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Autore: Flaine    06/04/2013    6 recensioni
Trova un po' di mare nel mio petrolio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Northern Fire'
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guardami.



Prendimi le braccia che pendono inerti. Avvolgile attorno alle spalle e tirami su.
Guidami in mezzo agli sguardi d’odio, guidami in mezzo alla gente che conoscevo così bene.
Insegnami ad aggrapparmi, insegnami a camminare, a parlare, a vedere e ad ascoltare.
Strano come alla fine io voglia ripartire da capo.
Fammi parlare, insegnami a cercare il coraggio.
Ero un 'alieno'.
Lava il veleno via dalla mia lingua e dalla pelle, lava il sangue via dai miei vestiti.
Trova un po’ di mare nel mio petrolio.
Ti ricordi? Ti ricordi quando sanguinavamo e cercavamo di fasciarci le ferite? Ti ricordi come poi tutto tornava in replay? Pugni, urla, eco, fasce, pugni, urla, eco, fasce.
Prendimi in braccio come una bambola da riparare, piena di stoffa stracciata e senza più quello sguardo e quel sorriso che la bambina amava tanto.
Riversami nel fiume di acqua dolce delle persone, insegnami come tornare a vivere.
Riscalda i miei polmoni freddi di aria vera, fammi esercitare per sorridere.

Gazel è una bambola rotta, con cui hanno giocato troppo.
Gazel è quella bambola che all’inizio piaceva a tutti, poi ha iniziato a rovinarsi.
E tutto quello che facevano era rovinarla di più.
Shuuya, prendi Fuusuke e insegnagli a vivere, non l’ha mai fatto, per lui è una cosa nuova.
Non sarà più un giocattolo, non sarà più una bambola.
Cancella quel nome scritto a matita, con quella calligrafia così spigolosa.
Cancella Gazel.
Scrivi Fuusuke, con un pennarello indelebile, su un muro senza intonaco, dove resterà per sempre.
Anche quando il suo corpo giacerà abbracciato dalle radici di un albero.
Anche quando nessuno riuscirà più a distinguere la ragione nei suoi discorsi.
Anche quando avrà le rughe.
Ma sarà vivo.

Strappami da questo letto fin troppo candido.
Fammi nascere, battere il cuore; insegnami ad essere riaccettato dalla gente.
Guidami in quella strana danza che è il camminare.
Ricuci la stoffa e il cotone strappato nascondendo le cicatrici.
Insegnami ad assaporare, a piangere.
Curami; vestimi; baciami, togli le spire del serpente dalle mie parole.
Cancella Gazel, dimentica tutte quelle promesse d’odio.
Stringimi.
L’unica cosa che ho imparato è ad amare,
la più difficile.


 

 

 

 

 

_____________________ __ _  _  _
Cosa. È questa cosa.
Non lo so (?) avevo iniziato a scriverla perché sentendo Castle of Glass su MTV la mia ispirazione era schizzata come un cavallino, poi l’ho conclusa pensando a Fay e alla sua piccola crisi di pairing.
Che tra l’altro ha fatto andare in crisi anche me :')
Comunque questa è anche un pochino per me—è un piccolo sfogo.
E’ Gazel, odiato da tutti perché conosciuto come alieno, svuotato dalla pietra di Alius, che esce dall’ospedale. E deve imparare tutto da capo, più o meno, perché è rinato.
Aaaah, sono una sentimentalona. çAç
Ma spero che vi piaccia –anche a te Mo, spero tanto tanto- comunque. :'')
Un abbraccio spaccaossa, grazie a tutti quelli che sono persino arrivati fin qui.
cha.
  
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