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Autore: Khaleesi99    12/04/2013    2 recensioni
Tutto sembra tranquillo nella scuola di Forks, i ragazzi sono in mensa disinvolti, ma lo sguardo di Edward Cullen cade su una ragazza: Bella Swan.
Seduta da sola nella mensa, fissa il vuoto, senza toccare cibo, senza mangiare o bere, e senza muoversi, ferma, instabile, come se fosse una statua. La sua carnagione bianca latte, i suoi occhi neri come il carbone, il suo viso stupendo, da angelo, la rendeva stupenda. Ma dietro di lei si celava un grande segreto, un segreto che sconvolgerà Edward e la sua famiglia.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Troppo pallida. Pensavo tra me e me.
Troppo bianca. Continuai a pensare.
Ieri i suoi occhi erano neri, mentre oggi sono dorati.
Quella ragazza era misteriosa, era strana, ma allo stesso tempo stupenda: sembrava una dea, una statua di porcellana, la Venere, era... era stupenda.
Forse era albina, ma non poteva esserlo. Io sono albino, ma non sono così bianco e pallido come lo è lei.
Sembrava Biancaneve: il viso bianco come la neve, le labbra rosse come il sangue.
Volevo saperne di più, volevo capirci di più, così l'avevo invitata a bere qualcosa ad un bar, non so perchè, ma aveva accettato.
Il giorno seguente mi ritrovai vicino ad un bancone, ad aspettarla, dovevo ammetterlo, stavo sudando: si, stavo sudando per lei, avevo paura, cosa? Si, paura. Non so perchè, ma quella ragazza era strana. 
Ne avevo parlato anche con mio padre, aveva fatto delle ricerche, e aveva scoperto una cosa, una cosa molto orrenda, si trattava di creature orribili, ripugnanti, e...succhiasangue: vampiri!
Si, e forse Isabella era una di quegli esseri.
Non avevo dormito tutta la notte, quel pensiero continuava a d esserci nella mia mente, mi ripetevo "Non esistono quelle creature, sta tranquillo" "E' una normale ragazza come tutte le altre" si... una normale ragazza che a differenza delle altre, si nutriva di sangue.
Mio padre, Carisle, aveva cercato di calmarmi, di tranquillizzarmi, ma non ce l'aveva fatta. 
Anche il padre era strano, Charlie, era come lei: entrambi bianchi. La moglie gli era morta dando alla luce Isabella, non si sa come mai, anche perchè Charlie non ne ha mai voluto parlare, ma dicono che viaggiono molto, cambiano sempre città.
Mentre pensavo vidi una figura bianca che veniva verso di me, era lei, quella ragazza stupenda, quella divinità... Lei, Isabella Swan, quella ragazza di cui, purtroppo, mi ero innamorato.
Dopo che si era seduta vicino a me, - sempre mantenendo le distanze - iniziammo a parlare, le chiesi se voleva qualcosa da bere ma niente, non voleva niente, come al solito.
Andai subito al dunque.
« Isabella, io ti devo parlare. » Le dissi tutto ad un fiato.
« Dimmi. » Rispose lei, impassibile, come se fosse fatta di pietra.
« Tu mi nascondi qualcosa.
Ferma, prima che inizi a dire che anche se fosse così non sarebbero affari miei. Non mangi, non bevi, sei strana, sei pallida, i tuoi occhi cambiano colore a seconda del tuo umore, sei lunatica, sei... » Avrei potuto continuare all'infinito. Ci sono molte cose strane in quella ragazza, e non riuscivo a capire il perchè.
Lei mi guardava, impassibile, ferma, era stralunata, mi guardava come se fossi pazzo, anzi, come se fossi io quello strano, quello che nascondeva qualcosa.
« Io non ci capisco niente. Io non ti riesco a capire! » Lo avevo detto, si, ce l'avevo fatta. Io non riuscivo a capirla, non riuscivo a seguirla, non riuscivo in niente con lei.
« Guarda che sono io quella che non capisce te. » Mi disse sempre impassibile.
« C-cosa? » Visto? Adesso quello strano e pazzo ero io. Quello misterioso ero io. E lei era una povera ragazzina indecisa, indifesa, che non ci capiva un bel niente.
« Si. Io non riesco a capirti. Non riesco a comprenderti. » Il suo viso era in collera. Sembrava davvero stralunata, indecisa, come se non capisse nulla.
« Sei strano. Tu dici che io cambio sempre umore? Anche tu lo fai. Non riesco a comprenderti, non riesco a capire i tuoi pensieri...non capisco nulla di te. 
Perciò, per favore, fammi...entrare, diciamo, nella tua mente. Lascia che io capisca qualcosa in più ti de. »
Okay, adesso ero davvero confuso. Lei non mi capiva? Allora, io cosa avrei dovuto dire in confronto a lei?
« Senti, Isabella... »
« Bella. » Mi corresse.
« Senti, Bella... Io ho sempre pensato che tu nascondessi qualcosa, perciò ho voluto fare delle ricerche... » Ad un tratto si voltò verso di me, ma il suo viso era sempre impassibile, ma stavolta sembrava più sconvolta, sconbussolata.
« Delle ricerche? » Mi disse, acida.
« Si, con mio padre. » Le risposi, fiero e deciso.
« E... cosa hai scoperto? » Mi disse, sempre impassibile.
« Che, secondo alcuni miti, ci sono, ancora oggi, delle strane creature... » Stavo cercando di colpirla in pieno, di attirare la sua attenzione, e così fu.
« Continua... » Sembrava tranquilla, calma, era sempre nella stessa posizione.
« Creature stupende, con il viso che sembra porcellana, bianco come la neve, e gli occhi che cambiano colore. » Si, forza, la stavo colpendo molto forte, o almeno credevo.
« I vampiri. » Le dissi ad un tratto.
Notai che il suo viso era molto sconvolto, a dirla tutta, arrabbiato. Era come se avessi detto una cosa che non avrei dovuto dire, come se avessi commesso l'errore più grande della mia vita, come se avessi firmato un contratto con la morte, come se l'avessi accolta come un'amica nella mia vita.
« E tu sai che io sono una di loro.  » Disse lei, con fermezza. 
Non potevo darle torto, anche perchè era ciò che pensavo.
« Bhe...ecco... io, si... » E mi bloccai. 
Lei non aveva detto che era ciò che credevo, lei aveva detto che lo sapevo, quindi lo era, quindi lei era una succhiasangue, lei si nutriva di sangue, di uomini, animali... era un mostro.
Vidi che stava per spuntare un sorriso malizioso sul suo viso. Allora mi spaventai, così decisi di andarmene. 
Presi subito i soldi, li misi sul bancone e me ne andai.
Uscii dal locale, mi avviai verso la macchina ed entrai, ma non mi accorsi che c'era un'ospite dentro: Bella.
« Già te ne vai? » Mi disse, maliziosa. « Non hai detto che volevi parlare?
Stavamo parlando dei vampiri, giusto? » Disse lei, tutt'ad un fiato.
« S-si. » Risposi io, cercando di mantenere la calma.
« Bene, tu hai detto che hai fatto una ricerca su di loro, quindi sai rispondermi a questa domanda... » Ci fu silenzio, e fui io a romperlo.
« Spara. » Dissi, stavolta deciso.
« Di cosa ci nutriamo? » A questa domanda la mia galanteria scese sotto zero. Uscii dalla macchina, andai verso l'altro sportello, lo aprii e afferrai il braccio di Bella: niente, era come tirare una statua di marmo, immobile.
« Cosa c'è, non sei più un uomo galante? » Disse lei, e in un attimo, ma proprio un attimo, uscì dalla macchina e si avviò verso le strisce.
« Buona notte. » Disse lei, sempre sorridendo maliziosa, e forse, senza accorgersene, fece una piccola risata. 
Voom. 
Sparita.
Via.
Non c'era più.
Cosa accadde negli anni a venire? Oh bhe, niente... Almeno per quanto ho vissuto io.
  
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