Libri > Eragon
Segui la storia  |      
Autore: Disorientated Writer    07/04/2013    5 recensioni
« Ma le ombre sono sveglie ora. E pronte a riprendersi la loro vendetta. »
Con queste parole, una ragazza sconosciuta scompare nel nulla, lasciando Murtagh ad osservare la strada buia di un villaggio distrutto in silenzio, cercando di capire. Chi sono queste 'ombre'? E da cosa vogliono vendetta?
Possibile che Galbatorix non fosse solo a governare il suo impero di follia? Possibile che, qualcuno, lo aiutasse nei suoi piani? Qualcuno che, una volta sconfitto il Re Nero, è stato costretto all'esilio. Ma ora è tornato, e ha intenzione di riprendere ciò che è suo di diritto. Sotto il suo comando, alcuni tra i più potenti esseri magici della terra, compresa la ragazza misteriosa.
La situazione sembra disperata, ma l'arrivo della più impensabile delle creature potrebbe sconvolgere completamente le carte in tavola: Ella, una sedicenne tutt'altro che tranquilla, che proviene da un mondo triste, vuoto e spoglio. Il nostro.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Selena/Morzan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

The Awakening of the Shadows  

I. Le ombre sono sveglie

 
 
 








 
 
Buio. Non c’era altro, per le strade del villaggio. Solo buio.
E l’insistente odore di sangue rappreso che inondava le narici del Cavaliere.  
Murtagh vagava tra le strade silenziose stringendo nervosamente il pomo di Zar’roc, la spada rosso cremisi che brillava nel suo fodero, chiamando a gran voce la morte di chi aveva provocato quella strage insensata.
Mendruil si trovava nei pressi dei monti Beor, ed era completamente isolata dal resto del mondo.  Circondata dalle alte guglie di quelle montagne, gli uomini del villaggio avevano sempre vissuto di ciò che la terra donava loro, senza intraprendere scambi con le altre città o centri abitati di Alagaësia. Eppure, per qualche oscuro motivo, un esercito itinerante era piombato sugli abitanti durante la notte e aveva fatto razzia, uccidendo tutti. Uomini, donne e bambini.
« Che strage … » commentò a mezza voce Murtagh, mentre con gli occhi pieni di raccapriccio osservava un corpo martoriato ai suoi piedi, probabilmente appartenente ad una donna, che giaceva con gli occhi spalancati dall’orrore. Il ragazzo si abbassò lentamente e chiudendole le palpebre sussurrò una benedizione nell’antica lingua.
Riposa in pace. Fatelo tutti.
Una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia mentre continuava a camminare tra i cadaveri decomposti, insanguinati e talvolta carbonizzati cercando di captare il minimo segno di vita. Perfino la natura, all’interno del villaggio e lungo i suoi confini, sembrava morte. Com’era stato possibile? Come non potevano essersi accorti di un esercito che vagava per i monti Beor? Perché solo un esercito poteva aver ridotto in tali condizioni un villaggio del genere.
È inutile, Murtagh. Qui non è rimasto più nessuno.
La voce di Castigo scosse il Cavaliere da quei pensieri. Il drago aveva ragione: era tutto inutile. Non riusciva a percepire il minimo battito, l’eco di una vita, la luce di un’anima. Tutto era vuoto, spento.
Morto.
« Andiamocene, Castigo. » fu tutto quello che  sussurrò, prima di lanciare un ultimo sguardo addolorato alla piazza cittadina cosparsa di cadaveri e tornare verso la porta la radura dove il drago lo attendeva.
 
Fuoco. Lampante, luminoso, sfuggente. Un secondo e niente più. Ma Murtagh era sicuro di averla vista. Una fiammella danzante tra la morte, un sospiro di vita, l’ultimo rimasto.
Corse verso l’angolo della strada. Lì, era lì che l’aveva vista. E aveva intenzione di ritrovarla.
« C’è nessuno? » gridò al vento che aveva iniziato a soffiare cullando i corpi impiccati alle finestre delle case.
Gli rispose il nulla. Ne’ un silenzio, ne’ un sospiro. Solo il fruscio del vento sugli abiti sgualciti.
Forse l’hai immaginato,tentò Castigo, senza successo.
Murtagh aveva visto una fiammella. Restava solo da capire perché non volesse più farsi vedere.
« So che sei qui! Mostrati! » urlò nuovamente, estraendo Zar’roc dal fodero e facendo luce con una sfera magica, pronto a tutto.
Ma non a ciò che sbucò dall’angolo della via.
Una ragazza vestita di umili abiti, dai capelli dello stesso colore del sole e dalla pelle di luna, lo osservava in piedi e brandendo una spada, probabilmente raccolta da qualche soldato ucciso. Aveva uno strano sguardo, notò Murtagh. L’atteggiamento comunicava quanto fosse spaventata, ma gli occhi dicevano tutta un’altra cosa: non ho paura di te.
« Sta’ tranquilla, non voglio farti del male. » disse, allungando una mano verso di lei.
La giovane rimase un secondo in silenzio, poi un sorriso si dipinse lungo il suo volto, mostrando una fila di denti bianchissimi e un paio di canini più lunghi e appuntiti del normale.
« Oh, lo vorrai Cavaliere, credimi. » fu tutto quello che disse, prima di scattare contro di lui brandendo la lama.
Solo grazie ai suoi riflessi allenati Murtagh le impedì di ucciderlo in un sol colpo, scostandosi appena in tempo. Rispose all’attacco con furia, tentando di colpirla, ma senza successo.
Tutto ciò era semplicemente assurdo, ragionò il giovane.
Vattene via da lì, soldati in arrivo!lo avvisò Castigo planando su di loro in quel preciso istante.
La fanciulla sembrò seccata dall’arrivo dell’enorme drago cremisi, ma non accennò a scappare. Incominciò anzi a lottare con più foga, riuscendo più volte a ferire il Cavaliere, che tentava di difendersi senza arrecarle danno.
« Perché sei così arrabbiata con me? Non sono certo stato io a ridurre così il tuo villaggio. » tentò di parlamentare lui mentre parava un attacco al petto.
Lei sembrò per un secondo stupita, poi alzò gli occhi al cielo ed abbassò l’arma, guardando il Cavaliere come fosse il più stupido degli esseri umani.
« Io non sono di questo villaggio, Murtagh Morzansson. E sono stata proprio io a ridurlo così. » disse tranquillamente, sorridendo e mostrando nuovamente i suoi canini più lunghi del normale.
« Cosa ---? » Murtagh era senza parole. Quella ragazza non poteva aver ridotto il villaggio in uno stato simile. Era impossibile.
« Credevate di esservi liberati di noi, Cavalieri? Eravate così convinti che non saremmo tornati? Per un po’ siamo scomparsi, certo. Ma le ombre sono sveglie ora. E pronte a riprendersi la loro vendetta. » sussurrò, prima di lanciare la spada contro il muro vicino e sparire in un turbine viola, mentre nell’aria riecheggiava ancora la sua risata. 
















Elis' Corner
Ed eccomi qui, con l'ennesima long. ARGH. 
Confusi? Sorpresi? Annoiati? Incuriositi? Avete voglia di buttare il computer dalla finestra (so che non lo fareste mai) e maledirmi in tutte le lingue a voi conosciute, dall'italiano all'aramaico? Beh, fatemelo sapere! :) ci tengo davvero tanto a questa storia, e sebbene sia solo un prologo piccino piccino picciò spero vi sia piaciuto, almeno un pochino. 

detto questo, YO. (?)

Elis. 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Disorientated Writer