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Autore: Quelle Biro Bastarde    28/08/2004    1 recensioni
Questa berve poesia dedico in allegria, a chi di sfiga ne ha tanta, per questo Smeagol canta, forsa leggete qui orsù, male certo non farà, ma attenzione perù(sarebbe però ma nn farebbe rima...) che un po volgare apparirà...
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pallida luna

Pallida luna

Portami fortuna

Che stasera gioco al lotto

Voglio vincere di brutto

Io do i numeri di botto

Ma quel grasso farabutto

Ha truccato la giocata

Porcatroia, m’ha fregata!

Con un calcio nel sedere

La giustizia ristabilii

Mai più si fece vedere

Quel tizio che in America spedii.

Maledizione!

Ma è una persecuzione!

Pure all’ippica ho perso!

Ma che destino avverso!

Mii che maledizioni!

Mi fan proprio venir due…

(spengono il microfono a Smeagol per qualche istante)

Poichè se la fortuna è cieca

Ohimè, la sfiga ben ci vede!

E il permesso non ti chiede

Per inseguirti bieca

Se mai la dovessi incontrare,

due calci in quel posto le vorrei dare

a meno che non sia uomo

che le cose son ben altre

e non più dalla bocca lo stesso suono

ma più acuto e penetrante

canterà poi in soprano

in un modo sopraffino

e la gente dal divano

gli farà un bell’inchino

ma non è proprio serata,

perché sono scivolata

su una buccia di banana

ma fortuna sì marrana

che mai vista prima fu.

M’inseguì anche a timbuctù.

In Alaska e nella terra deserta

Di affogarla io tentai,

ma non me ne ero accorta:

nel deserto l’acqua sai,

non ce n’è poi cosi molta…

 

 

  
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