Film > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: akira_97    08/04/2013    2 recensioni
Una bella giornata mite e soleggiata, l'ideale per una scampagnata a cavallo… almeno secondo una persona normale; per il noto detective Sherlock Holmes, invece, sarebbe ottima per una scampagnata a piedi, in carrozza, in bicicletta, insomma, tutto tranne che a cavallo.
Una one-shot ispirata alla non proprio simpatia di Holmes per i cavalli...
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Perticolosi sui lati e scaltri nel mezzo

 
Era una bella giornata mite e soleggiata, una delle prime in Inghilterra nell’estate di quell’anno, ideale per una scampagnata a cavallo… almeno secondo una persona normale. Per il noto detective Sherlock Holmes, invece, sarebbe stata ottima per una scampagnata a piedi, in carrozza, in bicicletta, insomma, tutto tranne che a cavallo.
Il famoso consulente investigativo si trovava nella spiacevole situazione di ritrovarsi con un qualcosa con una mente tutta sua che gli ballonzolava tra le gambe. Questo qualcosa, altro non era che un innocuo cavallo di nome Billy, di indole mansueta e con le membra indebolite da qualche annetto di troppo, ma, agli occhi del detective, era come quel cavalli selvaggi e ribelli che corrono liberi nelle praterie del nuovo continente, fino a che qualche temerario non li cattura e tenta di domarli, finendo, nel 90% dei casi, disarcionato e con qualche contusione od osso rotto.
Sbuffò per l’ennesima volta, temendo, anche se non l'avrebbe mai ammesso, di fare la stessa fine di uno di quegli sventurati idioti.
-Holmes, veda di accelerare un po’ l’andatura, vorrei arrivare al lago per ora di pranzo!- Lo esortò il fido collega Watson, che procedeva al trotto una ventina di metri avanti a lui, ma che aveva tutta l’aria di voler andare molto più veloce.
-E io vorrei arrivarci incolume, al lago!- borbottò Holmes tra sé, dando però un leggero calcetto nel ventre della cavalcatura, quanto bastava per farlo passare dal passo veloce, a cui era andato fino a quel momento, ad un leggero trotto, comunque sufficiente perché il detective irrigidisse ancora di più i muscoli delle gambe con cui si teneva saldamente alla sella del cavallo.
Come se non bastasse, a godere del pietoso spettacolo del famoso investigatore che cavalcava in maniera così ridicola, non era solo il dottor Watson, ma anche la sua fidanzata, la signorina Mary Morstan, che, con somma sorpresa di Holmes, si era dimostrata un’ottima cavallerizza. A quanto pareva, aveva imparato a cavalcare durante il lungo periodo che aveva trascorso all'estero. La donna trottava infatti in quel momento accanto a Watson, ma, a volte, lanciava il suo cavallo in un galoppo sfrenato per qualche centinaio di metri, per poi fermarsi ad aspettarli sul bordo del sentiero su cui procedevano.
Al detective pareva che quelle brevi cavalcate selvagge servissero alla donna per ridicolizzarlo ancora di più agli occhi dell’amico, e questo non aumentò certo la simpatia, già scarsa, che provava nei suoi confronti.
-Andiamo, Holmes, possibile, che non riesca ad andare più veloce di così?- lo esortò Watson per l’ennesima volta.
A quel punto, vuoi per uno sfogo della stizza che provava nei confronti di Mary, vuoi a causa dello spirito di competizione celato nel suo inconscio, vuoi per una semplice svista, l’investigatore diede nel ventre del cavallo una tallonata decisamente più forte delle precedenti. Il docile ronzino la prese allora come il segno che, finalmente, era giunto anche per lui il momento di una galoppata, e, aumentando rapidamente l’andatura, si lanciò al galoppo, come aveva fatto, pochi istanti prima, anche il cavallo montato dalla donna.
Sorpreso, Watson, si vide superare dal vecchio cavallo che galoppava, con il povero Holmes che, terrorizzato e ancora in sella per puro miracolo, si apprestava a tirarne le redini per farlo fermare.
-Mi raccomando, Holmes, si tenga ben saldo con le…- La parola “gambe” morì sulle labbra del dottore prima ancora di essere pronunciata, poiché, prima che egli avesse finito di formulare la frase, l’amico aveva fatto in tempo a dare alle redini del cavallo uno strattone talmente violento da far impennare la povera bestia, e colto di sorpresa dall'inaspettata reazione dell’animale, ad allentare la stretta delle gambe sulla sella, con il risultato di ritrovarsi disarcionato e sbattuto a terra.
-Santo Cielo! Holmes, sta bene?- esclamò Watson preoccupato, smontando agilmente di cavallo e correndo a soccorrere l’amico.
-Pericolose sui lati, e scaltre nel mezzo, ecco cosa sono queste bestie- borbottò Holmes, ancora a gambe all'aria. Evidentemente, stava abbastanza bene almeno da riuscire a lamentarsi per l’ennesima volta della pericolosità dei cavalli.

-La prossima scampagnata che facciamo, la facciamo in bicicletta- mugugnò Holmes, imbronciato, mentre si teneva all’amico in sella davanti a lui sullo stesso cavallo, mentre il mite Billy li seguiva trottando tenuto per le redini da Mary, che cavalcando elegantemente il suo destriero osservava il detective con evidente scherno.
Gli costava ammetterlo, ma l’umiliazione subita, gli doleva ancora più dei lividi che, di lì a poco, avrebbero cominciato a formarsi su buona parte del suo corpo per via della caduta stessa.
“Pericolosi sui lati e scaltri nel mezzo”borbottò tra sé per l’ennesima volta.



***
Ho riletto questa fanfiction a distanza di un bel po' di tempo da quando l'avevo pubblicata e ho sentito la necessità di fare qualche piccola correzione. A parte questo, so che non è nulla di speciale così come non lo era nemmeno prima, mi andava solo di vedere il caro Holmes in una situazione alquanto ridicola ^^
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: akira_97