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Autore: millab33    07/04/2013    2 recensioni
Già, l'imprinting. Renesmee si chiese se potesse funzionare anche al contrario. Se ci fosse una forza, in lei, che la spingesse verso Jacob, nello stesso modo in cui lui era spinto verso di lei. Se così fosse stato, lei non voleva seguirla. Voleva decidere da sé, voleva capire cosa provava al di là del mondo in cui vivevano.
Voleva scegliere.
Ma, guardando Jacob che si avvicinava con un pacchetto regalo e che la guardava dolcemente, si rese conto di non avere scelta.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nahuel, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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No choice - Capitolo 1
 

«Buongiorno ragazzina!»
Nessie mugolò, affondando il viso nel cuscino e scalciando verso la voce che l'aveva chiamata. Aveva sonno, ma non abbastanza da non regire alla parola ragazzina, specie se pronunciata da lui.

«Non sono una ragazzina.» Brontolò, sollevando leggermente la testa, poi il suo volto s'illuminò «Anzi, oggi compio diciotto anni, ti ricordo!»
Lui, con un ghigno divertito, si abbassò e sollevò un pacco regalo.

«In realtà» Le fece notare lui, mentre Renesmee scartava con entusiasmo il regalo «Oggi ne compi sette, dunque sei ancora una bambina.»
Nello stesso istante in cui lo disse, Jacob si sentì arrivare in pieno viso la bambola di pezza che Renesmee aveva trovato nella scatola, ed ascoltò la sua risata cristallina, mentre lo tempestava di pugni sul braccio, sapendo che lui non avrebbe sentito nulla.

«Ora dammi il vero regalo.» Disse imbronciata dopo aver smesso di picchiarlo, incrociando le braccia al petto. 
Jacob gliele disincrociò, attirandola a sé e stampandole un bacio sulla testa, affondando il viso nei morbidi capelli.

«Quello dopo. Adesso la tua famiglia ti sta aspettando, Ness.»
La vide annuire, mentre una luce le brillava negli occhi, ed anche lui si sforzò di sorridere, cercando di non pensare a chi altro la stava aspettando in casa Cullen. 

«Mi hanno incaricata di portarti a casa dei nonni sana e salva, dunque io adesso ti aspetto di là, tu mettiti qualcosa addosso e poi andiamo.»
Ma Renesmee non lo ascoltava, e si era già fiondata nell'enorme cabina armadio piena zeppa dei regali delle zie. A differenza di sua madre, amava molto i bei vestiti, ma aveva un look più sobrio di quello che avrebbe voluto Alice. Indossò un'abitino verde mela lungo fino al ginocchio e un paio di ballerine dello stesso colore.
Si guardò allo specchio. Gli occhi nocciola erano accesi d'entusiasmo. Si sentiva grande. Nahuel le aveva detto che il giorno del suo settimo compleanno avrebbe smesso di crescere, e quel giorno era finalmente arrivato!
Uscì dalla camera, e vide Jacob che l'aspettava seduto sul divano. Trattenne il fiato, per non farsi sentire.
Jacob non era mai riuscito a chiamarlo zio, e non solo perché non era uno dei fratelli dei suoi genitori. Aveva sempre sentito che c'era qualcosa di diverso, ma era difficile per lei, unica bambina in un mondo di adulti.
Un giorno, quando era bambina, chiacchierando con Seth e Leah aveva sentito parlare per la prima volta dell'imprinting. Ed aveva saputo che Jacob l'aveva avuto con lei. Non era più riuscita a guardarlo come prima, si chiedeva cosa volesse dire. Ed in quel momento si chiese se il raggiungimento della maturità da parte sua, comportasse l'obbligo a compiere una scelta.

«Eccola qui, la mia lupacchiotta preferita! Sei veramente bellissima, Nessie.» 
Renesmee sorrise, sentendosi chiamare con il nomignolo che usavano per lei quelli del branco, ma che in casa Cullen era assolutamente vietato ripetere. Era già abbastanza speciale, mezza umana e mezza vampira. Più volte era arrossita di fronte alla domanda dello zio Emmett "Chissà cosa sarebbero i vostri figli", subito bloccata da una gomitata di sua madre Bella.
Nessie arrossì, ripensandoci, e Jacob interpretò il gesto in modo sbagliato.

«Che c'è Ness? Ora ti vergogni di me, non posso neanche dirti che sei bella?»
Lei scosse la testa energicamente, e si precipitò verso l'uscita.

«Certo che puoi Jake, e poi lo so già, non serve ricordarmelo.»
Jacob fece una risata molto simile ad un ululato, e le prese delicatamente un polso, trascinandola verso casa Cullen. 
Entrarono, ed un enorme "Sorpresa!" riempì l'aria. Nessie sorrise, con le lacrime agli occhi. C'erano tutti, veramente tutti. Oltre ai membri della famiglia Cullen, c'era suo nonno Charlie con la moglie Sue, Leah e Seth, Quil ed Embry, il Clan di Denali, quello irlandese, quello Egizio, le Amazzoni ed in un angolo, lui. Era accanto a sua zia Huilen ed aveva in mano un mazzo di fiori. 
Nahuel era venuto a tutti i suoi compleanni, raggiungeva la famiglia Cullen nelle ricorrenze importanti, ed era sempre stato dolcissimo con lei. Dolcissimo, sì. Da bambina non capiva, ma con il tempo sì. Perché la dolcezza di Nahuel era diversa da quella di Jacob. Jake era la persona giusta al momento giusto, capiva sempre quello che lei voleva e stava attento a darglielo, Nahuel invece non ne era capace. Forse perché si vedevano di meno, forse per colpa di quello stupido imprinting che rendeva tutto ancora più anormale di quanto non fosse già.
Già, l'imprinting. Renesmee si chiese se potesse funzionare anche al contrario. Se ci fosse una forza, in lei, che la spingesse verso Jacob, nello stesso modo in cui lui era spinto verso di lei. Se così fosse stato, lei non voleva seguirla. Voleva decidere da sé, voleva capire cosa provava al di là del mondo in cui vivevano.
Voleva scegliere
Ma, guardando Jacob che si avvicinava con un pacchetto regalo e che la guardava dolcemente, si rese conto di non avere scelta. Accolse il regalo con un sorriso.

«Se è un'altra bambola giuro che ti uccido, Jake!»
Non era una bambola. 
Nessie si trovò tra le mani un enorme album rosso fuoco, con sopra un impronta. No, non un disegno, proprio un impronta di una zampa. Sapeva che era stato lui a farla, mentre era sotto forma di lupo. 
Mordendosi un labbro, la ragazza sollevò la copertina, e vide la prima foto. Lei era una neonata, e Jacob la guardava in un modo che la fece rabbrividire. Sotto la foto c'era scritto, con calligrafia decisa ma dolce "Da quando ti ho vista non è più la forza di gravità a tenermi attaccato alla terra.". Quelle parole le provocarono una sensazione allo stomaco, che le suonò come una condanna. Abbozzò un sorriso, e notò che tutti la fissavano.

«Grazie Jake, è stupendo. Lo guarderò meglio a casa.»
Gli diede un bacio veloce sulla guancia, e si girò verso il resto della famiglia. Sua madre la guardava preoccupata, ma lei ignorò lo sguardo. Nahuel si fece avanti.

«Buon compleanno, Renesmee.» Mormorò, dandole il mazzo di rose. Renesmee si sforzò di sorridere ancora. Non era colpa di Nahuel, se Jacob sapeva che lei odiava i fiori recisi, e lui no. Nahuel non poteva saperlo.
Le diede un pacchetto minuscolo, dentro c'era un bracciale che pareva emanare una luce propria. Renesmee lo guardò: era bellissimo. Senza neanche darle il tempo di ribattere, Nahuel lo prese e glielo agganciò al polso, accanto al bracciale che le aveva regalato Jacob durante il Natale di sei anni prima. Renesmee ricordava vagamente che qualcuno, un giorno, le aveva detto che quel bracciale aveva lo stesso valore di un anello di fidanzamento.
Perché il suo destino era già stato deciso da bambina? Non voleva che fosse così.
Ringraziò anche Nahuel, e poi guardò implorante famiglia e amici, che le si fiondarono addosso riempiendola di baci e regali. 
Alla fine della giornata, si ritirò in camera sua, con tutti i suoi regali. Erano davvero tanti, ma non voleva pensarci. Guardò il bracciale di Nahuel, composto da minuscoli fiori di cristallo. Era un capolavoro di artigianato, doveva ammetterlo. Al suo fianco, il bracciale intrecciato della tribù dei Quileute sembrava insignificante.
Renesmee si pentì subito di quello che aveva pensato, ed afferrò l'album che le aveva regalato Jacob. Si accorse che non mancava nessuna tappa della sua vita, perché da quando era nata, Jacob le era sempre stato vicino. Non si era perso niente di lei. Guardandosi intorno nella camera, la vide piena dei suoi regali. Piccole cose. Il disegno del mostro di Loch Ness che le aveva fatto qualche anno prima, e che lei aveva attaccato in camera, piccole miniature di lupi, o ancora matite intagliate, acchiappasogni.
Il suo sguardo cadde infine sulla bambola di quella mattina. Aveva i boccoli castani e al posto degli occhi due bottoni marroni. Sul vestitino aveva ricamato il suo nome, Nessie, e sotto di quello c'era l'immagine di un lupo.
Strinse forte la bambola e si mise, ancora vestita, sotto le coperte. Chiuse gli occhi.
Era sempre più convinta di non avere scelta.

Ciao! Premetto che odio Nahuel ahhaha. Dal primo momento che l'ho visto. Se non fosse servito a salvare la vita a Nessie, non l'avrei mai voluto vedere, e secondo me sarebbe dovuto sparire subito dopo. La Meyer non avrebbe dovuto lasciare l'interrogaivo, perché Renesmee non dovrebbe avere altra scelta che Jacob.
E la mia idea mi era sempre piaciuta. Nessuna scelta, solo Jacob, perché è con Jacob che lei deve stare. Ma poi ci ho pensato...Renesmee è contenta, di non avere scelta? Come la vive questa cosa?
Continuerò presto - in realtà dipende anche dai vostri commenti - ma comunque non dopo una settimana, e non prima di ddomani. Quindi, beh, che dire?
Leggete, e fatemi sapere cosa ne pensate. A presto!

Millab33

  
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