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Autore: Didi e Lulina92    26/10/2007    2 recensioni
Harry Potter torna a Little Whinging dopo un sesto anno decisamente fuori dal comune. Davanti a sè ha una vacanza e un settimo anno altrettanto burrascoso. Cosa è accaduto tra alcuni Serpeverde e il bambino sopravvissuto? Quali sono le loro intenzioni? Cosa ha in mente Silente? Nuovi intrighi e amori sono la base di questa storia e la rendono interessante. Il ritorno della storia da noi già una volta postata ma con cambiamenti radicali. Il primo capitolo è uguale ma il resto della storia è cambiato,compresi i parings. Buona lettura! E diteci cosa ne pensate.
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti !

È un po’ che non aggiorniamo più. Purtroppo sia io che Lulina abbiamo avuto un lungo periodo di “ mancanza di ispirazione”. Ora abbiamo riiniziato a scrivere. Per ora siamo occupate a scrivere l’ ottavo capitolo, cosa non semplice visto che le idee sono tante e diverse tra loro. Allora,… vi vorrei ringraziare per aver letto la nostra storia. E vi ringraziamo anche per i commenti da voi lasciateci non vediamo mai l’ ora di leggerli!

Purtroppo l’ ultimo commento lasciato da un lettore non ci ha rallegrato. Devo dire che ci ha fatto un po’ arrabbiare. Il lettore ci scrisse questa recenzione: “ No comment ”.

Ora, noi siamo felici di accettare TUTTE le critiche che siano COSTRUTTIVE. Se non vi piace la storia, va bene. Scrivetecelo. Diteci cosa non vi piace, cosa cambiereste. Noi aspettiamo soltanto i vostri consigli e le vostre impressioni. Ma un commento del genere non dice niente, se non che la persona non ha avuto piacere a leggere la storia ( si nota solo dalla faccina). Non credo che tutti gli scrittori tra di voi avrebbero piacere a ricevere una recenzione del genere, come non ha fatto piacere a noi. Sia io che Lulina92 vorremmo comunque invitarvi a continuare a recensire. È bello quando si guarda e si trova un commento. Fa piacere e ti da la voglia di continuare a scrivere.

Grazie per la vostra attenzione e buona lettura

Didi

Capitolo 7.

Vi è mai capitato di essere svegliati, mentre stavate avendo un incubo? Certo ma sicuramente mai come capitò quella notte a Harry James Potter. Per non poco non morì d’infarto, quando il rumore di una materializzazione irruppe nella sua camera e per pochi secondi gli fece credere che il suo incubo fosse diventato realtà.

- Merda!- inveì- Malfret non puoi svegliare la gente come ogni persona civile?-

La persona appena apparsa ghignò.

-Volevi forse il bacetto del buongiorno Potter?- Il biondo si avvicinò alla lampada che si trovava sul comodino e illuminò la camera. Un Potter piuttosto spettinato e con il viso insanguinato lo stava guardando in modo truce. Per un attimo Draco rimase ad osservarlo poi disse:- Da quand’è che va avanti?-

L’ espressione di Harry mutò dallo scocciato al confuso.

Evidentemente non capiva a cosa l’ erede di casa Malfoy si stesse rivolgendo. Dopo poco però sembrò illuminarsi e con uno scatto portò una mano sul viso. Quando la ritrasse era completamente sporca di sangue. Inveì di nuovo, mentre si alzava e con pochi passi raggiungeva la porta. Draco lo osservò uscire e con un sospiro profondo si sedette sulla sedia della scrivania. Erano ormai mesi che tutto sembrava andare nel verso sbagliato. Potter tornò asciugandosi ancora il viso dopo pochi minuti. Un silenzio s’instaurò tra i due, mentre Harry si cambiava la maglietta e si sedeva sul letto tentando di trovare un modo per non dover parlare dell’accaduto. Così per evitare che Draco lo anticipasse ruppe il silenzio.

-Perché sei venu…-

-Ce l’avresti mai detto se non lo avessi scoperto?- Non lo lasciò finire il biondo osservandolo con sguardo severo. Harry sospirò. Lo sapeva. Tra tutti, Draco e Alex erano le ultime persone che avrebbe voluto che ne fossero venute al corrente. Ma ormai era in trappola. Tanto valeva provare a limitare i danni.

-Forse- rispose.

- E da cosa dipende la tua decisione di tenerci all’oscuro, Potter?- Ecco ora stava innervosendosi.

-Non è mai stato più di un mal di testa e alcune volte la cicatrice ha sanguinato. Niente di più. Non volevo aggiungere problemi a quelli che già avevamo.- Non era vero. Non era mai stato solo un mal di testa o un po’ di sangue. Sempre più spesso si svegliava nel pieno della notte in preda al dolore lacerante che soltanto quel tipo di tortura poteva provocare. Ogni volta rischiava tanto, mentre si ribellava. Infatti, ogni volta che succedeva restava il resto della notte inerme sul suo letto ad osservare il soffitto scuro della sua camera. Come un corpo senza vita. Quasi troppo debole per respirare teneva tutte le barriere alzate, anche se questo lo prosciugava ancora di più le poche energie rimaste. Era ormai difficile resistere agli attacchi dell’Oscuro Signore, anche se le sue barriere erano molto potenti, ogni volta che gli attacchi di Voldemort finivano ringraziava Dio o chiunque ci fosse lassù perché esse non fossero crollate. Quella notte Draco lo aveva salvato da ore di agonia. Il biondo lo squadrò.

-Non prendermi per un imbecille Sfregiato, pensi che io non sappia cosa ti stia succedendo?- Il suo tono era meno duro ma comunque serio. - Da quando va avanti?- ripeté. Harry ormai non aveva chances.

- Da gennaio.- fece aspettandosi una scenata o almeno un insulto. Draco rimase però tranquillo.

- Sei un imbecille, lo sai vero? Saresti potuto crepare durante la notte e nessuno avrebbe potuto aiutarti.-

- Lo so, ma non avevo scelta. Non potevo dirlo né a Blaise né a Daphne visto che ve l’ avrebbero detto. Alex aveva già problemi con suo padre, e tu avevi ed hai Voldemort e tuo padre che ti soffiavano sul collo. Non potevo incasinarvi più di quello che già eravate.-

-E così saresti crepato per fare il Grifondoro. Cribbio Potter, non imparerai mai a pensare a te stesso, vero? Cosa cavolo avrebbe fatto Alex se ti avesse trovato morto insanguinato nel letto?-

- Mi avrebbe fatto risuscitare, avrebbe preteso una spiegazione e poi mi avrebbe ammazzato lei.- rispose Harry come se fosse normale. Un sorriso spuntò sulle labbra di entrambi al pensiero di quanto quel commento ironico fosse vicino a quello che probabilmente Alexis avrebbe fatto in una situazione del genere.

-L’ altro giorno, alla casa del vecchio…-

-Tranquillo Voldemort non si è nemmeno accorto che le mie barriere si erano abbassate. Solo che quel piccolo contatto con la sua mente mi a causato dolore.-

-C’è altro che ci tieni nascosto Sfregiato?- Harry sospirò

-Niente che per ora mi fa rischiare la vita.-

-Mh…- Fece poco convinto Malfoy. Silenzio.

-Perché sei venuto?- Cambiò argomento il moro.

-Ah, ecco guarda.- Il biondo tirò fuori un libro e gli mostrò la pagina che tanto aveva occupato i suoi pensieri.

- Non stai pensando veramente quello che sto pensando io vero? Cioè non è possibile…-disse Harry guardando stupito Draco.

-È quello che ho pensato anch’ io quando ho visto quella foto.-

- Dici che ci possiamo fidare?- Il biondo sbuffò come per dire che non aveva la minima idea.

-“L’ultimo dell’antica casata di Merlino scomparve all’incirca 200 anni fa. Si dice che Jason Drew Merlin fosse un mago dai poteri sconfinati e che si curasse di proteggere ed aiutare i più deboli e chiunque gli chiedesse aiuto. Leggende parlano di un lago nelle terre del Nord, l’ultimo posto dove l’erede di Merlino fu visto vivo, impossibile da ritrovare. Un posto inaccessibile per tutti i mortali. Là, raccontano le storie, vi è il suo spirito che ancora potente protegge tutti i bisognosi…” L’ultima frase sembra una cavolata unica, ma il resto… Potrebbe essere che sia lui… cioè la somiglianza è impossibile da non notare.-

-Mhm…- fece Malfoy con fare disinteressato accendendosi una sigaretta.- Hai intenzione di fidarti vero Potter?-

-Non so.-

-Ti vuoi fidare.-

-Non ho detto che mi voglio fidare ho detto…-

-...che ti vuoi fidare. Andiamo Potter tutti conosciamo i Grifondoro, e tu sei il Grifondoro per eccellenza.-

- Se fossi veramente come dici allora noi non saremmo qui a parlare o a tentare di fondare un nuovo Ordine. E sicuramente non ti permetterei di fare da testimone al mio matrimonio.-

Draco ghignò.

-Voglio vedere che faccia faranno la Zannuta, Weasel e la rossa quando lo verranno a sapere. Gli hai già scritto?-

-Aspetto da un momento all’altro una loro risposta.-

-Lo sai vero che forse non avrai il lusso di poter aspettare un invito.-

-Lo so. Adesso però dobbiamo trovare una casa. Sia per l’Ordine che per noi. Spero solo che Ron e Herm capiscano. Sicuramente non faranno salti di gioia.- ammise pensieroso.

Draco sogghignò soltanto. Si alzò e aspettò che anche Harry facesse altrettanto. Poi si smaterializzarono.

Pioveva. Erano ore che pioveva ininterrottamente come a voler indicare lo stato d’animo in cui si trovava la figura bagnata come un pulcino, che, con un gigantesco baule, all’alba delle sette si trovava davanti al numero 4 di Privet Drive. Alexis spostò una ciocca di capelli castani dal viso bagnato. Ce l’aveva fatta, era scappata. La sera prima c’era stato un litigio gigantesco tra sua madre e suo padre. Lui aveva anticipato le nozze per quella settimana. Sua madre,contro tutte le sue aspettative si era ribellata e aveva tentato di convincere il marito annullare il matrimonio. Ma lui non si era mosso dal suo punto di vista, affermando che per Alex dovesse essere un onore sposare un mangiamorte di così alto livello come Nott. Allora la madre aveva fatto l’ultima cosa che Alexis, che nascosta dietro un quadro in un passaggio segreto aveva osservato tutta la scena, si sarebbe mai aspettata. Elena White aveva tirato fuori la bacchetta e aveva affermato che avrebbe preferito morire che vedere sua figlia sposata con un uomo che non amava, con un mangiamorte. La reazione del padre non fu benevola. Dopo un duello parecchio duro Markus White era riuscito ad avere la meglio sulla moglie e dopo averla torturata con diversi Crucio l’ aveva rinchiusa nella torre più alta del Maniero. La nessuno poteva più fare niente per lei. E fu così che Alex decise di scappare.

Ma ora si trovava più in pericolo che mai. Fece un grosso respiro tentando di sciogliere quel nodo sconosciuto che sentiva in gola e poi si diresse verso l’entrata della casa del suo ragazzo. Aprì la porta e notò da sotto la porta della cucina provenire della luce. Si avvicinò e quando aprì la porta vide Draco e Harry che bevevano caffé sommersi in scartoffie.

I due appena sentirono la porta aprirsi si girarono di scatto e vedendola lì, bagnata a quell’ora si spaventarono. Alex si avvicinò soltanto al suo ragazzo e lo abbracciò, ignorando gli sguardi sorpresi e preoccupati dei ragazzi.

- Che è successo Al?- Chiese il più dolcemente possibile Harry, che piuttosto ansioso, tentò di scostarla abbastanza da vederla in viso.

- Ce l’ho fatta.- disse soltanto lei sedendosi su una sedia e rubando la tazza di caffé dalle mani del biondo.

–Mio padre ha anticipato le nozze a dopodomani. Mamma mi ha difeso. Lui la torturata e rinchiusa nella torre. Poi io sono scappata.- Poi prese un grosso sorso di caffé.

-Merda- Esclamarono entrambi i ragazzi all’unisono. Poi si guardarono e capirono entrambi cosa dovevano fare.

-Vado da Daphne e Blaise. Non c’ è più tempo da perdere. Appena tuo padre scopre che sei scappata smuoverà mari e monti per ritrovarti. La vergogna di una figlia scappata da un matrimonio lo porterà a torturare chiunque fino alla morte per sapere dove ti trovi. Ed inizierà dai tuoi amici. Qui non sei al sicuro. Dobbiamo trasferirci all’istante alla Casa.-

-La Casa?- Domandò Alexis.

- Ti spiego io dopo. Malfoy! Ci troviamo fra un ora al massimo alla Casa se non arrivate vi vengo a cercare io capito?!- Fece con tono autoritario Harry.

-Potter tenta tu di arrivare in tempo.- Poi si smaterializzò Appena Malfoy era sparito Harry cominciò ad raccogliere velocemente tutti i fogli che si trovavano sul tavolo.

- Harry cos’è la Casa?- ripose la domanda la ragazza cominciando ad aiutare il moro.

-Ti ricordi la villa che abbiamo vesto l’ altro giorno?- Lei ammiccò- Quella è la Casa. Appartiene a noi ora.-

-Cosa?! L’avete comperata?-

-Mhmhm.- affermò positivamente lui per poi dirigersi verso il piano superiore seguito da Alex.

-Remlin?-

-È dalla nostra parte. Era l’ ultimo antenato di Merlino. Uno scienziato geniale. Devi solo sfogliare uno dei suoi libri Al.- Le raccontò Harry entusiasta dimenticando per un po’ il pericolo che si stava avvicinando. Poi si rimisero al lavoro. Dopo neanche mezzora avevano finito di impacchettare tutte le cose che appartenevano ad Harry. La casa era pulita e Harry aveva preparato una lettera per la signora Cannedy ed una per gli zii in cui gli riferiva che sarebbe partito e loro non dovevano preoccuparsi, cosa che non avrebbero fatto comunque. In quel momento si sedettero sul divano abbracciati e per un po’ si godettero la pace che da li a poco sarebbe finita.

-È strano pensare che non tornerò mai più qua.- ruppe il silenzio Harry. Alex si girò e lo baciò sulle labbra.

-Non ti mancherà.- affermò sicura. Lui le sorrise.

-No. Non mi mancherà.-

Mezzora più tardi i due ragazzi si trovavano nella loro nuova casa, ormai battezzata La Casa. Erano seduti al grande tavolo in cucina mentre nervosi guardavano ora l’orologio a pendola vicino alla porta, ora fuori dalla finestra. Ne Draco ne gli altri si erano fatti vivi e l’ ora prestabilita era scaduta.

- Arriveranno.- Tentò di rassicurarli Remlin.

La prima cosa che avevano notato quando avevano fatto un primo giro di perlustrazione della casa era che in ogni camera vi era un dipinto vuoto che poteva ospitarlo. Solo nei bagni non vi erano dipinti. Quando avevano visitato la Casa erano rimasti impressionati da quanto più grande era in confronto a quello che avevano immaginato e dalla bellezza che essa emanava. Una bellezza semplice. La grandissima biblioteca al pianoterra, il laboratorio per pozioni nello scantinato, l’ infermeria atrezzatissima al primo piano, le tre serre sul retro della ville e la grande stanza da ballo, che stranamente si trovava al terzo piano e che era stata trasformata in una stanza per allenamenti, facevano della Casa il luogo perfetto per fondare un nuovo Ordine all’ alba di una guerra. Oltre queste stanze la Casa ospitava anche 16 bellissime camere da letto, 19 bagni e alcuni salottini(uno su ogni piano). Beh, si poteva dire che Remlin si era trattato bene.

- Certo che arriviamo. Mica ci facciamo ammazzare così.- cinguettò Blaise entrando in cucina seguito da Daphne e Draco.

- Avete avuto problemi a venire qui?-

- Questo imbecille non finiva di fare le valigie.- Fece la bella bionda scocciata indicando Blaise.

-Iooo???-Lei lo ignorò e si sedette sulla panca accanto ad Alexis.

- Noi di problemi non ne abbiamo avuti, ma altri.- Draco posò la Gazzetta del Profeta sul tavolo e si accese con noncuranza una sigaretta ignorando bellamente Blaise che gli intimava di spegnerla perché il fumo fa male.

Sulla prima pagina vi era il titolo: “FINE DELLA PACE - COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO ATTACCA OSPEDALE BABBANO“.

“Questa mattina è scattato verso le 7.30 l’ allarme al ministero. Dieci squadre di Auror si sono precipite nel quartiere babbano di…. per trovare un edificio della sanità in fiamme circondato da mangiamorte. Dopo uno scontro all’ultimo sangue i seguaci di Colui che non dev’ essere nominato si sono dispersi nel nulla. Gl’ Auror hanno domato le fiamme e si sono messi alla ricerca di persone ancora vive. “Purtroppo nessuno è sopravissuto all’ incendio.” Ci riferisce il capo degl’ Auror Nathan Nour “ Le persone che erano riuscite a uscire dall’ edificio ancora vive, sono state uccise direttamente dai mangiamorte. Come ho detto è stata una strage.” Il fatto che il Ministero della Magia non fosse pronto a simili eventi ci …”

- Hanno fatto un po’ di fumo su un nido di formiche e poi hanno aspettato che uscissero per calpestarle.- Alexis sospirò.

- Abbiamo avuto fortuna. Nessun mangiamorte era in casa. Anche se ormai a quest’ ora si dovrebbero essere accorti della nostra mancanza.- Blaise ammiccò. Si avvicinò al tavolo e prese la tazza di tè che Harry gli porgeva. Poi una volta che anche gl’ altri si erano seduti disse:

- Non possiamo più aspettare. Ne per l’Ordine ne per il matrimonio.-

- Hai già parlato con Weasley e la Granger.- domandò Blaise.

- Gli ha soltanto riferito che doveva dirgli qualcosa di molto importante.- rispose per Harry il biondo.

-Credo che andrò domani a prenderli.- Disse Harry sospirando passandosi stancamente una mano sul viso. Ecco, era cominciata. La guerra.

- Li vuoi portare qui?- lo guardarono sorpresi Daphne, Blaise e Alexis. Draco ghignò e commentò:

- Weasel e la Granger avranno un attacco cardiaco.-

-Credo che sia saggio non portare solo loro qui ma anche Ginny, Neville, Luna, Anthony e Hanna. L’ unica cosa che vorrei chiedervi è di poter parlare prima da solo con loro. Poi potremmo discuterne assieme. Ma la spiegazione spetta a me.- Il silenzio calò e tutti annuirono soltanto.

-Bene visto che tutto sembra chiarito, vorrei pregarvi di mettere il sigillo alla Casa.- Disse Remlin- Così nessuno che voi non voliate che entri e/o che abbia cattive intenzioni verso di voi non potrà avvicinarsi più di 5km alla casa ne materializzarsi.-

-Ma non c’è già una barriera scusa?-

- Si, Blaise, ma con il sigillo moltiplicherà la sua efficacia.- Blaise fischiò

-E già prima ci sembrava la più potente che noi avessimo mai visto.-

-Andiamo- Disse Harry dirigendosi verso l’ entrata.

Non era stata un inizio di giornata tranquillo per la famiglia Weasley. Alla mattina presto i genitori e i fratelli maggiori erano stati chiamati dall’ Ordine della fenice a lasciare la Tana per un emergenza. La signora Paciock era stata chiamata a fare la babysitter a Ginny, Ron Hermione, suo nipote e ad Hanna Abbot e la sua sorellina e i due gemelli di poco meno 3 anni, i cui genitori facevano parte dell’ Ordine. In quel momento erano tutti a fare colazione, a rimpinzarsi di ciambelle, salcicce, uova strapazzate e pane e marmellata. L’ atmosfera era felice seppur si pensava all’ emergenza che aveva costretto una così grande parte della famiglia a uscire. Dopo la colazione i più grandi si rinchiusero nella camera di Ron.

- Qualcuno di voi sa cosa è successo sta mattina?- Chiese Neville Hanna scosse la testa.

- No, i miei sono corsi in camera mia e dei miei fratelli e ci hanno obbligato a fare le valige in fretta poi ci hanno portato qui senza darci una spiegazione. Non li avevo mai visti così.-

- Anche la nonna era parecchio nervosa.-

-Hai dovuto fare anche tu le valige Neville?-

- Si, lei mi ha solo detto di prendere tutto quello a cui tengo perché forse non saremmo più tornati a casa.-

- È strano anche a noi la signora Weasley ci ha obbligato a farle.-

- Stamattina mamma sembrava avere il diavolo dietro di lei con la forca.- Tutti guardarono Ron.

- Pensate che ci sia stato un attacco?- azzardò Ginny.

-Forse. Ma se fosse stato così allora quelli dell’ ordine non sarebbero andati a prendere Harry?-

- Beh…si.- Fece Hermione

Non fecero in tempo a discutere più nulla che un forte suono di materializzazione proruppe nella casa. Tutti e cinque corsero giù in cucina.

Gli infermieri del San Mungo non avevano più avuto tanti Auror allo stesso tempo dal tempo della vecchia guerra. Per questo avevano dovuto improvvisare e ora si trovavano sotto pressione come poche volte era successo negli ultimi diciassette anni. Ed esattamente questa era l’ impressione che davano a tutti i visitatori e ai pazienti che si trovavano nel ospedale magico. Tanti dottori in camici bianchi, infermieri stressati facevano avanti e indietro per le stanze e i corridoi con passo veloce, quasi correndo e ignorando le domande che i visitatori gli facevano riguardo i loro cari. Fu questa la scena che si parò davanti a Ron, Hermione, Ginny, Neville e Hanna quando entrarono seguendo Silente al San Mungo. Seguendo il preside per i corridoi tutti pensavano a quando entrati in cucina al posto di trovarsi davanti i genitori e i fratelli si erano trovati un Albus Silente molto serio. Quando il preside gli aveva riferito che sarebbero dovuti andare a Grimmaul Place perché i loro genitori erano rimasti feriti nello scontro con i mangiamorte ognuno di loro si era sentito morire. Così avevano seguito le indicazioni del preside e avevano portato tutto quello che possedevano a Grimmaul Place. Poi si erano diretti all’ ospedale per andare a trovare i feriti. Intanto Erano appena entrati in una saletta in cui seduti su delle diverse poltrone di pelle nere vi erano Fred e George Weasley, Nymphadora Tonks, Malocchio Moody e una piangente Fleur.

- Ci sono novità?- s’ informò il preside. Tonks scosse la testa con le lacrime agl’ occhi e allo stesso tempo i singhiozzi della bella mezza Veela che le sedeva accanto aumentarono appena sentì la domanda. In quel istante una porta si aprì e un uomo in camice bianco dietro di lui due ragazzi vennero spintonati dentro da un infermiera paffutella che ininterrottamente mormorava – forza, avanti, muovetevi. Non ho certo tempo da perdere io.- Poi appena i ragazzi avevano fatto due passi nella stanza chiuse la porta con un botto.

Ron e gl’altri riconobbero all’istante i due ragazzi; Anthony Goldstein del loro stesso anno di Corvonero e la sua compagna di casa Luna Lovegood, che però era un anno più giovane.

-Albus Silente? I famigliari dei feriti immagino…- gli scrutò il medico con un sorriso consolante- allora la situazione è la seguente…-

Si trovavano da mezzora sdraiati in salotto esausti. L’ attivazione del sigillo aveva costato a tutti loro sacco di energia. Blaise schiuse gl’ occhi per poi richiuderli infastidito dalla luce.

- Dra.- nessuna risposta.

-Dra!- niente

-Draco!- Si mise a sedere. Harry e Alex riposavano sul divano di fronte al camino abbracciati. Gl’ altri due divani erano vuoti. Si stropicciò gl’ occhi e poi posò lo sguardo sul dipinto di Remlin. Anch’ egli era sparito. Si alzò a malavoglia e a passi lenti e oscillanti si diresse in cucina. Passata la grande soglia, a cui stranamente mancava la porta, notò Daphne seduta sulla panca al tavolo mentre sorseggiando una bevanda calda osservava il cielo grigio scuro pensierosa.

- C’è ancora del caffé nella caffettiera.- disse senza smuovere lo sguardo da quello spettacolo inquietante che le proponeva il cielo.

-Mh…- Prese anch’ egli una tazza e si sedette di fronte a lei.-Dra?-

-Giù- Lui alzò un sopracciglio.

-È già nel laboratorio a lavorare?! Merda. Quello è matto.- Daphne non rispose.- Non riuscivi a dormire?-

-È strano pensare che da ora in poi dovremo vedere i nostri genitori come il pericolo più grande.- Blaise sapeva che tra loro Daphne era l’ unica che ancora sperava in un po’ d’amore da parte dei genitori. Sia lui che Alex che Draco, avevano perso quella speranza da tanto tempo. Per loro i genitori rappresentavano solo dolore. Certo anche lui molto tempo fa aveva pregato per ricevere un segno d’ affetto dalla sua famiglia. Non era mai arrivato. Ora per lui la sua famiglia erano Draco, Alexis e Daphne. I suoi genitori ormai non contavano quasi più niente per lui. Questo valeva anche per Draco e forse anche per Alexis. Per Al non ne era più sicuro. Dopo quello che era successo la sera precedente, dopo che la madre aveva rischiato la vita per la figlia sinceramente anche lui non era più sicuro cosa pensare di lei.

“Normalmente sembra una bambola che, seduta nel suo salottino, lavora a quello che deve lavorare, dice solo quello che deve dire e non mostra alcuna emozione. Alcune volte però mi sembra che ricominci a vivere. In quei rari momenti i suoi occhi cominciano a brillare e il suo viso assume un espressione malinconica e triste. Quando poi mi guarda sembra ritrovare la forza di vivere che tutte le persone hanno. Due secondi dopo quella forza svanisce e i suoi occhi e il suo viso ritornano ad essere inumani e senza sentimenti come quelli di una statua.” Così l’aveva descritta una sera Alex.

-I due dormono ancora?- la voce di Daphne lo obbligò a lasciare i suoi pensieri per un momento. Annuì.

-Forse è meglio svegliare Harry. Se non sbaglio dovrebbe partire fra poco.- Aggiunse lei. Blaise guardò la grande pendola. Erano le 19.53 del Mercoledì 11 giugno. Il bel Serpeverde si alzò e andò in salotto. Scosse due volte la spalla del bambino sopravissuto tentando di non svegliare la ragazza che tranquilla dormiva tra le sue braccia.

-Che ore sono?- Chiese Harry mezzo addormentato.

-Quasi le otto.-

-È ora.- sospirò. Prese Alexis tra le braccia e la portò al piano superiore dove si trovavano le camere. Salite le scale c’ era un piccolo salotto con tre poltrone. Le pareti erano ricoperte di scaffali a parte otto porte che portavano a sette stanze e all’ infermeria. Si avvicinò alla terza dalla sua sinistra e con fatica entrò in una bellissima stanza decorata con colori che andavano dal beige alle sfumature di marrone sino al bianco. Posò la ragazza dormiente sul letto a due piazze, le sfiorò le labbra con un bacio e poi uscì silenziosamente.

Quando Hermione, Ron, Ginny, Hanna, Neville, Luna e Anthony rientrarono alla base del Ordine della fenice erano stravolti. Lentamente seguirono la bruna in silenzio sino alla sua camera poi fecero per ritirarsi anche loro, quando l’ urlo di Hermione Granger li richiamò tutti nella camera delle ragazze.

-Harry!-

  
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