-Generale?-
-Si John?-
-Si sente bene?-
-Ma certo,non
dovrei?-
Eccomi. Vedete
quella ragazza con i capelli neri e gli occhi cerulei?
Si. Proprio quella
in tenuta militare.
Sono io.
Il generale Enola
Gay.
Si,proprio come
l’aereo pilotato da Paul Tibbets.
Quello che sganciò
la prima bomba atomica.
Buffo,no?
I miei mi hanno
chiamata così perché sono nata il 6 Agosto.
Ho sempre odiato
la data del mio compleanno.
Anzi,del nostro
compleanno.
Mio e del mio
gemello.
Gemello che non
sapevo di avere.
È stato dato in adozione
quando nascemmo.
Gemello che ieri
mi ha violentata.
È per questo che
il tenente John Smith mi ha chiesto se mi sento bene.
John...
Il mio John...
Certo,se gli altri
sapessero cosa c’è tra me e John,verremmo sospesi entrambi.
Ma siamo riusciti
a tenere il segreto per ben due anni.
Perché non
dovremmo riuscirci più?
Comunque,torniamo
alla mia situazione.
Ho appena scoperto
che il tipo che ieri mi ha violentata è il mio gemello.
Indovinate come si
chiama?
Paul.
Il nome datogli
dai miei genitori prima di darlo in adozione.
Paul Tibbets,il
cognome della famiglia che lo ha adottato.
Che strani,i casi
della vita,vero?
Io,ad appena 27
anni,sono già generale dei Marines.
Lui,invece,è uno
sporco drogato.
Scusate,bussano
alla porta.
-No! Che ci fai tu
qui?-
-Ieri sono stato
bene con te,bambola. Vorrei ripetere l’esperienza.-
-Io no però!-
-Invece si che
vuoi. Ammettilo. Sei innamorata di me,ma non vuoi ammetterlo.-
-Non essere
sciocco Paul...-
-Tu come fai a
conoscere il mio nome?-
-Eri
schedato,Paul. Ed ho appena scoperto una cosa molto interessante.-
-Illuminami,bambola.-
-Primo,smettila di
chiamarmi bambola. Secondo,sei mio fratello,Paul.-
-Non dire idiozie.
Io sono figlio unico.-
-Non sto dicendo
idiozie,Paul. Tu sei stato dato in adozione il 6 agosto di 27 anni fa. Io sono
tua sorella.-
-Non ti credo! Tu
sei pazza! Pazza! Pazza!-
-Calmati,Paul.-
-Smettila di
ripetere il mio nome ossessivamente!-
-D’accordo,Paul.
Ora però vai via. Lasciami in pace.-
-Giammai,sporca
troietta da quattro soldi!-
-Vacci piano con
le parole,Paul. Posso farti molto male,se voglio.-
-Tu fare male a
me? Non dire idiozie.-
-Facciamo una
prova?-
-Come vuoi
tu,bambola. Se riesci a mettermi KO ti lascerò in pace per sempre,lo giuro. Se
vinco io,però,tu verrai a letto con me senza fare storie!-
-L’incesto è
illegale,Paul.-
-Noi non siamo
fratelli!-
-Smettila di
sbraitare,Paul!-
-Come osi darmi
degli ordini?-
-Chi è Generale
dei Marines tra noi,Paul?-
-Tu,ma non osare
mai più darmi degli ordini!-
-E va bene.
Vogliamo cominciare la sfida,Paul?-
Gancio. Gancio.
Diretto. Destro. Sinistro. Lo finisco con un calcio nelle palle.
Non gli ho dato
nemmeno il tempo di reagire.
È a terra.
KO.
-Ti avevo detto di
poterti fare molto male,Paul. Ma non mi hai creduto. Adesso sparisci dalla mia
vita.-
-MALEDETTA
PUTTANA!-
-Lasciami
andare,Paul. Avevi giurato.-
-STA ZITTA,PUTTANA
CHE NON SEI ALTRO! E NON OSTENTARE QUEL TONO CALMO E FREDDO QUANDO SEI
TERRORIZZATA!-
-Io non sono
terrorizzata. Sei tu,quello terrorizzato,Paul.-
-NO! NON E’ VERO!-
-Invece si,Paul. Si
capisce dal tuo tono isterico.-
-TI HO DETTO DI
SMETTERLA DI RIPETERE OSSESSIVAMENTE IL MIO NOME!-
-Lo faccio per
aumentare il tuo senso di angoscia,Paul.-
-SEI UNA PUTTANA!
UNA MALEDETTA PUTTANA!-
-Calma,Paul. Se
continui a gridare così ti sentiranno tutti,qui.-
-NON ME NE FOTTE
UN CAZZO,CHIARO?-
-Chiarissimo,Paul.-
-Generale? Posso entrar...-
-John! Scappa!
Cerca aiuto!-
-No,Enola! Non ti
lascerò sola con questo pazzo!-
-Enola…è così che
ti chiami? Enola Gay?-
-Si,quello è il
mio nome,Paul. E adesso lasciami andare,potresti ficcarti in guai ancora più
grossi di quelli in cui ti trovi.-
-Tanto più giù di
così non posso andare,Enola. Quanto a te,sei il suo uomo?-
-Proprio così! E
tu devi lasciarla in pace!-
John,John. Sempre
coraggioso. Sempre spavaldo. Ti amo.
-No! Ora Enola è
mia.-
-Lasciala in
pace!-
-John,va’
via,cerca aiuto,questo pazzo non resisterà più di altri dieci minuti in mia
compagnia…-
-Enola,ti ripeto
che non ti lascerò sola con lui!-
-Oh,ma quanto sono
dolci,i due piccioncini! Basta,mi sono stufato. Addio,John.-
Estrae la pistola
e uccide John. Il mio John!
-NOOOOOOOOOOO!
MALEDETTO BASTARDO!-
-Finalmente perdi
la calma. Sei più bella quando sei arrabbiata,lo sai?-
-LASCIAMI ANDARE!
TI UCCIDERO’ CON LE MIE MANI!-
-Oh,è proprio per
questo che non ti lascerò andare. Ora sei mia.-
-E ora che fai?
No! No! Lasciami! Lasciami!-
Mi strappa i
vestiti. Sento un dolore lancinante. Scalcio. Grido. Piango. Ora è tutto
finito. Si riveste. Mi lascia lì,distesa a terra. Sanguinante. Non so
dove,trovo la forza di rialzarmi e di rivestirmi. Afferro la mia Beretta. Lo inseguo.
-PAUL!-
Si volta.
BUM!
Dalla canna un
proiettile esplode.
Il bossolo cade a
terra.
Un spruzzo di
sangue.
Il suo volto
orribilmente deformato dal terrore.
La mia risata
diabolica.
Non avevo mai
ucciso nessuno.
Adesso l’ho fatto.
È una sensazione orribile.
Ma non potevo fare
altro.
Torno nel mio
ufficio.
Vado accanto al
corpo senza vita di John.
Mi chino su di
lui.
Giro la canna
della Beretta verso il mio cuore.
Sparo.
Cado morta sul suo
corpo.
Ti amo,John.