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Autore: stillfreeit    08/04/2013    0 recensioni
Nella penisola Italica del 1458, in pieno Rinascimento, non è affatto comune che il Capitano della polizia locale sia una donna. D'altra parte, a quanto pare, esiste una piccola città sulla costa tirrenica della penisola che può vantare questo singolare prodigio. Viene da sé che Elena abbia sempre da dimostrare di essere all'altezza del suo ruolo. Il killer silenzioso piombato dal nulla in città è esattamente l'opportunità che Elena non avrebbe mai desiderato di dover cogliere per mostrare di che pasta è fatta.
Genere: Mistero, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cp 8 5 Aprile 1458

Il tempo trascorso dalla fine della vibrazione dell'ultima campana al suono di quella voce, confermò la teoria che l'assassina fosse già lì da tempo ad osservarla.
Era alle sue spalle, ed Elena si voltò di scatto, questa volta prendendo l''impugnatura della spada con la mano destra, pronta a sfoderarla. Una piccola figura incappucciata quanto lei uscì dall'ombra.
Tacque, non seppe determinare per quanto. Quella notte sembrava che il Tempo avesse abbandonato le normali regole preferendo ad esse il caos. Poteva correre spedito per un istante e poi arrestarsi per un'eternità.
"Vi ringrazio per essere venuta" le disse.
Teneva la voce bassa, appena più forte dello scroscio sempre più forte della pioggia.
Dopo aver immaginato per notti intere che aspetto avesse, infine era lì di fronte a lei ma avvolta in quel modo rimaneva ancora nella dimensione di sogno... o di incubo.
Si avvicinò di un passo, estraendo poche dita della lama dalla fodera.
Non si fidava affatto di lei. Già il fatto che non potesse distinguerne lo sguardo da sotto il cappuccio la rendeva un avversario inaffidabile. Non avrebbe abbassato la guardia.
D'altra parte, non vedeva l'ora che tentasse un qualsiasi attacco. A differenza del Maresciallo, lei non aveva avuto ancora occasione di prendere a pugni qualcuno.
La supplica partì che neanche aveva abbassato del tutto la pianta del piede.
"No, no! Vi prego no, non vi avvicinate, non vi avvicinate, vi prego, vi prego". Elena si fermò di scatto, quasi avesse estratto un'arma.
La guardò in un misto di disgusto e stupore. Era quella, quel ragnetto, ad aver seminato morte lungo il suo cammino? Ad aver brutalmente ucciso e mutilato tre uomini. Quella
che ora si rannicchiava dietro al mantello, quasi temesse le percosse di un genitore severo.
Era quasi delusa da ciò che vedeva.
Ricordò quando nel suo studio, aveva praticamente potuto vedere allo specchio la sua rabbia contro chi l'aveva ingannata, chi aveva denigrato il suo valore, chi avrebbe voluto che fosse solo uno strumento, come tutte le altre.
La guardò stringendo gli occhi a due fessure. A chi voleva darla a bere? Non certo a lei.
Elena sapeva che cosa era stata capace di fare quella donna, anche più di una volta. La parte dell'agnellino le veniva bene, ma non per questo ci sarebbe cascata.
Se era un modo per dettare le regole dello scontro, si stava sbagliando di grosso. Era lei il Capitano.
"Io…io…ho una storia da raccontarvi Capitano. Vi prego non vi avvicinate" continuò.
Elena scoprì di avere i denti scoperti in un ringhio quasi bestiale, e la mano che fremeva per sfoderare la spada in un moto di rabbia.
"La sola cosa che voglio sentire uscire dalla tua bocca è il motivo per cui hai voluto me qui stanotte, quando sai perfettamente che sono autorizzata ad arrestarti, ed anche ad ucciderti" disse, utilizzando il suo miglior tono da Capitano severo. "Non aspettarti di farmi compassione, quella l'ho persa già da tempo. Siamo avversari, non contratterò con te. E inoltre..." per la prima volta staccò la mano dall'elsa della spada, e si abbassò il cappuccio dal viso ormai fradicio. Il suo sguardo scuro continuava a scrutare nel buio del viso della donna che aveva di fronte. "Sono abituata a guardare le persone negli occhi quando ci parlo, anche quando sono nemici. Abbassa il cappuccio, e forse ascolterò ciò che hai da dirmi".
   
 
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