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Autore: Nerhs    08/04/2013    6 recensioni
Lui non sapeva chi lei fosse.
Lei non sapeva chi lui fosse.
Lei aveva bisgno di lui.
Lui aveva bisogno di lei.
Non poteva essere solo un sogno quello fatto quella notte,non poteva,non doveva esserlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un bellissimo giardino in stile giapponese,tanti fiori tanti colori. Il cielo di un rosa leggermente aranciato,se mi affacciavo dalle mura di questo giardino vedevo solamente il cielo continuare a procedere. Eravamo come sospesi in aria. Questo era l’ambiente intorno a me. Una favola direi. La favola però non era l’ambiente,ma erano le persone con cui lo condividevo. Eravamo lì per un pic-nic. Era arrivata l’ora di prepararsi a mangiare. Raccolsi tutti i pennarelli con i quali avevamo disegnato fino ad ora,quei pennarelli con i quali un ragazzo moro ci aveva deliziato della sua bravura.
 
‘Ti aiuto’sibilò fissandomi negli occhi
‘Grazie’dissi di risposta al ragazzo biondo che mi aveva proposto un aiuto
 
Prese tra le sue mani i pochi colori che mancavano e insieme ci recammo nella piccola stanza che si affacciava sul bellissimo giardino. Tutto tremò d’un tratto,tremò il giardino tanto da farci cascare a terra,l’uno sull’altra.
Dio,i suoi occhi,erano perfetti!Li guardai per qualche istante,avrei potuto annegarci dentro se avessi continuato a guardarli. Il mio sguardo però venne distratto alla vista delle sue labbra,rosee e sottili. Annullai la distanza,posando un bacio su quelle labbra perfette. Combaciavano perfettamente. Non potevo credere di averlo fatto realmente. Il momento si ruppe in un secondo. Il mio bacio non veniva ricambiato. Non reagiva,era come addormentato,ma aveva gli occhi aperti. Quando sbattè di colpo le sue palpebre,capii che solamente ora aveva realizzato cosa era successo. Mi alzai in lacrime da sotto di lui e mi recai dentro la stanza. Le lacrime continuavano ancora a scendere. Che vergogna pensavo. Come avevo potuto?Continuavo ad incolparmi di aver baciato quel ragazzo di cui non conoscevo neanche il nome,senza averne chiesto il permesso,facendo il primo passo…Come avevo potuto?
 
‘Chelsea,Chelsea…’il mio nome mi riecheggiava nella mente,mi stava chiamando…
 
‘Chelsea,ehi piccola,Chelsea,svegliati!’era solamente mia zia.
 
Era tutto un sogno,non poteva essere tutto un sogno,non doveva. Solo nel momento in cui mia zia mi pose le mani in faccia capii che stavo piangendo. Mi asciugò delicatamente le lacrime e mi sorrise. Quel sorriso che mi consolava da 17 anni,dal momento in cui mia mamma se ne era andata. Quel giorno sarebbe stato il 18esimo,era il giorno del mio compleanno. Odiavo questo giorno,era il giorno che ora,18 anni fa,mi aveva portato via la mia mamma e da lì anche il mio papà. Non sapevo chi lui fosse,non l’ho mai conosciuto,non gliene è mai importato nulla di me.. perché a me dovrebbe importare?!
 
‘Voglio portarti a fare un giro!’mi disse sorridente
‘Non voglio’dissi alzandomi dal letto
 
Rimase un po’di stucco alla mia risposta. Sapeva che non amavo il giorno del mio compleanno,ma non ero mai arrivata al punto di dirle di non voler uscire. Volevo barricarmi in casa,ma sarebbe comunque venuta tutta la sacra famiglia a farmi gli auguri. Cugini,zii,bisnonni,zii di terzo grado,di quarto e cosi via. Si facevano sentire solamente durante questi giorni. Venivano per accertarsi solamente se fossi ancora viva… In quei momenti,in cui mi chiedevano ‘come va con le medicine?’,avrei voluto guardarli e rispondere con tutto il fiato che avevo in gola ‘Secondo te?!Come può andare,eh?!Avere 18 anni ed avere una malattia che già ti ha segnato la vita,una malattia che ha ucciso tua madre e ha fatto scappare tuo padre,eh,come può andare?!’ ma semplicemente deglutisco e dico ‘bene,bene’.
Ero talmente stanca. Di tutto.
 
‘Chelsea,è arrivata Rose…’mi annunciò la domestica
‘Falla pure entrare’risposi tranquillamente.
 
Mi recai verso le casse del mio stereo e abbassai il ritmo della musica che rimbombava per tutta la stanza. La vidi entrare. Le corsi incontro. Rose,bella come sempre,riccia e mora,alta e con due occhi da cerbiatta. Mia amica da sempre. Aveva una bustina in mano. Con un sorriso a 360° me la porse. Ci appoggiammo sul mio letto e lei di fronte a me si torturava le mani. Le bloccai nelle mie e le strinsi forte. Scartai il pacchetto,e ci trovai una maglietta piegata.
 
‘Aprila’disse lei fremente
 
Feci come mi aveva detto. La aprii e dalle sue pieghe ne usci una busta da lettere. Una delle sue lettere sdolcinate pensai. La aprii e ne feci uscire un biglietto. Un biglietto per il concerto degli One Direction. Guardai Rose assente mentre lei piangeva come una disperata.
 
‘Emh,cos’è?’chiesi mostrando il biglietto
‘Sono i miei idoli,Chelsea,faranno un concerto stasera,mi accompagnerai…vero?!’chiese tra i singhiozzi
 
Pensai,’Ma chi sono questi?Perché non me ne ha mai parlato?Perché dovrei accompagnarla?Magari c’è qualche ragazza che morirebbe pur di avere tra le mani questo pezzo di carta!’.. poi però pensai che sarebbe stato un modo per fuggire dalla tortura della cena con i parenti…non ci pensai due volte…
 
‘Vengo con piacere!’dissi
 
Mi strinse le braccia al collo e solo quando gliele staccai io le tolse…
 
‘Dobbiamo prepararci,sarà tra un paio d’ore!!’disse saltando sul letto
 
‘Cosa sarà tra un paio d’ore?’sentimmo una voce da sopra la porta
‘Un concerto zia.’sibilai
 
Ora arrivava la sgridata…
 
  
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