12/04/2013
2 recensioni
:: something that's wrong ::
Il rumore secco delle ante metalliche risuonò con forza nello spogliatoio.
Sospinto a forza contro l’armadietto, il ragazzo rimase zitto, lo sguardo a pezzi, i singhiozzi trattenuti orgogliosamente. Inutilmente.
Atsushi lo vide tremare di rabbia, frustrazione, quasi si sentisse deriso anche solo dal suo sguardo.
-Povero, piccolo Masaki…- cominciò, con voce calma, senza mai distogliere lo sguardo dal suo –Davvero ci credevi? Davvero pensavi che uno come te potesse valere qualcosa per qualcuno? In special modo ai miei occhi?- si lasciò sfuggire lo spettro di una risata derisoria, distorta –Che noi…potessimo essere realmente qualcosa?- rimase in silenzio, lo vide abbassare il viso e puntare gli occhi insistentemente a terra -Non si può. È sbagliato…non è consentito rompere gli schemi, non in quest’assurda maniera.- stinse la presa sui suoi polsi, lo sentì trattenere il respiro -È insensato…tu meglio di molti altri dovresti capirlo. Sei sempre stato solo. Tutto quello che hai creato, quello che hai guadagnato reggendoti sulle tue stesse gambe, non è altro che una realtà fittizia, una mera illusione…la felicità non esiste. Non la guadagnerai mai, per quanto tu possa impegnarti nella vita.-
Sì avvicinò fino a sentire i suoi capelli sfiorargli il viso, strattonandolo piano, premendolo maggiormente contro la parete –Perché anche se ti ferisco, anche se ti faccio male, se ti pugnalo alla schiena, tu alla fine torni e continui a fissarmi con quel tuo sguardo pieno di sentimenti che io non riesco a comprendere. E continuerai a farlo anche in futuro. Non puoi farne altrimenti.- lo sentì singhiozzare, vide qualche lacrima infrangersi sul pavimento, bagnarlo, e indurì un poco il proprio tono -Tu hai bisogno di me, lo sai, tanto quanto io ho bisogno di quello sguardo.-
Rimase in silenzio qualche secondo, poi lasciò andare la presa su di lui e si allontanò, evitando accuratamente il suo sguardo mentre quello si accasciava lentamente a terra, tremando –Ti conviene muoverti a cambiarti. L’allenamento sta per cominciare.- disse solo con il viso dritto davanti a sé, poi uscì dalla stanza, cominciando ad avviarsi.
-Complimenti, senpai, davvero un bel discorso.- Minamisawa si bloccò, senza fiatare, riconoscendo il tono inconfondibile di Kirino, poggiato sulla parete a lato della porta.
-Non sai che origliare le conversazioni altrui è da maleducati?-
-Chiedo scusa, non era mia intenzione.- quello rimase con le braccia conserte, serio, senza dare segno di volersi muovere.
-La prossima volta allora fa più attenz--
-Pensi davvero che convincerti che per te lui non valga nulla servirà a qualcosa?- lo interruppe ad un tratto, puntando deciso gli occhi su di lui –Che ti farà star meglio? Che cambierà le cosa?- chiese, senza aspettarsi sul serio una risposta –Non sei cambiato, continui a scappare. Quando capisci che una cosa sta diventando seria, importante, allora ti spaventi…non sai affrontare le situazioni. Cerchi di illuderti che nulla possa davvero toccarti, allontanandoti, ferendo chi ti sta attorno.- Ranmaru distolse lo sguardo, poi si lasciò andare ad un sospiro –Con Kariya finirà nello stesso identico modo che con Kurama e tu rimarrai solo, un'altra volta, ma in fondo già lo sai...- Atsushi si irrigidì, trattenne il respiro –Finirai per farti odiare da lui.-
-…non penso la cosa ti riguardi, Kirino.- rispose cercando di mantenere un certo contegno, ma senza farsi sfuggire una nota sprezzante di astio nel pronunciare il suo nome.
Non lo sentì rispondere, lo vide solo accennare un inchino con la coda dell’occhio dopo qualche secondo, poi entrare nello spogliatoio, in silenzio e rimase finalmente solo, quando la porta si chiuse alle sue spalle.
Mosse qualche passo nel corridoio, le mani in tasca, e cercò di scacciare l’immagine di Masaki sull’orlo delle lacrime dalla sua mente. Di Kirino al suo fianco.
Rise piano di se stesso, mentre una moltitudine di sentimenti gli dilaniavano il petto.
Non so starti accanto, eppure non so starti neanche lontano.
Voglio toccarti, perchè ti desidero, ti desidero da morire, ma allo stesso tempo non voglio, perchè so che averti mi annienterebbe.
Si accasciò con la schiena alla parete e si portò il dorso del braccio a coprire il viso, reclinando il capo all’indietro.
E sentì qualcosa spezzarsi dentro di lui.
-Masaki…dimmi cosa devo fare.-
*
Hola gente <3 Allora, è da un bel po' che non pubblico nulla su questa sezione, così mi sono sentita in dovere di venirvi a rompere un po'- *si becca un piroscafo in faccia(?)*
Allora, per chi non lo sapesse, ormai l'AtsuMasa è diventata una mia OTP- ma davvero, davvero tanto, e non shippavo due personaggi di IE in questo modo dai tempi della KyouTaku-- (gente, si amano, è palese---- COUGH)
Questa fic è all'insegna del "facciamoci tanto male pls" (?) ed è nata da un headcanon secondo il quale sia Masaki che Atsushi, essendo assai complessati, non riusicrebbero ad accettare i proprio sentimenti nei confronti delle persone, fuggendo dalle situazioni. Infatti, proprio secondo questo headcanon Minamisawa stava con Kurama, ma si è tirato indietro all'imporovviso per codardia...UH.
Quindi, ecco- solitamente, io uso sempre il punto di vista di Masaki (o comunque lo alterno) quando scrivo, e con Atsushi è la prima volta- spero non sia 'na schifezza DDD:
Inoltre, nella fic, Atsushi e Masaki giocano entrambi nella Raimon, per questo ho messo l'avvertimento "what if"-
Non ho comunque la minima idea di come sia venuta. Insomma, quando scrivo, di solito, una mezza idea sul risultato ce l'ho- ma in questo caso niente di niente çAAç quindi qualsiasi commento (purchè costruttivo) è sempre assai gradito <3
Beh, è tutto- avrei centinaia d cose da scrivere, e altrettante arretrate da recensire, e spero pian piano di riportarmi in pari con il lavoro (???) la speranza non è mai l'ultima a morire, a quanto si dice (?)
Mah- è tutto, alla prossima.
Fede.