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Autore: Sasuke Uchiha_10    08/04/2013    0 recensioni
Daisuke figlio di Sasuke Uchiha e Sakura Haruno è costretto a vivere da solo a causa della morte dei suoi genitori e quindi dovrà affrontare degli imprevisti che riuscirà a superare consapevole che i suoi genitori sono sempre al suo fianco anche se non fisicamente
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! Vi ringrazio per i commenti! Daisuke osservò con astio il ragazzo che li teneva il braccio, doveva avere la sua età, era un po’ più basso di lui, un ciuffo dei capelli biondi gli copriva uno degli occhi azzurri come il cielo, sul viso latteo era dipinto un sorriso di scherno.

Accanto a lui una ragazza lo osservava con aria sognante, era identica al primo, con l’ unica differenza che era l’ altro occhio ad essere coperta dai lunghi capelli biondi leggermente mossi alla fine.

Il biondo tese la mano libera verso il viso pallido del moro alzando l’ indice e scuotendolo in segno negativo.

< Daisuke… Daisuke… non sai che le ragazze non si toccano neanche con un fiore? > gli domandò con una punta di ironia mentre l’ Uchiha si riprendeva il braccio osservandolo sempre con odio.

Solo allora Nami trovò il coraggio di abbassare le braccia e assistere alla scena, ancora un po’ scossa.

< Dobe! Secondo te l’ avrei colpita per davvero?! > gli domandò voltandosi dall’ altra parte offeso dalla mancanza di fiducia.

< C’ è da aspettarsi di tutto da te… vero Reira? > domandò alla ragazza che accanto a lui, che annuì, sembrava pendere dalle sue labbra anche se a volte lanciava sfuggevoli occhiate alla schiena di Daisuke.

Nami riconobbe la faccia tosta di Kaito che si voltò verso di lei asciugandole i residui di sangue con un fazzoletto.

< Poveretta, quel bastardo ti ha colpito forte per essere solo una prova… > disse prendendole il mento fra le dita alzandole il volto verso il suo per controllare il labbro rotto.

< Kaito… lascia stare… è colpa mia… > tentò di dirgli ma lui la bloccò prendendole la mano e sfiorandola con le labbra con un lieve inchino, Nami arrossì e dovette distogliere lo sguardo per non svenire dall’ imbarazzo.

< Nami-sama non deve assumersi le colpe di quella testa calda >

Daisuke intanto rimaneva in silenzio, non sapeva se a dargli più fastidio era la presenza di quel casanova o come flirtasse tanto spudoratamente con una ragazza in mezzo a quello che doveva essere un combattimento.

Però era sicuro di una cosa: probabilmente era la persona più odiosa che aveva incontrato.

< Nii-san! Non devi perdere tempo! Faremo tardi per l’ allenamento con Sarutobi-sensei ( E’ il cognome di Asuma, a insegnargli è la figlia che ha avuto con Kurenai)! > pigolò la ragazza con una voce simile a quella di un pulcino che prega la madre di dargli da mangiare.

< Non preoccuparti Reira, c’ è Shou a coprirci e non credo che la sensei per quanto testarda sia sfiderà il figlio dell’ Hokage… > la rassicurò lasciando la mano della mora che la ritirò talmente velocemente da sembrare di essersi scottata.

< Ti conviene seguire il consiglio di tua sorella Kaito, non vorrai che altrimenti ti ci spedisca io con la forza… > lo minacciò Daisuke voltando la testa abbastanza da poterlo fulminare con lo sguardo.

Lo Yamanaka ( ho usato il cognome della madre perché quello di Sai è ignoto) scrollò le spalle con il suo solito sorriso < Non mi toccano le minacce del figlio di due sporchi traditori… >

Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, l’ Uchiha stava per colpirlo quando qualcuno lo precedette.

Nami aveva ancora la mano alzata quando Kaito si voltò per guardarla stupito, tenendosi con la mano la guancia dolorante per lo schiaffo che aveva appena ricevuto.

< Non parlare mai più così dei genitori di Daisuke… > gli sibilò la Hyuuga con lo sguardo abbassato coperto dalla lunga frangia.

Kaito si inchinò in segno di scusa, a Nami, ma non a Daisuke.

< Mi scuso Nami-sama > poi guardò la sorella che osservava ad alternanza il fratello e l’ erede della casata con la bocca aperta < Andiamo Reira > le ordinò mentre tornava per la sua strada.

< Un’ attimo nii-san! > mentre suo fratello continuava ad avanzare per il sentiero la bionda si avvicinò a Nami < Non ti azzardare mai più a toccare mio fratello e non prenderti neanche troppa confidenza con Daisuke > le mormorò voltandosi di nuovo e affiancandosi allo Yamanaka.

Daisuke le si avvicinò posandole una mano sulla spalla.

< Ci avrei pensato io… > la rimproverò osservando alcune lacrime scenderle sul mento < … ma grazie comunque… > aggiunse poi facendole abbozzar un sorriso.

< Di niente… Sakura è stata come una seconda madre per me, ti ricordi quando giocavamo insieme di nascosto anche se mio nonno non voleva? > gli domandò voltandosi e sorridendogli, non facendo nemmeno caso al fatto che stava piangendo.

< Come scordarselo… eri una piagnucolona… bastava che inciampavi e ti graffiavi che ti lamentavi per il dolore andando a piangere da mia madre >

< E tu che mi rincorrevi urlandomi di essere una femminuccia! > si ricordò offesa dandogli un pizzicotto sul braccio.

< Eh… si… e anche ora non sei cambiata >

< Invece tu Daisuke… sei cambiato tanto… > ammise Nami stringendogli la mano grande rispetto alla sua.

Daisuke appena la sentì ritrasse la mano tornandosi a sedere accanto a Junior che nonostante la confusione continuava a dormire come un neonato.
Nami abbassò lo sguardo.

Già, Daisuke non era più i bambino spensierato di una volta.

< Nami! E’ da tanto che aspettate? > gli domandò il sensei comparendogli alle spalle.

< Naruto-sensei! E’ da tre ore che siamo qua! > lo rimproverò puntandogli il dito contro al biondo che si grattò la testa ammettendo le sue colpe.

< Avete ragione! D’ ora in poi sarò puntuale! > gli promise accarezzandogli la testa nonostante fosse grandicella.

< Si… come no… > commentò sarcastica seguendo il maestro che si avvicinava agli altri due.

< JUNIOR! BASTA POLTRIRE! > gli urlò nell’ orecchio facendolo sobbalzare e svegliare immediatamente.

< M scusi sensei! > disse facendogli un inchino con le mani lungo i fianchi come si usa nel karate.

< Iniziamo questo allenamento si o no? > domandò il moro con le braccia al petto, il viso scuro.

< Certo! Forza entriamo! > urlò Naruto più eccitato dei suoi allievi all’ idea di entrare nella Foresta della Morte.



  
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