-Vieni Amore, andiamo dal medico. È solo un controllo, tranquillo!- una donna castana molto bella indossava un vestito bianco-perla svolazzante. Aspettò qualche minuto poi vede il viglio piombare giù dalle scale e darle un lieve bacio sulla guancia.
-Mi preparo, ok mamma?- il ragazzo corse in camera sua con una velocità travolgente, e con la stessa velocità mise a soqquadro la stanza sotto gli occhi della madre. “Ora capisco perché lo chiamano Meteora bianca: crea caos almeno quanto un meteorite che si schianta in un armadio …” pensò la donna.
Pochi istanti dopo suo figlio uscì con indosso una maglia semplice a mezze maniche e un paio di Jeans blu chiari.
-Andiamooooo!- Fidio fece un salto altissimo, per poi avviarsi verso la porta seguito dalla madre che lo implorava di rallentare.
 
La Liguria era piccola, per pochi chilometri di strada incontrarono tutta l’Orfeo o poco meno.
-Ehi Fifi! Che fai di bello?- Angelo era davanti ad un edicola, vicino all’ ospedale.
-Ciao Angelo! Ma, nulla di speciale … vado a fare un paio di controlli! A dopo!-
……………………………….
-Togliti la maglia.- Fidio si levò la maglia allungandola alla madre, che accuratamente la sistemò sulla spalliera.
-Fa un respiro profondo poi trattieni tutto l’ ossigeno!- il medico fece passare lo stetoscopio sul petto del ragazzo, per poi farlo glissare ai polmoni e alla milza.
La visita non durò molto, un paio di minuti e il castano si rivestì e saltò giù dal lettino, uscendo.
-È tutto okay dottore?- il medico abbassò la testa e poi sussurrò un gelido no che fece scoppiare in lacrime la donna.
-l’ Aritmia di suo figlio continua a crescere, e ora si è evoluta in una tachicardia di decimo grado. È meglio se non sforza molto il fisico, accelerando ancora i battiti il cuore potrebbe scoppiare …- la madre cadde in terra coprendosi il volto con le mani, poi si alzò di scatto e si affacciò alla finestra: suo figlio correva con gli amici, felice e spensierato.
I ragazzi si bloccarono, si misero ai lati mentre Fidio, Marco, Angelo e Gianluca coglievano un fiore, lo portavano alle labbra e iniziavano a correre.
Scese malinconica e iniziò a correre anche lei per raggiungere il figlio e riportarlo a casa.
Tutto si fermò.
A pochi metri dalla partenza il castano si piegò ansimante e con le mani fisse sulle ginocchia. Anche gli atri “atleti ” tornarono indietro e soccorsero l’ amico che era impallidito tutto d’ un colpo. Fidio prese un respiro profondo e trattenne il fiato, come gli aveva fatto fare prima il medico, poi ricominciò a correre.
-Fidio! Fidio! Attento, Fidio!- il ragazzo non si riuscì a scansarsi in tempo, e trattenne il fiato immobile, mentre un camion lo tirava sotto.
Pianti disperati quelli degli amici sul corpo schiacciato al suolo del ragazzo, mentre Angelo toccò il petto sanguinante del ragazzo e portò alle labbra il suo sangue.
-Scusami … se non ti ho mai detto che ti amavo con tutto il cuore.-