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Autore: Harisontour    10/04/2013    2 recensioni
"Molte a quell'età hanno bisogno di essere amate, io mi accontentavo di amare. Ma il rosso delle mele e il verde delle foglie potevano star bene insieme. Erano complementari".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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L'albero di mele

La direzione era la stessa, ci era sembrato naturale prendere lo stesso pullman e farci assieme l'ultimo tratto a piedi. Dunque, stavamo camminando sul marciapiede, lui per tornare a casa, io per andare da un'amica. Ad un certo punto, mi chiese cosa ne pensassi di una certa cantante degli anni settanta.
 
-Non mi piace- dissi con una smorfia -Ha la voce troppo verde-
-Non avevi detto rossa?-
-Rossa e verde, pensa quanto stanno male insieme-.
Annuì semplicemente, senza guardarmi strano, non aveva ancora elaborato una risposta.
 
Adoravo quel suo non sconvolgersi davanti alle mie uscite senza senso.
A quell'età, molte hanno bisogno di qualcuno che le faccia sentire speciali; io volevo soltanto sentirmi normale: a sedici anni, avevo paura unicamente di essermi spinta troppo oltre nel mio anticonformismo. Non che facessi niente di estremo o fuorilegge, ma già la musica che ascoltavo e il mio modo di vestire mi rendevano leggermente isolata, mi creavano la fama di "strana" che non volevo. Volevo solo sfruttare il mio valido senso critico.

 
-Sono complementari- mi fece notare, interrompendo il corso dei miei pensieri.
-Quindi se li unisco esce fuori il marrone- replicai, pur certa che non volesse porre l'accento su quell'aspetto. Il fatto è che a lui piaceva quella cantante e a me no. Ma a me non piaceva nemmeno il marrone. Forse ero proprio matta, pensai, facevano bene, ogni tanto, a lasciarmi perdere. Chi altro fa delle conversazioni così stupide?
-Sì- si limitò a rispondere lui trattenendo un sorriso divertito. Perché lo trattieni, amico, pensai? Non c'è nessun bisogno di celare un sorriso così meraviglioso. Lo sai che potresti sorridere a pagamento per tutti quelli che hanno bisogno che gli svolti la giornata? Faresti soldi a palate. O forse non sarebbe spontanteo, già. Hai ragione. Comunque se vuoi condividere i sorrisi che ti vengono solo con pochi intimi fammi un fischio. Mi autocensurai. Ma misi mentalmente un fiore sulla tomba di quel sorriso così promettente scomparso prematuramente.
 
Restammo in silenzio per un pezzo, un'altra cosa che adoravo erano quelle pause senza imbarazzo, quelle di quando, semplicemente, l'aria che respiri non ha bisogno di essere riempita di vocaboli superflui.
-Dov'è casa di Selma?- chiese.
-Più avanti-
-Posso farti perdere cinque secondi?-
-Ma sì-.
 
Senza dire altro facemmo una deviazione, per una stradina che non avevo mai preso, malgrado conoscessi la zona: era quella della mia scuola elementare, ma a quei tempi ero troppo piccola per essere consapevole dei percorsi. Anche adesso, di solito, me li dimentico, se c'è qualcuno che mi accompagna.
Riconobbi il parco della mia infanzia e ci sedemmo su una panchina, sotto a un albero. Era intatta e ben verniciata, solo una scritta era graffiata sulle assi dello schienale. Di sicuro era stata aggiunta di recente, perché ricordavo di aver giocato pomeriggi interi all'ombra di quel melo. Eppure non lo avevo mai guardato bene. Non mi ero mai accorta nemmeno che fosse un melo, a dirla tutta, sebbene fosse diverso dagli altri che avevo intorno. Mi era simpatico e aveva preso tante pallonate, ma non avevo mai focalizzato che cosa lo rendesse differente. Ne guardai i rami, e lui fece lo stesso. 
 
Molte a quell'età hanno bisogno di essere amate, io mi accontentavo di amare. Ma il rosso delle mele e il verde delle foglie potevano star bene insieme. Erano complementari.


Non credo che sia un delirio folle, ma è surreale. E smielata. E corta. E i pensieri sono troppo fuori di testa, anzi, come vengono. Ed è troppo personale, anche se fittizia. E la protagonista mi somiglia troppo. E basta. Se avete altre critiche -o apprezzamenti- esprimetevi numerosi.
   
 
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