Dove sei?
Non riesco a trovarti.
Dai esci fuori.
Sei troppo vecchia per
giocare a nascondino.
Ma mi senti?
Sei qui?
-Aaaaaaaaaaaaaargh!-
Non so perché grido.
In fondo,lavorando in uno
studio legale se ne vedono tanti di cadaveri.
Ma questo non è “Un Cadavere”.
È il tuo cadavere.
Sei per terra.
Il sangue sgorga dal tuo
petto.
Inarrestabile.
Mi avvicino a te.
Ma mi accorgo che non c’è
più nulla da fare.
Mi accorgo anche che sei
morta tra atroci sofferenze.
La pallottola,quasi
crudelmente,non è arrivata dritta al tuo cuore.
Ma al polmone.
Sei morta lentamente.
Hai provato moltissimo
dolore.
Ma la tua morte lenta ti
ha permesso di scrivere il suo nome.
Il nome del tuo assassino.
Roberto.
Chi diavolo è Roberto?
Aspetta.
Lo cerco sulla tua agenda.
È il tipo con il quale
stavi uscendo.
Qui c’è anche il suo
indirizzo.
Perfetto.
Gli telefono.
Gli dico di venire a casa
tua.
L’idiota obbedisce.
Non sa cosa lo aspetta.
Sono passati dieci minuti.
Il campanello suona.
Io corro ad aprire.
È lui.
Ora capisco perché ti sei
innamorata di lui.
Alto.
Moro.
Occhi azzurro ghiaccio.
Mi saluta,ha una strana
espressione in volto.
Non gli hai detto che
siamo gemelle,vero?
Glielo leggo negli occhi.
Fantastico.
In poche parole gli spiego
chi sono e lo faccio accomodare in salotto.
Gli dico che non ti ho
trovata a casa,ho letto il suo nome nella tua agenda,con un cuore accanto,ed ho
pensato che fosse con lui.
Mi risponde che non sa
nulla di te.
Di dove sei.
Adesso è più rilassato.
Più sicuro di sé.
Pensa che io non abbia
ancora trovato il tuo corpo.
Con un gesto,abbasso
l’intensità delle luci e lo chiudo dentro.
Lui mi chiede che diamine
io stia combinando.
Metto in pratica la tue
tecnica di interrogatorio.
Chiudere il sospettato in
una stanza fredda e male illuminata per molto tempo.
Poi entrare repentinamente
e fargli domande a raffica.
E così faccio.
Gli chiedo tante cose.
Non volevi andare a letto
con lui.
Dopo ciò che è successo
due anni fa,lo credo bene.
Riesco a estorcergli una
confessione.
Sembra un folle ora,con
gli occhi fuori dalle orbite ed iniettati di sangue.
È folle.
Estraggo la mia pistola e
gliela punto contro.
Ma lui è più veloce.
Me la strappa dalle mani.
Ma non sa che io ho
seguito un addestramento militare.
Ho una forza cinque volte
superiore alla sua.
Con un pugno lo faccio
cadere a terra e gli afferro il viso.
Gli giro la testa.
CRACK!
Gli ho spezzato il collo.
Riprendo la mia pistola.
Chiamo la polizia e
avverto che ci sono tre cadaveri in questa casa.
Poi punto la gelida canna
della pistola alla mia tempia.
Addio,mondo di merda.