Lei non morirà.

Perche'? Perchè le ho dato ascolto, stava male. Non dovevamo uscire, non dovevano esserci altri rischi per lei.
Le stringevo la mano, non solo il corpo, la coccolavo cercando di calmarmi: per come stavo, non sarei mai riuscito ad aiutare lei. Stavo male, mi sentivo privato anche di lei. Ushio, come sua madre stava morendo, fra le mie braccia.
Odiare il mondo non è bello, ma forse è impossibile per me non farlo. Questo mondo, questa città, mi hanno dato tutto ma me ne hanno fatto pagare amaramente il prezzo.
Perchè dare la gioia e poi portarla via?
Perchè infrangere sogni che ho tentato di ricostruire dopo averli tenuti rotti per così tanto tempo?
No, non deve succedere ora. Ushio ed io, ci siamo appena reincontrati ed abbiamo ancora tante cose da fare.
Piango, non riesco a smettere. Conservo le forze per tenerla al caldo il più possibile sotto quella neve che entrambe amavano e che io tendevo ormai ad odiare. Il suo corpicino, racchiuso in quell'abitino che me la faceva apparire ancor più piccola, era debole.
'Nagisa, ora avrei bisogno di te.' Questa frase non mi abbandonava nella mente, mentre le mie labbra tentavano di urlare il più possibile. Salvatela, salvate almeno lei.
Avrei dato la mia vita per far continuare la sua, il mio cuore per far ancora battere il suo ed il mio respiro per non farle smettere di farlo. Eppure piangevo, non ero degno nemmeno di quello.
Non ero degno dopo aver lasciato morire il mio unico amore, di avere quella bimba a rallegrarmi la vita; per cinque anni ho tentato di tenerla lontana per non farla soffrire, per cinque anni sono riuscito a celare le mie emozioni dedicandomi al lavoro ed al gioco. Ora avevo recuperato il tempo perso, i sorrisi ed i pianti seppur non potevo tornare indietro e vedere i suoi primi passi o le parole. Era con me, ora lo era. Dio, se esistesse, non avrebbe reso degna una cosa del genere.
Ora combatterò per lei, e lo farò anche per te Nagisa. Ho perso te, ma non perderò la nostra piccola. Tu ed io siamo in lei, ed è compito mio farla stare bene.
La strinsi, baciandole il volto, la coccolai ancora senza sosta. Fermai le lacrime e la presi in braccio, correndo ovunque con quel piccolo batuffolo in mano.
Resisti Ushio, ti sto salvando.
 

Fine.