chiesa del settore cinque. Quanto mi piacevano i suoi occhi, blu Mako, gli occhi di un Soldier. I Turks fecero irruzione e tentarono di acciuffarmi. Chiesi a Cloud di farmi da bodyguard e lui accettò. Mi portò in salvo. Quanto ero felice. Finalmente avevo trovato qualcuno che si interessava a me non per quello che ero, ma per come ero. Mi accompagnò a casa, poi disse che doveva tornare in fretta al settore sette, lo aspettava Tifa. Rimasi delusa quando mi disse che era la sua migliore amica. Di principio la odiai, e come. Non volevo che qualcuno si portasse via il mio Cloud, ma lo sapete che piega presero gli eventi. Prima la salvammo dalle grinfie di Corneo, poi accettai di far da baby-sitter a Marlene prima del crollo del pilastro. La portai da Elmira. Devo dire che tutto questo lo feci per far bella figura con Cloud. Vedevo come guardava Tifa. Voi sapete com'è no? Io non possiedo grazie come le sue. Mi sentivo inferiore in qualche modo. Commisi l'imprudenza di mostrarmi allo scoperto, i Turks mi catturarono e mi portarono alla ShinRa. Mi volevano analizzare e Hojo progettava già i suoi scellerati esperimenti. Quanto piansi. Temevo di non rivedere più la mia casa, la mia mamma, i miei adorati fiori gialli, temevo di perdere Cloud. Ma lui venne a salvarmi. Che bello, come nelle fiabe! La principessa che viene tratta in salvo dal suo baldo cavaliere. Scappammo da Midgar.
Cloud e compari volevano salvare il mondo da Sephirot. Cercavano la terra promessa degli Antichi. Io ero l'unica che poteva dar loro una mano. Mi sentivo utile in quel momento, indispensabile. Per la prima volta Cloud prestò più attenzione a me che a Tifa. Ci intrufolammo nel tempio degli Antichi, dove appresi altre cose sul mio passato. Io raccolsi la Black Materia per Cloud. Gli dimostrai che anch'io sapevo essere dura e tenace come Tifa, non ero semplicemente la fragile fioraia che deve essere sempre protetta. Ma Sephirot venne e rubò il frutto delle mie fatiche. Voleva andare alla città degli Antichi. Cloud era depresso, si sentiva in colpa. Io sapevo come aiutarlo. Per fermare la Black Materia serviva l'opposto, la White Materia. Io la possedevo, era stato un regalo della mia vera madre. Seguii Sephirot alla città. Volevo pregare il pianeta affinché fermasse in tempo la catastrofe. Pregavo, pregavo, ma in un angolino della mia mente mi chiedevo se Cloud sarebbe venuto.
Con gli occhi colmi di gioia lo vidi avvicinarsi a me. Era venuto davvero! Allora io gli importavo qualcosa! Guardammo l'uno negli occhi dell'altro, colmi di gioia. Non vidi Sephirot. Piombò dall'alto su di me e mi trafisse con la sua spada. L'ultima cosa che vidi fu Cloud che urlava di dolore. Io rimasi bloccata con il sorriso ancora sulle lebbra. Sembra un controsenso vero? Morire sorridendo? Eppure a me successe.
Nel recondito della mia mente l'amore che provavo per lui me lo fece sentire come una presenza accanto a me. Sentivo il suo pianto, sentivo che mi sollevava in braccio e mi adagiava su uno specchio d'acqua. Scivolai rapida e leggera a fondo, i capelli che ondeggiavano. Il laccio con la White Materia che usavo per legarli era caduto in acqua, strappato da Sephirot. Mi dispiace Cloud. Volevo aiutarti, ma ti ho provocato solo dolore. Ora cosa farai? Ti rifugerai tra le braccia di Tifa? Quanto la odio... ho deciso. Con la mia anima ferita ti seguirò ovunque tu vada, sarò il tuo angelo custode. E' difficile spiegare come funziona, io so solo che mi basta volerlo perchè accada. Ora mi sento una persona normale, amata indipendentemente dal fatto di essere un'Antica. Gli Antichi non esistono più, sono morti con me. Ora io mi sento una persona normale, alla quale è capitato qualcosa di speciale. Ma sono sempre la stessa. Nelle profondità del sottosuolo o in cima a una torre sono ancora io! La Aeris di sempre! E io ho bisogno di te, Cloud, come un fiore che sogna il sole.

  
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