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Autore: Despicable Meggs    10/04/2013    4 recensioni
"Ziva" disse Gibbs "Io scendo da Ducky. Quando DiNozzo si degna di arrivare chiamami, lo aspetta una lunga serie di scappellotti".
"Possibile che ancora non abbia capito che esigo puntualità" borbottò tra sé e sé andandosene.
Dove sarà finito Tony? Riuscirà la squadra a trovarlo prima che sia tardi?
Storia scritta di getto in un momento di ansia pre episodio 10x20 (ma tranquillinon contiene alcuno spoiler)! Spero vi piaccia! :)
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEPOLTO

 
Tony era in ritardo, di nuovo. Non era certo una novità soprattutto se la sera prima era uscito con gli amici. Proprio per quel motivo nessuno si allarmò quando si accorsero che era l'unico a non essere ancora arrivato al lavoro.
"Ziva" disse Gibbs "Io scendo da Ducky. Quando DiNozzo si degna di arrivare chiamami, lo aspetta una lunga serie di scappellotti".
"Possibile che ancora non abbia capito che esigo puntualità" borbottò tra sé e sé andandosene.
"Questa volta è davvero nei guai" disse ridendo Tim "Spero che abbia una buona scusa".
Poi si rimisero a lavorare senza badare molto all'orario. Ad un certo punto Ziva si rese conto che qualcosa non andava. Erano già le dieci passate e di Tony non c'era neanche l'ombra. Un po' di ritardo era normale ma se avesse avuto un imprevisto che gli impediva di andare al lavoro avrebbe di sicuro fatto una telefonata.
"McGee, a casa non risponde e il cellulare è spento... Ma dove è finito?" disse Ziva preoccupata.
"Sicuramente non ti risponde perché dorme ancora... Insisti, vedrai che prima o poi lo sente!" rispose McGee.
Ziva provò a chiamarlo più volte, lasciando anche alcuni messaggi in segreteria ma proprio non si trovava.
A quel punto anche Tim iniziò a preoccuparsi.
"Io telefono a Gibbs e gli dico di tornare su... Tu intanto continua a chiamare a casa di Tony" disse Ziva.
Gibbs arrivò su in un minuto "Allora, ragguagliatemi!" disse con tono autoritario.
"C'è poco da dire capo... Tony non si trova" disse McGee.
"Abbiamo provato a chiamarlo almeno una decina di volte sia a casa che al cellulare ma non risponde. Ho lasciato anche dei messaggi ma non richiama" aggiunse Ziva.
Gibbs chiamò Abby chiedendole di provare a rintracciare il telefono di Tony e verificare le ultime chiamate che aveva fatto.
"McGee tu trova tutti gli amici con cui era Tony ieri sera e chiedigli a che ora l'hanno visto per l'ultima volta. Io e te" disse indicando Ziva "Andiamo da lui".
"Ok capo" rispose Tim "Appena so qualcosa vi chiamo".
Gibbs e Ziva salirono in macchina e in meno di dieci minuti arrivarono a casa di Tony.
Entrarono forzando la serratura visto che la porta era chiusa e nessuno apriva nonostante avessero bussato ripetutamente.
La casa sembrava in ordine, il letto era fatto e la cucina pulita. Pareva essere tutto a posto.
Fecero il giro dell'appartamento e stavano per uscire quando Ziva notò che il computer era sul tavolo e vicino ad esso c'era un biglietto con scritto "Accendimi".
Premette il tasto per accendere il pc ed immediatamente apparve una schermata con un video. Rimasero pietrificati, non poteva essere vero quello che stavano vedendo.
In quel preciso momento McGee chiamò Gibbs per dirgli che la sera prima, Tony aveva lasciato il bar insieme agli e amici a mezzanotte circa, loro lo avevano riaccompagnato a casa e dopo quell'ora nessuno lo aveva più visto né sentito.
"Avevano preso una macchina sola per uscire ed erano usciti tutti insieme. Giurano di averlo rivisto entrare nel suo palazzo. In teoria dovrebbe essere in casa. Anche Abby dice che l'ultimo segnale emesso dal cellulare è stato in casa questa mattina. Quindi deve essere stato lì per forza capo".
"Ok McGee... Ma ora il problema è un altro. Sul computer c'è un video in cui si vede Tony. Abbiamo bisogno di te qui. Ora" rispose Gibbs.
Tim arrivò a casa di Tony in pochissimo tempo. Quando entrò e vide lo schermo del pc gli si gelò il sangue.
"Oh mio Dio. Non è possibile" esclamò.
 
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Quando Tony si svegliò aveva un mal di testa atroce. Si ricordò subito quello che era successo. Avevano suonato alla porta, lui era andato per aprire pensando che fosse il solito vicino che si lamentava perché aveva fatto troppo rumore rientrando e invece un uomo che gli pareva di conoscere ma non ricordava chi fosse lo aveva colpito alla testa facendogli perdere i sensi.
Era sdraiato in un luogo buio e umido. Non riusciva a vedere assolutamente niente. Provò ad alzarsi ma l'unico risultato che ottenne fu quello di sbattere la testa.
"Come può esserci un soffitto così basso?" pensò. Poi provo ad allargare le braccia e le gambe ma andò a colpire i lati del luogo in cui si trovava.
"Ma che posto è questo?" Si domandò confuso.
La sua mente lavorò veloce e in un attimo capì dove si trovava.
"Non è vero! Non può essere vero!" urlò "O mio Dio. Ti prego dimmi che sto sognando!".
Prese un accendino che teneva sempre in tasca, anche se non fumava, e lo accese.
"No questo è un terribile incubo! Sono sepolto vivo. Sono in una bara! Come Ryan Reynolds in Buried!" gridò.
"Aiutatemi vi prego! Qualcuno mi aiuti! Mi sentite? Sono qui sotto" continuò ad urlare sempre più agitato.
Cominciò a dare colpi alla bara cercando di forzare il coperchio, poi si rese conto che era impossibile aprirla. Molto probabilmente era coperta da una gran quantità di terra che gli sarebbe caduta addosso soffocandolo.
A quel punto il panico prese il sopravvento. Il suo cuore batteva come impazzito e il respiro era sempre più rapido. Pensò che anche se avesse escogitato il piano più geniale che la sua mente poteva concepire, non sarebbe riuscito a scappare. Sperava davvero che i suoi colleghi si fossero accorti della sua assenza e avessero iniziato a cercarlo.
Poi capì che doveva riprendere il controllo di se stesso "Respira lentamente Tony... Devi risparmiare l'ossigeno o morirai prima che ti possano trovare..." si disse per tranquillizzarsi. Notò inoltre una cosa che gli ridiede un po' di speranza. Sopra di lui c'era una piccola telecamera probabilmente messa lì per trasmettere le immagini a qualcuno. La prima cosa a cui pensò fu che molto probabilmente Gibbs lo stava già guardando e con gli altri stava organizzando un piano infallibile per tirarlo fuori.
Aveva veramente fiducia nei suoi amici e colleghi. Sapeva che sarebbero riusciti a salvarlo.
 
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Sullo schermo riuscivano a vedere tutto quello che faceva Tony grazie alla telecamera ad infrarossi e riuscivano anche a sentirlo. Quel pazzo che lo aveva rinchiuso lì dentro aveva programmato tutto alla perfezione. Aveva persino messo nella schermata un cronometro che indicava quanto tempo rimaneva a Tony prima di finire l'ossigeno.
Ziva cercò di non farsi sopraffare dall'emozioni. Vedere Tony così e non poter far niente per aiutarlo la mandava nel panico più totale. Era il suo partner, il suo amico e forse anche qualcosa di più.
Fissavano tutti lo schermo del computer come paralizzati da quello che vedevano. Poi Gibbs prese in mano la situazione.
"McGee dimmi cosa ti serve per rintracciare il segnale della telecamera così te lo faccio portare da Abby" disse.
McGee elencò una serie di cose che Gibbs riferì ad Abby. Le disse anche di portare un computer da usare per scoprire che poteva essere stato a rapire Tony.
Appena Abby arrivò si mise al lavoro con McGee, mentre Ziva e Gibbs spulciavano tra i vecchi casi di Tony.
"Ecco potrebbe essere stato lui!" esclamò Ziva "È uscito un mese fa di prigione dopo aver scontato dieci anni per l'omicidio della moglie. Durante il processo aveva giurato vendetta nei confronti di Tony".
"Dove abita adesso?" chiese Gibbs.
"Non molto lontano da qui... Circa cinque isolati" disse Ziva leggendo il dossier.
"Bene andiamo a fargli qualche domanda".
I due uscirono e si diressero a casa sua mentre Abby e McGee continuavano a lavorare senza sosta.
Bussarono alla porta dell'uomo aspettarono che aprisse e si identificarono "Agenti Gibbs e David. NCIS. Dobbiamo farle alcune domande".
Ad ogni cosa che chiedevano lui rispondeva in modo evasivo. Era abile a deviare le loro domande con risposte fuorvianti.
Ad un certo punto Ziva scattò. Non ce la faceva più ad ascoltare quell'essere spregevole mentre mentiva sapendo che Tony aveva poco tempo prima che l'aria finisse. L'agente del Mossad che era in lei prese il sopravvento.
Velocemente tirò fuori il coltello che teneva in cintura e glielo puntò alla gola.
"Dimmi dove è o ti ammazzo!" gridò inferocita "Ti sgozzo come fossi un maiale!".
Lui le rise in faccia dicendo "Se mi uccidi poi come lo trovi il tuo amico?".
Lei gli diede un pugno nello stomaco e lo atterrò. Poi si buttò su di lui e con il coltello sempre più pericolosamente vicino alla gola disse "Lurido bastardo... Hai proprio deciso di voler morire di una morte orribile!".
Gibbs vedendo che Ziva stava perdendo il controllo si affrettò a prenderla per le spalle e a trascinarla via da quel luogo. Uscendo si rivolse all'uomo dicendo "Non finisce qui. Sappiamo che sei stato tu. È solo questione di tempo e marcirai in galera".
Portò Ziva nel parcheggio e le disse "Che ti salta in mente! Sei diventata matta! Pensi che sia stato utile il tuo comportamento?".
Ziva lo fissò senza parlare, aveva un nodo alla gola e le parole non le uscivano. Sentì gli occhi inumidirsi e nonostante avesse usato tutta la sua forza per non piangere le lacrime iniziarono a scendere da sole, senza che lei potesse fare niente per fermarle.
Vedendo la sua reazione Gibbs la prese tra le braccia come avrebbe fatto un padre, cercando di farla calmare.
"Hey... Shhh... Calmati. Che succede?".
"Ho così tanta paura Gibbs... Devo trovarlo... Voglio salvarlo" disse piangendo.
"Lo so che sei spaventata, lo siamo tutti. Ma devi mantenere la calma se lo vuoi aiutare" le disse accarezzandole la testa.
"Ti prego promettimi che riusciremo a salvarlo... Io non posso perdere anche lui. Ho già perso troppe persone a cui volevo bene. Gibbs io credo... Credo di amarlo" rispose lei ancora in lacrime.
"Ok piccola... Lo salviamo stai tranquilla. Calmati ora ho bisogno dell'aiuto di tutti, te compresa".
Le parole di Gibbs la confortarono e è anche lei si rese conto di dover riprendere il controllo.
Tornarono velocemente da Abby e Tim che erano ancora alle prese con la localizzazione. Lesserò sul cronometro che a Tony rimanevano più o meno due ore d'aria. Tutto dipendeva da quanto velocemente respirava.
 
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Aveva continuato a provare ad uscire ma dopo un po' si era rassegnato. Aveva deciso di aspettare gli aiuti. Pregava che arrivassero presto. Non ce la faceva più a stare lì dentro. Anche se non aveva mai sofferto di claustrofobia in quel momento iniziò a sentirsi soffocare e a sudare freddo.
Chiuse gli occhi e iniziò a pensare ai suoi colleghi, a quello che avrebbe detto loro dopo essere uscito da quell'incubo. Pensò a McGee che sicuramente era davanti al computer con Abby a lavorare per rintracciarlo; a Gibbs che senza dubbio era quello che aveva mantenuto la lucidità necessaria a condurre le ricerche e poi a Ziva. La sua piccola Ninja.
Lei era quella che voleva vedere per prima. Nulla da togliere agli altri, voleva bene a tutti all'NCIS. Ma stare lì sotto, in quello spazio angusto senza nessuna certezza di salvarsi gli aveva fatto capire quanto fosse importante per lui quella donna. Proprio questo pensiero gli diede la forza necessaria per mantenere la calma. Doveva resistere per lei. Voleva rivederla, riabbracciarla e perché no baciarla. Darle il bacio più intenso che era capace di dare e dirle quello che non era mai riuscito a dirle: che l'amava. Ecco, ora era riuscito ad ammetterlo a se stesso. Era amore quello che provava per lei.
Ma il tempo cominciava a stringere. La mancanza di ossigeno iniziava a farsi sentire e Tony iniziò a perdere i sensi. Si sentiva la testa leggera, si addormentava e si risvegliava ogni volta più confuso.
Dovevano arrivare, non gli restava molto tempo.
 
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D'improvviso McGee gridò "L'abbiamo trovato capo. Si trova vicino al fiume. Esattamente qui" disse indicando un punto sulla mappa.
"Dimmi le coordinate e avverti i rinforzi. Io e Ziva andiamo a prenderlo" disse uscendo.
Ziva era ammutolita. Gibbs le prese la mano e le disse "Ce la facciamo".
Arrivarono sul posto poco prima dei rinforzi e videro subito un punto dove la terra era stata smossa da poco.
Scavarono aiutati da altri agenti accorsi sul posto e arrivarono alla bara. La scoperchiarono e lo videro disteso, pallido e privo di sensi. Lo tirarono fuori e lo adagiarono sul prato mentre aspettavano l'ambulanza. Respirava ancora anche se a fatica. L'aria fresca lo fece riprendere quel tanto per vedere che Ziva lo aveva preso tra le braccia e gli accarezza il volto mentre Gibbs lo stava fissando stringendogli la mano.
Appena lo vide aprire gli occhi Ziva gli disse "Tranquillo... Sei salvo ora". Lui sorrise poi svenne di nuovo.
 
 
Quando si svegliò era in ospedale. Ziva era seduta sul letto al suo fianco, gli teneva la mano e sorrideva.
"Bentornato" gli disse "Come stai?".
"Meglio... Ora che sono fuori da quella bara" rispose ricambiando il sorriso.
"Aspetta chiamo gli altri. Erano molto spaventati per te" disse aprendo la porta e facendo cenno di entrare.
"Tonyyyy!" gridò Abby abbracciandolo "Meno male che sei vivo. Non so come avrei fatto senza di te".
"Chi è stato capo?" chiese Tony.
"Uomo che avevi arrestato per l'omicidio della moglie e che ti aveva minacciato durante il processo. Chris Donovan. Te lo ricordi?" disse Tim.
"Si..." rispose ma prima che potesse finire di parlare Gibbs aggiunse "Ma non preoccuparti lo abbiamo già arrestato".
Rimasero tutti un po' a chiacchierare poi Gibbs fece uscire Abby e Tony e congedandosi disse a Ziva sottovoce "Questo è il momento di dirglielo... Prima che io cambi idea!".
"Grazie" rispose lei prima di tornare a sedersi di fianco a Tony.
Lui la guardò e chiese "Hai detto che erano tutti spaventati per me... E tu?".
"Io cosa?" rispose facendo finta di non capire.
"Eri spaventata?".
Lei lo fissò un po' indecisa su cosa rispondere poi disse "Molto... Tony io non so cosa avrei fatto se tu fossi morto. Sai io ti devo dire una cosa... Io ti...". Ma lui non la lasciò finire e la baciò.
Quando si staccarono Tony si affrettò a dire "Era la stessa cosa che volevo dirti io. Non ho fatto altro che pensare a te mentre ero sepolto. Dovevo uscire per dirti che... Che ti amo".
Si baciarono di nuovo. A lungo.
Ora niente poteva andare storto. Tony era salvo ed erano finalmente insieme. Per sempre.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Qualche precisazione: So che devo ancora finire l'altra ff che ho iniziato...  Ma ieri stavo riguardando un episodio di Squadra Speciale Cobra 11 (Qualcuno guarda questo telefilm?) per allentare la tensione in vista di Chasing Ghosts e mi è venuta in mente questa storia... :)
Inoltre come potete vedere anche questa mia storia ha un fondo TIVA... Che ci posso fare se quei due insieme sono fantastici? :)
Spero che vi sia piaciuta! Se avete voglia lasciate un commento!
Baci <3
 
  
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