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Autore: Sophos_    07/04/2013    1 recensioni
Oh yeah! Sophos_ came back!
Dato che non ho tempo per il diario,vi lascio questa mia riflessione di una domenica da coma.
Non ho mai amato gli arcobaleni, sono soltanto un'illusione che in pochi minuti scompare, lasciandoci un vuoto.
Il collegamento è con una persona a me cara, troppo cara in fondo.
Un'illusione di 4 anni si contrappone ad un'illusione di 4 minuti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo va alla mia Pucca, che dopo le nostre giornate di pioggia è finalmente riuscita a vedere un arcobaleno.
Arcobaleno
Arrivederci, forse, è la parola che più si addice alla nostra situazione.Sì, perché situazione è il vocabolo che più si avvicina al nostro rapporto. Un legame consolidato nel corso degli anni, 4 precisamente, e sfasciato in pochissimi secondi.
Ripensare a quello che eravamo, non è il modo migliore per consolarmi. Un’amicizia che spesso stava sfociando in amore, ma che, a causa del nostro tempismo, è rimasta schiacciata dal peso delle nostre rispettive fiamme.
Credevo che con il tempo saremmo cresciuti, e avremmo imparato cosa farcene l’uno dell’altro. Eppure non è stato così, gli anni passano, ma io e te non siamo cambiati affatto, i nostri sentimenti non sono cambiati, ma ora abbiamo delle responsabilità che prima non avevamo, di conseguenza siamo costretti a riflettere prima di agire.
Ora non possiamo che stare a guardare come le nostre vite si allontanino rispettivamente sempre di più, trascinate da correnti più forti di noi. Entrambi ci siamo rassegnati, per quanto ci sforziamo di agitare le braccia e le gambe veniamo sempre respinti.
Bel libro, la solitudine dei numeri primi, due numeri abbastanza vicini ma non così tanto da riuscire a sfiorarsi”. Quel libro racconta la nostra storia, di come non siamo mai riusciti a toccarci, a provare finalmente il respiro dell’uno sulla pelle dell’altro. Il problema è che noi non siamo un libro, chi scrive probabilmente non ha ancora deciso un finale per noi, siamo delle pedine, di un gioco forse troppo spietato.
Alla fine potevamo fare qualcosa, non ci sarebbe costato nulla provare. Avremmo dovuto mettere da parte tutte le nostre paure e fare quel salto, nel vuoto, e provare finalmente la sensazione di cadere insieme, di provare le stesse emozioni e finalmente condividere qualcosa in più.
L’attimo esatto in cui noi abbiamo concepito il nostro allontanamento non deve essere stato facile. Debolezza, da parte mia, delusione dalla tua. Lo sai, non ho mai voluto entrare in campo, ho sempre preferito stare sugli spalti a osservarti da lontano piuttosto che giocare. Mentre tu aspettavi solo che io entrassi in campo per vincere la partita, ma non è stato così.
E alla fine ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano, contemplando la nostra fine. La colpa è di entrambi, e di nessuno. Continueremo a tessere  la tela di Penelope, ci avvicineremo ogni giorno ma la notte, quando tutto si ricorda e la solitudine pesa, la nostra anima si sfilaccerà fino a consumarsi.
Non eravamo quello che ci eravamo prefissati, ma molti sogni sono fatti per essere infranti. Ormai siamo grandi, non possiamo credere ai supereroi e agli orsacchiotti che ci difendono dai mostri sotto il letto. Siamo cresciuti, dobbiamo capire che gli atti di eroismo sono quelli che si fanno ogni giorno, nel nostro piccolo. Gli insignificanti atti di coraggio che ogni giorno ci spingono ad andare avanti. Dobbiamo capire che non tutte le storie hanno un lieto fine, che non arriva sempre il principe azzurro, e che l’amore non è eterno.
Ormai anche l’arcobaleno volge a dissolversi, l’illusione sta svanendo, il cielo non è più squarciato da uno spettro di colori, e noi cessiamo finalmente di osservare quest’illusioni. Torniamo alla realtà, una realtà in cui la presenza dell’altro non è gradita.


Arrivederci, forse, è l’unica cosa che mi tiene in vita.
  
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