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Autore: Pluma    02/11/2007    6 recensioni
I° legge mondiale: "mai attaccare un altro essere senza un regolare permesso e/o senza motivazioni sufficienti a giustificare la propria azione." II° legge mondiale: "per evitare conflitti a livello mondiale, la legge numero uno ha un effetto più rigoroso per quanto riguarda le relazioni e/o conflitti tra le specie." III° legge mondiale: "la punizione per i tasgressori dei primi due articoli è la pena capitale" Salve a tutti sono tornata con una ff, spero vivamente che vi piaccia e se è così (ma anche se non lo è) fatemelo sapere recensendomi in tanti... mi raccomando!!! Il rating è esagerato almeno per i primi capitoli, ma non so cosa la mia mente bacata mi porterà con questa storia. Baci, baci.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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II° CAPITOLO

 

La foresta della nostra città non era grandissima, il problema era che la luce non filtrava mai perché gli alberi erano molto fitti. Non c’era un albero solitario a pagarlo, tutti allungavano i loro braccini verso il compagno più vicino. Insomma non ci vedevo nada. Immaginatevi la scena: una cogliona che cammina a tastoni cercando di non inciampare in una delle radici che sporgevano dal terreno. Devo aver camminato per circa una mezz’oretta, quando finalmente cominciai a percepire la vicinanza di un pericolo. Non sono sensitiva, ma anche noi umani siamo provvisti di una sorta d’istinto di sopravvivenza. Era solo questione di affinare i cinque sensi a nostra disposizione,  anticipare ciò che avrebbe potuto danneggiarci, agire di conseguenza  per evitarlo il più possibile… un giochetto da ragazzi. Considerando i miei continui rifiuti alla proposta di Sky, aveva deciso di prepararmi appunto in tal senso con il risultato di una vista acuta, un udito finissimo, tatto sensibile e olfatto ottimo. Sembravo molto un cane, il piccolo, dolce, innocuo animale domestico dei Montreal.

Uno scricchiolio attirò la mia attenzione, inducendomi a fermarmi per annusare l’aria umida trovando quasi subito ciò che cercavo. Un forte odore di pelliccia. La caccia era cominciata, povero lican, quasi quasi mi facevano pena; però con tutte le volte che abbiamo fatto questo giochetto avrebbero dovuto capire. Ricominciai a camminare, intanto un formicolio si fece sentire partendo alla base del collo per diffondersi fino alle dita delle mani, intorpidendo i muscoli delle braccia. Il cuore mi batté nel petto sempre più forte, sempre più violentemente fino a farmi male. Avevo una paura del diavolo, anche se nessuno guardandomi avrebbe potuto immaginarlo. La cosa un po’ mi rincuorava, almeno il mio orgoglio era intatto e lo sarebbe rimasto fino alla fine di questa storia, peccato non potessi dire la stessa cosa, con altrettanta sicurezza, dei miei arti e della mia testa.

“Cosa ci fa una ragazza tutta sola nel territorio dei lican?” la voce era irritante, con il suo tono beffardo da essere superiore. Stupido, parlandomi aveva detto sia a me che a Sky, sebbene indirettamente, che si era già trasformato. Quando parlano i lican assomigliano ad un poveraccio torturato da una tosse orribile, sarebbe stato molto difficile da capire se non ci fossi stata abituata.

Indietreggiai, allontanandomi dal punto da cui proveniva la voce. Mi ricordai perché mai non fossi particolarmente disperata quando Sky li uccideva. La mia schiena incontrò il tronco di un albero aspettando la fine. Solitamente non sopportavo essere passiva, ma in quei momenti non potevo fare assolutamente il contrario. Sentii i passi felpati del lupacchiotto che si avvicinava sempre di più a me, inesorabile e fatale.

“Eh no ciccio, non si fanno queste cose! Possibile che la tua razza non riesca proprio a rispettare le leggi?” la voce di Sky risuonò nel buio tra me e il lican, era eccitato. Non avevo alcun modo per vederlo, ma sapevo che il suo volto pallido era cambiato; i lineamenti avevano sicuramente assunto una forma maligna, dalla bocca stirata in un ghigno perfido i canini avevano fatto la loro comparsa e gli occhi solitamente viola con una leggera sfumatura sul rosso, probabilmente erano diventati scarlatti. Stava andando tutto come al solito, almeno così pensavo, perché presto fu chiaro che qualche cosa non quadrava. In un attimo di illuminazione capii, avrei dovuto sentire il lican che scappava inseguito dal mio stronzissimo fratello, invece le mie orecchie sentirono altri passi che si avvicinavano, mentre il mio naso fu investito da un odore insopportabile.

“Sky Montreal, ragazzino impertinente. Pensi davvero che il tuo giochino sarebbe durato ancora per molto?” ringhiò la voce di prima.

“Beh a dire il vero sì. In fin dei conti è già durato un bel po’!”

‘Fanculo Sky, possibile che tu debba essere così arrogante persino ora? Eravamo circondati da un clan intero, considerando i rantoli continui e l’odore forte, e lui continuava, imperterrito, a divertirsi. Tanta grazia, lui poteva facilmente salvarsi, io no!

Cominciarono i ruggiti sia da parte dei licantropi che del vampiro. Fu questo a mettere in allerta i nostri compagni, che si materializzarono in un attimo, come dal nulla. I due maschi si affiancarono a Sky. Romir aveva sguainato la sua amata spada Damonland; era letteralmente nato con lei. Per questo le madri dei guerrieri era meglio che fossero loro stesse delle guerriere, sarebbero state più portate a sopportare il dolore di partorire sia il figlio che la sua arma. Damonland era una parte del corpo di Romir; come lui si poteva ferire più o meno gravemente, e aggiustare con adeguate cure. Omari non aveva cambiato aspetto, forse pensava che non ne valesse la pena; il suo corpo, però, era illuminato, incandescente e arrossato, emanava un calore tale che potevo sentirlo io nonostante la distanza che ci separava. Grazie a lui, ora potevo vedere anche io com’era lo stato delle cose, ed era meglio di quanto osassi sperare. Bellatrix si era messa davanti a me, suppongo per difendermi, cosa alquanto inutile essendo impossibilitata a usare le sue armi da lancio.

Lo scontro iniziò all’improvviso, non sapevo con precisione cosa stesse succedendo, perché Omari illuminava solo che gli stava vicino, sé stesso e il avversario. Non che mi dispiacesse, la sua tecnica era a dir poco particolare. Avrebbe potuto attaccare senza nemmeno fare un solo movimento, sarebbe bastato che concentrasse il suo calore e lo…non so come spiegarmi, lanciasse contro il nemico. Lui, invece, si divertiva a fare passi di hip-hop coi quali alternava gli attacchi. Ero in pericolo, ma non riuscivo a rendermene conto se avevo davanti agli occhi lo spettacolo di Omari Phoenix. Si trovò a fronteggiare una lican molto giovane dal pelo biondo; probabilmente nella sua forma umana era molto bella e, con mio rammarico mi scoprii ad essere gelosa di quella cagna malefica. Inizialmente Omari le girava semplicemente intorno con i suoi passi da ballerino, sfacciati e perfetti, pieni di energia. La cagna si stufò molto presto e sentendosi presa in giro, a ragione, lanciò un urlo rabbioso. Per tutta risposta Omari si piantò sulle gambe, piegando leggermente le ginocchia e muovendo il bacino avanti e indietro a tutta velocità, mentre con le mani si indicava in mezzo le gambe. La lupa venne investita da raffiche di calore, che dapprima le percossero il corpo per poi farla accasciare sul terriccio morta. Non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto. Dopotutto ero la sorella del sadico Sky, un po’ ne ero influenzata e poi Omari Phoenix era roba mia.

Come previsto lo scontro si risolse in nostro favore, almeno in apparenza. La maggior parte dei Lican scapparono appena cominciarono a vedere i primi caduti, anche il primo quello che mi aveva parlato; era corso via scomparendo quasi subito tra gli alberi. Sky, senza nemmeno pensarci, si buttò al suo inseguimento. Era la sua preda e non sarebbe tornato fino a quando non lo avesse preso. Solo un licantropo era rimasto; aveva puntato me e Bella, intuendo che eravamo più deboli di lui. Spiccò il balzo, ma il suo salto venne bloccato da Damonland. Era un lupo piuttosto forte e, vedendo che non sarebbe bastato un solo colpo per renderlo per lo meno inoffensivo, Romir lo allontanò da noi per evitare che fossimo coinvolte. Meno male, almeno uno sano di mente era rimasto in mezzo a quel caos. Bellatrix, però, era una guerriera e il suo istinto le ordinava le urlava di combattere. Pensando che per me non ci fosse più pericolo seguì il suo ragazzo, aiutandolo con sassi e bastoni; non aveva con sé le sue armi, ma la mira non aveva subito l’influenza da parte di astri volubili. Niente di più falso, non ero affatto fuori pericolo. Il primo lican, che ormai ero convinta fosse il capo, rispuntò fuori.

“Eh, Eh. Il tuo amichetto pensa che la mia razza sia stupida, ma oggi lo stupido è stato lui. Non è riuscito a capire le mie vere intenzioni e ora tu pagherai per tutti i miei fratelli e sorelle di cui hai causato la morte.” Avevo sbagliato a giudicarlo, non era affatto affamato, almeno non della mia carne, ma di vendetta. Occhio per occhio, compagno per compagno.

Una mano mi si avvinghiò intorno al collo stringendolo, impedendomi di respirare. Era intelligente la pelliccia ambulante. Aveva ripreso la sua forma umana, per evitare che Sky facesse meno fatica a rintracciarlo. La sua pelle nuda era fresca e bagnata di sudore; non avevo bisogno di tastarlo a fondo per capire che non aveva perso tempo a vestirsi, bastava la logica e quel superficiale contatto che ero costretta a subire. Avvicinò la bocca al mio orecchio, la sua barba e i suoi capelli, entrambi lunghi, mi facevano solletico al viso, ma proprio non mi sembrava quello il momento di ridere.

“Sarà un piacere per me trasformarti in una mia compagna.” A quelle parole sgranai gli occhi.

Morire, sì mi sarebbe dispiaciuto, ma era accettabile. Perdere la mia umanità, mai! Penso che fu questo a farmi reagire. Mi accucciai, e ringraziai mentalmente chi di dovere, quando quell’idiota mi lasciò fare; cominciai a tastare in giro fino a quando la mano non trovò una pietra con cui colpii la testa del capo clan. Il colpo ottenne l’effetto voluto. Libera dalla morsa della mano del lican, mossi i primi passi verso la città, ma avevo fretta e perciò non stetti molto attenta a dove mettevo i piedi. Inciampai in una radice. Imprecai a denti stretti, sanguinavo ovunque e la cosa era abbastanza fastidiosa. Fondamentalmente sono cresciuta in una famiglia di vampiri, per di più ricchi, immaginatevi quanto potessero essere fighetti. Era praticamente impossibile che io non diventassi almeno un po’ schizzinosa.

Un ringhio profondo alle mie spalle mi avvertii che il tipo era tornato peloso. Male, molto male, ora non avevo più possibilità di sfuggirgli. Rassegnata mi preparai a ricevere il morso che mi avrebbe iniettato il veleno, facendomi diventare inesorabilmente un mostro. Poi un angelo, un angelo di fuoco si mise in mezzo bloccando il mio aggressore che mostrò le zanne, contrariato. Omari dispiegò le sue ali infuocate per tutta la loro estensione. Mi stava salvando, ma era troppo vicino a me e il suo calore mi fece perdere i sensi.

Quando rinvenni, constatai che aprire gli occhi era decisamente difficile, ma sentivo il mio corpo levitare, quindi obbligai le palpebre ad alzarsi. Sky mi aveva preso in braccio, la mia testa contro il suo petto senza un cuore palpitante. Era arrabbiato, si vedeva. Piccolo, stupido, idiota, sadico. Ti sei spaventato per me? Bè ti stà bene. Avevo avuto la mia rivincita per tutte le volte che mi aveva fatto fare da esca. Si accorse che mi ero svegliata, posò i suoi occhi viola su di me; notai che erano leggermente più scuri del normale, quasi blu. Mi sorrise, dicendomi:

“Ritorna a dormire!” questo era uno dei poteri che avevano aiutato i Montreal ad ascendere al ceto sociale in cui si trovavano ora, la voce del comando. Di nuovo i miei occhi si richiusero. Quella fu la prima volta che non mi arrabbiai con Sky per avermi dato un ordine diretto. Poco prima che mi addormentassi sentii mio fratello alzare il mio corpo, come se non avesse alcun peso, e portare vicino alla bocca il mio viso. Rimasi sbalordita quando mi stampò un bacio sulla fronte, ma molto di più quando mi disse:

“scusa Vitani.”

Stop, scherzavo. Questo è quello che sarebbe successo se Sky fosse stato un fratello normale, ma visto che non lo è…: mi sorrise, mi impose di addormentarmi, ma quando si avvicinò a me non lo fece per baciarmi la fronte. Al contrario i suoi canini scintillarono pericolosi vicino alla mia pelle. Dovetti sforzarmi:

“provaci e quando sarebbe abbastanza forte ti staccherò la testa a morsi.”

Sky rise rumorosamente, mentre le mie forze scemavano sempre di più fino a quando non mi addormentai sul serio.

 

Greta91: wow quanto entusiasmo!! Spero di ispirartelo anche per i prossimi capitoli… mi raccomando aspetto con ansia altri tuoi commenti.

Lithia del sud: ciao, come avrai capito da questo capitolo Vitani non è propriamente un cucciolo indifeso. Spero che la storia continuerà a piacerti.

Elichan: grazie mille, sono contenta di sapere che pensi sia una ff originale. Baci baci!

Dracontessa: brutta cula ame? Ma dico ti sei visto il tuo? Occhio a quello che dici che mi rifiuto di darti ripetizioni di mate sai? Ah e adesso cosa dici?... cavolo, però se non ti do io ripetizioni tu me ne dai per inglese…porca paletta! Va bé fa niente per ‘sta volta ti perdono, ci vediamo a scuola. Ah ti voglio bene, sei la mia musa certi capitoli sono nati grazie a te!     

   
 
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