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Autore: CharlotteisnotReal__    10/04/2013    2 recensioni
«Se lo accettassi per me varrebbe più di mille regali». A quelle parole, così lontane, ma ben impresse nel suo cuore Coraline non poté far altro che annuire, silenziosamente e chiuder gli occhi, proprio come appena un anno prima.
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«Ti amo». Sussurrò sulle sue labbra la ragazza. «Ti amo». Ripeté lui, lasciando che le loro labbra si unissero, nel primo e proprio bacio di quella, per entrambi magnifica, serata.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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All I want for Christmas is You



Coraline

 
 

Wednesday, 25Th December, 2013.


Era di nuovo Natale, a casa O’Moore e l’aria di festa rallegrava sia grandi che piccini.
A partire dai coniugi O’Moore, Stephan ed Hellen, felici di veder le proprie figlie sorridere così gioiose, per poi passare alla piccola Daphne, che quel giorno scorrazzava qua e là per tutta la casa, mettendo –come sempre- a dura prova i nervi della giovane Coraline, la quale quasi non ne poteva più della sorella. «Dove scappi, piccola peste, vieni subito qui!». Gridò la ragazza, facendo sì che la genuina risata di Daphne risuonasse nelle orecchie dei vicini e spaventando così il piccolo Evan, il nuovo arrivato in casa O’Moore, che pianse come non mai. Udendo il suo lamento Coraline maledì sé stessa e la sorella, cullando fra le braccia il neonato, sperando potesse calmarsi. «Guarda cos’hai combinato». Esclamò Coraline, quando Daphne ed il suo tenero faccino si erano presentatati davanti a lei con il sorriso sornione di chi l’aveva fatta franca. «Sei tu che gridi per nulla». Aveva ribattuto piccata lei. Coraline per un momento rimase basita, scioccata da quanto lunga e biforcuta potesse esser la lingua di quel soldo di cacio, ma poi si ricordò si trattasse di sua sorella e che come tale qualcosa aveva aver pur preso da lei. «Bada a come parli, mocciosetta». Aveva risposto la bionda, lasciando un puffetto sul capo della piccola, la quale il tutta risposta le mostrò la lingua.
 
Coraline stava preparando il latte per Evan, quando il campanello suonò d’un tratto, prendendola alla sprovvista, dato che visite, a quell’ora, non ne aspettavano.  «Coraline, hanno suonato alla porta!». Aveva gridato la signora O’Moore dal piano superiore, proprio quando Coraline ormai vi si trovava già davanti.
«Ehilà!». Salutò Niall, mostrando una fila di denti dritti e lucenti.
Coraline non poteva credere quello fosse il suo ragazzo, nonostante quel giorno festeggiassero il loro primo anno insieme, la ragazza ancora stentava a credere che quegli occhi color del cielo fossero tutti per lei.  «Ciao». Aveva sorriso lei, imbarazzata per gli stupidi pensieri che le erano passati per la testa. Niall, in tutta risposta, si avvicinò al suo viso, lasciandole un tenero bacio sul naso e chinandosi per accogliere fra le sue braccia il pargolo. «Ciao anche a te, biondino». Aveva sussurrato teneramente lasciando che Evan giocasse con alcune ciocche dei suoi capelli.
«Oh, Niall, non ti aspettavamo così presto». Lo salutò la signora O’Moore, chiudendo la porta alle spalle del giovane. «Mi spiace, Helen, ma ho finito prima di lavorare e non vedevo l’ora di rivedere queste due meraviglie». Sorrise il ragazzo, racchiudendo le spalle della sua fidanzata con un braccio e scoccandole un bacio inaspettato sulla guancia. «Ah, l’amore!». Aveva esclamato con finta aria sognante la signora O’Moore, prima di sparire nuovamente su per le scale. «Niall!». Esclamò la piccola Daphne, ancorando le gambe del ragazzo in un caloroso abbraccio. Velocemente il biondo passò il piccolo Evan fra le braccia di Coraline e con abile scatto prese in braccio Daphne, caricandosela sulle spalle. «Vedo che non ti sono mancato!». Esclamò ironico Niall, lasciando che la piccola biondina si liberasse nella risata giocosa tipica dei bambini. «Resti a cena?». Chiese poi la bimba mentre il ragazzo la fece scender coi piedi per terra. «Certamente». Rispose Coraline, precedendo una possibile risposta del ragazzo, che le si avvicinò cercando le sue labbra, ma prima che potessero sfiorarsi il bimbo che la ragazza teneva in grembo ebbe un gemito che poi sfociò in un sonoro pianto. «Il dovere mi chiama!». Esclamò la ragazza, scomparendo in bagno, con in mano salviette igenizzanti e pannolino.
 
Dopo cena si erano riuniti tutti in salotto, pronti a scambiarsi i regali di natale. Niall aveva regalato ai signori O’Moore una cornice d’argento dove poter metter una foto del loro matrimonio che proprio non sapevano dove poter riporre, alla piccola Daphne un libro di disegno ed Evan aveva rimediato una qualche tutina, sempre utile ai neonati, che ogni due minuti richiedevano un cambio. Ed i genitori di Coraline, avevano ricambiato il gesto carino regalando al ragazzo una maglietta con gli autografi dei giocatori della sua squadra di calcio preferita, il regalo perfetto, l’aveva definito lui, infinitamente grato agli O’Moore.
 
Niall e Coraline si trovavano, per la prima volta in quella piena giornata, completamente soli. Niente trecce bionde di Daphne o biberon di Evan, solo loro due, pronti per scambio di regali.
 «Sai, ad esser sincera questo Natale non è tanto diverso dallo scorso». Aveva sussurrato dispiaciuta Coraline, stretta al petto del suo fidanzato, il quale la guardò interrogativo. «Vedi – Continuò lei- quest’anno non me ne son dimenticata, semplicemente non ho trovato un regalo degno di te…». Ammise poi, mortificata. Niall si accorse di quanto grande fosse l’imbarazzo della ragazza, quando la vide nasconder il viso nell’incavo del suo collo pur di non regger il suo sguardo.  A quel gesto, il ragazzo, non poté far a meno di sorride, e carezzando i morbidi capelli di lei era riuscito a stanarla dal suo rifugio ed ad incatenare i suoi occhi così celesti in quelli blu di lei. «Ehi, meraviglia, non fare così. Non fa nulla». Sussurrò dolcemente, rincuorando, seppur di poco, la ragazza che ancora si torturava dai sensi di colpa. «Io un regalo per te l’ho pensato». Sorrise poi, sornione, cercando nella sua tasca quella piccola scatolina scamosciata color bordoeux, che da troppo teneva nascosta nei meandri del cassetto del suo comodino. «Io non posso accettare, non dopo che no ti ho preso un regalo…». Balbettò incerta lei, e mentre le mani cominciavano a tremarle Niall le raccolse fra le sue, riscaldandone la pelle chiara.«Se lo accettassi per me varrebbe più di mille regali». A quelle parole, così lontane, ma ben impresse nel suo cuore Coraline non poté far altro che annuire, silenziosamente e chiuder gli occhi, proprio come appena un anno prima.
Quando Niall vide le palpebre della ragazza calarsi subito caccio fuori dalla tasca quella scatolina mettendola fra le mani- ormai calde- di Coraline attese che lei aprisse gli occhi.
Lei, sentendo quel corpo estraneo fra i suoi palmi, aprì lentamente gli occhi, e quasi la voce non l’abbandonò dalla sorpresa quando Niall, aprendola, aveva lasciato sì che un anello, di fine taglia brillasse proprio sotto a quell’oceano tempestoso quali erano i suoi occhi, appena più scuri della luce che il diamante di quel gioiello rifletteva. «Coraline O’Moore, mi concederesti la tua mano e l’onore di starti accanto per il resto della mia vita?». Esclamò dolce e coinciso Niall, lasciando la ragazza ancor più basita.
Di prima acchito la sua risposta sarebbe stata “sì” un felice ed urlato “sì”, ma poi, riflettendoci per un secondo, l’idea che fossero troppo giovani per affrontare un matrimonio l’aveva bloccata, per quanto lei lo desiderasse con tutto il suo cuore. Ancora le parole non le uscivano di bocca, soprattutto non sapeva quali sarebbero state quelle giuste, quando dalle scale fece capolinea –ruzzolando a momenti- la signora O’Moore che, tenendo in braccio il piccolo Evan esclamava orgogliosa: «Ha parlato, ha detto la sua prima parola!». Evan, che se la rideva fra le braccia della madre ripeté orgoglioso quel monosillabo che aveva felicemente gridato: «Sì!».
Alla parola del piccolo fratello, Coraline, penso si trattasse di un segno del destino e non ebbe più dubbi. «Sì, lo voglio». Sussurrò, sotto gli occhi increduli e luccicanti della madre, lasciando così che il suo anulare sinistro fosse lasciato da quell’anello che con un indescrivibile gioia il suo futuro marito le aveva indossato.
«Ti amo». Sussurrò sulle sue labbra la ragazza. «Ti amo». Ripeté lui, lasciando che le loro labbra si unissero, nel primo e proprio bacio di quella, per entrambi magnifica, serata.
 


 

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(Freya Mavor)

 

 


Non picchiatemi! So che son passati la bellezza di quasi quattro mesi dall’ultimo capitolo della storia, ma rivedendola fra i file Word mi son ricordata dell’epilogo tanto atteso, ma mai pubblicato.
Quindi, eccolo qui, sotto forma di one-shot, pronto a regalarvi un vero e proprio finale, che ho preferito metter da parte, dato che ormai la storia era già bella che conclusa.
Beh, riguardo questa shot non ho molto da dire, solo:
vi sareste mai aspettati un finale simile?

Io credo di sì, infondo è scontato, ma anche cercando di non sfociare nella banalità non sarei riuscita a scriver un finale diverso da questo, perché per me è così che doveva finire.

Cosa ne pensate del fatto che alcune frasi del testo rimandano all’ultimo capito di “A present for Christmas”?

Ed ultimo, inizialmente pensavate fosse Coraline la mamma di Evan o era già scontato si trattasse solo della sorella? :)

Ora, fatemi solo sapere cosa ne pensate!
Un bacio,
Carlotta. :)


P.S.: Purtroppo a breve partirò ed ho preferito postare ora la shot prima di aver ripensamenti futuri, ecco il perché di eventuali errori/ripetizioni/sviste. Chiedo anticipatamente scusa! :)



 

QUI la storia precedente a questo "Epilogo" :)

  
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