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Autore: Ce Ci    07/04/2013    4 recensioni
Incominciò tutto in un giorno di pioggia, come il giorno in cui tutto finì.
“Io ti ho già vista…”
“Scemo, vivi a casa mia, mi vedi ogni mattina!” risposi con aria sconsolata. Si aveva decisamente bevuto troppo e probabilmente non sapeva nemmeno con chi stava parlando.
“Questo lo so Rachel!” ok, mi ero sbagliata, mi aveva riconosciuta almeno “Dicevo prima. Io ti ho visto prima di vivere a casa tua. Non so mi pare come in un sogno. Mi ricordo dei tuoi capelli biondo scuro, degli occhi azzurri che mi guardano tra le lacrime, poi un nome: Rachel. Piangevi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24. How a story ends

 

Senti che ci manca qualcosa,
che c'è sempre una scusa,
che la gioia si è offesa,
che non c'è la scintilla,
che si è spenta la stella,
ma una colpa non c'è.
La notte è troppo silenziosa e adesso
l'amore è un'altra cosa.
(L'amore è un'altra cosa – Arisa)

 

 “E' tutto a posto ragazzi?”
Era da parecchi minuti che stavamo lì, seduti, senza dire un parola. Guardavamo un punto indistinto sul muro, mentre un tiepido sole passava dalla finestra del soggiorno e rischiarava la stanza facendo apparire dei riflessi dorati sui capelli castani di Liam che ci fissava con sincero interesse.
“Si” rispondemmo all'unisono io e Niall facendo cenno con la testa. D'istinto le nostre mani si cercarono come se sapessero esattamente dove trovarsi e si strinsero una attorno all'altra.
“Ah, ok – disse allora Liam distendendo subito l'espressione preoccupata che aveva fino a poco prima – Mi sembravate strani”
“Strani noi?” commentai io un po' troppo sarcasticamente.
Si sentì un urlo provenire dal corridoio. Il castano alzò gli occhi al cielo.
“Hai ragione, qui siamo nello zoo. Forse siete ancora i più normali”
Mi fece l'occhiolino prima di alzarsi e andare a vedere chi degli animali avesse emesso quel suono sovrumano.
Rimasti nella stanza da soli, io e Niall non ci muovemmo dalla posizione in cui ci trovavamo, finché Lottie non ci venne ad avvisare che la cena era pronta.
Scoprii che alla fine l'emergenza di Zayn altro non era che uno scherzo di Louis che per ripicca a non so che cosa gli aveva nascosto il gel. Scoppiai a ridere per ritornare subito seria e impassibile come prima.
In quei giorni mi accusarono spesso di essere bipolare e di cambiare umore più rapidamente di quanto Lottie si cambiasse d'abito. Quando me lo dicevano scuotevo la testa divertita pensando fossero tutti pazzi, non capivo quello che in realtà mi stava succedendo.
Dicevano anche che Niall aveva smesso di fare quelle sue battute che non facevano per niente ridere e alle quali rideva solo lui. Non che le rimpiangessero particolarmente, dicevano, ma ne avvertivano la mancanza.
Scosse le spalle esattamente come facevo io e continuava imperterrito a guardare il suo piatto.

“Stasera andiamo al cinema?” propose Louis che voleva portare con noi anche la sua amata Waliyha che in quel momento era con la famiglia di Zayn alloggiata in un hotel in città per stare vicino al fratello.
“Se proprio dobbiamo...” rispose Niall con una nota annoiata.
“Sembra che tu stia facendo un grande sforzo – replicò Zayn – come se non sapessimo che non ne guarderai nemmeno un pezzo di quel film”
Fece l'occhiolino a me, come se fosse logico che avremmo passato tutto il tempo ad amoreggiare. Il suo sguardo unito a quello di tutti gli altri mi portarono a fissare i profondi occhi azzurri di Niall e scambiarci un timido sorriso.
Afferrammo rapidamente i cappotti e ci fiondammo per la strada scarsamente illuminata dai lampioni di Londra, mentre una leggera pioggia ci inumidiva i volti.
I miei piedi si seguivano l'un altro in un movimento quasi automatico mentre la mia mano faceva presa salda in quella dell'irlandese.
“Tutto a posto Rachel?”
La voce di Harry che proveniva da poco più in alto della mia spalla sinistra mi fece sobbalzare e voltare di scatto, come se fossi stata appena scoperta, presa in fallo mentre non riuscivo a celare quel senso di angoscia che mi stava perseguitando.
Annuii. Lui non sembrò molto convinto.
“Puoi anche mollarla la sua mano, credo non gli circoli più il sangue” continuò a sibilarmi in un orecchio.
D'istinto diedi un'occhiata alla mano di Niall che veniva letteralmente stritolata da me e allentai la presa mentre spingevo con un gesto rapido del gomito Harry lontano dal mio orecchio.
Emise un leggero gemito e scosse la testa allontanandosi da me.
“Ha detto qualcosa?” mi chiese Niall.
“No, deve essersi inciampato” risposi vaga alzando le spalle.
Non ricordo nemmeno il titolo del film che vedemmo, so solo che non era veramente il mio genere, passai il tempo a fissare lo schermo e a stampare qualche bacio sulle morbide labbra di Niall quando gli sguardi che mi sentivo addosso si facevano troppo pesanti.

Stavamo tornando a casa dopo aver preso una birra tutti insieme con qualcuno che cantava attirandosi le ire di qualche signora che ci urlava qualche insulto dal balcone.
Mi sentii strappare dal fianco del mio ragazzo da due mani forti che mi tirarono in un posto un po' più appartato.
“Harry? Che c'è?” mormorai sbigottita dai suoi modi un po' bruschi, ma decisi.
“L'ho notato” affermò solo guardandomi negli occhi.
“Cosa hai notato?”
Le sue mani mi afferravano le spalle, teneva lo sguardo fisso nel mio con aria fiera, cosa che fortunatamente non venne notata da nessun altro perché erano intenti a prendere altre birre in un bar di periferia.
“Cosa è successo tra te e Niall? E non dire nulla perché ti conosco troppo bene”
Sarei sfuggita da questa situazione, ma non potevo per la sua presa troppo forte o per i suoi occhi verdi che mi impedivano di distogliere lo sguardo.
“Gliel'ho detto. Gli ho detto di quel bacio.”
Mi voltai per andarmene, ma non ci riuscii.
“E ora fingi che non sia cambiato nulla tra di voi? Si vede che fingi, mi è bastato guardarti per più di due secondi per costringerti a baciarlo o ad afferrargli la mano in maniera compulsiva”
Come si permetteva di dire una cosa del genere? Non potevo sopportarlo.
“Che cosa ne sai tu? Tu non sai nulla di me!”
“So che tu non lo ami”
Gli tirai uno schiaffo in pieno viso. Non so perché lo feci. Non perché pensassi che avesse torto, ma per il modo in cui me l'aveva detto, il modo in cui sempre, ogni volta, pretendeva di conoscermi più di quanto non mi conoscessi io stessa.
Si portò una mano al viso. Io mi voltai e me ne andai.

Gli sguardi che mi lanciava Harry diventavano giorno dopo giorno più pesanti da sopportare e ormai si erano accorti tutti che c'era qualcosa che non andava tra me e Niall e ora bisognava solo dirlo a lui.
“Possiamo parlare?” gli chiesi.
Lo trascinai in camera mia e chiusi piano la porta dietro alla mie spalle.
“Cosa succede?” chiese lui con un aria un po' stupita che mi fece sentire subito in colpa.
“Non ti sembra che da quando ti ho raccontato di quel bacio qualcosa sia cambiato tra di noi? Non hai avuto anche tu l'impressione di sentirti obbligato, incatenato da un qualche vincolo, dagli sguardi degli altri, dalle aspettative, da quello che tutti si aspettavano che accadesse? Non ti sentivi un maledetto burattino ogni volta che mi stringevi la mano o mi abbracciavi?”
Abbassò lo sguardo. Stette in silenzio. Ebbi paura di aver sbagliato tutto.
“Ho avuto la stessa impressione in questi giorni, ma ho avuto paura fosse solo nella mia testa e avevo paura di perderti” disse solo infine.
“E' proprio per questa paura di perderci che siamo arrivati a questo” mormorai.
“Quindi dici che ha senso stare ancora insieme?”
Scossi la testa. Non aveva fatto male nemmeno la metà di quello che credevo.
Era stato un momento, una passione che si era accesa in fretta e ora si era spenta, per una scusa che non aveva fatto altro che portare a galla la noia che faceva da sfondo a quella relazione.
“Però non ci allontaneremo per questo?” mi chiese ancora fissandomi negli occhi.
Scossi la testa.
“E ora tornerai da Harry?”

Ormai la notizia che io e Niall non stessimo più insieme era di dominio pubblico. Eravamo rimasti buoni amici, questo era chiaro.
Da quando era successo Harry aveva imparato a stare al suo posto. Solo che ora questa sua lontananza mi uccideva, sembrava che improvvisamente quando il provarci con me non era più un problema lui avesse perso ogni interesse e benchè mi ripetessi sempre che non mi importava di lui, ora mi dava quasi fastidio che lui non avesse solo più occhi per me. Che pretendevo? L'avevo preso a schiaffi, contraddetto e insultato in tutti i modi possibili ed era normale che lui si fosse stufato e mi avesse voltato le spalle. Mi chiedevo addirittura perché non l'avesse fatto prima, insomma alla fine mi stava cercando di proteggere da una relazione che non mi faceva più bene. Era chiaro che non era stata la prima interpretazione che avevo dato alla faccenda, ma dato il suo distacco forse quello era veramente un ultimo gesto fatto perché mi voleva bene, davvero.
Perciò avevo deciso di non pensare più a lui e di andare avanti.
Ma il suo sorriso, quel sorriso mi fregava sempre. Non riuscivo a smettere di fissarlo.
Quel pomeriggio mi ero incantata a guardarlo sorridere al telefono mentre passeggiando per il soggiorno scherzava con qualcuno quando d'improvviso il suo volto si fece più serio. Annuiva rapidamente con la testa e chiuse la chiamata e si diresse verso di me. Io cercai di distogliere lo sguardo e assumere una posa vaga, ma non feci in tempo che me lo trovai di fronte.
“Rachel, perché mi stavi fissando?”
Non sapevo cosa rispondere, che cosa inventare.
“Io, ecco... veramente... E' che ho sbagliato tutto con te. Ora a te non interesso più e lo capisco. Anzi mi chiedo perché tu abbia cercato di aiutarmi tutto questo tempo nonostante il modo in cui ti trattavo sempre, ma ora non ha più importanza. E' giusto che tu stia andando avanti con la tua vita e così farò io con la mia...”
Mi interruppe con un breve bacio sulle labbra.
“Dobbiamo partire domani – aggiunse infine – devo dirlo agli altri”



SPAZIO AUTORE
Bellezze care è con immenso ritardo che pubblico questo capitolo che mi porta molto vicino alla conclusione di questa storia, preparate i fazzoletti che tra poco diremmo addio a Rachel... 
Non posso promettervi tempi meno biblici per il prossimo capitolo, ma mi impegnerò. 
Grazie a tutti quelli che leggono ancora e recensiscono! 
Un bacio! :)
  
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