Anime & Manga > No. 6
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Autore: Sacchan_    09/04/2013    2 recensioni
-Nezumi--Shion-
Perché se Nezumi è instabile e capriccioso allora Shion è calmo e sincero.
Perché se Nezumi è il vento allora Shion è il sole.
Perché vento e sole non si incontrano mai ma quando succede le conseguenze che scatenano sono inimmaginabili.
Breve One Shot basata sul volume 4 cap. 3 della Novel o episodio 5 dell'anime.
E con questa, la proporzione "Nezumi sta al vento come Shion sta al sole" si può dire conclusa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: No.6 
Personaggi: Nezumi e Shion
Raiting: Verde
Note d'Autrice: perdonatemi, sono un caso perso! Perdonatemi sul serio, ma davvero non ce l'ho fatta. Quando penso a questi due la mia mente vola e ho subito pensato a dover aggiungere un altra one shot alla mia "Collection" di No.6.
Anche qui abbiamo una Missing Moments, però io la chiamerei più che altro una ricostruzione fangirlosa della famosa scena del ballo fra Nezumi e Shion. Andiamo, non è pura poesia quella? Sinceramente, quando la rivedo ci sono due cose in primis che mi rapiscono: la voce di Nezumi (o per meglio dire quella di Hosoya-san, il suo doppiatore) e la OST di sottofondo: Meguriai. 
Disclaimer: No.6, Nezumi e Shion non mi appartengono, ma sono tutti di proprietà di Atsuko Asano, la vera creatrice della Novel. Alcuni dialoghi -tranne quei due o tre inventati da me- sono tratti dal blog di Kaze No Requiem.




MEGURIAI - DANCE IN THE SUNSET



"Ti insegno." 
"Eh?" 
"Ti insegno a ballare."
"Di che parli? Guarda che hai bisogno di restare tranquillo e a riposo..."
"Vieni qui, forza!"
Trascinato da quella mano, forte e delicata, e da quella voce dal timbro così magnetico, Shion si ritrovò frastornato e stretto in un abbraccio. 
Fra l'avambraccio di Nezumi ed il torace compatto che, una volta, aveva toccato scoprendolo caldo e pulsante. 
"Vedi, lo sapevo."
"Cosa?"
"Sono più alto di te."
Shion lo sapeva. Era consapevole di quei otto centimetri di differenza che separavano la sua altezza da quella di Nezumi.
Ma Nezumi troppo spesso sbriciolava il suo orgoglio, frantumandolo in mille pezzettini, da cui però ne usciva fortificato e pronto ad affrontare la sua nuova vita nel West Block. 
Per dimostrargli che lui non era affatto un ragazzo debole non poteva fare altro che contrattaccare con le parole.
"Bugiardo! Non c'è quasi differenza!"
Nezumi rise, perché se l'aspettava quella reazione da parte del piccolo Shion; quel suo arrossire indignato e gonfiare le guance, quel suo non dargliela vinta per non sentirsi inferiore. 
"Dunque, mio principe, nessuna esperienza di ballo?"
"No." 
"Lo sapevo. Allora, per prima cosa, cominceremo con i passi base. Forza! Raddrizza la schiena, solleva il mento e non guardare in basso."
A quei comandi, Nezumi sistemò la postura di Shion e, muovendo il primo passo sulla destra, trascinò con sé il giovane sedicenne albino rigido e controllato, incapace di lasciarsi andare in quella situazione, per lui, assurda.
"Aw, basta così, fermati! Non possiamo ballare qui, è troppo pericoloso! Potremmo finire per inciampare, farci del male o..."
Ma prima di poter finire quella protesta, Shion si sentì afferrare il mento e trascinare verso l'alto.
Le dita di Nezumi, a prima vista esili e magre, sapevano stringere con forza il suo viso costringendolo ad allungare il collo e tenderlo verso quegli occhi grigi dalle sfumature perlacee.
Perché quegli otto centimetri di differenza restavano pur sempre una distanza che Nezumi era capace di usare a suo piacimento. 
"Quanto chiacchieri!"
A bocca aperta, sorpreso da quelle dita avvinghiate attorno al suo mento, dalla gestualità così affascinante e tipica del suo lavoro di attore, da quella frequenza vocale così sensibile alle sue orecchie, Shion si perse.
"Non sono così incapace! Avanti, nel ballo la prima regola è lasciarsi andare!"
Facile a dirsi che a farsi per Shion. Troppe volte aveva scoperto come quegli occhi, quella bocca e quelle mani pompavano il suo cuore sino a farlo scoppiare. Impacciato come era, provò a muovere i piedi prestando attenzione a quelli di Nezumi, ma ci volle poco per far sì che un suo piede schiacciò innavertitamente quello opposto di Nezumi.
Imbarazzato, bloccò i movimenti e Nezumi tirò un sospiro. 
"Shion, non devi focalizzarti troppo sui piedi, devi soltanto lasciarti condurre. Il ballo di coppia è fatto perché uno conduca e l'altro si lasci condurre."  
Sollevò le labbra fini e delicate in un sorriso persuasivo.
"Coraggio, ricominciamo." Lo esortò persuasivo e Shion finalmente si distese in un sorriso.
Prestare attenzione alla melodia a tre tempi che usciva dalla sua bocca, lasciarsi condurre da quelle mani e dai suoi piedi esperti, liberare la mente dalle azioni meccaniche che per tanti anni era stato abituato ad eseguire. 
Lasciare semplicemente che fossero le emozioni a muovere il suo corpo; solo Nezumi era stato in grado di insegnargli una verità simile.
Rilassandosi fra le sue braccia, Shion si calò nel ritmo di quella danza.
"Ehi, non sei affatto male!"
"Mi sto soltanto lasciando trascinare da te."
"Anche così non stai andando male. I tuoi movimenti sono aggraziati".
Shion si sorprese. Era difficile che Nezumi lo definisse "aggraziato", solitamente lo additava come un buono a nulla, incapace di muoversi da solo in quella realtà chiamata "Distretto Ovest".
"Danza Shion, continua a danzare."
Il sussurro flebile e aggraziato di Nezumi lo incitò a non fermarsi, a continuare a ballare fino a quando le gambe non gli avrebbero fatto male, fino a che avrebbe sentito i muscoli delle braccia intorpidirsi e la schiena bagnata da piccole stille di sudore.
Shion si sarebbe lasciato condurre in quella danza fino ad estraniarsi dalla realtà, fino a ritrovarsi all'esterno, nella landa desolata, illuminata dal sole e arida a causa della mano, troppo avida, dell'uomo.
Poteva avvertire il vento sulla sua pelle che accompagnava la melodia e la voce di Nezumi, poteva sentire i suoi passi muoversi sul terreno e seguire esattamente la direzione del vento senza mai, neanche una volta, trovarselo contro.  
E ancora, poteva vedere il vento scompigliargli quelle sue ciocche di capelli, fini e setose, nere e dalla lucentezza antracite, rimettendogliele a posto gentilmente, come in una carezza. 
Perché Shion l'aveva capito da tempo che Nezumi era l'essenza del vento stesso. 
Ma se Nezumi rappresentava l'elemento naturale del vento allora Shion era il sole. 
Stazionario nel suo punto fisso, abbracciava tutti coloro che incontrava riscaldando i loro cuori e con tiepida pazienza coltivava ciò in cui credeva avendo fede nel cambiamento.
Pericoloso se usciva fuori dagli schemi, ma estremamente gentile finché rimaneva ancorato ad essi. 
   
 
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