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Autore: _herondales_    10/04/2013    6 recensioni
[The Carrie Diaries]
Bennett ha detto a Walt che avrebbe aspettato i suoi diciotto anni con ansia. Ora il più giovane è finalmente maggiorenne. Cosa succederà?
Spoiler 1x13. BennettxWalt.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Walt, tesoro, svegliati. Indovina che giorno è oggi?”
Mia madre bussò delicatamente alla porta, quanto bastava per non farmi cadere dal letto in preda allo spavento.
Mi voltai verso la sveglia sul comodino. Erano le undici e mezza del mattino, doveva essere un giorno davvero speciale se mia madre aveva permesso che dormissi fino a quest’ora.
Notai la data segnata vicino all’ora. 26 Luglio 1985.
Finalmente mi  resi conto di ciò che voleva dire: era il mio compleanno, e non un compleanno qualsiasi, era il mio diciottesimo compleanno.
Balzai immediatamente fuori dal letto in preso dall’emozione, muovendomi staticamente in camera mia per cercare i vestiti. Io e Carrie avevamo lasciato New York qualche giorno prima, ma avevamo promesso di andarci  per il mio compleanno con Mouse e Sebastian- lui e Carrie avevano fatto pace.
Uscii dalla camera indossando dei  jeans chiari, una polo azzurra e delle scarpe da ginnastica.
Scesi in fretta e furia le scale, per dirigermi in cucina, dove mia madre e mio padre mi stavano aspettando con una torta sul tavolo- mia madre era quasi in lacrime.
“Walt, figliolo, auguri! Diciotto anni non si fanno mica tutti i giorni. Devi trovare subito qualche santa donna disposta a sopportarti, ormai stai invecchiando.” I miei genitori sorrisero, ma io non potei fare a meno di arrossire e pensare “oh, papà, se stai aspettando che porti qualche dolce donzella, diciotto anni di attesa ti sembreranno niente.”
Scacciai via quel pensiero e mi sedetti al mio solito posto, pronto a spegnere le mie numerose candeline.
In realtà fino a qualche mese prima non mi sarebbe importato molto del mio compleanno, ma questo prima di conoscere Bennett, ora sapevo che un anno in più avrebbe davvero fatto la differenza. La mia mente iniziò subito a immaginarsi quei meravigliosi occhi blu e quel  perfetto viso che mi avevano fatto capire chi ero veramente. Volevo correre al telefono, fare il numero del ragazzo che desideravo così tanto e dirgli “Ehi, ho diciotto anni, non ci sono più problemi”, e sarebbe stato relativamente vero, tranne forse per il fatto che eravamo due maschi, e quelli erano gli anni ottanta. E un altro problema, non potevo fare la figura del ragazzino ansioso, Bennett sapeva bene cosa volevo, ora stava a lui fare il primo- beh secondo passo.
Dopo quella mini colazione-festa a casa, uscii subito di casa e mi diressi al Diner dove mi aspettavano i miei amici per mangiare- ancora- prima di prendere il treno pomeridiano per La Città.
Mangiammo patatine e toast a volontà e andammo a casa di Carrie, dove mi diedero tutti i miei regali. Ero felice di stare insieme ai miei migliori amici, anche se si sentiva la mancanza di Maggie; dopo la fine della scuola tutti avevamo limitato i rapporti con lei: starci insieme era diventato difficile.
Ricevetti da Mouse una cassetta, da Sebastian un walkman per ascoltarla e da Carrie una maglietta e una piccola agenda.
Alle cinque ci dirigemmo verso la stazione e per le sei e mezza eravamo arrivati.
Sapevo perché avevo accettato quell’invito: speravo con tutto me stesso ch per qualche strano scherzo del destino, Bennett si sarebbe ricordato del mio compleanno e ci saremmo incontrati qui, e a quanto pare la sorte quel giorno era a mio favore.
Benedette siano le candeline che avverano i miei desideri.
Carrie, infatti, ci portò a tradimenti nel suo ufficio, ricordandosi tutto d’un tratto di dover svolgere un lavoro, ma promettendoci che non ci avrebbe messo molto.
Sebastian e Mouse andarono a cercar qualcosa da bere, Carrie lavorava e io mi annoiavo, girando con la sedia, finché non squillò il telefono.
Carrie mi urlò di rispondere, così alzai la cornetta e parlai annoiato.
“Salve, parla con Interview megazine, cosa posso fare per lei?”
“Walt? Perché rispondi tu? Che ci fai lì?” Bennett. Era Bennett. Il ragazzo con cui desideravo parlare era dall’altro lato della cornetta, per un incidente, ma c’era.
“B-bennett. Siamo venuti a fare un giro in città e Carrie ci ha dirottati qui. Devo passartela?” Stavo tremando, e non ero sicuro che la mia voce nascondesse quando dentro di me fossi  emozionato.
Beh sì, ma no. Non fa niente, se è con voi non potreb- ASPETTA. Siete qui perché è il tuo compleanno vero? Fai diciotto anni, da oggi sei maggiorenne.” Non riuscii a non farmi scappare un sorriso, ma dopo divenni più preoccupato di prima.
“Si, è vero. Io da oggi non sono più un ragazzino, sono libero di fare le mie scelte- sottolineai queste parole al ricordo di ciò che mi aveva detto all’inizio dell’estate- E comunque ricevere gli auguri, soprattutto da te, stai sicuro che non mi dispiacerebbe.” Bennett rise, cosa che mi fece attorcigliare le budella nello stomaco. La sua dannata risata.
“Beh, uomo delle grandi scelte e decisioni autonome, auguri. Anzi, sai che c’è, te li vengo a fare di persona, tanto ho anche comprato un regalo. Aspettami tra venti minuti sotto il portone principale.”
Come se qualsiasi regalo potesse essere meglio di te,
pensai. Bennett aveva già chiuso la telefonata, quindi mi precipitai nel bagno dell’ufficio per darmi una sistemata.
Sentivo le ginocchia farsi deboli, il cuore battere per l’ansia, e un sorriso da ebete aprirsi sul mio viso, un sorriso che – sospettavo- sarebbe durato a lungo.
Iniziai a camminare in cerchio tra le varie scrivanie, e non mi interruppi neanche quando Sebastian e Mouse entrarono nell’ufficio.
“Walt! Walt, rischi di fare un buco nel pavimento, che succede?” Sebastian mi guardò con aria confusa.
Sto impazzendo. Ho diciotto anni e tra poco incontrerò il ragazzo di cui sono innamorato  e con cui avevo deciso di cercare di dare inizio a qualcosa al compiere dei miei diciotto anni. Un buco nel pavimento non è niente in confronto alla terribile sensazione che sento allo stomaco.
“Niente tutto bene, Seb. Scusate, ora devo scendere un attimo, avvisate Carrie e aspettatemi qui.”
Mi precipitai di corsa nell’ascensore, torturandomi le mani. Erano passati diciassette minuti, e io stavo per diventare matto.
Cercai di uscire con disinvoltura fuori al grattacielo, ma con scarsi risultati: ero nel panico più totale.
Aprì la porta e trovai il sorridente volto del fantastico ragazzo dagli occhi blu, più comunemente noto come Bennett.
“Ehi, auguri uomo.” Rise di nuovo e si avvicinò a me.
“Grazie, ehm..grazie” Ero diventato terribilmente rosso, ma lui fece finta di non accorgersene.
“Ora sei maggiorenne, io lo sono già da un pezzo. Senti qualche cambiamento?”
Presi tutto il coraggio che avevo e risposi :” Non ancora. Potresti aiutarmi a fare in modo che oggi non sia uguale a ieri e agli altri diciassette anni della mia vita?” Mi tremavano le mani, ma lui sembrava molto sicuro, sorrideva ancora.
Si avvicinò un po’ di più, ormai riuscivo a sentire il suo respiro sul mio viso.
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò.
Non era come gli altri nostri baci, brevi, incerti e quasi fuori luogo.
Mi baciava e lo baciavo come non mi era mai successo prima.
Mi sentivo sempre più libero e a mio agio man mano che le nostre bocche si univano.
Tremavo ancora, ma ora era diverso. Ora tremavo per la felicità, non per il nervosismo; tremavo perché non pensavo si potesse essere così felici solo con un bacio, ma Bennett era solito farmi scoprire sempre nuove emozioni.
Alla fine con un po’ di incertezza ci allontanammo quanto bastava per guardarci in faccia, osservare ancora più in profondità i suoi occhi, e mi prese le mani, poggiando la sua fronte contro la mia.
“Vedi, questo è quello che intendevo con ‘aspettiamo la fine dell’estate’. Entrambi abbiamo avuto tempo per pensare davvero bene in cosa volevamo addentrarci, e ne è valsa la pena. Adesso pensiamo a te, sei uguale a ieri, ora?” Risi e strinsi forte la sua mano.
“Ogni volta che ti vedo è sempre un giorno migliore di quello precedente. E sì, ne è valsa la pena.”
“E in più ora non devo sentirmi come se stessi commettendo qualche atto scandaloso con un ragazzino- mi rivolse un sorriso divertito, che ricambiai- ora, non vuoi vedere cosa ti ho preso?”
“Dopo il ‘regalo’ che mi hai appena fatto, sarebbe difficile reggere il confronto, eppure muoio dalla voglia di sapere cosa hai pensato potesse piacermi.”
Fece qualche passo indietro ed estrasse una piccola busta blu dalla tasca, me la porse e mi guardò allegro.
Aprii la busta e trovai un bigliettino che diceva:
Ho sempre preferito la moda alla chimica, ma quella che c’è tra me è te, è la mia cosa preferita ;)
 ps. Oh, finalmente posso dirlo senza sentirmi uno di quei vecchi professori che vogliono sentirsi giovani andando con le studentesse. Xoxo Bennett”
“Hai solo cinque anni più di me, non sei mio nonno.” Ci guardammo per poi ridurre sempre di più le distanze.
“A parte gli scherzi. Non dico solo per l’età, sai meglio di me che sarà difficile, soprattutto per te, ma ti prometto che ne varrà la pena. Ti prometto che ti farò stare bene.” Gli credetti, e fu la decisione migliore che potessi prendere in quel momento.
Lo guardai con tutto l’amore che i miei occhi potevano esprimere e mi gettai tra le sue braccia, per poi dargli il secondo bacio di quella che sarebbe stata nel tempo una lunga serie.

nota post capitolo/os:
si lo so, assolutamente inutile, ma ieri stavo impazzendo alla fine della puntata, e non ho riesistito. spero piaccia. c:



  
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