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Autore: Sasha    29/08/2004    12 recensioni
Ecco una storia dedicata ai Malandrini! Recensite, vi prego, per me è importante!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, James Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è dedicata ai miei personaggi preferiti, i Malandrini, e li accompagnerà per sette anni, i sette anni a Hogwarts

Questa storia è dedicata ai miei personaggi preferiti, i Malandrini, e li accompagnerà per sette anni, i sette anni a Hogwarts. Amori, avventure, equivoci, caratterizzeranno le loro vite, la vita di Remus Lupin, Sirius Black, James Potter e Peter Minus, totalmente diversi tra loro, ma i cui destini ben presto si incroceranno… Recensite,su, è importante!

 

 

 

 

“Possibile che la vita sia così piatta?”

Una ragazza era appoggiata al davanzale della finestra di casa sua, osservando il paesaggio circostante. Era tutto immerso nel verde, e le foglie nel suo giardino avevano riflessi dorati a causa del sole che, simile ad una sfera di cristallo, riscaldava tutt’intorno.

Solo una leggera brezza estiva muoveva molto lievemente i capelli rossi della ragazza.

 

 

 

“La vita è piatta…. Ma allo stesso tempo misteriosa

Lily Evans si stava ancora chiedendo cosa significasse quel sogno….

 

***

Flash Back

 

Un posto strano. Non lo ricordava molto bene, ma era comunque strano, mistico… magico! Grandi tavoli, candele luminose sospese in un cielo stellato, una miriade di ragazzi e ragazze che mangiavano a quei tavoli, ridevano, scherzavano tra loro… Lily, però, ne ricordava, per un motivo che non riusciva a precisare al suo cuore, quattro in particolare.

 

Chi erano quei ragazzi? Cos’era quel bellissimo posto?

 

***

 

Lily  era ancora affacciata alla finestra, osservando con i suoi occhi verdi il cane dei vicini che scodinzolava allegramente inseguendo una farfalla, quando sentì una voce che la chiamava dal basso.

“Lily! Scendi, tesoro, è arrivata una lettera per te!”

La ragazza era abbastanza sconcertata. Non riceveva lettere da quando aveva litigato a morte con quella che un tempo era stata la sua migliore amica, Roby, all’età di…. Nove anni, più o meno, non riusciva a ricordare, era confusa, nella sua mente c’era solo il suo sogno.

 

Un ragazzo si avvicinò a lei.

“Ciao… sei nuova?”

Nel sogno, Lily annuì, guardandosi ancora intorno spaesata.

“Mi chiamo Lily…” aveva detto, ravviandosi i capelli dietro le spalle, e dando un’occhiata anche agli altri tre ragazzi, che li guardavano sorridendo.

“Io sono…” aveva detto il ragazzo, ma a quel punto tutto era stato interrotto da un raggio di sole, che penetrando attraverso i vetri della finestra l’aveva svegliata.

 

 

“Lily!” la voce cristallina di sua madre la richiamò ancora dalla cucina. La ragazza rivolse un dolce cenno di saluto a Chris, il figlio dei vicini, che in gran segreto aveva una cotta per lei, quindi si fece sbrigativamente una coda di cavallo, lasciando che qualche ciuffetto sbarazzino le ricadesse sul volto, poi scese.

 

Incrociò per un istante lo sguardo della sorella Petunia, poi raggiunse sua madre.

“Lily, tesoro, è arrivata questa lettera per te!”

L’undicenne afferrò la busta, chiusa da un’H circondata da quattro animali, un leone, un serpente, un tasso e un corvo, e iniziò a leggere.

 

 

__

 

Lontano da casa Evans, si stava svolgendo una scena più o meno simile.

 

Un ragazzo, con capelli castani e occhi ambrati, era steso sul suo letto, gli occhi segnati da cerchi neri, l’aria stanca, il fiso minuto.

Rabbia. Frustrazione. Dolore.

Erano questi i sentimenti che provava in quel momento.

Accarezzò il suo cane, che uggiolò teneramente.

“Vedi” disse in un sussurro. “Se tu non fossi scappato nella foresta, quel brutto giorno dell’estate di cinque anni fa, tutto questo non sarebbe successo”.

Il cucciolo lo guardò con i suoi grandi occhi, e il ragazzo aggiunse. “Ma non te ne do colpa…. La colpa è tutta del destino!”

 

Remus, seduto sotto il portico della sua casa in vacanza, accarezzò il suo cane e osservò la luna piena.

“Vedi, Sparky? Non ti sembra una sfera di cristallo? E’ bella, no?”

Il cane abbaiò in risposta.

“Mamma e papà non ci sono, quindi siamo soli. Che facciamo?” chiese il piccolo Remus.

Il cane non rispose, ma si alzò in piedi e iniziò a correre verso la foresta che si stagliava di fronte a loro.

“Ehi… lo sai che mamma e papà non vogliono che corri via!”

 

Un ululato lo fece rabbrividire.

Sparky? Dove sei?”

Remus si era inoltrato nella foresta, ma non vedeva più nulla. Non sentiva neanche più l’abbaiare del suo cane, ma solo alcuni ululati in lontananza.

Sparky?”

 

All’improvviso un’ombra si stagliò davanti a lui, e Remus gridò di paura. Era… un mostro. Canini aguzzi, aveva il corpo di un lupo, ma nel viso aveva tratti umani… e il piccolo cane era davanti a lui, guardandolo con occhi spaventati.

Sparky! Torna qui!” il lupo si avventò contro il cane, ma Remus si mise in mezzo…

 

 

Da allora i ricordi sono molto confusi, e dopo un po’, il piccolo Remus si svegliò nel letto di casa sua, con un braccio ferito e con la sensazione che la sua vita non sarebbe stata più la stessa…

 

 

Una donna dall’aria energica entrò nella piccola camera, e Remus si tirò su a sedere.

“Mamma! E’ arrivata….?”

Sul volto della donna si aprì un largo sorriso. “Sì Remus, è la lettera da Hogwarts!”

Il ragazzo saltò in piedi e afferrò la busta.

“Sai, è da tanto che non ti vedevo sorridere così…”

Il ragazzo rispose con un’allegra scrollata di spalle, poi lesse tutto d’un fiato la lettera.

“La scuola inizia il primo settembre, e abbiamo bisogno di un bel po’ di roba!” disse lui, scostandosi alcune ciocche di capelli dagli occhi.

“Sì… inoltre ho consultato il calendario lunare, e la prossima luna piena ci sarà due giorni prima di Hogwarts… credi di potercela fare?” chiese la signora Lupin con aria preoccupata.

“Sì, ce l’ho sempre fatta…”

“Lo sai, ho sempre ammirato questo tuo modo di affrontare la vita, così… positivo!”

Remus sorrise.

“Domani andiamo a fare compere a Diagon Alley?”

“Certo, poi ci prenderemo un bel gelato! Ti va?”

Il ragazzo annuì, e la madre, dopo avergli arruffato i capelli, uscì dalla camera, così lui poté nuovamente stendersi a pensare.

 

Positivo? No, mamma, non sai quanto ti sbagli. Io mi tengo tutto dentro, per non far soffrire te e papà… Non posso sfogare la mia rabbia… nelle notti di plenilunio non hai idea di quanto soffra, rabbia e frustrazione, ma anche paura. Paura di non essere accettato, di non essere normale!”

 

 

___

 

Lily finì di leggere la lettera, e le sue mani erano così tremanti che il foglio di pergamena cadde a terra, sotto gli occhi stupiti di sua madre e di sua sorella.

“Sono…. Una strega” fu tutto quello che disse.

Sua madre, con sguardo interrogativo, prese la lettera, e quando finì di leggere, spostò i suoi occhi azzurri in quelli di Lily.

“Oh… tesoro! E’ così inusuale, ma così… MAGNIFICO!”.

Lily sorrise, e Petunia, che non aveva capito nulla, sbuffò e corse in giardino.

“Bisognerà procurarsi tutto e… oh! Abbiamo una strega in famiglia, non è meraviglioso??”

Lily solo allora iniziò a rendersi veramente conto della situazione. Prima quel sogno, quei ragazzi, poi quella lettera…. Tutto collegato? Tutto scritto nel destino?

 

___

 

IL GIORNO DOPO…

 

Remus si svegliò con il sole negli occhi, e il suo primo pensiero fu “Diagon Alley!”. Saltò giù dal letto e dopo una rapida doccia, raggiunse sua madre che lo aspettava, raggiante.

“Oggi è giorno di compere, eh?” e Remus annuì, contento.

 

Non sarò amico di nessuno. Nessuno vorrà starmi vicino. E come potrò dimostrarmi amichevole con qualcuno, essendo io stesso a conoscenza del peso che porto con me da cinque anni?

 

DIAGON ALLEY

 

“E’ davvero un posto magico!” esclamò Remus, guardandosi intorno con occhi spaesati.

“Sì, e sapessi quante volte ci sono venuta con tuo padre! Qui ci siamo conosciuti, sai? Al primo anno… all’inizio non volevo sentir parlare di lui, che mi invitava sempre a uscire con lui, poi ho ceduto” la signora Lupin sorrise, lo faceva ogni volta che ricordava il suo passato.

“Abbiamo preso tutti i libri e la bacchetta. Ti piacerebbe se ti comprassi un gufo?”

Ma certo!”

“Bene, allora tu intanto vai da Madama McClan per la divisa” Remus annuì, e si diresse verso il piccolo negozio.

 

La sua entrata fu annunciata da uno scampanellio, e subito fu raggiunto dalla proprietaria del negozio, che lo fece salire su una pedana e iniziò a accorciargli la divisa.

“Spero solo che non noti i graffi…”

 

I suoi pensieri furono interrotti da un allegro “Ciao!”. Remus si girò e vide che vicino a lui c’era un ragazzino con capelli neri arruffati, occhi nocciola e un paio di occhialini appoggiati sul naso.

Anche tu al primo anno a Hogwarts?”

“Sì…” rispose Remus, pensando contemporaneamente: “Illuso, non mi parleresti mai se sapessi chi sono veramente…”

“Io sono James Potter! Spero tanto di capitare a Grifondoro, Tassorosso e Corvonero non fanno per me, e Serpeverde neanche a parlarne! Ehi, mi stai ascoltando?”

“Eh? Ah, sì”

“Come ti chiami?” chiese il ragazzo, sprizzando allegria da ogni poro.

Remus Lupin…”

Remus, sai cosa mi piacerebbe fare? Giocare a Quidditch, come cercatore, perché sono piccolo e agile, e queste sono le qualità giuste per un cercatore. Boccino, hai le ore contate!” esclamò James, agitando il pugno in aria. Remus ridacchiò, poi, appena vide sua madre fuori dal negozio, prese la sua divisa e si fiondò via, tirando un sospiro di sollievo.

 

__

 

Appena arrivò a casa, il suo sguardo cadde sulla fotografia sul camino, raffigurava tutta la famiglia e il piccolo cane di Remus. E il peggio era che la foto era stata scattata in estate… quell’estate.

Perché non vai sopra a schiacciare un pisolino?” propose la signora Lupin, e il figlio annuì.

Salì le scale e si buttò sul letto, dove sprofondò quasi subito in un sonno tormentato da incubi.

Continua…

 

 

***

 

Allora, che ne dite? Recensite!

Una recensione non costa niente e aiuta l’autore a scrivere meglio!

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