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Autore: Tappe    06/04/2013    4 recensioni
La fine della guerra sembra essere l'inizio della pace, ma... L'amore può anche essere il generatore di odio e incomprensioni...
Spoiler per chi non segue le scan su Internet.
NaruSaku e... Sorprese!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Buon Sabato a tutti! :)
Nuova storia, nuove sorprese!
Ringrazio moltissimo l'autrice Sakura e Ino per l'aiuto concesso per la stesura del capitolo! <3 Leggete le sue storie sono molto ben scritte! :)
Buona lettura a tutti! :)
Recensite in molti mi raccomando! ;)



La guerra era finita. 
Obito a terra, morto, Madara dissolto per sempre. 
Era veramente finita.
Naruto, però, non poteva certo definirsi sano e salvo. 
Si trovava a terra, sanguinante, stremato da una grossa quanto profonda ferita al petto, ma riuscì comunque a tirare un sospiro di sollievo, in quella giornata dal cielo così terso. 
Era felice perché il villaggio era salvo, perché i suoi amici erano salvi, perché il suo vero fratello era tornato.
Sì Sasuke Uchiha, che aveva lasciato il Villaggio della Foglia anni addietro, era tornato, nel momento fatidico, capovolgendo la situazione a loro vantaggio. 
Ed ora era lì, in piedi di fronte a lui, anch'esso dolorante, le piccole ferite che s'intravedevano sulla pelle diafana, lattea. 
Le sue pozze color ossidiana affondarono in un mare azzurro colmo di speranza, mentre le labbra, pallide e tirate, si trasformavano in una smorfia di dolore, le parole che, taglienti, uscirono lievi ed algide dalla sua bocca, facendo sprofondare il biondino in un abisso profondo. 

"Naruto, io non sono degno di tornare al villaggio. Non ce la farei. Ho tradito la fiducia di ognuno di voi. Io andrò via, là dove nessuno mi potrà trovare, via da tutti e da tutto, per non causare altre sofferenze. Questo non è più il mio posto. Ma devo ringraziare te e mio fratello, per avermi fatto capire che questa...è la retta via".

Naruto, a quelle parole, sentì un'ira cieca farsi strada in lui, attraverso le momebra esauste ed affaticate. 
Lui doveva riportarlo a casa, l’aveva promesso a Sakura. 
La stessa Sakura che, in quel momento, lo stava cercando.
Poteva sentire centinaia di passi, come un rombo in continuo avvicinamento, degli shinobi di tutti i paesi, mentre si avvicinavano. 
E poteva sentire Sakura mentre urlava i loro nomi, agitata e preoccupata.
Con un enorme sforzo il biondo riuscì a girarsi su un fianco, trattenendo un gemito di dolore, ed ammirare il suo volto niveo radioso di felicità, ma lui sapeva fin troppo bene che non sarebbe durato a lungo.
Infatti, quando Sakura e gli altri erano a poco meno di una cinquantina di metri, Sasuke scomparve, lontano da tutti e da tutto.
Senza lasciare la minima traccia.
Il biondo scosse la testa, stringendo i pugni, conficcando le unghia nel terreno fangoso, disperato.
Un’altra volta avevano fallito. 
Ancora.
Mentre stava per rimettersi in piedi, cercando di riportarlo nuovamente indietro, gli mancarono le forze e la vista si annebbiò, a causa della ferita, che provocava una sofferenza immensa.
Di fronte a quello spettacolo a dir poco drammatico, le gambe di Sakura scattarono velocemente.
Non poteva perdere anche Naruto quel giorno.
Non se lo sarebbe mai perdonato. 
Vide Hinata, alla sua destra, preoccupatissima per il suo amato. 
Sakura fisò quello sguardo carico di angosci e, dentro di lei, scattò qualcosa. 
In quel momento, nella testa di Sakura c'era solamente Naruto.
Persino l'immagine di Sasuke si dissolveva rapidamente, sostituita dalla paura di perdere il suo compagno di squadra.
Certo, le dispiaceva che lui avesse lasciato il Villaggio, ma non era un problema primario. 
Appena arrivarono, Hinata svenne alla vista del biondo in quello stato, mentre a Sakura tremarono violentemente le gambe vedendo che ferita aveva subito Naruto, tanto che Ino dietro di lei dovette sorreggerla. 
Obito, nell’ultimo attacco, prima di accasciarsi al suolo, trafitto dalla Katana di Sasuke, aveva utilizzato una tecnica tipica del Rinnegan con cui aveva attirato a sé Naruto e, dopo, aveva colpito violentemente con un pugno carico di chakra il petto del biondo, proprio mentre Kurama aveva finito il chakra ed il jinchuriichi era completamente senza difese. 
Il colpo aveva fracassato la gabbia toracica rompendo diverse costole e bucandogli i polmoni.
Sakura si mise subito al lavoro, cercando di arginare quell’emorragia che stava uccidendo Naruto.
Dopo poco, già stremata dalla precedente battaglia, iniziò ad ansimare per lo sforzo richiesto dal Palmo Mistico. 
A quel punto, iniziò a sentire le braccia bagnate, anche se il cielo era terso come non mai. Si accorse che erano le sue stesse lacrime.
Lacrime che scendevano come un fiume in piena, perché si rendeva conto di essere una fallita, di non riuscire a salvare neppure il suo compagno.
Il ragazzo per cui provava più di una semplice...amicizia.
Se ne rese conto in quel momento.
Sasuke non era stato altro che fuoco di paglia, una semplice cotta adolescenziale.
Perché era sempre stato Naruto, col suo sorriso radioso ed il suo continuo buonumore a salvarla dalle tenebre in cui stava per cadere. 
Per crollare.
Inevitabilmente.
Era lui che si era messo in testa di salvare Sasuke da se stesso e redimerlo solo per farlo tornare da lei. 
Lui che, piuttosto di farla felice, preferiva vederla raggiante con un’altra persona. Mentre lei per lui cosa era stata? 
Solo un peso che lo stava facendo affondare e che ora, nel momento del bisogno, lo stava abbandonando alla morte.
Pensò che in fondo Hinata lo meritava molto più di lei.
Lei non si era mai data per vinta e piuttosto stava per sacrificare la sua stessa vita per lui nello scontro con Pain, mentre Sakura aveva solamente pianto per tutto lo scontro non essendo mai utile. 
Ed alla fine, capì. 
Capì che era Naruto quello che voleva con lei per sempre, voleva essere felice con lui, fare una famiglia con lui, invecchiare felici assieme. 
In quel momento doveva salvarlo a qualunque costo. 
Perché lui avrebbe di certo sacrificato la sua vita per lei, con quella testa quadra che si ritrovava. 
Nonostante le braccia facessero più male che mai, nonostante la vista si stesse annebbiando sempre di più ogni secondo che passava, lei continuava sempre verso il suo scopo. 
Riusciva a sentire sotto le sue esperte mani che le ossa stavano rinvigorendo, i tessuti ricucendo pian piano, fino a che, esausta, non smise di curare e tastando il petto del biondo lo ritrovò liscio, senza imperfezioni. 
Ce l’aveva fatta.
Era riuscita a salvarlo.
Poggiò la sua testa bionda sulle proprie gambe e non potè non trattenere le lacrime, di gioia, che scorrevano copiose sulle sue gote sporche di terra, gli occhi smeraldini che brillavano di una nuova luce.
Naruto, sentendo qualcosa di umido sfiorare delicatamente il suo viso abbronzato, socchiuse lentamente le palpebre. 

" Beh... direi che questo è molto meglio del paradiso!" disse, con un tono di voce molto basso. 

"Sei sempre il solito baka! -la rosa non era mai stata così felice - "Alla fine sono stata utile!".

" Abbastanza direi, Sakura-chan. Lo sapevo che mi avresti salvato."

Non appena si alzò, sorretto dalla rosa, un boato percorse la folla, che era accorsa per acclamare il suo eroe.
Nel frattempo, anche Hinata si era ripresa e vedendolo in piedi sano e salvo si gettò tra le sue braccia.
"Naruto-kun, ero così in pensiero per te…".
Sakura, vedendo la scena e immaginandone l’epilogo, cercò invano di trattenere le lacrime e si allontanò rapidamente, prima che le lacrime ricominciassero ad avere il sopravvento.
Si sentiva così stupida a credere di poter far suo Naruto. 
Hinata lo meritava molto più di lei.
Lo amava incondizionatamente da molto più tempo e aveva fatto molto più di lei nei suoi confronti. 
Non l’aveva trattato male, calpestando i suoi sentimenti e usandolo solo per arrivare a Sasuke, uno stronzo che aveva a sua volta giocato con il suo cuore immaturo dicendole solo un misero “Grazie” dopo tutto quello che aveva detto tanti anni prima e che ora spariva nuovamente senza degnarla di un solo sguardo. 
Mentre scappava, raggiunse un ruscello che scorreva lì vicino. 
Si fermò, sentendo il respiro irregolare e gli occhi lucidi.
E fu proprio lì, accasciata sul terreno molle e fangoso, che pianse, pianse e pianse. 
Si passò una mano sul volto non appena sentì dei passi dietro le sue spalle sottili e nervose.
Girandosi, vide Naruto. 

"Non dovresti essere da Hinata?" chiese lei, con un filo di voce. 

"Perchè dovrei?".

"Fino a poco fa sembravate così appassionati, stretti l'uno con l'altra..." sussurrò, acida.

"Non so quale idea tu ti sia messa in testa ma..." provò a dire il biondo, prima di essere interrotto bruscamente.

"Non mentirmi! Lo so che vi amate, quindi lasciami stare! Anzi, sono io che devo lasciarti stare, perchè hai il diritto di essere felice" chinò il capo, per non mostrargli gli occhi lucidi, tristi.

A quelle parole Naruto si rabbuiò.
Si avvicinò a lei, lentamente, per paura che sparisse da un momento all'altro.

"Sakura, l’unica che amo a questo mondo sei tu. Ti ho sempre amato. E lo farò per sempre. Questo sentimento è più forte di qualunque altra cosa, e, anche se volessi, non riuscire a stare tra le braccia di una persona per cui non provo niente".

Mai parole furono così belle per Sakura. 

Si sentì ad un tratto cambiare, tutta la tristezza lavata via da quel balsamo così dolce. 
Lui continuò, imperterrito.

"Ma tanto lo so che ami Sas…",

Non riuscì a finire la frase che le labbra piene e rosee di Sakura si posarono dolcemente sulle sue, sfiorandole con estrema tenerezza.
Quel bacio valeva più di mille parole. 
Un dolce oblio in cui si persero per quell'istante che sembrò durare un’eternità.
Il tempo parve fermarsi per i due, colmi d’amore l'una per l’altro, consci di aver trovato l’altra metà di se stessi. 
Dopo un momento indefinito, si staccarono, entrambi rossi in volto a causa di quel contatto così ricco di emozioni nuove, quel tocco che aveva fatto vibrare i cuori di entrambi, i battiti accelerati e la testa che girava impercettibilmente, stimolata da quei sentimenti che squassavano le membra dei due ninja, che si fissarono profondamente, senza proferir parole.
In silenzio, in quell'istante, regnava sovrano, fatto di sguardi che valevano più di mille parole.



Non erano consci, però, del fatto che due occhi candidi e puri come la neve avevano assistito alla scena.
Due occhi perlacei colmi di disperazione e sofferenza.
Un cuore infranto.
Spezzato.
Un'espressione afflitta ed un nuovo sentimento di rabbia ed ira che iniziava a farsi strada su quel visino da bambola di porcellana.
Un visino che ben presto si era trasformato in una maschera di pura angoscia...
   
 
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