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Autore: dragon_queen    11/04/2013    3 recensioni
[SOSPESA...PER IL MOMENTO :)]
E se Shuichi Akai non fosse morto per mano di Rena durante quel fatidico incontro? E se per puro caso fosse approdato in casa di un'inimmaginata vecchia conoscenza che non pensava fosse possibile ripiombasse nella sua vita?
Può Akai ricominciare a provare dei sentimenti simili a quelli che sentiva per Akemi?
E se l'Organizzazione scoprisse che in realtà il Silver Bullet è ancora vivo?
(Da non considerare dall'ep.552 ita in poi)
***Una prova, quindi non so ogni quanto aggiornerò. A seconda anche da quanti la leggeranno :)***
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gin, Nuovo personaggio, Shuichi Akai
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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FILE 1

 

Le palpebre erano pesanti, mentre ancora il sapore ferroso del sangue gli inondava bocca e gola. Sentiva dolore al petto e alla testa e ciò stava ironicamente a significare che, in qualche mondo, era ancora vivo. Se ne stupì, dato che l'ultima cosa che ricordava era la canna della pistola di Rena a pochi centimetri dal viso.

Poi il suono dello sparo e in seguito il buio.

Eppure era certo di averla scampata, in quanto, oltre al dolore delle ferite, riusciva a percepire quella che pareva erba umida sotto di sé e l'odore del fumo della sua macchina in fiamme nelle narici.

Per un motivo a lui sconosciuto gli era stata una seconda possibilità.

E non l'avrebbe certo sprecata.

Finalmente riuscì a socchiudere leggermente gli occhi, trovandosi a fissare il cielo scuro. Vicino a lui, pochi metri più in alto, ciò che rimaneva della sua auto, la sua adorata chevrolet, che ancora bruciava.

In quel momento una fresca sensazione su di una guancia. Lentamente avvicinò la mano destra sporca del suo stesso sangue al viso, sfiorandolo. Poi la medesima sensazione sull'altra guancia, sulla fronte, la punta del naso, sempre più frequentemente e pungente. Di lì a poco prese a piovere.

Chiuse nuovamente gli occhi, rilassando il corpo e il respiro. Prima di ripiombare nell'incoscienza, avvertì dei leggeri passi provenire dal bosco. Con il sorriso sulle labbra, si rassegnò alla fine.

 

**

 

Reiko osservava sconsolata il cielo che a poco a poco si stava annuvolando, presagio di un imminente temporale. Non le erano mai piaciute le giornate in quel modo, in quanto la riportavano alla mente tristi ricordi.

Scostò ancora un poco le tendine bianche, continuando a guardare il cielo sempre più scuro.

Era proprio in una giornata come quella che aveva abbandonato l'America per trasferirsi in Giappone da suo nonno, ricco industriale, in modo da ricevere un'educazione adeguata alle sue origini giapponesi.

In fondo non era stato uno sforzo per lei, in quanto la madre era appena venuta a mancare a causa di una grave malattia e suo padre aveva pensato bene di sparire alla volta di qualche sconosciuto paese tropicale. A dir la verità, fino al giorno prima della sua partenza, non sapeva neanche di avere un nonno. Era il padre di suo padre, ma i suoi non lo avevano mai menzionato.

Fu proprio quella mattina di dieci anni prima che lo aveva visto per l'ultima volta, poco fuori dal gate che stava per oltrepassare, bagnato come un pulcino, che la fissava con il corpo scosso dal fiato corto.

Non si erano detti una parola, era bastato uno sguardo. Lui era sempre stata l'unica cosa importante, il migliore amico scoperto troppo tardi, la prima cotta mai confessata.

L'aveva semplicemente lasciato così, allontanandosi a poco a poco trascinata dall'assistente sociale incaricata di consegnarla a suo nonno. Un lieve cenno di saluto con la mano, un sorriso appena accennato.

Di lui non ne aveva saputo più niente.

Fu scossa dai suoi pensieri dalla soffice sensazione contro una gamba del pelo del suo cane, Akira, uno shikoku di appena due anni, dai colori che andavano dal bianco al marrone scuro.

Akira era stato un regalo di suo nonno nel tentativo di convincerla a rimanere con lui quando Reiko gli aveva comunicato la sua intenzione di volersene andare.

Infatti, nonostante negli anni avesse imparato a voler bene all'anziano Fujiwara, c'era qualcosa nei suoi affari che non l'aveva mai convinta. Inoltre la sua casa era circondata da ronde di uomini armati e qualche volta aveva curato alcuni di loro da ferite da coltello o arma da fuoco.

Per quel motivo, quando due anni prima ne aveva avuto l'occasione, se ne era andata dalla villa di famiglia nel quartiere di Ginza per trasferirsi in un piccolo appartamento, più modesto ed economico, ma soprattutto lontano da lui. Aveva per un periodo trovato un lavoretto part-time, tanto per riuscire a pagarsi l'università senza l'aiuto del denaro di famiglia.

In quel momento però la ragazza si trovava in una piccola baita di montagna, presa in affitto per necessità, in quanto doveva preparare uno degli ultimi esami dell'università e aveva bisogno di assoluta tranquillità. Era all'ultimo anno di psicologia, materia che le era sempre piaciuta, in quanto sognava un giorno di poter svolgere un lavoro utile alla società, magari anche tornando in America.

Lanciando quindi uno sguardo verso Akira, il quale guardava verso di lei scodinzolando e con la lingua di fuori, sorrise, inginocchiandosi per accarezzargli teneramente la testa.

-So cosa vuoi dirmi e credo che mi ci voglia realmente una pausa-

Rivolse una veloce occhiata fuori dalla finestra, poi aggiunse:

-Prima che si scateni un temporale, ti porto a fare una passeggiata. Su, andiamo-

Reiko infilò un leggero cappotto, poi aprì la porta, facendo segno all'animale di precederla. Akira, continuando a scodinzolare festoso, accolse l'offerta, schizzando fuori e iniziando a zampettare tra l'erba, ma senza mai allontanarsi troppo dalla sua padrona.

La ragazza sorrideva vedendolo divertire, senza mai perderlo di vista. D'un tratto però non lo vide più riapparire.

-Akira!! Akira!!- lo richiamò preoccupata, ma del cucciolo nessuna traccia.

In quel momento si accorse che la luce era notevolmente diminuita, facendosi quasi notte. Ricominciò a chiamare il cane a gran voce, ma niente da fare. Udiva solo l'abbaiare lontano e decise di seguirlo, nonostante una parte di lei la avvertisse di prestare grande attenzione.

Si avventurò tra i pochi alberi presenti, continuando a seguire il latrato di Akira. In quel momento una goccia le cadde sulla punta del naso. Alzò lo sguardo verso il cielo e un'altra le centrò la fronte.

Doveva recuperare il suo cane prima che li sorprendesse il temporale, altrimenti si sarebbe presa un malanno e l'animale sarebbe puzzato di bagnato per almeno una settimana. Così accelerò il passo, sino a spuntare in uno spiazzo ai piedi della strada che risaliva la collina.

In lontananza notò delle alte fiamme risalire da un veicolo ormai irriconoscibile.

Spaventata, tornò con lo sguardo verso l'ombra che pareva Akira, mentre girava attorno a qualcuno steso tra l'erba, immobile.

Pensando immediatamente a un sopravvissuto dell'incidente, anche se non sapeva spiegarsi come fosse arrivato fin laggiù, si avvicinò veloce, inginocchiandosi poi al fianco dello sconosciuto. Stava cominciando a piovere.

Titubante allungò una mano verso la carotide per sentire l'eventuale battito. Era lieve, ma ancora presente. Quando però allontanò la mano, vide indice e medio sporchi di un liquido rosso e viscoso: sangue.

Lo sconosciuto era ferito, probabilmente anche in modo grave.

-Devo chiamare un dottore- sussurrò e fece per allontanarsi.

Una presa al polso però glielo impedì. Si voltò di scatto, spaventata, vedendo il ragazzo con un solo occhio aperto, che la fissava.

-Niente dottore- bofonchiò, ricadendo poi nell'incoscienza.

Reiko sentì la presa sul polso farsi sempre più debole, sino a lasciarla andare. Lo fissò per qualche secondo, indecisa sul fidarsi di qualcuno che si rifiutava di vedere un dottore in quelle condizioni. Un comportamento simile significava solo che aveva qualcosa da nascondere. Non poteva però lasciarlo là, in quelle condizioni. Così, con fatica, riuscì in qualche modo a rimetterlo in piedi e, sotto la pioggia che ormai cadeva ininterrottamente, fece ritorno verso la baita.




NDA 
Salve a tutti. Vi presento questa fan fiction nata per caso, o forse solo per la vana speranza che uno dei miei personaggi preferiti non avesse fatto realmente quella fine...
Comunque spero di avere qualche parere, in quanto è una storia nata un pò per sclero, per scherzo. Un saluto e al prossimo capitolo.
Un saluto

  
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