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Autore: cupofteah    09/04/2013    1 recensioni
Le note si facevano spazio fra la sua testa, le sue mani, le sue orecchie e rimbombavano nel suo cuore.
Forse non era del tutto andato perduto. Poteva ancora rialzarsi, grazie al semplice rumore di quelle corde che, a differenza del suo cuore, non si erano ancora spezzate.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Six Degrees Of Separation

                                                                                                                                                                            you had the drink, you take a toke
watch the past go up in smoke 
you fake a smile, ya, lie and say 
you're better now than ever and your life's ok 
but it's not, no

-The Script-

1.       You think the worst is a broken heart

 
Lui lo sapeva, lo aveva sempre saputo.
Stava seduto in quel pub ormai da tre ore.
 Lui lo sapeva, lo aveva sentito nella sua pelle.
Aveva bevuto ormai cinque drink e il suo cervello iniziava a sentire una piacevole sensazione che andava a mischiarsi con il dolore.
Un dolore che si faceva largo nel suo cuore.
Lui lo sapeva, i suoi occhi color cioccolato non glielo avevano nascosto.
Rivedeva nella sua mente il colore di quegli occhi. Amava il suo colore della pelle, le sue unghie sempre perfette e colorate,
i suoi capelli ribelli, i suoi occhiali da vista tanto grandi da renderla una nerd.
L’aveva amata dal primo momento che si erano incontrati. Ricorda la sua treccia disfatta dal vento e il trucco colato.
Ricorda il suo sorriso timido e i suoi denti bianchissimi.
Lui lo sapeva, lui aveva il cuore spezzato e lei non era più lì. Non era con lui.
 
Uscì dal pub barcollante andando a sbattere con centinaia di persone. Gli scatti del flash iniziarono a circondarlo senza via d’uscita.
“Niall, un sorriso.” urlavano tutti insieme.
Lui lo sapeva, sapeva che quelle foto le avrebbe viste anche lei.
Sorrise debolmente accontentandoli. Improvvisamente non sentì più i piedi, non sentiva più le persone attorno a lui, non le vedeva.
 Il suo corpo toccò il marciapiede freddo di una serata londinese altrettanto fredda.
Fredda come il cuore di Ann. Freddo come il suo sguardo fisso nei suoi occhi color oceano.
“Non possiamo andare avanti così.” gli aveva detto.
Fredda come le sue mani d’inverno, come il vento che la prima volta le aveva disordinato la treccia.
Freddo come quello che sentiva infondo al cuore. Un cuore che non era protetto e si stava sgretolando come un ghiacciaio.
Lui era freddo, sentiva freddo.
Aveva bisogno di calore, non uno qualsiasi. Il suo calore.
 


2.       What’s gonna kill you is the second part.

 
“Devi accettarlo.” brontolò saggiamente Liam porgendogli una tazza di caffè.
Lui non gli diede ascolto, sorseggiò il caffè che, seppur caldo, non gli diede nessun tipo di sollievo.
Poggiò la tazza nel comò e si arrotolò di nuovo tra le coperte.
Stava lì da giorni ormai. Non suonava più la chitarra, non cantava più Ed Sheeran, non ballava più la macarena, non guardava più le partite.
Non era più lo stesso senza di lei. Le cose più banali ora, diventavano dei tonfi profondi alla bocca dello stomaco.
“Ora ti alzi.” urlò Harry tirandolo giù dal letto.
“No.” si limitò infilandosi per la seconda volta tra le coperte.
Quelle coperte che avevano il suo profumo. Avevano l’odore della sua pelle, l’odore dei suoi capelli, l’odore del suo smalto.
Quelle coperte che erano Lei, in un certo qual modo. Ed era l’unica cosa che gli era rimasta.
“Oh, amico devi reagire.” gli suggerì Louis che nel frattempo si era avvicinato della stanza insieme a Zyan.
C’erano proprio tutti. Erano tutti lì per lui, ma lei non c’era.
“Come faccio, spiegami come faccio?” chiese scoprendo la testa.
“Non mi do pace, non riesco neanche a sedermi in macchina.” affermò gesticolando davanti ai suoi più cari amici.
“C’è ancora il suo odore nella macchina. Il suo profumo è da per tutto. Lo ho nella pelle nonostante mi sia fatto dieci docce.
Lo ho nelle lenzuola, nei vestiti. Lo ho da per tutto.” sbuffo annusando un po’ di quel profumo lasciando che si facesse spazio nei suoi polmoni.
“Il suo profumo è qui, nel mio cuore. Mi scorre nelle vene.” concluse lasciandosi scivolare una lacrima.
I ragazzi lo soffocarono in un abbraccio. “Grazie.” si limitò stringendoli a se provando, per poco, un po’ di sollievo.
 

3.       Is when your world splits down the middle.

 
Erano passati tre mesi, tre lunghi mesi. Ma, nonostante tutto, Niall aveva ancora il dolore lungo il suo petto.
Certo, non stava male come prima, ma pur sempre stava male.
Il suo dolore tardava a passare, i suoi amici lo avevano aiutato ma era lui in realtà che doveva trovare,
dentro di se, la spinta giusta per superare tutto. Doveva trovare quell’input che lo facesse andare avanti.
Lui ne aveva bisogno.
La musica lo aveva aiutato, come ogni volta. Lei era l’unica compagna che non l’avrebbe mai abbandonato e deluso.
Lui, invece, era stato abbandonato da Ann.
Lui non era deluso da Ann, anzi l’aveva capita.
Lui aveva capito che causa del suo dolore era stato lui stesso.
Lui si era creato tutta quella sofferenza da solo.
Nonostante ciò il suo mondo si era spezzato. Da una parte lui e la sua musica, il suo lavoro, i concerti, le fans, i cieli di tutto il mondo, i suoi amici.
Dall’altra, invece, lei. Lei che fino a poco tempo fa era tutto il suo mondo ed ora se n’è andata lasciandogli un varco.
Prese la chitarra tra le mani e iniziò a comporre. In quel momento non si rese nemmeno conto di cosa stesse facendo.
In realtà era l’unica cosa che lo faceva stare bene.
Le corde scorrevano fra le sue mani come se fossero dei fili di cotone.
Erano così leggere e delicate che i calli alle mani facevano meno male.
Non sentiva nessun peso al cuore, non sentiva niente.
Le note si facevano spazio fra la sua testa, le sue mani, le sue orecchie e rimbombavano nel suo cuore.
Forse non era del tutto andato perduto.
Poteva ancora rialzarsi, grazie al semplice rumore di quelle corde che, a differenza del suo cuore, non si erano ancora spezzate.

 

4.       You’re gonna that you fixed yourself.

 
Niall stava meglio, lui stava andando nella direzione giusta. Quella direzione che l’avrebbe portato a stare bene, finalmente.
In sala di registrazione, questa volta, la sua voce era perfetta, le sue dita scorrevano ‘felici’ nella chitarra e un mezzo sorriso si dipingeva nel suo viso.
Un sorriso che si illuminava quando intonava un pezzo dedicato a lei.
Si perché lei, nonostante tutto, era riuscita a fargli comporre una delle canzoni più belle.
La canzone che per lui era la più bella. Era bella perché parlava di Lei.
Ma lui, nonostante ciò, stava superando tutto. Lui si sentiva meglio.
Era stato riparato come un giocattolo.
Il suo cuore era stato rimesso apposto come se una equipe di medici stesse giocando all’ Allegro Chirurgo.
Lui era quell’omino che aveva tutti gli organi incasinati, anche se i primi tempi si sentiva come un bambolotto vudù.
Altre volte si sentiva come un vampiro: aveva un paletto conficcato nel cuore che lo aveva pietrificato.
Conficcato tanto infondo che lo stava portando a sgretolarsi per sempre.
Infondo, aveva sempre amato The Vampire Diaries.
Ma ora no, lui stava meglio ed era diventato l’orgoglio dei suoi amici.
Sotto sotto, anche lui era fiero di com’era riuscito a rialzarsi.
Avrebbe voluto essere fiero di lui anche senza aver patito l’inferno, perché di questo si trattava.
Aveva attraversato l’incubo, forse, più brutto della sua vita. Non si era mai sentito così male.
Ma si sa dopo il temporale c’è sempre l’arcobaleno e lui era lì, all’inizio di quei colori.
Forse tendeva più ad un blu che ad un azzurro, ma pian piano si stava allontanando da quel buio,
da tutti quei fulmini che avevano attraversato quel periodo e quei tuoni che piano piano si facevano più lontani e lievi .
Il temporale stava passando e lui era pronto, o quasi.
 

5.       You see her out with someone else.

 
Lui era riuscito a stare bene. Lo si vedeva dagli occhi, dal suo sorriso lucente, dal colorito che diventava più roseo.
Lui era uscito da quel periodo.
Stava nelle vie londinesi, passeggiava tra le persone. Lo riconoscevano era lui, e lui era li per loro a sorridere e a fare foto.
Era il suo lavoro e lui ne andava fiero. Ora più che mai.
Passava tra la folla lasciandosi coinvolgere dai visi di tutti i londinesi , dalle loro espressioni e dai loro pensieri.
Ma non è così semplice, non tutto può andare bene e per il verso giusto.
Proprio quando senti di poter risalire a galla qualcuno dall’alto ti spinge giù con forza negli abissi e ritorna il buio.
Ora l’azzurro non diventa blu. No, diventa direttamente Nero. 
Il nero del fondo del mare, il nero del cielo annuvolato, il nero degli occhi del suo nuovo fidanzato.
Lei è li davanti a lui. Lei che dopo tanto tempo ha un altro.
Lei e lui che dopo tanto tempo sono due persone diverse e non più un’unica.
Niall ebbe un colpo al cuore, come se uno spillo lo avesse fatto scoppiare come un palloncino.
Non sapeva che fare e che pensare.
Cercò di trattenere le lacrime ma gli occhi di Ann non gli lasciavano scampo, lo intrappolavano così come fanno le alghe nel fondo del mare.
Le sue mani sono intrecciate in quelle di un ragazzo che non è lui. Le sue mani piene di calli che Ann amava.
“Sono così ruvide ma allo stesso tempo delicate che non vorrei mai separarmene.”  Ann, lo diceva sempre.
Le teneva strette tra le sue come se fossero un gioiello prezioso.
Ora il gioiello le intrappolava in quelle di un altro e Niall non poteva sopportare. Aveva sopportato tanto ma questa no: era troppo.
Scappò, ecco cosa fece. Girò i tacchi e, senza degnarla di uno saluto, Niall se ne andò cercando di trattenere le lacrime.
Non era più forte come aveva pensato.
 

6.       Is when you admit that you may have fucked up a little.

 
Passò un mese dall’incontro con Ann e Niall cercò di risollevarsi, infondo, sapeva che prima o poi l’avrebbe incontrata.
Ma nel ripensare a quel momento e a tutto quello che è successo Niall giunge ad una conclusione.
“Ragazzi, è colpa mia.” esclamò entrando in una sala comune. I ragazzi lo guardarono confusi non capendo.
“Se Ann mi ha lasciato.” prosegue incitandoli. “L’ho trascurata, mi sono comportato come un ragazzino.
Lei non merita un ragazzino.” esclamò convinto uscendo dalla porta.
“Dove vai?” chiese Louis sporgendosi alla porta.
“Vado a riconquistarla.” sorrise speranzoso.
Le macchine sfrecciavano al suo lato illuminandogli il viso pieno di speranza e voglia di ricominciare, con lei.
Voleva, doveva riconquistarla. Non gli importava se si era trovata un altro, magari migliore di lui, Niall doveva farlo.
Suonò imperterrito il campanello mordendosi le unghie. Era agitato, fin troppo.
La porta si aprì e la figura davanti a lui era come la ricordava.
Ann stava davanti a lui con la solita treccia, gli occhiali poggiati sul naso, le lentiggini sulle guancie e il solito sorriso timido.
“Che ci fai qui?” chiese appoggiandosi alla porta.
“Sono un cretino.” affermò Niall infilando le mani nelle tasche.
“Ce ne hai messo di tempo.” sospirò rilassandosi.
“Io ti ho trascurato e non avrei dovuto farlo. Il nuovo cd, le fans, il tour, i produttori e tutto ciò che ha comportato.
Avrei dovuto trovare il tempo anche per te. E invece ho dato tutto per scontato e ora tu stai con quell’energumeno.” si sfogò gesticolando e percorrendo i pochi metri di vialetto più e più volte.
“Senti Niall..” iniziò lei bloccandogli il braccio calmandolo improvvisamente.
“No, Ann, sentimi tu ora. Ti ho lasciata andare e non dovevo. E si sa, ti accorgi di tenere ad una persona solo dopo averla persa. Io non voglio perderti.” sospirò facendosi più vicino.
Gli accarezzò delicatamente il viso e una lacrima le rigò il viso. “Mi hai fatto male.”
“Ti amo, Ann.” confesso facendosi più vicino, giusto il tanto per poterle contare tutte le lentiggini.
Ci aveva provato in realtà una notte, ma non ci era riuscito. In realtà si era addormentato come un sasso.
Ann non disse niente, si avvicinò alle sue labbra e le assaporò.
Avevano il solito sapore, era il Niall di sempre, forse con qualche promessa in più, con qualche sentimento in più, ma pur sempre Niall: Il suo Niall.







Ringrazio tutte le persone che perderanno del tempo nel leggere questa storia.
In realtà è la prima One shot che scrivo quindi spero vi possa piacere e emozionare come ha fatto emozionare me.
Per questa storia mi sono ispirata, come per ogni storia che ho scritto, ad una canzone.
Six Degrees Of Separation - The Script
Lots of love xoxo
  
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