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Autore: NevillePupp    09/04/2013    1 recensioni
Una breve visione di Neville sui suoi genitori.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ricordi, ricordi che affiorano nella mia mente come se fossero reali. 
Un abbraccio, due braccia forti e sicure mi stringono e mi fanno sentire al sicuro. Mi trasmettono forza e fiducia, mi dicono che non è impossibile, che posso farcela.
" Forza,ragazzo mio... " dice una voce profonda e rassicurante poco prima di spegnersi.
D'un tratto quelle braccia mi lasciano e vengo cinto da un abbraccio più delicato, più caldo, più dolce. Sento la mente più rilassata, la testa più pesante e le palpebre chiudersi. La mia testa si poggia su un soffice petto e sento una mano scorrermi lentamente tra i capelli. Una voce mi sussurra che non sono solo, che non sono un buono a nulla, che non ho meno talento degli altri. Per lei sarò sempre forte, il migliore, l' "ometto di casa".
Sorrido, ma qualcosa di caldo e umido mi scorre sulle guance: lacrime.
Sto piangendo e non riesco a smettere di farlo. Sono felice,molto felice, ma allo stesso tempo angosciato.
La mano continua imperterrita ad accarezzarmi la testa e due labbra si appoggiano dolcemente sulla mia chioma castana. Poco dopo un altro sussurro.
" Sei cresciuto, bambino mio. Ti voglio tanto bene..." 
Non ho neanche il tempo di alzare lo sguardo e mi ritrovo solo, al buio e ricordo tutto ciò che ho fatto in questi anni, ma nulla, nessun momento felice può compensare la mancanza di un abbraccio paterno e di un conforto materno.
Mi sveglio con le guance appiccicose e salate.
" Era solo un sogno..." sorrido amaramente e mi costringo a non piangere di nuovo. Con uno sforzo salto giù dal letto e vado a sciacquarmi la faccia. Mi guardo allo specchio, respiro profondamente per calmarmi, ma è inutile. Torno nella mia camera e apro il cassetto dove tengo ciò che di più prezioso ho al mondo: le carte delle caramelle e tutte le cianfrusaglie che lei mi dà ogni volta che vado a trovarla al San Mungo. Ne prendo una e la stringo forte nella mia mano, mordendomi il labbro.
Sul comodino c'è una foto di loro due, la prendo, la guardo e sorrido, perché i miei genitori, Frank e Alice mi stanno sorridendo. 
" Mamma....Papà...." mormoro e qualche lacrima ricomincia a rigarmi il viso " Avrei voluto rendervi fieri di me almeno una volta, avrei voluto che mi vedeste ora..." 
La voce è bassa, mi trema e non riesco a dire altro. 
Il ragazzino che perse il suo rospo, che venne appeso al lampadario da dei folletti, che dimenticava le parole d'ordine non c'è più, o meglio è cresciuto.
Ora ho diciassette anni e sono riuscito addirittura a distruggere un Horcrux, a ribellarmi ai Carrow, ad avere finalmente fiducia e coraggio in me stesso.
Ma nessuna azione che ho compiuto mi può definire forte, perché in fondo, credo che il Neville Paciock più forte sia stato quello che per anni ha sopportato il dolore di guardare i suoi genitori ridotti ad uno straccio per lui e che ancora soffre per il loro destino. 
" Sono orgoglioso di essere vostro figlio..." dico avvicinado a me la foto. 
" Statemi sempre vicino, vi voglio bene...." sussurro stringendola a me e poi la poggio di nuovo al suo posto, su quel vecchio mobile, in modo tale che mi guardino sempre, in modo che guardino il loro bambino diventare grande e forte come loro avrebbero desiderato.
  
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