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Autore: sakuraelisa    09/04/2013    0 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo venti

 

Kurt quella mattina si svegliò di buon umore: aveva tra le braccia la persona per lui più importante e quella mattina sarebbero partiti alla volta di Lima, dove finalmente suo padre avrebbe conosciuto il suo Blaine e la piccola Melanie. In realtà era molto emozionato di farglieli conoscere, tutto questo per lui aveva un solo significato: un giorno avrebbe sposato Blaine, ne era più che sicuro, e Burt lo avrebbe capito subito che lui era quello giusto.
Si strinse maggiormente al suo compagno lasciandogli, prima di alzarsi, un bacio sul collo; adorava posare le labbra proprio su quel punto.
Non fece nemmeno in tempo a sollevarsi sui gomiti che il suo compagno lo tirò di nuovo giù, stringendo le sue braccia intorno alla sua vita intrecciando le loro dita.

“Non andare via”  sospirò a bassa voce.

Kurt si intenerì alla sua richiesta, così si riaccomodò esattamente come prima e lo abbraccio di nuovo, andando a posare di nuovo le labbra sul suo collo.

“E' tardi Blaine ... devo andare da Rachel prima di partire e se non esco tra poco non farò in tempo a vederla e gliel'ho promesso”

Blaine prese una delle sue mani e se la portò alle labbra baciandone delicatamente le nocche.

“E' ... che si sta così bene qua, mi piace quando mi tieni tra le tue braccia”

Kurt sorrise alle sue parole fatte di zucchero e lo strinse maggiormente un’ultima volta prima di alzarsi per davvero.

“Amore ti prometto che quando saremo a Lima ti stringerò ogni secondo”

Blaine si irrigidì quasi subito appena sentì il nome del posto dove avrebbero passato la settimana intera. Kurt che conosceva bene ogni movimento del suo corpo se ne accorse subito e comprese altrettanto in fretta il motivo della sua ansia.

“Amore andrà tutto bene vedrai” gli disse cercando di rassicurarlo.

“Sei sicuro?” gli rispose posando il suo sguardo sulle loro mani legate poggiate sul suo ventre.

“Più che sicuro, e lo sai perchè? Perchè io ti amo Blaine, e mio padre lo vedrà appena i suoi occhi si poseranno sui miei che il nostro è un amore
vero”   

Blaine si rilassò alle sue parole e riflettè un momento prima di parlare di nuovo.

“Che c’è?” gli chiese Kurt posandogli ancora dei teneri baci prima sul collo e poi sulla spalla coperta appena dalla maglia.

“E Melanie?”

“Lei che centra?”

Blaine si girò tra le sue braccia per poterlo guardare negli occhi.

“Melanie come la presenterai?” gli chiese a bruciapelo

Kurt non si aspettava di certo una domanda come quella.

“E' tua figlia Blaine”

“Oh Kurt” gli disse Blaine scostandosi dalle sue braccia e alzandosi per mettersi seduto.

Il suo compagno non riusciva a capire la sua reazione, ma tanto meno riusciva a capire cosa gli passasse per la testa in quel momento.

“Blaine che succede?”

Lui non rispose, vedeva che continuava a tenere il capo chinato verso il suo grembo e a stare in silenzio. 

“Amore ti prego parlami” gli chiese quasi come una debole richiesta.

“N-non l’hai ancora accettato” rispose con un lieve sussurro.

“Ma di cosa stai parlando?”

“Di nostra figlia Kurt” gli disse voltandosi finalmente verso di lui.

“Tu non la chiami mai così, non è più solo mia figlia da quando siamo diventati qualcosa d’importante ” continuò gesticolando con le mani.


E' diventata nostra figlia, perchè non lo accetti? O forse non vuoi più essere suo padre ... dimmi, è così Kurt?”

Kurt, a quelle parole, a quella supplica si svegliò come da un incantesimo, guardò il suo Blaine, che sembrava così triste e distrutto dalla sua mancata
risposta e gli fece male il cuore a vederlo così: la giornata era iniziata bene e non stava proseguendo nel migliore dei modi e il solo modo per rimettere tutto in ordine era quello di far chiarezza e di tranquillizzare il suo fidanzato.
Si avvicinò lentamente e lo abbracciò stretto; Blaine quasi senza rendersene conto si lasciò stringere e poggiò la testa sulla sua spalla, e stettero così per un po'. Kurt lo stava cullando e sentiva che il suo corpo si stava rilassando, così attese che lui fosse pronto prima di parlare.

“Amore io non volevo spaventarti ... è solo che ...”

“E' troppo difficile? Vuoi lasciarmi e chiudere con me e Melanie?”

“Non dire stupidaggini!”

Sciolse il suo abbraccio e gli portò le mani sulle sue guance, tastando bene con le dita la sua pelle poco ruvida.

“Blaine guardami ... io voglio essere suo padre e un giorno voglio essere tuo marito, ho solo avuto paura per un momento di non essere all’altezza, di non poter essere il meglio per lei, ma io voglio esserlo, ti prego credimi”

“Io ... io ti credo ... ma ...”

“Ma?”

“Dillo Kurt”

Lui comprese subito cosa Blaine intendesse, si sporse e gli sorrise prima di baciarlo e succhiargli il labbro inferiore.

“Melanie è nostra figlia e a mio padre la presenterò come tale, sei contento ora?”

“Sì, da morire” gli rispose Blaine portandogli le braccia intorno al collo e tirandolo verso di sé.

Si abbracciarono ancora a lungo, prima che la porta si aprisse lentamente rivelando la piccola Melanie; loro gli sorrisero contemporaneamente senza staccarsi l’uno dall’altro.

“Nostra figlia” disse Kurt.

“Sì, è nostra figlia amore” gli rispose Blaine.
 

*****

 
Quelle ore che li separavano dalla loro partenza passarono tranquille, Blaine rimase a casa con Melanie a finire di preparare le valigie, e Kurt fece visita a Rachel: aveva bisogno di parlare con lei e di salutarla per bene.
Quando arrivò a casa sua, suonò il campanello e una vivace Rachel gli aprì la porta. Sempre graziosa, con la sua gonna nera a pois lunga fino al ginocchio, la sua camicetta bianca a maniche corte e il suo dolce viso circondato dai suoi capelli castani, lasciati sciolti dietro alle spalle come al solito.

“Oh ciao Kurt! Non siete ancora partiti?”

“No non ancora, prima volevo parlare con te di una cosa” gli disse stando ancora sul ciglio della porta.

Rachel lo prese per mano e lo trascinò dentro casa, andando verso il divano del salotto vicino all’ingresso; si sedettero vicini, lei gli stringeva ancora le mani mentre attendeva il momento in cui Kurt iniziasse a parlare.

“Ho preso una decisione nelle scorse settimane” esordì guardandola negli occhi.

“E..?”

“Voglio sposare Blaine”

Rachel lasciò la sua mano e si alzò in piedi, iniziando a fare dei piccoli saltelli per poi abbassarsi e abbracciarlo stretto. Kurt l’assecondò e rispose al suo abbraccio, sorridendo felice del fatto che la sua migliore amica fosse d’accordo con la sua scelta.
Lei si risedette al suo fianco e gli baciò una guancia.

“Allora racconta, come hai preso questa decisione?” gli disse entusiasta

“E' da un po’ che ci penso, io lo amo ... e tanto ... voglio sposarlo e renderlo felice e voglio adottare Melanie, voglio che sia nostra figlia a tutti gli effetti”

“Come glielo chiederai?” gli domandò curiosa.

“Non lo so ancora ... ma voglio che sia a Lima, voglio chiederglielo quando siamo nel mio mondo, e ovvio con mio padre e Carole vicino sarà più facile
trovare il coraggio”

“Sono così felice per te Kurt, te lo meriti di essere felice”

Lui le sorrise, si guardò il braccio un momento e si accorse guardando l’orologio legato al suo polso che era tardi e che doveva muoversi a tornare a casa se non voleva perdere l’aereo per andare finalmente a trovare la sua famiglia, era molto emozionato di rivedere di nuovo suo padre e Carole.

"Ora devo andare tesoro” le disse.

“Mi raccomando fammi sapere tutto appena succede!”

“Ma non lo so ancora se glielo chiederò per davvero ... ”

“Non importa , ma se glielo chiederai ... chiamami”

Kurt annuì e la baciò un’ultima volta sulla guancia, si alzò dal divano, la salutò e poi uscì dalla porta.
Il tempo passò velocemente da quel momento in poi; Kurt tornò a casa dove Melanie e Blaine lo stavano aspettando pronti con le valigie, chiamarono un taxi e venti minuti più tardi erano in marcia verso l’aeroporto. Kurt era così emozionato ma anche molto nervoso, finalmente tutto stava andando come previsto. Blaine, seduto al suo fianco, si accorse del suo disagio e gli strinse la sua mano posata sulla coscia con la sua.

“Andrà tutto bene vedrai”

“Sì lo so ... Blaine?”

“Si?”

“Ti amo tanto”

“Anche io”
 
Il volo verso Lima fu piuttosto tranquillo, Melanie si addormentò quasi subito nel suo posto, e Blaine e Kurt erano seduti proprio di fianco a lei che la guardavano riposare serena.

“E' bellissima” disse Kurt guardandola.

“Lo è sempre stata” gli rispose Blaine voltandosi verso di lui.

“Sai Blaine ... io ci tengo a farti conoscere ogni parte di me e Lima è la parte della mia infanzia e sai ...”

“Sarà bellissimo conoscere ogni ricordo del piccolo Kurt”

Kurt sollevò lentamente una mano e la posò leggera sulla sua guancia sinistra.

“Mi dici che ho fatto per meritarti?” gli chiese dolcemente.

“Non so uhm ... magari hai fatto il bravo ometto da piccolo” gli rispose Blaine quasi ridendo e sporgendosi verso di lui per potergli baciare lievemente il naso.

“Sai, queste cose non potrai farle a Lima e mi mancheranno i tuoi gesti spontanei fuori dalla casa dei miei genitori”

“Non importa tesoro, mi farò bastare ogni istante ... e poi c’è sempre il portico” gli rispose.

“Già” gli disse Kurt in risposta.

Arrivarono a Lima un’ora più tardi, scesero dall’aereo e attesero le loro valigie al deposito bagagli. Kurt si guardava attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa o qualcuno.

“Chi cerchi?” gli domandò Blaine

“Mio padre dovrebbe essere venuto a prenderci” gli rispose.

Nel frattempo Melanie aveva preso le valigie per loro stando bene attenta a posizionarle perfettamente di fronte a lei, Blaine si accorse del suo gesto e rise di quanto la sua bambina potesse diventare pignola in certi momenti.
Finalmente quando tutti e tre furono con i loro bagagli si allontanarono per raggiungere l’uscita. Oltrepassarono il grande portone e lo sguardo di Kurt si fermò per un momento, non riusciva a fare un passo in avanti, era come concentrato a guardare la persona che in quell’istante gli stava sorridendo. Si avvicinò velocemente a lui, quando lo raggiunse, attese un altro attimo e posò la valigia per potergli buttare le braccia al collo.

“Bentornato a casa figliolo” gli disse Burt stringendolo forte

“Mi sei mancato tanto papà” gli rispose Kurt rispondendo con affetto al suo abbraccio.

Burt strinse suo figlio ancora un po’ prima di lasciarlo andare, si guardarono negli occhi un piccolo secondo e sui loro volti si dipinse un candido
sorriso.

“Come stai papà?”

“Tutto a posto, non ti preoccupare”

“Ma pa-”

“No Kurt, adesso se non ti dispiace voglio conoscere il tuo fidanzato e la sua bambina” gli disse risoluto.

“La nostra bambina”

Burt si voltò verso di lui sicuro di non aver sentito bene, ma negli occhi del suo meraviglioso figlio lesse solo la pura verità.
Kurt si avvicinò a Blaine e lo tirò a sè, prendendolo per la mano e portandolo con se vicino a suo padre.

“Ecco papà, lui è Blaine” gli disse con un sorriso luminoso in volto e stringendogli forte la mano.

Blaine si perse in quel contatto per un momento, era così felice di poter finalmente entrare a far parte del mondo del suo compagno, e iniziare con la conoscenza di suo padre era la cosa più bella.

“P-piacere di conoscerla signore, io sono Blaine” disse voltandosi verso Burt e porgendogli la mano.

Burt sorrise del suo imbarazzo, era proprio come suo figlio glielo aveva descritto, dolce, imbranato e terribilmente innamorato.

“Puoi chiamami solo Burt” gli rispose accentando la sua stretta e stringendogli la mano.

Blaine ricambio il suo sorriso e lasciò la presa, voltandosi e andando a posare le mani sulle spalle della piccola Melanie, che era rimasta in disparte fino ad allora.
Lei fece un passo in avanti e si posizionò esattamente di fronte al suo papà, fissò gli occhi su quelli di Burt che la guardava sognante e si presentò.

“Io sono Melanie e tu sei il papà di Kurt, giusto?” disse sicura.

Burt si avvicinò a lui e si inginocchiò di fronte a quegli occhi tanto simili a quelli di suo figlio, quel celeste chiaro reso più brillante dalla luce.

“Sono suo padre e tuo nonno piccola”

Lei si illuminò alle sue parole e sorrise quasi d’istinto, era la prima volta che conosceva un nonno vero, i genitori del suo papà non l’avevano mai voluta vedere e adesso c’era questo signore che pareva tanto gentile e che la voleva conoscere. Era felice.

“Ne sono felice” sussurrò a bassa voce quasi timidamente.

Burt si sporse e l’abbraccio, lei ricambiò il suo gesto lanciandosi su di lui e portandogli le braccia al collo.
Blaine e Kurt erano in piedi di fianco a loro che guardavano la scena, Blaine senza rendersene conto strinse la sua mano e fece per portare la sua braccia intorno alla vita del suo compagno, quando Kurt si scostò da lui.

“Eh no tesoro, qua no” gli disse sorridendo tristemente.

Blaine sembrò non capire ma poi si ricordò che non erano più nella loro città e che qua le persone non erano di mentalità aperta, e che non potevano
comportarsi come al solito, così si limitò a sorridere impacciato e lasciò anche la sua mano sconsolato.

“Io sono orgoglioso di quello che c‘è tra di noi Blaine, sai che sono fiero di quello che sono, ma qua non comprendono, però se vuoi ci possiamo sempre tenere per mano”

“Davvero?” chiese Blaine speranzoso.

“Sì” disse Kurt prendendogli di nuovo la mano e intrecciando le loro dita.

Burt nel mentre si era di nuovo alzato in piedi e prese per mano la sua nuova nipotina.

“Allora andiamo? Carole ci aspetta a casa” 

I due uomini di fronte a lui annuirono, presero le loro valigie, e insieme a Burt e Melanie che aveva preso il suo piccolo bagaglio, lasciarono finalmente
l’aeroporto.
Il viaggio in auto verso la casa dei suoi genitori fu molto rilassante per Kurt, rivedere quei paesaggi e quelle case che gli ricordavano il suo passato, e vedere quel viale quando furono vicini, dove per la prima volta a cinque anni imparò ad andare in bicicletta, erano ricordi seppur tanto lontani, ancora molto vividi nella sua memoria.
Blaine si accorse del suo sguardo sognante e perso chissà dove e gli strinse più forte la mano.

“Tutto bene?” gli chiese dolcemente.

Kurt si voltò verso il suo compagno e gli sorrise.

“Tutto bene, sono solo un po’ pensieroso”

“Brutti ricordi?”

“No ... solo quelli più belli.”

Blaine non fece più domande e si limitò ad appoggiarsi maggiormente a lui, posando la testa sulla sua spalla.
Quando arrivarono a casa e scesero dall’auto, Carole li stava aspettando seduta sul gradino del portico; appena li vide sorrise e si alzò. Blaine e Kurt presero le loro valigie dal cofano e la raggiunsero.

“Oh Kurt!” esclamò lei abbracciandolo di slancio.

Kurt posò la sua valigia e ricambiò la stretta affettuoso. Si separarono e lei subito notò le due persone al suo fianco.

“Io sono Blaine” esclamò subito quest'ultimo presentandosi a lei.

Lei non attese e abbracciò anche lui. Era così felice che Kurt avesse trovato qualcuno di importante: anche solo guardandolo negli occhi si poteva
comprendere quanto fosse innamorato del suo figliastro.
Dopo che Carole ebbe fatto anche la conoscenza della sua nuova nipotina, entrarono tutti in casa; la donna convinse la piccola ad aiutarla a cucinare mentre i genitori disfavano i loro bagagli.
Burt rimase nell’ingresso insieme a suo figlio e al suo nuovo genero.

“Io vi lasciò riposare, magari vado a vedere se in officina va tutto bene” disse.

“Papà sei sicuro di stare bene?” chiese Kurt apprensivo.

“Certo ragazzo” gli rispose lui stringendogli una spalla.

“Torni questo pomeriggio? Portiamo Melanie al parco e mi farebbe piacere se ci fossi anche tu”

“Certo, si può fare”

Burt diede un ultimo abbraccio a suo figlio e salutò anche Blaine stringendogli la spalla, andò in cucina a salutare Carole e Melanie, poi uscì.
Kurt e Blaine decisero di seguire il suo consiglio e raggiunsero la vecchia camera di Kurt dove avrebbero soggiornato per la settimana, mentre la piccola Melanie avrebbe dormito nella vecchia stanza di Finn.
Quando arrivarono nella sua camera, Kurt posò le valigie vicino all’armadio e si voltò verso Blaine che stava incantato vicino alla porta.

“Su, amore, entra” gli disse in modo dolce prendendogli la mano e trascinandolo dentro.

Tirò Blaine verso di sé e gli fece poggiare la valigia per terra vicino alla sua, gli portò le braccia al collo e lo attirò a sé, posando le labbra sulle sue, e lo baciò, quel tocco iniziato dolcemente finì per diventare in poco tempo appassionato. Le loro bocche si aprirono quasi in sincronia, le loro lingue si incontrarono e per Kurt succhiare il suo labbro inferiore ripetutamente fu naturale e spontaneo.
Si lasciarono andare solo un momento, solo il tempo di rinchiudersi nella loro bolla d’intimità, dove potevano continuare a stringersi forte, ad assaggiarsi senza nessuna distrazione.
Kurt fece qualche passo indietro fino a toccare i piedi del suo letto, ci si sedette e portò Blaine a cavalcioni sopra di sé. Sentiva le sue braccia ancora strette intorno al suo collo, e quella sua bocca che ora stava baciando lasciva il suo collo.

“Hai un sapore buonissimo” gli disse alzando il suo viso.

Kurt sorrise del suo commento e lo guardò negli occhi, mentre quelli di Blaine iniziarono ad osservare la stanza curiosi e attenti. Sopra ogni parete erano appese delle locandine di spettacoli teatrali e sulle mensole erano sistemati ordinatamente una serie di libri e di cd. Era tutto così parte dell’essenza di Kurt.

“Non sapevo che ti piacevano queste cose” gli domandò portando di nuovo gli occhi nei suoi.

“Sono parte del mio vecchio sogno” gli rispose Kurt facendolo scendere dalle sue ginocchia e allungandosi sul letto fino a distendersi, trascinando
Blaine vicino a lui.

Entrambi poggiarono la testa sul cuscino, uno di fronte all’altro, le loro dita intrecciate all’altezza dei loro petti poggiate sul copriletto.

“Allora me ne vuoi parlare?” gli chiese Blaine accarezzandogli il polso.

“Da piccolo il mio sogno era diventare un cantante, uno di quelli che si esibiscono nei teatri: Broadway era il mio sogno” gli rivelò Kurt.

“Wow Kurt, ma è bellissimo”

“Sai, ho una bella voce, almeno così credevo... Quando ho finito il liceo sono andato a New York”

“E ce l’hai fatta?”

“No Blaine, era tutto talmente difficile e competitivo ... mi iscrissi ad una scuola e durante le lezioni trovai anche un lavoro, facevo il babysitter in una scuola materna” continuò.

“E poi?” domandò Blaine.

“Poi tutto è cambiato ... mi sono innamorato dei loro sorrisi veri e reali, dei loro modi gentili e delle loro carezze ... scoprì che badare a dei bambini era più bello che stare su un palco”

“E' per questo che sei diventato un insegnante?”

“Si, ho lasciato la scuola di canto e ballo l’anno dopo e mi sono iscritto ad una scuola per insegnanti”

“Te ne sei mai pentito?”

“Mai”

Kurt si avvicinò di più al suo compagno, lo attirò a sé, posandogli un braccio intorno alla vita per averlo più vicino.

“E poi ...” sussurrò baciandogli il naso.

“E poi cosa?” rise in risposta Blaine.

“Se non fossi diventato un insegnante, magari avrei potuto non incontrarti mai”

“Ci saremo incontrati lo stesso in qualche modo ... sai è il destino, Kurt”

“Già”

Kurt si sporse e lo baciò ancora e stavolta sulle labbra, non si stancava proprio mai di poggiare le labbra sulle sue. Rimasero sdraiati finchè non si addormentarono, vicini e abbracciati l’uno all’altro. Era stata una lunga giornata, Kurt era tornato a casa e aveva portato con sè Blaine per farlo entrare nel suo mondo e fargli conoscere le persone che lo avevano fatto diventare l’uomo di cui lui si era innamorato. Ora si poteva definire finalmente un uomo felice per davvero, qui nella sua vera casa, con la sua famiglia, il suo compagno e la loro figlia. 
 

Note:

Ed eccoci qua con il terzultimo capitolo, ne mancano solo due alla fine, se ci penso divento triste, comunque spero che vi piaccia come capitolo e ringrazio le 75 persone che seguono questa storia e la mia beta Bonnie.
Al prossimo aggiornamento e buona lettura.
  
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