Parole: 657, secondo Word.
Copyright: i diritti sui personaggi di Inazuma Eleven appartengono alla Level 5, mentre la tata (comparsa nel capitolo) e la madre dei tre fratellini appartengono a me, sono il frutto della mia mente contorta. Chiunque copierà questa storia sarà segnalato all’amministrazione, quindi pensateci due volte prima di rovinarvi la vita ;).
Note: Ciao!! Questo è il frutto di ben dieci prologhi scartati, cestinati, eliminati, mai terminati e……fa schifo comunque –macheautostimadafavolacheho-. Beeene, ci vediamo alle note a fine capitolo J.
Capitolo 1.
Basta Crederci
La loro attenzione fu attratta dal grande angelo di pietra che troneggiava imponente all’entrata del cimitero, con un braccio leggermente alzato, come a voler indicare ai visitatori le tombe dei propri cari. Quella scultura stonava con la tomba della loro mamma, così semplice, comune, uguale a molte altre.
-Vi ho trovati- disse la tata, sedendosi vicino a loro con un altro ombrello, e prendendo in braccio la piccola Luce, la minore dei tre fratelli, di appena quattro anni, che si guardava in giro frastornata, con gli occhi azzurri spalancati, pronti a cogliere ogni dettaglio intorno a lei.
-Credevo …..Che lei ci sarebbe stata per sempre- il secondogenito, Fidio, tirò su con il naso, guardando con gli occhi lucidi l’anziana signora, che lo guardò con uno sguardo pieno di compassione e di tristezza.
-Anche io- rispose la tata, sporgendosi per abbracciare il bambino, incurante della pioggia che le bagnava il vestito grigio, uno dei più eleganti che possedeva. Lei faceva parte di quella famiglia da molto prima che nascessero i bambini, e si era affezionata a tutti, tanto da essere considerata una specie di seconda nonna dai fratellini.
-Ma, in effetti, lei c’è- disse, sciogliendo l’abbraccio e ritornando sotto l’ombrello –Perché lei è in ognuno di voi, nei vostri cuori, nella vostra immaginazione-
-Nella nostra immaginazione?- domandò in un sussurro Luca, il più grande , guardando confuso la sua tata. La storia del “vive nel tuo cuore” l’aveva già sentita uscire dalle bocche di tanti, l’aveva letta nei libri così tante volte da averla imparata a memoria, perciò, il suo significato profondo, aveva iniziato a perdere valore ai suoi occhi, aveva iniziato a risuonare mediocre alle sue orecchie. Già, va a finire sempre così quando qualcosa, seppur di molto bello, viene usata troppo spesso. Perde valore, come le scarpe: se le usi troppo si consumano. Ma la cosa dell’immaginazione non l’aveva mai sentita. Come si fa a cercare qualcuno o qualcosa nell’immaginazione? Gli risultava impossibile.
-Si, nella tua mente, dove tu potrai farle visita ogni volta che vorrai- rispose la tata, sfoggiando il più dolce dei suoi sorrisi, tanto che, a un certo punto, Luca pensò che lo stesse prendendo in giro.
-Come?- chiese infatti, ancora dubbioso.
-Credendoci. Semplicemente credendoci- detto ciò, la signora si alzò e, a passo lento, si avviò un’ultima volta verso la tomba della loro mamma, posando sulla pietra fredda una margherita di campo che aveva raccolto sotto la panchina. Poi, così come se ne era andata, tornò dai tre fratellini, li prese e li portò via, lontano da quel luogo di sofferenza e tristezza. Lei non poteva rimanere con quelle tre creature ancora così piccole e indifese, non poteva nemmeno adottarli, ma, almeno, voleva restare con loro finché non si fosse assicurata che sarebbero stati in buone mani e, soprattutto, che sarebbero stati adottati insieme.
-L’ho vista, l’ho immaginata.- sussurrò Luca all’orecchio della tata, che sorrise bonariamente, mentre varcavano i cancelli neri del cimitero. Nel frattempo, una macchiolina di cielo azzurro si era fatta strada nel cielo plumbeo, spezzando il grigio scuro dei nuvoloni.
NdA:
Salve!!
Si, sono tornata a rompervi le balle con un’altra fic, nonostante io ne abbia già in corso altre due , che, comunque, aggiornerò a breve –maachifrega-.
Bene, ma adesso parliamo un attimo di questa specie di prologo: per me Luca, Fidio e Luce sono fratelli, e sono anche tre personaggio che mi piacciono molto, per questo ho deciso di renderli protagonisti della ff. Tutta la storia è ambientata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, di conseguenza anche i costumi, le usanze, le ambientazioni ecc… saranno simili a quelle di quel tempo. La madre è un personaggio inventato da me, si chiama Evangeline (Evangelin) e muore a causa di una broncopolmonite trascurata . La tata, come ho già detto, è anch’essa inventata da me, è senza nome –accettosuggerimentisulnomedadarle- e la rivedrete nel corso della storia, forse (??).
Per adesso è tutto, spero di avervi incuriosito almeno un po’.
Recensite ;)
Soul Fire