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Autore: nephylim88    10/04/2013    0 recensioni
Elisabeth Warren è una ragazza che ha appena scoperto di avere una malattia mentale. mentre guida lungo la Extension di Derry, farà un incontro molto particolare...
La storia che ho scritto è ispirata (e per certi aspetti molto simile) a una delle storie del libro "Notte buia, niente stelle". non pretendo assolutamente di eguagliare il maestro Stephen King (a cui scherzosamente mi inchino), ma spero che comunque vi piaccia! Fatemi sapere!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Lizzie! Grazie a Dio! Ero preoccupato!” Damian era sulla soglia, l'aria stravolta. Elisabeth si buttò tra le sue braccia, e lo strinse a sé.

“Scusami, Damian. Avevo bisogno di stare un po' sola.”

Lui le accarezzò la testa, guardandola a lungo negli occhi. Poi rientrarono in casa.


La mattina dopo, Elisabeth era in soffitta. Frugava in un vecchio scatolone, alla ricerca dell'unica cosa che non aveva buttato o restituito a Ramon: la sua vecchia canotta color verde militare. Il suo ex gliel'aveva prestata una volta e lei non l'aveva mai restituita. La teneva lì, quasi come una reliquia. Non aveva il coraggio di buttarla. Non sapeva neanche lei, perché. Uscì dalla soffitta con la canotta in mano. Il sole picchiava sulla sua fronte. Fece per salire in macchina e dirigersi verso la Extension, ma qualcosa la bloccò. Era il pensiero di Dave Streeter. E di Tom Goodhugh. Come aveva potuto, Streeter, condannare così un uomo? Norma Goodhugh era morta, e così anche il figlio minore e la figlia dei coniugi Goodhugh, morta suicida pochi mesi prima, dopo una lunga depressione a causa della morte del marito e del figlio nato morto. Non sapeva cosa avesse fatto Goodhugh a Streeter, ma era certa che non meritasse una tale cattiveria. Goodhugh era un buon diavolo, dopotutto. Forse un po' spaccone, ma non mordeva. E Streeter lo aveva rovinato, con quel patto. Alla fine, Gracie Goodhugh non si era suicidata. Era Streeter che l'aveva uccisa. E lei? Voleva diventare un'assassina? Voleva diventare come Streeter? Era davvero pronta a condannare ad una vita orribile Ramon, nonostante il male che le aveva fatto? Poteva torturare così la signora Lopez? E il piccolo? Loro non le avevano fatto nulla. E la vendetta non le avrebbe tolto il dolore e l'umiliazione. O almeno, così sperava, o avrebbe perso una grande occasione di sentirsi finalmente meglio.

Lentamente, con calma e decisione, si avviò verso il barbecue. Buttò la maglietta sotto la griglia, ci buttò sopra un po' d'alcool, e dopo essersi assicurata di aver chiuso il flacone, accese un fiammifero e lo buttò sulla canotta. La stoffa prese fuoco. Nel giro di pochi minuti, dell'ultimo ricordo tangibile di Ramon Lopez e della sua storia con Elisabeth Warren, era rimasto solo un mucchietto di cenere.

  
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