Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Hallucigenia    06/04/2013    1 recensioni
Isabella è una pora donna del 1500. E' una storia vera di una donna che non è stata tanto fortunata.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non so se questa definirsi può una song-fic,
ma dedicare alla protagonista vorrei  questa canzone:

 

 

Isabella stava ancora sforzando i suoi occhi: insegnava loro a vedere qualcosa che non c'era. Il vento le trapassava la sottile camicia bianca, le carezzava la schiena,  le sussurrava dolci parole corazzate, le regalava un languido bacio gelido. Le portava notizie di quel forestiero che da qualche mese abitava il suo θυμός solitario, le raccontava dolcemente di mondi lontani, di mondi che le furon negati. Soffiava, questo vento, e disegnava il dolce profilo delle colline, accarezzava le chiome degli alberi, faceva vibrare le foglie, ondeggiare i campi di grano. La consapevolezza affiorava sul viso, ma quella volta Crudel Fortuna non avrebbe vinto: un sorriso amaro le dipinsero sul volto innocente su cui troppo spesso cascarono gocce di rugiada lievemente salate.
Un razzo nel limpido cielo della sua mente la solcò “Strappa codesta gonna, e corri corri corri corri e”
Saliva spesso sulla cima. E pensare che erano sempre state lì, e lei..semplicemente le ignorò: le bastava la linea dell’orizzonte e il dolce cullar delle acque del Sinni, suo unico amico. La prima volta che ci salì provò una sensazione terrificante: fu come se la stringessero in una morsa soffocante. Ma piano piano risultò simpatica questa morsa, questo abbraccio. Cominciò ad apprezzare la voce del silenzio. Si sentì quasi come un feto nel dolce ammaliante grembo materno, coccolato e amato. Per la prima volta, fu un tutt’uno con qualcosa. E si sentiva bene, immensamente bene. Cresceva sola e non si sentiva mai sola. Si fece un’altra amica, imparò molte cose. Scelse un punto preciso, si sedette. Era il punto dove moriva il castello. Tàliò il cielo e forse più in là. Il castello addormentato non era mai stato così bello.
Aveva una luce strana negli occhi, e qualcuno la chiamò
strega. Ma alla fine la gente che ne sa, della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa.
Ma un giorno scoppiò la voglia di vivere, così come si scoppia a ridere o a piangere.
E' stanca.
E' stanca del monte, è stanca di aspettare.
Le ritorna in mente la sua frase “Ritorno a casa presto”.
Papà, io ti aspetto, sai?

 

                     

Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,                  
e il peccato fu creder possibile una storia impossibile.

 

 

 

Narro la storia di Isabella Morra, colei che non è come noi, non lo è mai stata. La Fortuna non l’ha baciata.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Hallucigenia