Il sole brucia la mia pelle,
riscalda le mie membra,
riscalda ciò che è fuori.
 
Un raggio solare,
trafigge ogni cosa,
del verde primavera.
 
Eppure c’è qualcosa di freddo,
eppure c’è qualcosa d’immobile,
qualcosa che non si fa rapire da attimi di bellezza.
 
Freddi,
privi di ogni calore,
 che si associa ad ogni essere umano.
 
Mente e cuore apatici,
noncuranti e probabilmente,
scostanti in modo opprimente.
 
Che sembrano,
indifferenti alla meraviglia,
indifferenti alla bellezza di cose possibili.
 
Ristringere i loro desideri,
non chiedere di più,
occultare orizzonti che non potremmo permetterci.
 
Ciò sarebbe il loro compito,
per provare emozioni vulnerabili,
per una fredda logica apatica.
 
Dominio e potere,
di emozioni mai provate,
così da poterle controllare.
 
Il raggio dorato si fa strada,
nella crepa del cuore di pietra,
e riscalda ciò che era spento.
 
Note indistinte,
flebili suoni,
e una musica lontana ti riporta alla follia.
 
E come lava fuoriuscita,
da quel duro cuore,
gli occhi mi si illuminano.
 
 
E la musica dolce,
del mio cuore,
che sale alle stelle.


Ammiro il sole,
ammiro il cielo,
ammiro le mie emozioni.