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Autore: ValHerm    01/11/2007    11 recensioni
Quella sera lo sentì entrare in camera sua, impacciato, timido e silenzioso

Quella sera lo sentì entrare in camera sua, impacciato, timido e silenzioso.

Le sembrò come se la porta si fosse aperta, e il suo rumore l’avesse fatta destare dal sonno.

Così, di scatto, alzò le coperte e osservò con rimprovero un punto dinanzi a lei.

Ma, in quel punto, non c’era nessuno.

GiroNatsu *-* dedicata a Vivitheblackwizard e Crazy Dark Queen

Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Believe

I Believe

 

Lui le era sempre accanto.

 

Dal momento in cui l’aveva incontrato, le era sempre stato vicino.

 

Aveva riposto in lei la sua fiducia.

 

Quella sera lo sentì entrare in camera sua, impacciato, timido e silenzioso.

Le sembrò come se la porta si fosse aperta, e il suo rumore l’avesse fatta destare dal sonno.

Così, di scatto, alzò le coperte e osservò con rimprovero un punto dinanzi a lei.

Ma, in quel punto, non c’era nessuno.

 

S’infilò nuovamente sotto le coperte, con l’orecchio teso, in attesa di sentire qualcosa.

 

Sbuffò. Non sentiva nulla.

Così, ripensando a lui, cominciò a ricordare, tante, tante cose.

 

 

-Pecoponiana!- urla lui con fare minaccioso, brandendo un fucile. Il suo sguardo è fermo, distaccato. Ma lei non è da meno. Si alza in piedi fiera, senza abbassare lo sguardo. Era lui l’essere che l’aveva pedinata per l’intera giornata.

Sfidandola, lui le punta il fucile contro, raggiungendola.

Ma lei, ancora una volta, lo disarma e lo mette in difficoltà.

E lui, ha  la conferma di quello che aveva pensato per il resto della giornata.

Quella, era una ragazza particolare.

La prima in assoluto, che gli aveva saputo tenere testa.

 

 

Il viso di lei si addolcì appena dopo quel ricordo. Il loro primo incontro.

Non si era mai capacitata di quanto fossero simili.

E… anche se lei odiava quegli stupidi ranocchi… anche se le combinavano un guaio dopo l’altro… aveva imparato a voler bene ad ognuno di loro. Soprattutto a lui, che le era stato accanto tante volte.

 

 

Lei si guarda intorno triste. È la gara di staffetta della scuola. Genitori e alunni.

Lei avrebbe voluto parteciparvi con sua madre. Ma lei doveva lavorare, e non l’aveva potuta raggiungere.

Con lo sguardo basso, si toglie la fascia bianca dai capelli e si dirige al chiosco delle iscrizioni.

-Mi scusi…- comincia dispiaciuta –io… dovrei ritirarmi…-

-ma che dici Natsumi- dice ad un tratto la voce di lui. Lei si volta stupida, ritrovandoselo davanti con un costume umano. È lì per correre insieme a lei.

Così, combattono insieme, partecipano e vincono.

Lei lo guarda con riconoscenza. Lui arrossisce, come sempre, e abbassa lo sguardo.

Lei sorride. È allora che comincia a sentire quello strano affetto per lui.

 

 

Si strinse appena, afferrandosi la pancia, e sentendo una morsa farsi sempre più stretta.

Tutti quei ricordi erano ancora vivi in lei. Anche se non avrebbe dovuto ricordare.

Il suo ricordo non sarebbe mai svanito.

 

 

Quel giorno, strano a dirlo ma vero, lui si era dichiarato. Le aveva aperto il suo cuore, per risvegliarla dall’incantesimo nel quale era piombata. Per farla tornare la sua Natsumi, forte e determinata.

Ora la guarda speranzoso, che lei apra gli occhi, e che gli dica qualcosa.

Lei non ricorda nulla, fortunatamente.

Apre gli occhi piano, sbattendo appena le palpebre.

-Giroro…- mormora piano, guardandosi intorno. Non sa cosa sia successo.

-sta tranquilla Natsumi- le dice lui –è tutto passato-.

I ranocchi passano loro davanti mormorando cose incomprensibili per lei, del tipo “alla fine si è dichiarato!”. E Girono sbraita rosso come suo solito, lasciandola perplessa più che mai.

Lei non seppe mai che si era dichiarato quel giorno.

Probabilmente, se l’avesse saputo, l’avrebbe convinto a restare.

 

 

Quei ricordi erano sempre più sfocati, ma lei li conservava gelosamente.

Girandosi su un fianco, vide delle vecchie foto su una mensola. Piano, si alzò da sotto le coperte, s’infilò le pantofole e si avvicinò ad esse. Allungò piano la mano, per afferrarle. Come se avesse paura che quelle scomparissero, portandosi via anche l’ultima traccia che gli era rimasta di lui.

 

In quelle foto sorridevano. Tutti loro.

Non curanti di quel giorno maledetto nel quale si sarebbero detti “addio”.

Allora era strano pensarci. E diveniva più doloroso ogni giorno che passava.

 

Quella stanza, la sua stanza, conteneva più emozioni di quanto lei stessa credesse.

Era testimone di quel giorno lontano, nel quale lui aveva rischiato tutto per lei.

 

 

Lei è malata. A letto, rossa in volto, sospira velocemente, con un panno bagnato sulla fronte.

La barriera che si era eretta attorno alla casa non permetteva nessun contatto con il mondo esterno.

Lui l’aveva attraversata con la forza, senza rimanere illeso.

Ma il desiderio di salvarla lo avrebbe spinto a fare di tutto. A dare la sua vita stessa.

Guardandola in quel letto, più debole e fragile di quanto fosse mai stata, si sentì stringere il cuore.

Per quanto ci avesse provato, non poteva fare nulla per lei, e questo lo faceva sentire impotente.

Ma lei lo guardava riconoscente, con degli occhi dolci che lui non le aveva mai visto.

Natsumi riuscì a guarire, fortunatamente.

Ma lui non volle nessun tipo di ringraziamento. Così, lei, che lo comprendeva come nessun altro, lo andò a “rapire” dalla sua tenda per medicargli le ferite.

Aveva fatto tanto per lei. Le aveva dimostrato di volerle bene.

 

 

Si morse le labbra, e cercò di allontanare quei ricordi. Erano bellissimi.

Ma, una volta rivissuti, andavano via, creando un vuoto ancora maggiore del precedente.

E lei si sentiva più sola che mai, senza la presenza di quel ranocchio rosso, che tante volte l’aveva sorretta nei momenti di sconforto, l’aveva appoggiata nelle sue decisioni, l’aveva aiutata quando era in difficoltà.

 

Si voltò verso la finestra, e le sembrò di sentire un rumore provenire da fuori.

Con le lacrime che ancora le premevano per fuoriuscire dagli occhi color cioccolato corse sul davanzale, spalancandola. Guardò ansiosa verso il posto dove la sua tenda era rimasta per tanti anni.

 

Ma un vuoto maggiore le strinse il cuore.

Lì, non c’era nulla.

A un anno dalla loro partenza, nessuno era ancora tornato.

 

Ma lei, giorno dopo giorno, continuava a credere che lui sarebbe tornato.

 

La visione di lui che le sorrideva era ormai soltanto un ricordo sfumato.

Un ricordo che la luna portava con sé ogni notte, cullando i sogni di lei.

 

L’unica che avrebbe sempre sperato nel suo ritorno.

 

Anche se forse, lui non sarebbe tornato mai più.

 

 

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T^T Sto malinconica in questi giorni?? Non lo so, ma è un periodo che scrivo solo One-shot tristi… bah… questa è la mia prima GiroNatsu! E anche se avrei voluto farne una piuttosto allegra, mi è balenata in testa quest’idea.

Dedicata a Vivitheblackwizard che mi ha ri-appassionato a questo anime e mi ha messo in testa l’idea di scrivere una GiroNatsu, e alla mia Crazy Dark Queen, semplicemente perché le voglio troppo bene!

Ditemi che cosa ne pensate! Kisses

 

ValHerm

 

  
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