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Autore: Loveless X    10/04/2013    1 recensioni
La mia prima One Shot Miharu x Yoite.
Dopo la scomparsa di Yoite, Miharu lo cerca ovunque. Cerca il suo corpo esile, i suoi lunghi silenzi.
Cerca il suo respiro affannato, il suo sorriso flebile.
Eppure il ragazzo è sparito, lasciando solo un gattino nero a vegliare su Miharu.
La tristezza di Miharu diventa sempre più profonda. Poi una sera, alzando gli occhi al cielo, lo vede. Yoite è sempre stato lì. Ha sempre vegliato su di lui, ha sempre ascoltato i suoi pensieri. Yoite è nell'odore della notte, nel vento fresco che soffia tra le stelle in cielo.
Grazie a chi leggerà la mia storia! Spero vi piaccia !
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Miharu Rokujou, Yoite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Miharu non voleva andare via.

La testa poggiata sul petto di Yoite, che giocava con i suoi capelli neri.
Sembrava che le sue dita stessero per spezzarsi ad ogni gesto. Lui era così: ogni sua parola era un fremito, ogni sua azione sembrava l'ultima. Miharu aveva paura, non voleva allontanarsi da lui.
Voleva rimanere così per sempre, stretto in quella coperta di lana, a sentire il battito del suo cuore.
Eppure, sapeva che non sarebbe durata.
Sapeva che Yoite lo avrebbe lasciato presto, sarebbe scomparso senza lasciare traccia. Nonostante tutto, la voce di Miharu aveva trovato la forza per chiedere l'impossibile.
-Non mi abbandonerai, vero Yoite?-


Il ragazzo sospirò, sistemandosi il berretto e facendo scorrere le dita lungo la schiena di Miharu.
-No Miharu, io non ti abbandonerò mai. Sarò sempre con te. Insieme, per sempre...- 
Il suo sguardo era fermo nel cielo nero della notte. Sembrava perdersi verso qualcosa di lontano che solo lui riusciva a vedere.
-Yoite, devo andare... Aspettami anche domani, tornerò da te-  sussurrò Miharu, mentre si staccava da quelle braccia che non avrebbe mai voluto lasciare, per niente al mondo.


Lo avrebbe trovato di nuovo, gliel'aveva promesso. Yoite non sarebbe scomparso dalla sua vita.



Miharu sfogliava distrattamente una rivista.
Non nutriva particolare interesse per quegli articoli, i suoi occhi scorrevano veloci sulla sezione del quotidiano dedicata ai ragazzi scomparsi.

Erano tre mesi che comprava tutti i giornali della sua città, cercando nelle rubriche un annuncio, un segno, qualcosa.
Era alla disperata ricerca di Yoite, ed ogni volta che leggeva le frasi "Scomparso ragazzo alto, gracile e moro" il suo cuore sussultava. Tornava però a spegnersi subito dopo, rigettando Miharu nell'apatia.

Non era lui.

Yoite se ne era andato, era scomparso.
Nessuno sapeva se fosse scappato, o peggio cancellato dal mondo.
Se davvero fosse stato così, anche Miharu avrebbe rinunciato volentieri alla sua esistenza.
Si strinse la giacca al petto, aveva fallito ancora una volta.
-Torniamo a casa, Yoite- sorrise al suo piccolo gatto nero.
Era apparso la mattina stessa della scomparsa di Yoite, di quello vero, e Miharu aveva voluto tenere quel micino con se.
Di tanto in tanto gli parlava, gli raccontava le sue pene, i suoi affanni, ma il gattino posava su di lui i suoi occhi gialli e fugaci, miagolando perché aveva fame. Non poteva capire, nessuno sapeva cosa Miharu stava provando.

Una sera, Miharu uscì di casa per una passeggiata.
Gli piaceva costeggiare il fiume, mentre le prime stelle apparivano in cielo.
Pensava a Yoite, non aveva mai smesso di cercarlo.
Lo vedeva nei passanti, sentiva la sua voce con il fruscio delle foglie. Avvertiva il suo tocco quando le gocce di pioggia gli bagnavano i capelli.
Yoite... dove sei...

Si stese sul prato, fissando le stelle.
Che senso aveva vivere senza amore?
Cosa ci faceva lui su quella terra?
Perché il suo corpo continuava a respirare?


Avrebbe voluto dissolversi e scomparire, perdersi per sempre nell'ultimo abbraccio che Yoite gli aveva dato, in una sera come quella. 
Prese un sasso e lo scagliò con ferocia nel fiume, increspando l'acqua.
Dannazione.
Perché non sei con me? Mi avevi promesso che non mi avresti mai abbandonato, e invece mi hai lasciato solo! Come credi possa farcela senza la tua forza? 
Ho bisogno di te, Yoite, accidenti!

Gridò con una voce che i suoi polmoni non conoscevano, con una forza che il suo corpo non pensava di possedere.
Strinse i pugni, ritrovandosi dei fili d'erba tra le mani.
Pianse per la rabbia e la frustrazione, avrebbe voluto davvero smettere di esistere.

Guardò la luna, alta nel cielo.
Era pallida, uno spicchio inghiottito nell'oscurità. 
Qualche stella la circondava: anche lei non era sola. Nessuno lo era veramente. Solo lui, Miharu, si sentiva una solitudine lancinante addosso.

Sentì un miagolio provenire dalle sue spalle.
Si voltò, riconoscendo il gattino nero e chiamandolo con un gesto della mano, mentre sia sciugava distrattamente il volto con il polso.

-Vieni qui, Yoite, buono-
Accarezzò il pelo del gattino -Torna a casa, la zia sarà preoccupata...-
Lo lasciò andare, non voleva che quegli occhietti gialli assistessero a quello che stava per fare.

Rimasto solo si levò in piedi.
Percorse la discesa fino al fiume. Era calmo, ma abbastanza profondo.
Si sentì come quel sasso che aveva lanciato prima, poco più di un tonfo che avrebbe increspato l'acqua per qualche attimo.
La sua vita non aveva più valore.

Iniziò a camminare senza esitazione. L'acqua gli arrivò alle caviglie, era fredda, Miharu stava tremando.
Senza mostrare alcuna esitazione, continuò fino a che non se la sentì al petto. Ormai non mancava molto.
Distese un braccio verso il cielo
Yoite, sto arrivando, aspettami... E se anche non mi sarà concesso riunirmi a te, tutto sarà meno amaro di questa vita che conduco adesso, vuota e senza il tuo calore.
Sospirò.
Un soffio d'aria fredda lo fece rabbrividire all'improvviso, una mano invisibile lo stava trattenendo.

Miharu spalancò gli occhi, rivolgendo lo sguardo alle stelle.
Yoite non era mai andato via.
Yoite era nel vento, nel fruscio delle foglie, nelle gocce di pioggia.
Yoite era negli occhi di quel gattino, nell'acqua del fiume, nei pensieri di Miharu.
Yoite era nei ricordi più belli, nelle preghiere e nei suoi sospiri.


Miharu si sentì uno sciocco.
-Tu...non mi hai mai abbandonato, non è così? Tu sei sempre stato con me , non mi hai mai negato il tuo abbraccio e il tuo conforto quando stavo male. Tu hai tenuto fede alla tua promessa, anche se i miei occhi ciechi non ti vedevano...-
Pianse.
Yoite era lì. Non era un corpo, ma un respiro. Era il suo angelo custode, il suo anico amore.
Yoite era l'odore della sera, il vento che avrebbe vegliato sempre su Miharu.

Il ragazzo si sollevò, uscendo dall'acqua.
Il gatto era ancora lì, ricomparso tra l'erba del prato, dava il suo saluto stentato a Miharu, che si sentiva uno sciocco.
-Torniamo a casa, Yoite. Ho capito, che non mi abbandonerai mai...-

Camminava verso casa con la consapevolezza che i suoi passi non erano i soli. Accanto a lui c'era la persona che più amava al mondo

Nessuno è davvero solo.
   
 
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