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Autore: Ari_anna    09/04/2013    1 recensioni
Torno a casa stanchissima, e mi stendo sul letto cercando riposo. Subito, mille pensieri invadono la mia mente; una scorreria, cavalli imbizzarriti si scagliano come onde sulla mia povera e indifesa ragione, che urla , urla pietà. Ricordi si mescolano a speranze, a riflessioni e promesse; parole, gesti si muovono in un turbine violento di pensieri, e io spossata, mi addormento.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Torno a casa stanchissima, e mi stendo sul letto cercando riposo. Subito, mille pensieri invadono la mia mente; una scorreria, cavalli imbizzarriti si scagliano come onde sulla mia povera e indifesa ragione, che urla , urla pietà. Ricordi si mescolano a speranze, a riflessioni e promesse; parole, gesti si muovono in un turbine violento di pensieri, e io spossata, mi addormento.

 

Era un albergo, con molti appartamenti.

Era notte ed io mi trovavo sola , con la mia famiglia, in un appartamento di questo albergo. Ingannandoli, dopo qualche minuto, riesco ad uscire velocemente dalla porta, e mi precipito giù dalle scale.

Ora sono in un altro appartamento, c'è confusione, rumore, un brusio in sottofondo. Ci sono tutti i miei amici , anzi , ci sono solo persone con cui spero di approfondire i rapporti in futuro. E poi, ci sei tu. Come una luce soffusa nel buio caotico, appari di fronte a me, e, sorridendo , a passi lenti , ti avvicini.

Contatto fisico, abbracci, carezze, sorrisi.

Mi stendi sulla testiera di un divano, la tua luce mi ingloba, diventiamo un tutt'uno.

Non capisco cosa stia succedendo intorno a noi, come se il rumore fermasse i miei sensi.

Vedevo solo il tuo viso, che lentamente si accucciava sul mio. Ne susseguirono due teneri baci; avevo paura che qualcuno ci vedesse. Ma tu , tranquillizzandomi, mi baci di nuovo.

Arriva un ragazzo , avvicina il suo viso ai nostri uniti, ci guarda, noi ci separiamo, e lui mi vede.

Mi riconosce , senza un'apparente reazione alla scoperta, se ne va da un suo amico ed inizia a ridacchiare insieme a lui.

“Ti devo portare in un posto” ti dico.

Era il posto più bello del mondo, per me, e si trovava fuori dalla porta.

Questo posto era immerso in una natura non espansiva, non paurosa, tenebrosa, ma dolcemente innocua. Un sentiero bianco , ostacolato da qualche pianta verde, portava a delle alture; piante bianche, che si scagliavano altissime e diritte come colonne nel cielo scuro: viola e blu , con delle stelle in lontananza.

Lì avremmo trovato la pace; avresti amato quel posto come me , e ci saremmo amate , noi due, sole di fronte allo spettacolo dell'universo.

Ti avevo convinto, e mi stavi seguendo. Aprivo la porta , e il panorama meraviglioso si apriva di fronte a noi, quando un brusco e sonoro “Giulia, svegliati!!” mi svegliò.

  
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