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Autore: gb250    08/04/2013    2 recensioni
One shot ambientata dopoo la 2x15. Santana si dichiara a Brittany, ma quest'ultima la rifiuta per Artie. Cosa succede se, dopo un mese, Brittany invita Santana al cinema? Leggete e lo scoprirete :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Artie Abrams, Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, questa è la mia seconda Brittana, ambientata dopo la 2x15. Mi è sempre, particolarmente, piaciuta la parte in cui Santana si dichiara a Brittany e lei la rifiuta, e ho sempre voluto sapere cosa accadde, dopo quel momento, tra di loro. Eccovi, quindi, la mia versione; spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Un bacione :)


La giornata, che era appena iniziata, si prospettava più pesante del solito. Sbuffai, aprendo l'armadietto e cercando i libri, che mi sarebbero serviti, per la lezione d’inglese, che si sarebbe tenuta di lì a poco.
-Ciao San- Brittany mi si avvicinò, salutandomi incerta, con un piccolo sorriso sulle labbra
-Ciao- la salutai freddamente, guardandola negli occhi, per un attimo.
“Quanto è bella?” pensai. Da quando avevo detto di amarla e lei mi aveva rifiutato, per Artie, tutto era cambiato tra di noi e, a malapena, ci rivolgevamo la parola. Io, mi limitavo a osservarla da lontano, guardavo il suo sorriso, le sue movenze, il suo corpo, beandomi del suo profumo, quando mi passava accanto, rivolgendomi un sorriso triste, che io, spesse volte, non ricambiavo, e del suono della sua risata, quando passava tra i corridoi, accompagnata da quell'uomo in carrozzella.
Era passato, ormai, un mese dal giorno in cui, mi ero dichiarata e, inutile dirlo, il mio cuore era a pezzi. Ogni notte piangevo abbracciata al mio cuscino, respirando il suo odore, che sentivo, ancora, forte nel mio naso e immaginandomela accanto. Faceva male, terribilmente male, vederla in compagnia di un altro, che la rendeva più felice di me! Sorrisi, amaramente, dentro di me all'idea che sì, Santana Lopez si era innamorata e, cosa ancora più bella, stava soffrendo per amore. Se me l'avessero detto un anno, fa, non ci avrei creduto e avrei riso fino a sentirmi male.
Mi riscossi dai miei pensieri, giusto in tempo per notare lo sguardo di Brittany, che mi guardava, timorosa, senza parlare.
-Vuoi qualcosa?- le chiesi, vedendo che esitava e cercando, invano, di far calmare il mio cuore impazzito, alla sua sola presenza.
-Si- mi rispose -oggi, volevo andare al cinema, a vedere il nuovo film di Batman, e, mi chiedevo, se ti andava di venire con me, per passare un pomeriggio noi due, da sole, insieme, come ai vecchi tempi- disse tutto di un fiato guardandomi negli occhi speranzosa.
Ci riflettei un attimo, io e lei da sole, in un cinema, quanto mi poteva far bene la sua presenza? Ma la sua espressone, speranzosa di una mia risposta positiva, non mi diede il coraggio di rifiutare -D'accordo Britt- le dissi accennando un sorriso, nel vedere i suoi occhi illuminarsi.
-bene passo a prenderti alle 17 allora!- disse tutta sorridente, per poi incamminarsi verso l'aula di Biologia.
Tornai a casa alle 16, stanca morta, a causa del faticoso allenamento, cui la coach Sylvester ci aveva sottoposti, per poi fiondarmi sotto la doccia, per una rinfrescata veloce. Mi concessi giusto 5 minuti sotto il getto dell'acqua bollente, mentre i miei pensieri vagano a lei, a quella testolina bionda, che tra poco sarebbe passata a prendermi, e al pomeriggio che ci aspettava. "Come ai vecchi tempi" aveva detto lei, ma la realtà era che, ormai, i vecchi tempi erano passati e, tutto ciò che ci rimaneva di essi, era solo un pallido ricordo.
Ricordo che, sapevo per certa, avrei conservato per sempre. Chiusi il getto della doccia e mi avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo, per poi uscire dal bagno e aprire l'armadio, cominciando a frugare tra i miei vestiti, non sapendo cosa scegliere. Dopo circa cinque minuti, un sorriso amaro mi spuntò sulle labbra, al solo pensiero che, quella era una semplice uscita tra amiche, e che non c'era bisogno di prepararmi, non era un appuntamento. Optai perciò per un paio di jeans a vita bassa e una semplice t-shirt, mi rifeci il trucco e attesi che Brittany arrivasse.
Alle 17 in punto la mia ballerina bussò alla porta, tutta sorridente.
La guardai, indossava una gonna che le arrivava al ginocchio e una camicetta a maniche corte, mentre i capelli erano stati lasciati sciolti, sulle spalle.
"Quanto sei bella" pensai guardandola, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.
-Ciao Sannie- mi salutò -Sei pronta?- Il mio cuore perse un battito a quel soprannome, ma non lo diedi a vedere e, sorridendo fievolmente, annuii, presi la borsa e mi avviai alla sua macchina, con lei al mio fianco. Il viaggio da casa mia al cinema fu molto silenzioso, non ero interessata a intavolare una conversazione, presa com'ero dall'osservare i lineamenti del suo viso, cambiare per la concentrazione.
-Siamo arrivati- la sua voce mi riportò sulla terra, non mi ero resa conto di essere fuori al cinema. Scendemmo dalla macchina e ci avviammo verso le casse, per fare la fila.
-Prendi tu i pop-corn ed io i biglietti?- mi chiese.
Annuii e mi diressi verso il bar.
-Una ciotola large di pop-corn- chiesi con gentilezza al commesso che mi guardò, annuendo, per poi soddisfare la mia richiesta. Lo osservai per un po' affaccendarsi, per poi spostare lo sguardo e notare le caramelle gommose alla fragola.
"Le sue preferite" pensai
-Mi dia anche quelle- chiesi al barista, indicandole, che me le porse con un sorriso, assieme ai pop-corn. Pagai e raggiunsi la mia biondina che intanto aveva finito di fare la fila per i biglietti.
-Wow San hai preso i pop-corn giganti-esclamò illuminandosi
-E non solo Paperotta- le risposi, dandole le caramelle che avevo nascosto dietro la schiena, accorgendomi solo dopo di come l'avevo chiamata. Il suo viso s’illuminò e lei mi guardò, con una faccia contenta e sorpresa, non dando peso al modo in cui l'avevo chiamata, credo, per poi tendermi il mignolo, che io, incerta, accettai, e condurmi all'interno della sala.
-eccolo San- esclamò una volta trovato il numero del posto che dovevamo occupare. Ci accomodammo e proprio in quel momento le luci si spensero.
Non guardai molto il film, so solo che circa 10 minuti dopo l'inizio, mi persi a guardare i lineamenti del suo volto che cambiava espressione a ogni scena diversa. Era bellissima, ma non mia, pensai con rammarico. Se solo avessi avuto prima il coraggio, forse a quest'ora stavamo assieme, e al cinema a vedere Batman, ci saremmo andate non da semplici amiche, ma da fidanzate. Ma ormai era fatta, non potevo tornare indietro, non potevo cambiare il corso degli eventi, potevo solo sperare di riuscire a dimenticarla e lasciarla andare. Persa tra i miei pensieri, non mi accorsi subito di Brittany che, cominciava ad agitarsi sulla sedia, mentre il suo viso si faceva spaventato.
-San- mormorò lievemente -ho paura- mi disse titubante. A quelle parole, rinsavii e mi girai verso lo schermo, notando una scena alquanto violenta, che sapevo, essere la causa della sua paura. Sorrisi, era tenerissima quando aveva paura e cercava di non darlo a vedere. Non ci pensai due volte e le avvolsi il braccio attorno al corpo, stringendola a me, per proteggerla. Lei si rilassò nel mio abbraccio e mi sorrise guardandomi negli occhi, poi allungò la testa e la posò contro il mio collo, strofinandoci contro il naso. Rabbrividii a quel gesto e ingoiai a vuoto.
-Hey Britt- la chiamai -è finita la scena che ti faceva paura, puoi riaprire gli occhi- le dissi dolcemente, guardandola. Quando lei aprì i suoi bellissimi occhi azzurri, che s’immersero nei miei, tutto il mondo attorno a me sembrò sparire. Eravamo solo io, lei e nessun altro. Britt mi sorrise dolcemente, per poi staccare il contatto tra di noi e farmi tornare alla realtà. Le rivolsi un sorriso tremolante e tornai a rivolgere la mia attenzione al film, cercando di concentrarmi sullo schermo e non sulla testa di Brittany, che si era appoggiata alla mia spalla. Restammo così per un tempo che mi parve infinito, fino a quando non sentii il respiro caldo della mia ballerina sul mio orecchio. Tremai, ma cercai di non darlo a vedere, e continuai a rivolgere gli occhi allo schermo.
-Ti voglio San- mi disse improvvisamente in un sussurro roco, quasi accennato ed io credetti di morire sia per le parole, che per il respiro caldo di Brittany, che si scontrava sulla mia pelle.
Tremai di nuovo e ingoiai a vuoto "ti voglio San" erano queste le parole che mi passavano per la testa, le uniche che riuscivo a sentire. Improvvisamente sentii la bocca calda di Brittany che mi baciava il collo, nel mio punto più sensibile, chiusi gli occhi facendo uscire un sospiro dalle mie labbra. Portai una mano tra i suoi capelli cercando di spingerla ulteriormente verso di me. Sentii le sue labbra stendersi in un sorriso e, sospirai di delusione, quando il contatto venne a mancare. Ma non feci in tempo a pensare altro, che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Mi baciò, come solo lei sapeva fare, con una dolcezza infinita. All'inizio il bacio fu casto e appena accennato, ma quando sentii la lingua di Brittany premere sulle mie labbra, non le negai l'accesso, facendo trasformare il nostro bacio da casto a infuocato. Afferrai la sua nuca e la avvicinai ancora di più a me, mentre lei mi accarezzava i fianchi. Ci staccammo per la mancanza di ossigeno, con il fiatone, guardandoci negli occhi e accorgendoci subito dopo di essere in un posto affollato e di essere osservate.  Spalancai la bocca e gli occhi, mentre rossa per l'imbarazzo mi misi una mano sulla faccia. La mia ballerina mi guardò, sogghignando per il mio imbarazzo e mi disse, sussurrandomi all'orecchio -Sannie devo andare un attimo in bagno, mi accompagni?- ingoiai di nuovo a vuoto, girandomi verso di lei e guardandola negli occhi, mentre un sorrisino malizioso le si dipinse sulle labbra. Annuii e mi alzai, con lei di seguito. Trovammo la porta del bagno e lentamente la spingemmo. La feci entrare e poi mi girai a chiuderla. Non ebbi nemmeno il tempo di far scattare la serratura che sentii il petto di Brittany premere sulla mia schiena.
-Ti voglio San. Non sai da quanto tempo. Ogni volta che ti vedo vorrei saltarti addosso e farti mia- mi disse sfiorandomi i fianchi. Emisi un sospiro e chiusi gli occhi, mentre mille brividi mi accarezzavano la schiena, al solo sentire la sua voce roca e piena di malizia. Mi girai lentamente e riaprii gli occhi, fissandoli nei suoi. Li vidi diventare blu scuro, segno dell'eccitazione che la stava attraversando, e senza pensare alle conseguenze, mi avvicinai a lei e la baciai, prima piano, poi sempre con più foga. Il nostro bacio divenne uno scontro di lingue che si rincorrevano fameliche, mentre l'indescrivibile sensazione delle sue labbra sulle mie non mi permetteva di ragionare.
Quanto mi erano mancate? Mi chiesi.
La mia ballerina, che non aveva staccato le mani dai miei fianchi, le spostò più in basso, fino al lembo della maglietta che sollevò per infilarsi sotto. Rabbrividii, mentre le sue mani delicatamente mi sfiorano. Quando arrivarono al seno, toccandolo gentilmente da sopra il reggiseno, un mugolio, soffocato dal bacio, uscì prontamente dalle mie labbra. Ci staccammo solo per riprendere fiato, per poi portare le nostre bocche, a ricercare il contatto desiderato. La mia mente si offuscò del tutto, non m’importava dove eravamo, sapevo solo che ero con lei e questo mi bastava. Eppure, in un lampo di lucidità, pensai, non era così che avrei voluto fare l'amore con Brittany. Perché sì, ormai sapevo per certo, quello non era più solo e semplice sesso, perché io la amavo. Riaprii gli occhi e mi staccai, improvvisamente.
-No!- esclamai. Lei mi guardò confusa
-Che succede Sannie? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- mi chiese quasi sull'orlo delle lacrime.
-No- le dissi sorridendo teneramente -Non hai fatto niente di sbagliato tu. È solo che io, non voglio fare l'amore con te, qui in uno, spoglio e sporco bagno di un cinema, e soprattutto non voglio fare l'amore con te, sapendo che non sei mia, ma di un altro- le dissi rattristandomi.
-Hai detto, fare l'amore?- mi chiese sorpresa, mentre vedevo nei suoi occhi un guizzo, di, non saprei dire cosa.
-si Britt, fare l'amore. Ormai è inutile chiamarlo sesso, non lo è, non lo sarà mai più, forse non lo è mai stato, ma io sono stata così stupida da non capirlo prima. Io ti amo Britt, ma so perfettamente che tu stai con Artie e che hai scelto lui e mi va bene, voglio solo che tu sia felice con la persona che ami, quindi l'unica cosa che posso fare è lasciarti andare. Perché è così no? Quando si ama una persona, la si lascia andare ed io lo sto facendo Britt, lo sto facendo adesso, ti sto lasciando andare per sempre. È l'unica cosa che posso fare. L'unica cosa che mi fa stare bene è il tuo sorriso, pagherei oro per vederlo sempre, e se, questo, significa che tu debba stare con Artie, beh allora sono felice che tu stia con lui.
Io non posso dirti che tutto tra di noi si aggiusterà, subito, ho bisogno di tempo. Io non so neanche come andrà a finire, ma una cosa la so, io ti voglio essere amica, se non ora anche più in là, ma voglio esserti vicina, Britt, voglio ancora poter vedere il tuo sorriso- le dissi, terminando il mio discorso mentre una lacrima, l'ultima, giurai a me stessa, mi scorreva solitaria sulla guancia.
Brittany mi fissò inerme, quasi come incantata. Poi si risvegliò, come improvvisamente, e allungò una mano per asciugarmi la lacrima che, scorreva, ancora lentamente, sulla mia guancia. La vidi chiudere gli occhi quando la sua mano entrò a contatto con la pelle del mio viso e quando li riaprì notai delle lacrime agli angoli.
-San- cominciò con voce tremante -questa è, è la dichiarazione più bella che una donna potesse sentirsi dire- mi disse, abbracciandomi. Nascosi il viso tra la spalla e il collo, respirando a pieni polmoni il suo profumo, imprimendolo bene nella mente, perché, ormai, sapevo che non l'avrei sentito più così vicino per tanto tempo. Quando ci staccammo dall'abbraccio, notai che stava piangendo, così le sorrisi, un sorriso triste, di chi ormai ha lasciato andare per sempre la persona che ama, dicendole -Britt, non ti ho lasciata andare per vederti piangere, ma per vederti felice, quindi fammi un bel sorriso- le dissi, lottando contro le lacrime che minacciavano di scendere. Poi la afferrai per mano e la condussi fuori da quel bagno.
-Andiamo a casa- le dissi, poi le presi le chiavi della macchina e la feci sedere al posto del passeggero, mentre io, occupavo il posto del guidatore. Il viaggio del ritorno fu come quello di andata, silenzioso. Brittany aveva lo sguardo assorto, guardava dinanzi a se la strada scorrere, immersa nei suoi pensieri, e senza spostare lo sguardo, mentre io, guidavo, con un forte dolore al petto, ma più libera, perché sapevo che, nonostante la mia decisione avrebbe reso me triste, almeno Brittany sarebbe stata felice.
Quando arrivai sotto casa mia, parcheggiai e mi voltai verso di lei, che non si era accorta di essere arrivata.
-Britt, io sono arrivata- le dissi
-Ah- mi rispose solamente. Le sorrisi, cercando di sembrarle sicura, poi mi voltai e uscii dalla macchina, lei fece lo stesso e a metà strada ci incontrammo.
-Allora ciao- le dissi
-Ciao- mi rispose abbassando il capo. E mi allontanai così, guardandola per un'ultima volta e lasciandola andare per sempre. Non mi voltai indietro, non avrei resistito e sarei corsa a baciarla e a farla mia ancora una volta, ma non era giusto nei suoi confronti né in quelli di Artie, così mi chiusi la porta alle spalle, lasciandomi scivolare contro di essa e liberando tutte le lacrime, che avevo trattenuto fino a quel momento. Piansi, piansi come mai in vita mia. Le ginocchia rannicchiate al petto e la testa su di esse, per cercare di farmi scudo da quel dolore che, lo sentivo, era forte come non mai. "Sarà felice" mi ripetevo "hai fatto la scelta giusta Santana, la dimenticherai" continuavo a dirmi ma, in fondo, in fondo, sapevo che non era così, sapevo che l'avrei amata per sempre e che una parte di me sarebbe, inevitabilmente, appartenuta a lei.
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, mi alzai per andare in camera mia e buttarmi sul letto, ormai sfinita, ma non feci in tempo, che sentii il campanello bussare. Sbuffai, ero impresentabile, chiunque fosse, così lasciai perdere e mi diressi verso le scale. Tuttavia il rumore del campanello che, imperterrito, continuava a suonare, continuava suonare m fece decidere di aprire. Quello che mi trovai davanti, fu la cosa più bella, che avessi mai visto in vita mia: Brittany, con una rosa in mano e il più dolce sorriso, che avessi mai visto.
-Non voglio che tu mi lasci andare Sannie- mi disse, porgendomi la rosa -non voglio andarmene, voglio stare con te e scusami se ci ho messo tutto questo tempo a capirlo, ma io ho bisogno di te Santana, senza di te non vivo, questi giorni sono stati un inferno e quando oggi ho ribaciato le tue labbra, il mio cuore ha ripreso a battere. Non mi lasciare- mi rivelò tutto di un fiato, mentre io rimanevo lì, ancora sull'uscio della porta, immobile e con gli occhi incatenati ai suoi.
 
 Le sorrisi e poi la invitai a entrare. Si sedette sul mio divano e cominciò a contorcersi le mani nervosamente, poi mi chiese
-Vuoi essere la mia ragazza?- spalancai gli occhi, ma com'era possibile?
La guardai per un tempo, che mi sembrò, infinito, per poi chiederle -e Artie?-
-L'ho appena lasciato. Sono andata a casa sua e gliel'ho detto, ecco perché ci ho messo tanto, scusami, io sarei voluta tornare indietro due secondi dopo, però ho capito che l'unica cosa che dovevo fare, era lasciare Artie, e poi venire da te, per essere completamente tua San-
-Britt io non so che dire-
-Dimmi solo che mi vuoi ancora, dimmi solo che vuoi essere, la mia ragazza-
-si, sì, sì e ancora si-le dissi saltandole al collo e baciandola trasmettendole tutto l'amore che provavo. Quella notte fu magica, Brittany si fermò a dormire da me, ma dire che dormimmo è un eufemismo, passammo l'intera notte a fare l'amore e poi all'alba, distrutte e stanche ci addormentammo, abbracciate ed entrambe con il sorriso sulle labbra.
Quando mi svegliai, il giorno seguente, nel tardo pomeriggio, lei dormiva ancora al mio fianco, nuda e bellissima, restai lì ad ammirarla per un tempo, che mi sembrò, infinitamente lungo e non potei fare a meno di pensare che adesso sì, lei era mia. Sorrisi, poi mi chinai a baciarla sulle labbra per svegliarla e farla mia di nuovo, e ancora, e ancora, e ancora.
 

  
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