Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Misaki Kudo    05/04/2013    5 recensioni
Shinichi si sentì con le spalle al muro, poteva cavarsela benissimo anche quella volta, sarebbe bastato telefonare al Dottor Agasa facendolo parlare con la voce di Conan, avrebbe potuto ingannarla nuovamente, come aveva sempre fatto, abusando della sua fiducia e del suo sentimento. In quel momento però non poteva fare altro che osservarla, era distrutta. Lui l'aveva distrutta.
Istintivamente l'abbracciò, cercando di calmarla.
La conosceva da sempre, sapeva che aveva bisogno di essere confortata.
«E' una conferma questa...? Ti prego Shinichi, voglio la verità...»,
i suoi occhi si fissarono su quelli del detective.
«Ran...io...», prese fiato, aveva superato il grado di sopportazione, stava per rivelarle tutto.

[ShinRan | London ARC ♥]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'ShinRan♥: between friendship and love.//'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Si riparte da qui.
 

[Volume 72- file 1]


Da Londra puoi aspettarti tutto, è la grande città delle meraviglie.
Lì è dove tutto sembra fermo, o forse semplicemente dove tutto ha realmente inizio.

***

Si sentiva strana, pensare che quel viaggio era iniziato così senza un motivo, la fatalità del destino aveva voluto questo. Anche se lei, in fondo, odiava da sempre quel suo destino, credeva che le fosse contrario e che si fosse ostinato a portarle via tutto.
E con tutto lei intendeva Shinichi, anche se non riusciva ad ammetterlo neanche a se stessa.
Adesso però la situazione era diversa, le stava scappando proprio dal suo destino.
Shinichi le correva dietro a passo veloce, Ran non poteva fare altro che piangere e maledirlo mentalmente.
Un vortice di emozioni cominciarono a mescolarsi tra loro, era come se ci fossero due entità nel suo cervello, due diverse Ran, una che le diceva di fermarsi e perdonarlo, ancora una volta, l'altra che le diceva di correre il più veloce possibile lontano da lui. Stranamente tra le due era la seconda quella che riusciva a prevalere, ma frenata dalla prima, che non riuscendosi a trattenere, piangeva disperata.
D'un tratto il ragazzo la raggiunse, mentre la karateka non faceva altro che tirare e allo stesso tempo frenarsi, non aveva più forza di volontà, si sentiva distrutta. Poi una frase la colpì dritta al cuore.
«Tu sei come un caso difficile e complicato Ran, mescoli talmente tanti sentimenti contorti che neanche se fossi Holmes riuscirei a capirti». La ragazza si bloccò improvvisamente, pensava a quella frase, cosa voleva andare a parare? Perché Holmes era sempre in mezzo?
«Come posso dedurre accuratamente il cuore della ragazza che amo?».
Silenzio. Il cuore di Ran perse un battito. Era come se tutto fosse rimasto in aria, sospeso.
Non erano più davanti al Big Ben, nella grande Londra, di fronte allo sguardo di centinaia di estranei.
C'erano solo loro, in uno spazio fuori dal mondo. Fuori dalla realtà.
«L'amore è zero? Ma non farmi ridere! Lo zero è dove tutto ha inizio, senza partire da lì nulla può essere realizzato!», continuò la sua frase, deciso a fermarla, lo sguardo serio e impenetrabile,
i suoi occhi blu riuscivano a colpire l'anima della povera ragazza fino a toccarne il cuore.
Ran d'istinto si asciugò le lacrime, portando la mano destra all'altezza degli occhi. Osservava le mani tremanti, come se volesse aver conferma che non si trattasse di un sogno. Lui era lì, davanti a lei. Decise che doveva rispondergli, non poteva rimanere in silenzio per sempre. Provò a controbattere ma le parole le si arrestarono in gola, era come se non avessero la forza di uscire e di farsi sentire.
Shinichi dal canto suo si mise entrambe le mani in tasca e cominciò a osservare diversi punti del marciapiede, come faceva solitamente quando si trovava in una situazione di imbarazzo totale. La sua fermezza riusciva a vincere sempre, anche in quelle situazioni.
«Ehi Ran...io beh, diciamo che non era mia intenzione non avvisarti ma sai ho avuto dei problemi con vari casi e non volevo coinvolgerti». Continuava con quella stupida storia, non voleva coinvolgerla mai, era sempre pronto a tenerla fuori da tutto. A tenerla lontana dalla verità.
Non riusciva a capire quel suo comportamento così egoista, come poteva affrontare tutto da solo?
«La prossima volta non farlo più, ti prego...Shinichi....io....», alzò decisa lo sguardo,
era pronta a controbattere e a rivelargli tutto. 
Il Big Ben risuonò, un frastuono si diffuse in tutto lo spazio circostante. Si era già fatta sera.
«E' tardi. Ti riaccompagno in Hotel», lo disse deciso, senza nessuna emozione dipinta in viso. Quando si comportava così era tale e quale a Holmes, era come se si chiudesse all'interno di una corazza. 
Durante tutto il tragitto Ran non faceva altro che scervellarsi per trovare le parole e soprattutto il momento giusto per poter rispondere alle parole del Detective, ma tutto le sembrava sbagliato e non voleva risultare ridicola. Shinichi continuava a camminare volgendo di tanto in tanto lo sguardo alla sua destra, dove accanto, camminava la ragazza persa nei suoi mille pensieri. Il ragazzo cominciò a maledirsi per quello che aveva detto, l'aveva illusa nuovamente con quelle sue parole e da un momento all'altro sarebbe scomparso, come se nulla fosse, come se non gli importasse assolutamente niente.
Peccato che non era affatto così.  
Nella mente della ragazza continuavano a rimbombare forti quelle parole, le occupavano i pensieri, la testa si fece improvvisamente pesante, come poteva quel detective stacanovista?
Davvero intendeva dire che...era innamorato di lei?
D'improvviso le tornarono alla mente le parole dette da Shinichi durante il caso dello Shiragami-sama* quando con i suoi occhi sinceri l'aveva pregata di aspettarlo, poiché aveva delle parole importanti da dirle. Quelle che aveva appena sentito. Decise quindi di farsi forza.
«Shinichi...ti prego ascoltami. Io ho delle cose da dirti. Ma prima voglio sapere una cosa...perché non torni più a casa?», lo sguardo si fece cupo e triste, un velo di malinconia s'impossessò della ragazza.
Non sapeva neanche perché gli avesse chiesto quella cosa, semplicemente voleva mettere fine una volte per tutte a quella situazione.
Shinichi si voltò, i ciuffi corvini gli ricadevano sulla fronte, odiava doverle mentire ma non poteva fare altro. La fissò nei suoi grandi occhi blu-lilla, vide le lacrime che si apprestavano a solcarle il viso, voleva fermarle.
Quante volte in occasioni come questa aveva deciso di dirle tutta la verità, di confessarle di Conan e dell'organizzazione, ma la sua vita era più importante.
Ran gli prese la mano e cominciò a stringerla forte, singhiozzava senza fiato, voleva gettare via tutte le sue paure e preoccupazioni in una volta, tutte quelle che aveva accumulato in quei mesi di lontananza, quando sentire la sua voce al telefono non era abbastanza. «Io lo so Shinichi, c'è qualcosa che vuoi tenermi nascosto...perché mai non mi avresti detto di un tuo viaggio a Londra, la Londra del tuo Conan Doyle, dei tuoi racconti e dei tuoi casi preferiti. Non avrebbe senso, deve esserci qualcosa di molto strano sotto...», cominciò a stringere forte i pugni dal nervosismo, il cuore le batteva forte in petto. Doveva rivelargli tutto quello che pensava, che sentiva da tanto tempo, compreso quel particolare ridicolo ma che l'assillava da sempre...

***

«Tu...tu...sei Conan, vero? Poco fa quando ti rincorrevo...quell'uomo ha detto una frase.."Yes, there's a kid inside the phone booth"...ha detto 'bambino' Shinichi...», senza neanche accorgersene cominciò ad alzare il tono della voce, piangendo senza sosta, stringendo forte la camicia rosa acceso del ragazzo che la guardava ora, con gli occhi spalancati. «Voi...siete uguali...è impossibile! Non posso avere certe sensazioni guardando un bambino, i suoi gesti...sono come i tuoi! Io non so come sia possibile ma...Ti prego Shinichi se c'è qualcosa di pericoloso sotto dimmelo, io...NON VOGLIO PERDERE LA PERSONA CHE RITENGO IMPORTANTE!», staccò la presa dalla camicia e si portò velocemente le mani sugli occhi, come se volesse fermare quel pianto che oramai correva irrefrenabilmente senza sosta.
Shinichi si sentì con le spalle al muro, poteva cavarsela benissimo anche quella volta, sarebbe bastato telefonare al Dottor Agasa facendolo parlare con la voce di Conan, avrebbe potuto ingannarla nuovamente, come aveva sempre fatto, abusando della sua fiducia e del suo sentimento. In quel momento però non poteva fare altro che osservarla, era distrutta. Lui l'aveva distrutta.
Istintivamente l'abbracciò, cercando di calmarla.
La conosceva da sempre, sapeva che aveva bisogno di essere confortata.
«E' una conferma questa...? Ti prego Shinichi, voglio la verità...»,
i suoi occhi si fissarono su quelli del detective.
«Ran...io...», prese fiato, aveva superato il grado di sopportazione, stava per rivelarle tutto.


***

Un uomo con un grosso cappotto nero passò velocemente, correva a perdifiato, sembrava non accorgersi della gente che urtava. Quasi come se lo facesse apposta, quasi come se volesse far del male a quelle persone. Il suo sguardo era davvero maligno, o almeno gli era sembrato così, anche se andava di fretta.
Una miriade di pensieri affollarono la mente del detective, quasi come se stesse rivivendo tutta la sua avventura: dall'appuntamento al Tropical Land, a Vodka e a Gin, l'APTX  e tutti i guai che quella dannata organizzazione continuava a portare a lui e a tutti coloro che aveva coinvolto.
Non poteva permettersi di coinvolgere anche la sua amica d'infanzia,
quella ragazza che avrebbe protetto anche a costo della vita.
Doveva recuperare il senno, il coraggio di mentirle....ancora una volta. 
«...sei impazzita?! Baro! Non capisci niente d'inglese ti sarai confusa! Okay che oggi sono successe tante cose, ma arrivare a dire una cosa del genere! Confesso che quel ragazzino con gli occhiali mi assomiglia, lo dicono tutti, ma pensare che io e lui...beh non riesco neanche a pensarci!», finse una risata mentre batteva delle pacche sulla spalla della karateka, non riuscendo a fissarla negli occhi.
Più tardi le avrebbe telefonato utilizzando la voce di Conan, sapeva bene quanto fosse difficile da convincere. 
«Si è fatto tardi. Devo proprio andare, non posso trattenermi oltre perché devo ancora occuparmi di un sacco di casi. Sappi solo una cosa, un giorno tutto tornerà come prima.
Quando meno te lo aspetti troverai le luci di casa mia accese e io sarò lì, pronto a riprendere le lunghe passeggiate verso scuola. Tutto tornerà alla normalità », lo disse in modo semplice e diretto, con la sua solita serietà dipinta sul viso, un sorriso appena accennato.
«...e poi chissà che tra tutti i casi io non riesca a risolvere anche quel caso difficile e complicato...sono un grande detective, del resto!», concluse con una strana luce negli occhi, spostando immediatamente lo sguardo mentre un leggero rossore gli colorò il viso.
La ragazza capì dove voleva andare a parare, stava per lasciarla di nuovo, non voleva assolutamente che questo accadesse. Fece per afferrarlo dalla camicia ma il detective fu molto più svelto.
Il suo orologio riuscì ad addormentarla. Cadde tra le sue braccia mentre un'ultima lacrima scorreva veloce lungo il viso candido, la mano ancora stretta alla camicia.
La riportò in albergo e l'adagiò sul letto, dopodiché chiuse la porta e si diresse fuori, Londra lo osservava con le sue mille luci. Decise di andare via muovendosi a passo veloce verso chissà quale meta, era meglio così, lei era più importante della verità stessa, quella verità per cui da sempre risolveva i casi.
Ran era certamente più importante.

***

Quando la ragazza si risvegliò Shinichi non c'era più, che fosse stato solo un sogno?
No, la cameriera aveva specificato che un ragazzo l'aveva riaccompagnata in stanza poiché era svenuta dalla stanchezza. L'aveva lasciata di nuovo da sola e lei non era neanche riuscita a rivelargli i suoi veri sentimenti. Adesso in preda a mille ragionamenti cercava disperatamente di ricordare quelle che erano state le ultime parole di Shinichi. Doveva ricordarle.
...Chissà che io non riesca a risolvere anche quel caso difficile e complicato!
Non capiva proprio cosa intendesse con quel suo sorrisino da Detective stacanovista,
era sempre così enigmatico.
Alzandosi trovo un bigliettino all'interno del suo cellulare:


— " Sei sempre la solita imbranata che non si prende cura di se stessa!
Dormi di più, non posso esserci sempre io a sostenerti ogni qualvolta svieni per la stanchezza, baro!
Sei il caso più contorto che potesse capitarmi, grazie a te riesco a capire come si sente quel buono a nulla di tuo padre quando deve risolvere un caso..! Fa parte di quei detective che valgono meno di zero.
Però ora che ci penso, tutto parte da lì.
Quindi diciamo che non vale e basta.
Beh, riguardati di tanto in tanto! "—

Un grande detective.

 

 


***

La karateka istintivamente si portò le mani alla bocca. D'improvviso si ricordò tutto. La telefonata fatta a Shinichi, il suono improvviso del Big Ben, la corsa sul ponte, le sue lacrime e la dichiarazione del ragazzo.
Le sue parole le rimasero impresse nella mente e nel cuore. 
«Sta sempre ad insultare mio padre, quello stupido! Chi si crede di essere?»
Guardava quel piccolo pezzo di carta sbuffando e sorridendo allo stesso tempo, un sorriso nuovo. Un piccolo foglio di carta, e i ricordi ad esso legato, riuscivano a darle coraggio. Aveva la certezza di poter aspettarlo ancora, perché il suo detective avrebbe risolto tutti i casi, e sarebbe tornato da lei. Una volta per tutte.
In fin dei conti...Zero è dove comincia tutto.
Si riparte da qui.





*Volume 62- file 8









L'angolino di Misa
Saaaaaaalve! Eccomi con una nuova shot sulla mia OTP per eccellenza *-*
Questo momento è conosciuto da tutti, amato da tutte le ShinRan come me u.u So che ci sono 892789479 storie che raccontano questo moemento, ma come potevo non parlarne? **
E' uno dei tanti buchi neri che Gosho-sensei ci ha lasciato, per permetterci di fangirleggiare in pace e tranquillità ricreando situazioni sempre nuove *-* La mia non ha senso, ne sono consapevole!
Maaaaaaaaaaaa, ho pensato che Ran potesse avere ennesimi dubbi sull'identità del gurzo, perché no? xD
[Si ringrazia Sara Kudo per l'immagine wshdnweudhweh **] Beeeeeeeh, fatemi sapere, magari con qualche recensione v.v
Alla prooossima!

All you need is love...ShinRan!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Misaki Kudo