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Autore: D_Willow    05/04/2013    2 recensioni
[Bloomington]
-Non sei obbligata a stare qui se non vuoi.- Disse mia madre più fredda che mai, non potevo credere che l’avesse detto, che avesse detto tutte quelle cose che sapeva benissimo che mi avrebbero fatto soffrire.
-Non preoccuparti per me.- Risposi già con le lacrime agli occhi, l’avevo detto che passare il giorno del ringraziamento qui sarebbe stata un’enorme cazzata.
Rimasi appoggiata alla ringhiera ancora qualche minuto a fissare l’acqua scorrere, ora non avevo più una casa, o meglio ce l’avevo ma non era con il mio patrigno e con mia madre, era con LEI.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Non sei obbligata a stare qui se non vuoi.- Disse mia madre più fredda che mai, non potevo credere che l’avesse detto, che avesse detto tutte quelle cose che sapeva benissimo che mi avrebbero fatto soffrire.

-Non preoccuparti per me.- Risposi già con le lacrime agli occhi, l’avevo detto che  passare il giorno del ringraziamento qui sarebbe stata un’enorme cazzata.

Rimasi appoggiata alla ringhiera ancora qualche minuto a fissare l’acqua scorrere, ora non avevo più una casa, o meglio ce l’avevo ma non era con il mio patrigno e con mia madre, era con LEI.

Rientrai in casa più delusa che arrabbiata, presi un borsone dall'armadio e misi dentro qualche effetto personale che era ancora rimasto in quella casa, visto che la maggior parte della mia roba l'avevo portata con me nel dormitorio. lo chiusi e presi il cellulare; ormai conoscevo il suo numero a memoria.

Qualche squillo e subito rispose -Hei, non sai stare tre giorni senza vedermi eh?- Sempre quel suo tono strafottente che mi piaceva da impazzire, ma neanche questo riusciva a tenermi di buon umore, perciò scoppiai in un pianto disperato.

Lei sentendomi piangere si preoccupò -Jackie che è successo?- Notai la preoccupazione nella sua voce, volevo risponderle ma non riuscivo a smettere di piangere.  

-Hei piccola, calmati, dimmi cos'è accaduto.- Presi due respiri profondi e cercai di asciugarmi il viso con il dorso della mano.

-Mia madre ha confermato le mie teorie, non gliene è mai fregato niente di me. Ha messo in mezzo delle scuse per giustificare la sua assenza in tutti gli anni che girai Neptune 26, lo sa che ha detto? Visto che i paparazzi mi inseguivano dovunque non voleva neanche uscire con me per non turbare la sua quiete. Anche se le parole esatte non sono queste, voleva esprimere un concetto ben definito. E tutto questo perché le ho, secondo lei "mancato di rispetto" durante il pranzo del ringraziamento con il resto della famiglia- Sbottai tutto d'un fiato la mia rabbia, la mia delusione e la mia frustrazione su Catherine, sapevo che non era giusto, ma sapevo anche che lei mi avrebbe ascoltato e  in qualche modo aiutato.

-La solita perfettina che vuole avere tutto sotto controllo, cos'hai intenzione di fare adesso?- Domandò con una punta dolcezza nella voce, proprio quello che mi ci voleva.

 -Non so, per concludere la bella chiacchierata madre-figlia, ha detto che non sarei stata obbligata a rimanere con loro, quindi penso che prima di tutto andrò al dormitorio e poi ci penserò, so solo che ho bisogno di andarmene.- Mi sentivo già più tranquilla in una situazione del genere e questo solo grazie a lei.

-Ti vengo a prendere, è un pò lontanuccio il dormitorio. Casa mia è più vicina, se non vuoi stare sola puoi sempre passare, lo sai.- Lo sapevo, ma sentirmelo dire, poi nello stato in cui mi sentivo, ne avevo proprio bisogno.

-No, non ti disturbare, non voglio rovinarti i piani che hai per il ringraziamento, davvero non ne ho bisogno.- Risposi così per educazione, ma in realtà l'unica cosa che volevo era che mi prendesse e mi portasse via con lei.

-Oh ma smettila sto a pranzo con la famiglia del professor Hect, almeno così ho una scusa valida per andarmene. Certo non gli posso raccontare che vengo a prendere una mia studentessa per portarla a casa mia, coccolarla e magari farci anche altro, ma posso simulare un' emergenza molto bene.- Infondo che potevo aspettarmi da un' insegnante universitaria di psicologia? Aveva capito perfettamente le mie intenzioni e il mio bisogno di averla accanto in questo momento, anche se non l'avevo espresso a parole. Era questo che mi piaceva più di lei, mi leggeva dentro e non in un modo stile psicoanalista, mi comprendeva dai più piccoli gesti, o come in questo caso dal suono della mia voce e sapeva prendermi sempre nella maniera giusta.

 -D'accordo, ti mando l'indirizzo per SMS.- Nonostante il sentire la sua voce e sapere che stava venendo per me e solo per me, ancora ero abbastanza triste.

-Ok porcospino, sarò lì appena potrò, aspettami.- Disse infine chiudendo la chiamata, subito le mandai l'indirizzo e la aspettai pazientemente, mi sdraiai sul letto nella speranza di dormire un pò, il tempo sarebbe passato più velocemente.

  

***********************

 

Fui svegliata un' oretta e mezza dopo dal suo messaggio che diceva: *sono qui fuori, quando vuoi esci, ti aspetto -C.*, non esitai un momento, presi il cappotto, la borsa con il resto della mia roba dentro e mi avviai fuori senza salutare nessuno.

Sbattei la porta di casa e subito mi buttai fra le sue braccia, ricominciando a piangere, lei mi strinse a se baciandomi delicatamente la testa e levandomi subito il borsone dalle mani per tenerlo lei.

-Sono felice che tu mi abbia chiamata, porcospino- Mi sussurrò mentre mi accarezza piano i capelli. Annuì e dopo non feci altro che stringerla senza guardarla; non volevo che mi vedesse piangere.

-Mi sei mancata.- Disse ancora. Annuii ancora mentre mi lasciavo cullare nella sicurezza delle sue braccia.

-Ora torniamo a scuola, ok?- Mi disse con quel suo tono rassicurante, stavolta alzai la testa guardandola e asciugandomi le lacrime annuendo.

-Hai tutto qui?- Annuii ancora. -Vieni.- Dicendo questo mi mise un braccio intorno alle spalle e mi condusse davanti alla sua macchina, evidentemente aveva preso quella più veloce, data la bassezza del veicolo e l'aspetto quasi di macchina da corsa.

Mise il borsone dietro il mio sedile e poi aprì la mia portiera, entrai e la chiuse, fece il giro dell'auto e entrò anche lei, mentre si allacciava la cintura diedi un ultimo sguardo alla porta di casa prima di partire.

-Vogliamo andare?- Mi chiese dolcemente accarezzandomi il viso e asciugando con il pollice una mia lacrima che era sfuggita al mio controllo, non feci altro che annuire di nuovo, non avevo voglia di parlare.

Detto questo mise in moto e partimmo, anche se la macchina veloce e le strade praticamente vuote a quell'ora lei non ebbe nessuna fretta e andò piano, seppi che lo fece perché se avessi voluto tornare indietro, lei mi avrebbe dato la possibilità di farlo.

-Non c'è bisogno che vai piano non ho intenzione di tornare indietro, anzi voglio arrivare il prima possibile a casa tua.- Lei si girò verso di me e notando il mio sguardo deciso accelerò subito, scorsi un mezzo sorrisetto sul suo viso; sapevo che era contenta che avessi deciso di andare direttamente da lei, invece che al dormitorio.

-Tutto quello che vuoi J.- rispose dandomi una carezza in viso.

Mi appoggiai contro il finestrino e mi addormentai per il resto del viaggio, quella discussione e le tante lacrime versate mi avevano spossato non poco.

  

***********************

 

Venni svegliata dolcemente da Catherine, fuori era già sera, intuii che per permettermi di dormire era andata il più piano possibile, facendo si che non mi svegliassi.

-Buongiorno porcospino, dormito bene?- Mi chiese in tono canzonatorio.

-Abbastanza.- Sbadigliai. -Non ho portato qualcosa per dormire.- Mi ricordai ora di quel particolare. Avevo lasciato le magliette per dormire dentro un cassetto vicino al letto da mia madre e ora certo non mi andava di andare fino al dormitorio per prenderne una.

-Non ti preoccupare, ti presto qualcosa io, ma penso che non ne avrai bisogno per molto.- Disse in modo sensuale lasciandomi un bacio veloce ma passionale sulle labbra.

-Smettila.- Dissi dandole un pugnetto sulla spalla. –Piuttosto, io ho fame.- Dissi pensando che in fondo avevo praticamente saltato il pranzo.

-Non ti preoccupare ho delle lasagne che la famiglia Hect visto il mio imprevisto mi ha fatto portare dietro.- Era da un secolo che non mangiavo lasagne, si prospettava una bella serata.

Entrammo in casa e lei non perse attimo per baciarmi con passione contro la porta, fece cadere il borsone da una parte e le lasagne dall'altra, mi prese per mano e mi condusse in camera sua.

Sì, si sarebbe prospettata proprio una bella serata.






ANGOLO DELL'AUTRICE:
Questa è la prima OneShot che pubblico, ormai sono entrata in fissa con questo film, si è capito.
Ho voluto scriverla perchè mi sembrava ci fosse stato un lasso di tempo troppo lungo tra quando Jackie va via in macchina con Catherine e quando si trovano in cucina a riscaldare due bei piatti di lasagne. :Q__
Ringraziamenti a phai e Flà (non mi ricordo il nome del tuo account) che hanno letto la storia stamattina e alla mia beta d'eccezione, come al solito ti dedico il capitolo, in questo caso la shot <3.
Alla prossima,

D.

 

  
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