Scorre leggera, la matita. Segue un percorso già deciso tra la purezza di un foglio bianco, pronto a sporcarsi di linee fatte di pensieri… di illusioni.
Le mie mani stanno raccontando la nostra storia, i giochi da bambini, le strade percorse mano nella mano.
Ecco, lo schizzo è finito. Posso cominciare a disegnare.
Vorrei condividere quest’immagine con te, con quello che eravamo. Mi hai lasciato chiusa in una gabbia con l’immagine dei tuoi occhi nella mia mente.
Non posso fare altro che disegnarli.
Si, disegnerò per non dimenticarli, per non sentirmi sola. Basta lacrime, basta parole, solo io e la carta.
Un foglio, una matita. Solo così riesco a ritrovare me stessa, mi basta davvero poco per trovare un po’ di pace da tutto. Dalle persone che pensano di capirmi. Come può qualcuno sapere come si sente un altro?
Come puoi essere te stesso quando non sai chi sei?
La mia mano non si ferma, portatemi alla realtà.
E’ senza meta, la matita, spero che non finirà mai. Mi condurrà al nascondiglio dei sognatori, un’altra volta. E’ inutile fermarla.
Prendo il largo, disegnerò anche una nave. Le onde del mare mi culleranno al posto tuo, il vento mi canterà la tua canzone. E tu mi disegnerai?
Aggiungo il colore.
Tutto ciò che ho amato è stata una bugia. Disegnerò per te l’azzurro del cielo e il verde di un prato. Il nero della tua ombra.
Il freddo della pioggia per proteggermi dal tuo immenso castello dove scioccamente mi sono rinchiusa.