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Autore: Joshua_Star    08/04/2013    0 recensioni
Ci sono persone che ti cambiano la vita. Entrano in punta di piedi nel tuo mondo, e ne sconvolgono l'ordine. Niente è più come prima dopo il loro passaggio, dopo un loro sorriso, dopo una loro lacrima.
Dopo una loro fuga.
Lo sa bene James, abbandonato senza una parola dalla persona che lo aveva reso una persona diversa, una persona miglore. La storia della sua vita, lasciata con dei puntini di sospensione dopo questa fuga.
Ma in qualche storia, a volte queste persone ritornano...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(James)

- Mi sento così in alto, così libero, così “me”. Spero che questa sensazione possa durare per sempre. Ma forse una notte è addirittura meglio -
 
“E’ permesso?” esclamarono James e Joshua all’unisono.
Una ragazza sorridente li accolse nella sua casa. Nei suoi occhi ardeva una fiamma di speranza e di felicità. La sua testa, libera da ogni preoccupazione: almeno per quella sera, il futuro non faceva paura. E quella corona d’alloro non pesava poi così tanto.
Insieme, raggiunsero la sala, quel giorno più luminosa che mai. Palloncini, ghirlande e striscioni per la festa di laurea si accompagnavano a tutti gli addobbi natalizi: i due ragazzi ne furono un attimo abbagliati. Alla grande tavola erano seduti volti noti e non, e una quantità infinita di cibo e di alcol riempiva l’intera superficie.
I due ragazzi si sedettero e salutarono i loro amici Matt e Karen, e iniziarono amabilmente a parlare, mentre altra gente continuava ad arrivare e la musica iniziava ad aumentare di volume. Jen era bellissima nel suo abito nero, che si intonava perfettamente con la felicità di quel momento. Era veramente una gioia guardarla, soprattutto per James, che la conosceva dai tempi del liceo. Insieme, avevano affrontato tutte le piccole grandi sfide di quell’età, per poi ritrovarsi insieme ad affrontare la dura prova del diventare adulti. Il loro era vero affetto, un’amicizia dal profumo di eternità, un profumo che era rarissimo avere l’occasione di odorare. Dopo tutto quel tempo, erano più vicini che mai, pronti a sorridere insieme al futuro che pregavano portasse con sé solo venti caldi. Era quasi emozionato, e così orgoglioso della sua amica.
Per non rischiare di scoppiare in un pianto imbarazzante, si alzò e iniziò a ballare. La musica era alta, rimbalzava da un cuore all’altro e risuonava al ritmo del futuro che si spalancava davanti all’amica. Era bello muoversi in quell’atmosfera così serena e fiduciosa: tutti sapevano che la realtà sarebbe stata un’altra, ma per una sera era bello immaginare un futuro radioso all’orizzonte.
Proprio sul momento più bello della canzone, il suo coinquilino lo prese per una mano e lo condusse fuori da quella folla. Joshua aveva sempre avuto un tempismo eccezionale.
“Ehi, ti sembra il modo di lasciare il tuo migliore amico da solo?” esclamò l’amico, divertito. “E poi, prima di uscire hai chiuso la finestra? Perché non voglio ritornare a casa e ritrovarmi in un ghiacciaio!”.
I due ragazzi coabitavano ormai da cinque anni. James si sentiva davvero fortunato per aver letto per caso quell’annuncio di affitto sul giornale locale: Joshua era veramente il migliore amico e coinquilino che si potesse desiderare. Ricordava benissimo il giorno in cui vide per la prima volta quella che sarebbe stata la sua casa: a lui sembrava una topaia, così piccola, così vuota. L’amico abitava là già da qualche mese, ma non era stato abbastanza abile a rendere quell’ambiente accogliente. Ci avrebbero lavorato insieme per i successivi tre anni, ma il risultato finale fu una topaia, ma piena di ricordi, di foto, e con una carta da parati nettamente migliore rispetto all’originale. O almeno non così squallida.
Forse per qualche bicchiere di troppo, forse per la confusione di quell’ambiente, James iniziò a sentire la sua testa girare, e girare, e girare. Aveva decisamente bisogno di sdraiarsi per qualche minuto, per riprendere le forze e continuare a festeggiare. Si scusò con l’amico e andò nella camera dell’amica.
Se non avesse conosciuto Jen, James avrebbe detto sicuramente che quella era la camera di una bambina: era tutta rosa, tappezzata di fotografie e di poster. Era proprio questo che il ragazzo amava in Jen: la sua così spontanea ingenuità, che la portava ad essere la persona più sincera, ma anche fragile, che avesse mai conosciuto. Notò sulla sua scrivania, piena di libri per la tesi, un paio di foto che sembravano appena sviluppate. James incominciò a sorridere: erano le foto cerimonia di laurea del giorno prima, alla quale purtroppo non aveva potuto partecipare. In quell’abito elegante, la ragazza sembrava proprio una persona seria e rispettabile: se solo gli esaminatori avessero saputo cosa nascondeva nella sua camera…
Tra le tante foto, ne notò una. Era una foto di gruppo, in cui sembrava ci mancasse solo lui. Odiava non essere presente, odiava perdersi i momenti più importanti della vita dei suoi amici, odiava non apparire in quelle foto. Ma, nonostante tutto, non riusciva a non trattenere un sorriso: quella foto era così bella.
All’improvviso, quel sorriso si spezzò, per fare posto ad un vento freddo, al gelo, all’oblio. Quei capelli biondissimi, quegli occhi penetranti, quel sorriso dolce erano indimenticabili: non si poteva essere sbagliato, nella foto c’era lei, la donna che gli aveva rovinato la vita.
Era tornata, dopo tanto tempo.
Era tornata.
 
  
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