Una calda giornata di Aprile del 1842,una bambina,per la precisione una neonata,era appena venuta alla luce.Era bellissima,i suoi pochi capelli biondi sembravano fili d' oro e i suoi occhi caramellati erano così dolci da far sciogliere chiunque.Era tranquilla tra le braccia della madre.Si sentiva al sicuro,ma non sapeva ciò che il destino le riservava.
Poche ore più tardi un' uomo dall' altezza media entrò come una furia nella stanza.
-Spera per te che sia maschio!-
Disse con una voce roca e maligna l' uomo.
-M...mi dispiace tesoro ma...-
La donna non aggiunse altro perchè un violento ceffone la zittì.
-IO VOLEVO UN' EREDE!LO SAPEVO,SEI SOLO UN' INCAPACE!A VOLTE MI CHIEDO PERCHè NON TI LASCIAI MORIRE ANNI ORSONO IN QUELLA BUFERA!-
La piccola iniziò a piangere,era spevantata,aveva paura di quella voce così meschina.
-E tu sta zitta!-
L' uomo andò via.Chi lo avrebbe mai detto che una persona maligna come lui potesse aver contribuito alla creazione di una bambina così bella e sensibile?
-Su,calma piccola Sharpay,tuo padre è andato via,shh...se fai la brava tra poco conoscerai tuo fratello maggiore...si chiama Ryan e a differenza di quell' uomo lui ti vorrà tanto bene!-
Sharpay si calmò poco dopo.
Gli anni passavano e più Sharpay cresceva,più veniva maltrattata.In fondo nessuno poteva dire qualcosa,suo padre era il Conte Evans,una persona molto importante.
Ma il Conte non aveva fatto i conti con la bellezza della figlia.Per quanto la picchiasse lei era diventata una bellissima ragazza che alla sola età di diciotto anni aveva molti pretendenti.
Suo fratello cercava di proteggerla il più possiblile,anche se a detta di suo padre era solo un buono a nulla.Per questo desiderava un' altro erede maschio,che fosse forte e duro come lui e non sensibile e pappamolla come suo figlio.
-Caro,questa sera ci sarà il gran ballo alla casata del Conte Bolton.-
Disse con tono incerto la Contessa Evans.
-E allora?-
Chiese con tono burbero e scocciato il Conte.
-Siamo stati invitati...-
-Vai tu,io odio quei Bolton!Così pieni di se!Ah se il buon Dio mi avesse dato un' erede maschio uguale a me glie lo avrei fatto vedere io chi tra le nostre due casate era il più forte!-
La Contessa decise di non insistere o suo marito le avrebbe dato una bella lezione.Se ne andò avviandosi nelle stanze della figlia.
-Sharpay!-
-Si madre?-
La voce soave della ragazza la raggiunse.Era di fornte la specchiera,intenta a pettinare i lunghi boccoli biondi.
-Questa sera andremo alla casata dei Bolton,preparati,c'è il gran ballo!-
La Contessina annuì e si alzò andando a lavarsi aiutata da alcune cameriere,,tra cui la sua vecchia balia di quando era ancora in fasce.
Si lavò con dei oli profumati provenienti dal lontano Giappone e si vestì con il suo vestito più bello.
Alcune ancelle parlando tra di loro  esaltarono la bellezza del giovane Conte Troy Bolton.Le sent'ì dire che era un' angelo sceso in terra,aveva gli occhi più azzurri del cielo stesso.
Voleva fare bella figura.Prese un pò di trucco e si coprì il livido che faceva blella vista sullo zigomo destro.Indossò un vestito di seta rosso con ricami dorati,a maniche lunghe,le scarpe con un pò di tacchetto,sempre rosse,si sedette di fronte la specchiera e si acconciò i capelli in un elegante fermaglio.
Improvvisamente bussarono alla porta e un bel ragazzo alto,biondo,occhi azzurri con un bel fisico entrò nella stanza.
-Sorellina sei pronta?-
-Si Ryan!-
Sharpay si alzò e raggiunse il fratello che le porse elegantemente il braccio sinistro.
La ragazza rise leggermente e si mise a braccetto.
Uscirono dalla stanza e dopo aver sceso la lunga scalinata si ritrovarono nell' atrio del plazzo dove c' era la Contessa Evans ad attendergli.
-Siete bellissima madre!-
Disse il Conte Ryan facendo il bacia mano alla madre.Poteva essere sensibile e pappamolle quanto voleva ma aveva un' eleganza innata che faceva perdere la testa a molte giovani nobili.
Entrarono in carrozza e partirono.
La notte avvolgeva tutto,le tenebre erano calate da un pò,ma per loro fortuna il palazzo non distava molto.
Sharpay aveva sempre avuto paura del buio da quando aveva cinque anni.Infatti una notte suo padre,del tutto ubriaco entro nella sua stanza e la picchio a sangue.La poveretta dovette rimanere a letto per un mese,le ferite erano molto gravi e profonde,ma non poteva dalra vinta a suo padre,così reagì guarendo il più presto possibile.
Si fece il segno della croce mentre le luci del palazzo Bolton si facevano sempre più vicine.
Era curiosa...curiosa di sapere come fosse questo ragazzo,se le sue ancelle dicevano il vero o il falso.
Ma non poteva mai immaginare,che l' incontro che avrebbe fatto di lì a poco,le avrebbe sconvolto forse in meglio o in peggio la sua intera vita.

Fine primo capitolo.
Come vi sembra?Ho avuto l' idea Domenica vedendo un pezzo di "Guerra e Pace" ma la storia è del tutto diversa.Mi ispirava solo il fatto che non fosse ambientata ai gironi nostri!^__^Spero che sia di vostro gradimente,ciao ciao!