Film > La Bella e la Bestia
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Autore: fravgolina    12/04/2013    1 recensioni
Qualche anno prima degli eventi del film l’unico filo rosso che collega le vite di Belle e del principe sembra essere una giornata di pioggia, ma dettagli apparentemente insignificanti e piccole scelte quotidiane possono essere la culla del domani.
[Terza classificata a "Quei film di quand'eravamo piccoli..." di EmmaStarr]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adam, Belle, Maurice
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è la mia prima Fanfic e partecipa al contest Quei film di quand'eravamo piccoli... di EmmaStarr. Spero che vi piaccia!

Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di © The Walt Disney Company.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

La vita mia (di certo) cambierà

#1# Il tempo che scorre lento..

Tic, tic! Tac, toc: drop! Fuori continuava a piovere e impetuosa insieme ai corsi dei fiumi cresceva anche l’impazienza del principe. Oodio la pioggia! – pensò con rancore sbattendo un pugno sul tavolino lì a fianco e rovesciando un bicchierino di cognac.

Era annoiato, terribilmente annoiato: niente cavalcate, niente caccia.. – Se almeno nevicasse.. sarebbe divertente un’escursione sotto la neve..! Ma cosa ci può mai essere di piacevole in uno stupido giorno di pioggia? Niente.

"Monsieur, potreste studiare o leggere un libro.. desiderate che vi porti una scelta dei migliori volumi?" gli aveva chiesto qualche ora prima il maggiordomo Tockins. Libri.. i suoi genitori gli avevano lasciato un’immensa biblioteca, ma lui non aveva mai amato quel tipo di passatempo.

Preferiva trascorrere il suo tempo bighellonando all’aria aperta e nemmeno i numerosi precettori, che negli anni si erano susseguiti nel tentativo – apparentemente vano – di istruire quel fanciullo ribelle e viziato, erano riusciti a inculcare in lui un minima parvenza di passione per la lettura.

Rifiutati quindi i libri aveva trascorso la giornata seduto in poltrona davanti al caminetto – almeno il fuoco dissipava in parte quell’umidità rognosa che appestava ogni cosa e penetrava le membra gelandole fino al midollo – o aggirandosi nervosamente per il palazzo, borbottando e portando scompiglio tra i domestici.

Nemmeno il banchetto allestito dal cuoco Lumière per il pranzo aveva risollevato il suo umore grigio e tetro. Gli antipasti erano troppo freddi e la minestra.. "La minestra è roba da malati! Le sembro forse malato Mrs. Bric??!?" – aveva sbottato contro la governante rovesciando a terra la zuppa.

Fuori dalla finestra il cielo si faceva sempre più plumbeo mentre la poca luce diurna cedeva il passo alle tenebre del crepuscolo. Toc-toc! Qualcuno bussò al portone del castello. E adesso chi accidenti è? Non aspetto ospiti.. – pensò irritato il principe che in effetti non aspettava né riceveva ospiti da molto tempo ormai.

Quando i sui genitori erano morti numerosi nobili e vassalli avevano cercato di confortarlo e di fargli compagnia, ma ben presto la sua indole malvagia ed il suo comportamento indisponente li avevano scoraggiati: le visite si erano fatte sempre più rare, per poi cessare del tutto.

E poi chi può essere così stupido da viaggiare con questo diluvio? Aggiunse mentalmente con scherno e un pizzico di fastidio – il principe, abituato ad avere sempre tutto ciò che desiderava, era avvezzo al comando e amava la sicurezza che l’esercizio dello stesso gli conferiva, quindi le sorprese lo indisponevano assai.

Toc-toc! – "Ancora??!? Ma dove diamine sono finiti i servi di questo castello?! Cosa li pago a fare, eh?? Brutti ingrati scansafatiche! Dovrei buttarli tutti per strada, ecco cosa si meritano quei fannulloni!" imprecò a mezza voce il giovane monarca.

Toc-toc! Con un moto di insofferenza il principe passo le lunghe dita affusolate tra i folti capelli color dell’oro, scostandoli dal viso e alzando al cielo gli occhi di cobalto si alzò dalla poltrona su cui stava ciondolando, quindi si allontanò dal confortante tepore del focolare e uscì dalla stanza.

Attraversò furente l’Ala Ovest, dove si trovavano i suoi alloggi personali, senza incontrare anima viva e scese impetuosamente le scale, poi si bloccò di colpo – Cosa..? Com’è possibile che dalle mie stanze si sentano i colpi sul portone d’ingresso? Con questa dannata pioggia poi.. possibile che me lo sia immaginato? – realizzò con un certo disagio.

Toc-toc! No, non se l’era immaginato. Senza fermarsi a riflettere troppo sull’accaduto – pensare era noioso e richiedeva un dispendio eccessivo di energie, quindi il principe sebbene non fosse per niente stupido preferiva agire d’impulso, sull’onda delle emozioni e delle voglie del momento – riprese il cammino e attraversò i numerosi ambienti che ancora lo separavano dalla sua destinazione.

Aperto il portone si ritrovò dinanzi un’orribile vecchia sdentata, una mendicante, una stracciona. In quell’istante un baleno squarciò il cielo illuminando una rosa che la donna portava con sé e il principe pensò che il contrasto con quel, seppur misero, fiore rendeva la vista della vecchia ancora più repellente. Istintivamente provò un ribrezzo profondo per quella creatura e si dispose a scacciarla all’istante dai propri possedimenti.

  
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